30 novembre 2005

Avventure di un'ereditiera

Ragazze, seguite i consigli di Paris Hilton:
In questo libro, un vero è proprio reportage fotografico, Paris ci lascia dare un’occhiata alla sua vita così esagerata da vera ereditiera / modella / attrice / cantante, e svela trucchi e consigli per diventare belle e famose proprio come lei.

Perché in fondo essere o diventare un’ereditiera è anche un fatto di testa: «Se segui i tuoi piani e i tuoi sogni e non permetti a nessuno di scoraggiarti, allora comincerai a farti un idea di questa condizione. Si tratta di pensarla come una cosa che ti spetta, il che, per una qualche strana ragione, sembra fare una grandissima impressione, e buona... Se entri in una stanza e sai di essere la persona più eccitante perché… è così, allora ti senti come un’ereditiera.»

Ma allora, dopo questo libro, noi maschietti ci vedremo circondati da una marea di barbie sorridenti?

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Iacobus di Matilde Asensi

La trama:
Giovanni XXII convoca per una delicata indagine il nobile Galcerán de Born, cavaliere degli Ospitalieri, che per il suo acume investigativo è stato soprannominato "il Perquisitore". Sono trascorsi anni da quando è stato ufficialmente sciolto l'Ordine dei Templari, in passato eroi delle Crociate e ora eretici condannati al rogo. Eppure il Papa sospetta che alcuni Templari superstiti stiano tramando contro di lui. Troppi interrogativi rimangono aperti: perché i tre principali accusatori dei Templari, l'inquisitore Guglielmo di Nogaret, il re di Francia Filippo IV e papa Clemente V, sono tutti morti in circostanze misteriose? Tocca a Galcerán, affiancato dal novizio Jonas e dall'enigmatica Sara, indagare su quelle tre morti inspiegabili e avventurarsi tra mille insidie in un lungo viaggio lungo il 'camino de Santiago', alla ricerca del segreto dei Templari.

Un altro rebus che ha come spunto l'ordine dei Templari, un ordine militare-religioso sciolto da Filippo il Bello e da Clemente V, nel 1300. E un cavaliere-detective che deve investigare su un enigma per ordine del papa Giovanni XXII. Rispetto al precedente libro "L'ultimo Catone", Iacobus ha una trama meno avvincente e movimentata: se le quasi 500 pagine della risoluzione degli enigmi nascosti nel Purgatorio scorrono in modo veloce, sulle tracce degli "staurophylakes", questo libro ha un ritmo più calmo, più attento alle descrizioni delle città come la Parigi medioevale e dei luoghi. Non ci sono prove da superare, ma, sul sentiero che porta lungo il cammino di Santiago, Galcerán de Born, dovrà scovare tutti gli indizi che portano al tesoro dei templari, sul quale l'avido papa cerca di mettere le proprie mani.

Con questo libro Matilde Asensi da prova di saper ricreare con bravura, nei propri libri, il clima e l'atmosfera dell'epoca; saper creare un intreccio tra storia e fantasia, con il personaggio dell'investigatore Galcerán (una figura molto umana, combattuta tra i suoi doveri di cavaliere e i sentimenti che prova verso Sara) che può fare affidamento al suo ricco bagaglio di esperienze e conoscenze per superare le insidie e i pericoli sul cammino dei Templari.

I link su bol e ibs
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Trilussa e la guerra

La puntata numero 100 di Ballarò è stata aperta da Gigi Proietti, che ha recitato due poesie e un sonetto di Trilussa. Mi ha colpito la "La ninna-nanna de la guerra", scritta nel 1914, ma il cui significato profondo, cinico, è ancora attuale:

Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vò la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujermone
che se mette a pecorone,
Gujermone e Ceccopeppeche
se regge co le zeppe,
co le zeppe d'un impero
mezzo giallo e mezzo nero.

Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucili
de li popoli civili ..

Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s'ammazza
a vantaggio de la razza
o a vantaggio d'una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.

Chè quer covo d'assassini
che c'insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe li ladri de le Borse.

Fa la ninna, cocco bello,
finchè dura sto macello:
fa la ninna, chè domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.

E riuniti fra de loro
senza l'ombra d'un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!

Chissà, se chi l'ha ascoltata, ha fatto il collegamento tra le dichiarazioni della CEI "La vita umana viene prima di tutte le istituzioni" e il commercio in armi della Banca di Roma:
risulta aver fornito, nel 2004, i propri servizi per l'esportazione di armi dall'Italia per oltre 395 milioni di euro, ricoprendo oltre il 30% delle transazioni e accrescendo la propria attività nel settore rispetto al 2003, anno nel quale aveva svolto operazioni per oltre 224 milioni di euro

