24 giugno 2005

Il comico ci riprova

Probabilmente pensava che non l'avessimo capita, o che non ne avessimo apprezzato il fine umorismo. Allora ha pensato di riprovarci:

Neanche la mamma gli crede. «Nel ’48 fui malmenato dai comunisti mentre attaccavo i manifesti della Dc. Avevo dodici anni, mi tirarono giù dalla scala e mi picchiarono. Quando tornai a casa mia madre pensò che ne avevo combinata una delle mie e mi diede il resto...». (unità, striscia rossa e adnkronos).

E' un momento duro, dobbiamo capirlo: fosse un politico, si spremerebbe le meningi per trovare delle soluzioni ai problemi che gli capitano uno dopo l'altro (come la dura relazione di Billè all'Assemblea di Confcommercio). Da uomo di spettacolo com'è, cosa possiamo aspettarci d'altro? Una prece, per cortesia, le barzellette, la prossima volta, ne inventi di nuove. I clichè soliti (il macho italiano, i finlandesi con le renne, i comunisti cattivi) ci hanno stufato.
Grazie

P.S. la malattia sta contagiando anche altri (ex?) politici: D'Alema e Castelli commentatori della coppa america di vela (ansa). Ma il doppio lavoro non era reato?


1 commento:

Anonimo ha detto...

nonnnnnno! il doppio lavoro è reato solo se sono tutti e due dichiarati: se il secondo è in nero tutto ok :-)

cmq onestamente di politici pomposi ne abbiamo fin troppi, per cui un po' di verve male non fa (anche se le battute non sono nuove): magari però con l'aiuto delle genetica potremmo tentare un incrocio per ottenere un mix più equilibrato

-Simone