26 maggio 2005

Fiction su Edda Ciano - parte seconda

Nella seconda parte della fiction su Edda Ciano ad un certo punto si è parlato anche del "Patto d'Acciaio" sottoscritto tra Hitler e Germania: questo vincolava ciascuna delle due parti ad entrare in guerra nel caso l'altra nazione fosse stata attaccata. Oppure nel caso l'altra dichiarasse lei guerra ad una nazione. Tanto è vero che quando Hitler dichiarò guerra alla Polonia, l'Italia si salvò dichiarando la "non belligeranza".
Nella fiction si da la colpa di questo patto ad una decisione di Mussolini: il diario su cui si basa la storia è quello scritto da Ciano, durante la detenzione nel carcere di Verona. In realtà dai diari di Ciano del 1938 non traspare tutta questa diffidenza nei confronti della Germania, anzi solo parole di elogio per Ribbentrop (il suo equivalente in Germania). Probabilmente i diari del 44 erano un modo per allontanarsi dalle colpe del nazismo "io non c'entro: non vedete che ero contrario all'alleanza con la Germania ...".
Nel libro di Arrigo Petacco "L'uomo della provvidenza" (qui un commento su panzerfuni) anzi viene riportato un passo dei diari di Edda Mussolini, nel quale si da la colpa del patto capestro a Ciano stesso, che non avrebbe rispettato i consigli del duce. Un'ipotesi un pò difficile, pensare che Mussolini abbia dato carta bianca ad un giovane diplomatico (Ciano era del 1903) per un patto così importante.

Vero è che, dopo le prime disfatte in guerra, la fiducia nell'alleato germanico andò sicuramente scemando: il Ciano degli ultimi era sicuramente convinto della necessità di sganciarsi dai tedeschi. Ed era anche disilluso delle possibilità di vincere la guerra.
Quando l'italia scese in guerra contro gli alleati, Galeazzo Ciano si recò da Mussolini portandosi dietro un volumetto di circa 100 pagine, mentre un assistente portò 7 grossi volumi su un carrello. Ciano pare che disse a Mussolini:"Volevo solo sincerarmi del fatto che tu fossi cosciente di chi dovrai affrontare in guerra..."
Il volumetto era l'elenco telefonico italiano....i 7 volumi erano l'elenco telefonico di New York.

E' un classico dei politici italiani (allora come oggi) quello di dissociarsi dalle proprie idee appena cambia il vento.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono in gran parte d'accordo.

La prima parte della fiction è stata esclusivamente una storia d'amore, anche se pare che sostanzialmente le cose siano andate davvero così (Guerri, Moseley).

La seconda parte è stata più "ambiziosa" e ha tentato di raccontare anche le vicende storiche.
Debbo dire che sono rimasta piacevolmente sorpresa dall'aderenza alle fonti: 'cera davvero tutto, anche i particolari.
Per essere un'opera divulgativa e destinata al grande pubblico televisivo mi è sembrata ben fatta.
Solo, la necessità di rispettare tempi troppo ristretti ha portato gli sceneggiatori a riassumere troppo, finendo per essere estremamente criptici. Tanto che secondo me in definitiva hanno reso i fatti ben comprensibili solo a chi già li conosceva.

Complimenti per le tue competenze storiche!
Ma dove hai letto la vicenda dei 7 volumi? Mi pare poco plausibile: innanzitutto Ciano dava a Mussolini del "voi". E poi è vero che il "suo" giornalista Ansaldo gli aveva suggerito ironicamente di mostrare a Mussolini l'elenco telefonico di New York, per fargli capire le potenzialità belliche dell'America, ma non credo che abbia avuto il coraggio di farlo davvero.
Il coraggio di opporsi a suo suocero lo ha avuto (e bisogna dargliene atto), ma solo quando ha capito che non c'era altro da fare.
Ciao,Titti

alduccio ha detto...

La vicenda dei 7 volumi l'ho sentita in una trasmissione di storia, sulla RAI, credo.
Aldo