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29 novembre 2005

Diritti sacrosanti

Oggi vengono rivendicati due diritti.
Ad uccidere:
La legittima difesa è "un diritto sacrosanto". Lo ha detto il ministro della Giustizia, Roberto Castelli.
Secondo Calderoli:
Di fronte ad una aggressivita' sempre maggiore - aggiunge il ministro - il cittadino ha la necessita' di potersi difendere all'interno della propria abitazione o dei luoghi dove svolge la sua attivita' lavorativa, quindi nel proprio negozio o nella propria impresa. Chi entra in casa nostra per fare del male a noi o ai nostri cari deve essere fermato e lo si deve fare con le cattive: ne va della nostra vita e della nostra sicurezza

Alla vita
La vita umana viene prima di tutte le istituzioni: lo Stato, le maggioranze, le strutture sociali e politiche; precede anche la scienza con le sue acquisizioni (repubblica)

Che poi le persone che sostengono l'uno, sostengano anche l'altro, è una cosa che non capisco. Mi aspetto dalla CEI, per coerenza, un duro attacco alla riforma sulla legittima difesa. Una forte critica sull'uso delle armi chimiche a Falluja, sull'uso della tortura ....

Le proteste in Val di Susa

Non vorrei sembrare menagramo, ma non posso non vedere un'analogia tra le proteste in Val di Susa, contro la TAV, e le proteste che i montanari di Erto e Casso fecero, quasi cinquant'anni fa, contro la Sade e il suo progetto della diga del Vajont.
Ora come allora c'erano dei rischi concreti sulla salute delle persone: si sapeva che sul Monte Toc era in atto una frana, che nel passato il monte era già franato.
Nonostante gli articoli della giornalista Tina Merlin (autrice del libro "Sulla pelle viva, Come si costruisce una catastrofe"), la diga fu costruita lo stesso. E dopo che la tragedia annunciata, fu consumata (con 2000 morti!) alle persone come la Merlin, che avevano scritto della prevedibilità dell'evento, fu dato (da altri giornalisti, come Montanelli) dello "sciacallo".

Allora, la realtà da raccontare era questa: era successa una disgrazia naturale e chiunque volesse attribuire delle colpe o responsabilità era uno sporco sciacallo.
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Libertà di terrorismo

La Padania oggi si scaglia contro i giudici che non hanno condannato Mohammed Daki per terrorismo.
La terza Corte d’Assise d’Appello di Milano lo ha assolto, assieme ai tunisini Maher Bouyahia e Ali Ben Sassi Toumi, dal reato di associazione eversiva finalizzata al terrorismo internazionale.
Ricordiamo che per l'accusa di terrorismo Daki si era già fatto un anno e 2 mesi di carcere. Per essere poi riconosciuto innocente.

Ma giusta o sbagliata, questa è la sentenza: dobbiamo accettarla. Come si deve accettare la sentenza che non condanna i responsabili della strage di Piazza Fontana, della strage alla Questura di Milano, la bomba alla stazione di Bologna, ecc ..

Anche per quegli atti di terrorismo (vero, non presunto), si è indicata la matrice dell'attentato, ma non si è andato oltre.
Ma forse alla Padania non interessano i morti milanesi, bolognesi ... eppure erano padani anche loro. Oppure, in generale, lo spauracchio del terrorismo islamico deve essere mantenuto vivo, mentre la memoria dell'eversione, della strategia della tensione, deve finire nel dimenticatoio.

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Pubblicità regresso

Il Pirellone s'illumina di spot
Sul grattacielo, proiettata per cinque notti l'immagine luminosa dell'ultimo modello di cellulare Motorola. Il ricavato in beneficenza
(corriere)

A chi i soldi della beneficenza? Lo ha deciso la regione in autonomia: I proventi dell'iniziativa (50mila euro), ha sottolineato Formigoni, saranno devoluti in beneficenza e andranno a finanziare 5 iniziative di solidarietà, scelte da Motorola in Lombardia (Opera San Francesco, Opera di Fratel Ettore, Fondazione Don Gnocchi, Casa del Giovane di Pavia, Cooperativa sociale ARCA di Como).


Insomma, si affitta uno spazio pubblico e si danno i proventi ad enti privati ritenuti (per un rendiconto personale/politico?) più meritevoli di altri. Una sorta di vendita delle indulgenze al contrario.
Link: dslombardia, civati, Mario Agostinelli
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28 novembre 2005

Narrativa aviaria – diario di un pollo innamorato

Questa è un'opera di fantasia. Ogni riferimento a fatti e persone reali è puramente casuale. Se qualcuno si dovesse identificare nei personaggi si sta sbagliando. Io non centro, non ho visto niente, dormivo. Sono innocente, lo giuro sulla teste dei figli che avrò ...

Diario del primo viaggio
Un altro personaggio cui tengo molto è l'innamorato. L'innamorato è una persona in perenne ricerca dell'amore e del colpo di fulmine: sta male quando non è innamorato. Ma anche quando è in amore soffre le pene: insomma, una persona destinata a soffrire. Un masochiesta dell'amore, verrebbe voglia di dire. In perenne ricerca dell'amore impossibile, un dottor Zivago in cerca della sua Lara, un Romeo in cerca della sua Giulietta (non la macchina ..), il Pongo alla ricerca della sua Peggy (vi ricordate la carica dei 101?). In quel periodo era in fase neutra. Ma quel giorno il destino aveva deciso per lui di farlo ricadere nella malattia. Come si prende questa malattia: basta uno sguardo, per caso. Quel (fortunato?, sfortunato?) giorno il fato, nella forma delle Ferrovie Nord, lo fece sedere di fronte a lei. E fu la fine ...


Descrizione di lei
Una ragazza biondina, dagli occhi verdi (o azzurri, non riusciva a capirlo), capelli alle spalle, occhiali ... Una figura a metà strada tra Angelina Jolie (disarmata) e Michelle Pfeiffer. Difficile non notarla. Quando se ne accorse, era già troppo tardi. Il virus si era già entrato in circolo nel suo corpo. Il nostro sfortunato eroe passo i primi 10 minuti del viaggio (su un totale di 60 minuti, ritardo compreso nel prezzo) a bocca aperta ... quando la secchezza delle fauci arrivò ad un livello di allarme (che nemmeno il desero del Serengeti), si riscosse, cercò di darsi un minimo di contegno (prima che chiami la polizia), e tirò fuori il libro. Vista la situazione sarebbe stato opportuno "I dolori del giovane Werther" di Goethe ... quel giorno riusci a leggere una ventina di righe, senza comprenderne il significato.

Diario del secondo viaggio
Doveva trovare posto vicino alla biondina .... ma come fare? Doveva organizzare una gara per salire prima degli altri, per avere il posto al sole. Oggi per esempio, per salire prima aveva fatto uno sgambetto al nervoso (che tanto saliva al secondo piano, per cui era fuori gioco). Poi aveva tagliato la strada al lettore che, con il libro in mano, era imbranato di natura a salire. Un, due, tre ... e opla: dove il mio oriente? dov'è il mio sole? Mannagg.. tutti posti occupati: doveva sedersi tre file avanti. Vediamo se riesco a far spostare sta vecchia: "Mi scusi potrebbe scambiare il posto .." "No" "Grazie eh!". Brutta nonnaccia, riuscirò a farcela anche senza il tuo aiuto! Quel viaggio fu lungo e tormentato.

Diario del terzo viaggio
Superato con un agile slalom tutti i possibili competitor nella gara a chi sale per primo, salito con un balzo felino, eh ... no! Non c'è: ma come, a momenti mi ammazzo (e ammazzo la concorrenza) per cosa .. non può aver cambiato treno ...

Diario del quarto viaggio
Oggi c'è: Dio esiste. e me ne ha dato la prova. Anche oggi un viaggio contemplativo, purtroppo ... guardare da lontano, carpire una parola ... si sentiva a metà strada tra un maniaco (di quelli innoqui, ovviamente) e un deficiente. Più il secondo che il primo, a dire il vero. Maledetta timidezza! Si poteva certo cercare di iniziare una conversazione, ma prima bisognava avvicinarsi al bersaglio ... con rispetto parlando. Ma una volta superato il problema del posto, avrebbe divuto superarne un secondo: le amiche. La sua bella era sempre attorniata da un gruppo di amiche: aveva l'impressione di avere di fronte uno stuolo di guardie del corpo, che l'avrebbero immobilizzato al minimo tentativo di conversazione. In effetti, ora che ci pensava, non aveva mai visto un maschietto avvicinarsi e sedersi vicino ...

Diario del quinto viaggio
L'innamorato aveva scoperto, dopo lunghi appostamenti ed elucubrazioni, che il suo idolo si sedeva sempre nella stessa fila. Un habituè, insomma. Quella mattina allora aveva studiato il percorso ottimale per sedersi vicino, poi, forse, la natura avrebbe fatto il suo corso. La corsa ai posti lo vedeva in vantaggio sui concorrenti: con un azzardato sorpasso sulla destra aveva fatto fuori l'ipocondriaco (che guardava con terrore il finestrino aperto), il freddoloso (di cui parleremo in un altro racconto) e la mummia ... Opla: seduto!Guardandosi a lato si rese conto che la teoria per cui si sedeva sempre allo stesso posto non era più valida. A fianco di chi si era seduto? Della deliziosa nonnina, che ora lo guardava con occhio indagatore, chiedendosi quel focoso giovine cosa volesse da lei.

Diario del sesto viaggio
Aveva perso tutte le speranze. Si sarebbe seduto dove capitava: se una cosa è destino che non debba succedere, non succede. Va bene così. Ma quando tutto sembra perduto, ecco che il destino, nelle infami vesti dei treni delle Nord, mette il suo zampino. Quel giorno, l'unico posto libero era nella stessa fila, proprio a due passi da lei, la sua luce, il suo faro ... Vai è la tua grande occasione! Coraggio!
Dal diario del perfetto cucador:
- prima regola: avere un atteggiamento rilassato. Perfetto stava già sudando copiosamente: gli sembrava di avere una centrale atomica sotto il sedere (sempre con rispetto parlando). Ecco dove erano finite le rami di distruzione di massa di Saddam!
- seconda regola: trovare un argomento interessante per la discussione. Anche èper questo siamo a posto. La sua mente era una tabula rasa; un encefalogramma piatto; il deserto dei Tartari ..
- terza regola, importantissima: non far mai vedere che sei interessato .... saltiamo direttamente alla prossima

Doveva trovare uno spunto, un appiglio: da un lato il viaggio gli sembrava tanto lungo e interminabile, per l'imbarazzo e la figura che stava facendo. Dall'altro la stazione di Cadorna si stava avvicinando inesorabilmente. "Mi scusi, signorina, può abbassare il finestrino?" ammazza che coraggio ... di questo passo, forse avrebbe aperto una vera conversazione quando i lavori di quadruplicamento sarebbero finiti.

Riferimenti bibliografici:

- per la secchezza delle fauci: bere molto
- "Romeo e Giulietta", di Shakespeare William: scaricabile presso liberliber
- "I dolori del giovane Werther", Goethe J. Wolfgang ibs

La ndrangheta unisce

6 novembre 2005 – Distrutta dalle fiamme l'auto, una Ford Mondeo, del Sindaco, Maurizio Carbonera. L'episodio è avvenuto nel corso della notte, di fronte all'abitazione del primo cittadino.
Non è ancora chiaro se si sia trattato di un rogo doloso o accidentale: l'auto è stata sequestrata per permettere ai vigili del fuoco di effettuare una perizia che sciolga tutti i dubbi.
Innanzitutto, la possibilità che sia l'ultimo di una serie di atti intimidatori nei confronti di Carbonera, sindaco di un Comune difficile segnato dalle presenza opprimente della 'ndrangheta e dei suoi boss mandati al confino dalla Calabria. Risale a marzo l'episodio più grave quando fu recapitata in municipio una busta che conteneva un proiettile di mitragliatore, un biglietto di auguri di «Buona Pasqua» e una fotografia del primo cittadino. Allora, Maurizio Carbonera reagì con forza contro chi «usa i mezzi tipici delle organizzazioni criminose». (da radiohinterland)
Di quale comune staremo parlando? Di un comune della Locride? Sbagliato: siamo a Buccinasco, in provincia di Milano.


Stesso stile, ma diverso comune:
13 NOV- Un furgone in disuso di proprieta' del sindaco di Sinopoli, nel reggino, Domenico Luppino, e' stato incendiato nella notte da sconosciuti.
Non e' la prima volta che Luppino subisce intimidazioni. ''Dopo quest'ultimo episodio credo che non ci sia proprio nessuno spiraglio. Sto seriamente meditando di lasciare il mio incarico di sindaco'', ha dichiarato. ''C'e' una recrudescenza continua nei miei confronti - ha aggiunto - senza che accada nulla per fermarla.
(
Excite, e Sandro Ruotolo).

La ndrangheta unisce, nord e sud, alla faccia del federalismo e della Lega. Mi chiedo come saranno contenti i due sindaci di sapere che lo stato italiano ha sconfitto le BR, una volta per tutte. Oppure degli arresti dei terroristi: 200 persone arrestate! Poi si scopre che di queste, solo quattro sono state condannate.
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27 novembre 2005

Auguri Adriano!

Adriano Sofri è in rianimazione e le sue condizioni sono stazionarie.
Faccio ad Adriano gli auguri i riprendersi.

Arresti di serie A e di serie B

"Abbiamo catturato duecento terroristi internazionali sul nostro territorio" dice il premier. Premesso che il pericolo del terrorismo islamico non va sottovalutato, questa esternazione ha proprio il tono di un messaggio elettorale. Tranquilli italiani: che ha fermare la minaccia islamica c'è il governo più bello che ci sia!!
Intanto imbarazzante è il silenzio di Pisanu, e anche le dichiarazioni di Bianco del Copaco: "affermare, come ha fatto oggi Berlusconi, che durante i cinque anni di Governo sono stati catturati in Italia 200 terroristi é fuori da ogni decenza"
Perchè il governo non da i numeri della lotta alla mafia? Della lotta alla ndrangheta? Della lotta alla camorra?
Forse perchè questi numeri lo metterebbero in forte
imbarazzo? Quanti arresti eccellenti? Quante confisce di beni mafiosi? Quanto investimento (in termini di risorse economiche e di uomini) è stato fatto per combattere questa criminalità?
Ma no: per Berlusconi, l'unico e solo pericolo rimane quello
comunista, l'invasione dei carri del Patto di Varsavia, i cosacchi che abbevereranno i cavalli in San Pietro.
Con l'ultima finanziaria si tagliano i fondi delle forze dell'ordine. Come li vogliamo arrestare i terroristi?
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Romanzo criminale di Giancarlo De Cataldo

Romanzo criminale: in queste due parole il senso del libro. La genesi, la crescita e la morte di una delle bande più potenti di Roma: la banda della Magliana.
Dalla sua origine, quando due piccoli criminali di quartiere, il Dandi e il Libanese si incontrano col gruppo della Magliana che fa capo al Freddo. Insieme decidono di fare il grande salto: di prendersi tutta Roma, la vecchia mignotta con tutti i lupacchiotti. L'occasione si presenta col rapimento del barone Rossellini, che frutta alla banda diverse centinaia di milioni: l'intuizione del Freddo e del Libanese, i due leader del gruppo, è di non sperperare subito i soldi, ma di metterli in una cassa comune, e di fare “stecca para” del rimanente. È la grande intuizione: per fare il grande salto, nel commercio della droga, devono rimanere uniti, e l'unico modo è fare cassa comune. La banda prende i contatti e stringe accordi con i cutoliani prima, Mario il Sardo e Trentadenari e con esponenti della Mafia, il Maestro, lo Zio Carlo e Nembo Kid: il gruppo della Magliana diventa così l'unico referente dello spaccio della droga su tutta Roma.

Il Libanese viene contattato anche da due agenti dei servizi, Zeta e Pigreco, i quali si dimostrano interessati al controllo che hanno instaurato sul territorio:
Stammi santire Libanese ...
No stammi a sentire tu: forse noi abbiamo bisogno di voi. Voi avete i palazzi, noi la
strada. E' questo che vi interessa: la strada. Perchè senza la strada i vostri palazzi non
valgono una sega!
”.

Il commissario Scialoja è il primo poliziotto ad indagare sulla banda: assieme al procuratore Borgia saranno le uniche persone del palazzo (un espressione che per De Cataldo significa i rappresentanti dello stato) a voler indagare sulla banda. A voler scoprire i legami occulti col mondo politico, col mondo finanziario e col mondo dei servizi. Deviati? Oppure quei servizi non erano deviati ma servivano ad uno scopo ben preciso? Ma si scontreranno con un muro di gomma: sarà la banda stessa a disgregarsi, con la morte del capo storico, il Libanese, a non essere più unica e i giovani lupi della banda si sbraneranno tra di loro senza riguardo.

Un noir con un ritmo incalzante, nel quale si rischia di perdersi nel mare di personaggi, divisi tra quelli della strada (I Dandi, Il Libanese, il Freddo ..), quelli del Palazzo (Scialoja, Borgia, il Vecchio), terroristi (neri e rossi) e le donne, come Patrizia. Non ci sono confini netti tra buoni e cattivi: lo stesso personaggio del commissario Scialoja è descritto come una persona ambigua, diviso tra il desiderio di giustizia e l'ossessione che prova per la donna del Dandi, Patrizia.
Anche sul vecchio, “una persona che non esiste”:
Il Vecchio era l'interlocutore privilegiato della diplomazia parallela che legava a filo doppio Italia e Stati Uniti. Il campione dell'anticomunismo viscerale. Il Vecchio era un moderato. Temperava le asprezze degli estremismi con la sua calma sapienza. Era ben gradito anche oltrecortina. ... Mai come nel caso del Vecchio il ruolo formale non corrispondeva al potere effettivo: mediocre e periferico il primo, oscuro e illimitato il secondo. Il Vecchio era uno spaventapasseri che si agitava nei momenti di crisi. Il Vecchio era il crocevia
della Storia segreta dell'ultimo quarto di secolo
.”

Arrivati all'ultima pagina ci si chiede: ma è vero, tutto quello che viene raccontato? E' esistita veramente a Roma, a fine anni 70 un'associazione criminale con agganci con mafia e camorra? Di cui anche parte dei servizi segreti (che nel libro sono rappresentati dalle figure grigie di Zeta e Pigreco e del Vecchio) si servirono di loro per compiere azioni criminali? E' veramente potuto accadere tutto questo?
Se fosse solo un romanzo forse, sì. Ma non dimentichiamoci la storia criminale e che dietro i soprannomi da romanzo esistono delle persone vere: come Franco Giuseppucci, detto Er Negro, ucciso il 13 settembre 1980, ucciso dal clan rivale dei Proietti, ma non è escluso che sia rimasto vittima dei suoi segreti, come il fatto che abbia indicato la prigione di Aldo Moro agli intermediari che ne volevano la liberazione (come Benito Cazora). Come Danilo Abbruciati (il Nembo Kid del libro) ucciso dalla guardia del corpo del vicepresidente del banco Ambrosiano Rosone il 13 aprile 1982. O come l'ultimo boss della banda, quel Enrico De Pedis (il Dandi), ucciso nel 1990 e sepolto nella prestigiosa cripta di Sant'Agnese in Agone, in Piazza Navona, tra principi e grandi artisti. Sembra che il privilegio di starsene sepolto tra i grandi della storia sia stato concesso al boss della Magliana da un cardinale che lo aveva in grande stima (nel libro tutto questo è scritto, prima ancora dello scoop della trasmissione Chi l'ha Visto).
Ma soprattutto sono reali gli eventi criminosi di quegli anni, dal rapimento di Aldo Moro, alla bomba alla stazione di Bologna, la bomba sul treno di Natale, di cui fu giudicato responsabile Pippo Calò (lo zio Carlo), l'omicidio Pecorelli (che nel libro è chiamato il Pidocchio) ... E' reale il clima nel quale gli uomini di giustizia (o per dirla alla De Cataldo, gli uomini di Palazzo) dovevano operare: avvocati corrotti, giudici che preferivano vedere un certo genere di criminalità, funzionari che facevano sparire le pratiche per bloccare i processi. Processi che, nel caso della Magliana, si concludevano con un nulla di fatto: mancano le prove (perché fatte sparire), mancano i testimoni e quando i testimoni ci sono, non sono attendibili. Mentre gli stessi pentiti per il terrorismo venivano considerati tali, e il terrorismo (e le BR) sono state sconfitte. Non a caso, la procura di Roma di quegli anni era chiamata “Il porto delle nebbie”, una nebbia che avvolgeva tutti i misteri.

Era la fine di un'era, dagli anni di piombo e della strategia della tensione si stava arrivando alla normalizzazione:
Il vecchio, per una volta era alquanto indeciso. A ragionare lucidamente, si poteva concludere che la situazione generale si andava normalizzando. I comunisti erano stati risospinti all'opposizione, e anche se facevano la voce grossa, la loro influenza era in netto calo. L'ineluttabile declino era già avviato: questione di pochi anni, e le bandiere con la falce e il martello sarebbero finite sulle bancarelle di Porta Portese. Il terrorismo rosso e nero, era entrato in un vortice autodistruttivo dal quale non c'era ritorno. Tra pentimento, delazioni, dissociazioni e arresti, la generazione del 1970, era stata di fatto cancellata. Quanto alla mafia, non aveva mai rappresentato un vero problema. La mafia era più che un'istituzione: una necessità storica. Un accordo, alla fine, si riusciva sempre a trovarlo. L'Italia veleggiava tranquilla verso il traguardo degli anni 90, mollemente cullata dal ritmo di commedia dell'antica quadriglia dei poteri in eterno conflitto. Sì, la nave va: e se la nave va, chi ha più bisogno dei pirati? A ragionare lucidamente, bisognava liberarsi, una volta per tutte, di quella sgangherata combriccola di gangster ripuliti.
La storia della banda termina ad inizio 90.

Il quadro che esce da questo libro è oscuro e inquietante: un quadro dove usciamo tutti sconfitti; dalla classe politica che abbiamo (che in parte è figlia delle persone che governavano allora), al mondo giudiziario, al mondo finanziario. Un mondo corrotto e marcio, nel quale, paradossalmente, sono i criminali quelli che ne escono meglio. Prima di leggere Romanzo Criminale credevo di sapere, quando ho chiuso il libro, ho capito che in realtà non sapevo nulla.
Link: wikipedia, misteriditalia, bol e ibs.
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26 novembre 2005

Prodi intervistato da Fazio (Fabio)

Stasera a "Che tempo che fa" Fabio Fazio intervista la coppia Prodi: Romano e Flavia. L'altra intervista sarà a Flavio Briatore. Speriamo che gli chieda dell'articolo dell'Economist, che non è molto tenero nei suoi confronti.

25 novembre 2005

Addio, dolce vita

Rimangono in due a credere alla ripresa in Italia e a non vedere la crisi. L'Economist titola la propria inchiesta sullo stato di salute dell'economia italiana "Addio, dolce vita!".
[Berlusconi]In his 2001 election campaign, he promised to apply the business acumen that had helped him to become Italy's richest man to make all Italians richer. This he has conspicuously failed to do.
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Google e la nuova percezione della realtà

Dall'articolo di Marco Calamari su punto-informatico:

Dipendiamo sempre di più dalle informazioni, non solo per la nostra vita in Rete ma anche per
la vita di tutti i giorni. Strumenti molto potenti ed efficaci come il motore di ricerca di Google, Google News, Froogle, Google Maps e compagnia cantando, utilizzati per la loro efficacia e gratuità, dovrebbero essere osservati con attenzione e messi in discussione dove impattino in maniera crescente sulla vita delle persone.

[con l'introduzione dei motori di ricerca]Ci hanno affrancato da molto lavoro di routine, certamente, e la potenza e la comodità di avere la Rete "indicizzata" sono fantastiche. Ma la percezione della realtà della Rete ne è inevitabilmente alterata. La Rete non è "cio' che si vede facendo ricerche con Google". Google non puo' indicizzare tutto; ci sono contenuti al di la delle sue possibilità presenti e future. Ma l'accesso parziale ai contenuti non è il problema principale; il problema principale è la percezione della realtà.Noi vediamo la Rete non con i nostri occhi ma con quelli di Google, o del motore di ricerca utilizzato; ne sfruttiamo l'immensa acutezza visiva, ma adottiamo di conseguenza anche il suo punto di vista, le sue modalità percettive, le sue e le altrui opinioni.

Come non essere d'accordo? Ma il problema non è solo Google, è come viene percepita ed utilizzata la rete. Una volta si diceva che una notizia, se non era riportata dalla televisione, non esisteva. Lo stesso potrebbe (o è già successo): una bufala che rimbalza in internet diventa vera, oppure una notizia vera che non ha visibilità (perchè non è riportata da siti "famosi") diventa inesistente.
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24 novembre 2005

La campagna contro l'aborto

La campagna contro l'aborto è iniziata:
Antonio Socci sul giornale: l'aborto peggio della piaga della fame nel mondo.
Tragedia dimenticata «La fame uccide sei milioni di bambini ma a noi non importa nulla» Ma - senza voler opporre tragedia a tragedia, perché fanno parte dello stesso computo - ritengo che ci sia un orrore ancora maggiore su cui chiudiamo gli occhi (e chiedo, pacatamente, anche all'Unità se non merita un titolo di prima pagina): un miliardo di vite umane soppresse con l'aborto. E non perché nessuno ne sia a conoscenza: anzi, tutti la conoscono, è una soppressione di vite umane addirittura pubblica, autorizzata e finanziata dagli Stati. Ma questo fenomeno - nonostante le sue dimensioni, il più colossale programma di morte della storia umana - è sistematicamente rimosso: un miliardo di vite umane soppresse. Non voglio puntare il dito su nessuno (ne siamo tutti responsabili). Chiedo solo di soffermarsi su questa cifra.Come si arriva a un computo così inaudito? Sono certo che il lettore sospetterà trattarsi di un'esagerazione, di una cifra ad effetto. Purtroppo non è così. Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità (dati del 1997) ogni anno sarebbero praticati 53 milioni di aborti. Ovvero abbiamo annualmente un numero di vittime innocenti pari a quelle provocate dall'intera Seconda guerra mondiale (1939-1945) che è considerata «l'evento più distruttivo della storia umana».

La pillola RU486 uccide (sempre il giornale)
Pillola per l’aborto, 5 morti sospette. Gli Stati Uniti aprono un'inchiesta per la morte in California di quattro donne che avevano usato la pillola per abortire Ru486.

Storace sulla legge 194 (corriere):
"Ci sono pari opportunita' garantite dalla legge 194: quella di abortire e quella di non abortire. Lo Stato deve assicurarle entrambe""Va rispettato e non disprezzato il valore sociale del volontariato, a tutela della vita che nasce. A meno che in questo Paese sia venuto il tempo di doversi vergognare di essere cattolici"
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La strage alla stazione di Bologna

PARIGI — Dalla sua cella nello storico carcere della Santé, Ilic Ramirez Sanchez, detto Carlos «lo sciacallo», nega qualsiasi complicità o connivenza nella strage di Bologna. Detenuto in massima sicurezza, Carlos può parlare solo con il suo avvocato italiano, Sandro Clementi. Al mattino, per più di tre ore, analizza e contrappone decine di attentati per concludere che «la commissione Mitrokhin cerca di falsificare la storia»: i gruppi armati marxisti non hanno «mai organizzato stragi indiscriminate», ma hanno sempre colpito «nemici o traditori ben identificati».

Chi sono i responsabili della strage? Secondo la commissione, che sta consultando gli archivi dell'ex DDR, sarebbero coinvolti il terrorista Carlos e anche il militante tedesco esperto di esplosivi Thomas Kram, del gruppo 'Cellule rivoluzionarie' considerato un affiliato alla causa di Carlos. Ma a sentire lo sciacallo, l'eccidio del 2 agosto 1980 (85 morti), fu non solo «eseguito da giovani neofascisti», ma «organizzato da Cia e Mossad» per «punire e piegare Roma». Una «rappresaglia» contro la nostra politica di tolleranza dei gruppi terroristici palestinesi (in cambio del loro impegno a non colpire in Italia). La bomba alla stazione andrebbe quindi inquadrata in una guerra segreta tra i due blocchi: Usa e Urss che si combattono con opposte reti di servizi e di terroristi.«Siamo sempre stati convinti che sia stata organizzata dai servizi americani e israeliani: i veri "padroni del terrore nero" in Italia».

Non solo avevamo iniziato una politica filoaraba nei confronti dei palestinesi, ma anche con i terroristi libici (che negli anni ottanta era nella lista degli stati canaglia): "L'Italia era come una moglie con il marito americano e l'amante libico". Questa è la felice definizione della politica - ambigua - dell'Italia, fatta dal giudice Priore (il giudice che indaga sulla tragedia di Ustica). La Libia era un ottimo partner commerciale, per la vendita delle armi e in Libia lavorano migliaia di tecnici, anche americani, per l'estrazione del petrolio. Inoltre possedeva parte delle azioni della Fiat.

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Don Luigi Sturzo

Il premier: la riforma federale voluta dalla Cdl e coincide «perfettamente» con il pensiero del fondatore del Ppi (dal corriere).
Il premier può confidare sul fatto che oggi ben pochi in Italia hanno un'idea su chi sia stato Don Sturzo.


Allora può servire una piccola biografia (da cronologia.it e romacivica.net):
Nel 1923 era esponente della corrente del partito popolare ostile ad appoggiare Mussolini; questi sfruttando l'ambiguità del partito li costringe a chiarire la posizione o a dimettersi.19 MAGGIO - Mussolini incontra anche Alcide De Gasperi, e il trentino (tanto odiato da M. quand'era a Trento) non oppone rifiuto a priori ai progetti mussoliniani di riforma elettorale. E' il colpo di grazia che mette alle corde e isola del tutto Don Sturzo.
Il 6 APRILE, in un clima di violenze (Matteotti dirà poi anche in un clima di brogli e palese illegalità) si svolgono le elezioni con la "Legge Acerbo".

Molti cattolici confluiscono nel famoso "listone". I Popolari da 100 seggi scendono a 39.Osteggiato dal fascismo, invitato a "mollare", "per non creare imbarazzi" a Roma, Don Sturzo emigra a Londra e quindi a New York dove si stabilisce, fino al suo rientro in Italia dopo la guerra.

Gaetano Salvemini, laico e rigoroso intransigente, strinse amicizia con Don Sturzo, e nelle sue memorie, di lui scrisse "Don Sturzo non è clericale. Ha fede nel metodo della libertà per tutti e per sempre. E' convinto che, attraverso il metodo della libertà, la sua fede prevarrà sull'errore delle altre opionioni per forza propria, senza imposizioni più o meno oblique".
Questo perchè Don Sturzo aveva nella sostanza del suo pensiero due componenti fondamentali e interdipendenti. Una era la superiorità dello spirituale sul temporale. L'altra riteneva che la Chiesa come istituzione dovesse tenersi libera e distante dalle questioni politiche. Per lui era la Provvidenza divina a intervenire e a regolare le cose del mondo.


1945 - Finita la guerra Don Sturzo rientra in Italia, riprendendo la vita politica attiva.
Difensore di Roma cristiana contro il comunismo ateo, caldeggiò un'alleanza con il Movimento sociale e i monarchici, nel 1952, per contrastare alle elezioni comunali il "Blocco del popolo". Fu sconfessato da parte del mondo cattolico e da De Gasperi. I partiti di centro vinsero egualmente. Il presidente della Repubblica Luigi Einaudi nel 1952 lo nominò senatore a vita.

Morì a Roma l'8 agosto 1959.

Per Mussolini, Don Sturzo, fu un "sinistro prete", un pericoloso concorrente, da esiliare.
Per la DC del dopoguerra un "rompiscatole" un "catto-comunista", da isolare per poter aprire - con la partitocrazia- quella strada dello statalismo endemico, figlio dell'assenza di un concreto ricambio di potere.
Più che semplici interventi (che potete leggere qui) quelle di Don Sturzo sono delle "profezie" di ciò - dopo che il "rompiscatole" era sceso nella tomba- accadrà in seguito in Italia, con le allegre "Partecipazioni Statali", e gli allegri "aiuti" con soldi pubblici anche alle grandi industrie private. Un assistenzialismo che dagli anni Settanta in poi creeranno lo spaventoso "buco nero" del debito pubblico, che non riusciranno a eliminare i figli e neppure i nipoti di quella irresponsabile generazione.
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Vecchie abitudini

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio:
Un emendamento di An alla Finanziaria spalanca le porte della pubblica amministrazione a 500 precari del Comune di Messina. Accade a tre giorni esatti dalla competizione elettorale nella quale proprio un candidato del partito di Fini, Luigi Ragno, contenderà all'avversario dell'Unione Francantonio Genovese la poltrona di sindaco (repubblica)

23 novembre 2005

A ciascuno il suo di Elio Petri

Elio Petri si ispira all'omonimo libro di Leonardo Sciascia, scritto nel 1966, nel quale un professore, indagando su un omicidio che la polizia e l'opinione pubblica ha già liquidato come delitto passionale, scopre come dietro ci sia in realtà lo zampino della mafia.
Uno dei primi libri denuncia della mafia che, negli anni 60, si stava trasformando in un'organizzazione criminale con forti agganci col mondo politico e imprenditoriale: non più la mafia della coppola e del moschetto sotto il braccio, ma la mafia di gente che gira col vestito, ben integrata nella società.

Al centro del libro, e del film, la figura del professor Paolo Laurana, che ingenuamente cerca di affrontare il potere mafioso a viso aperto, senza nessuna protezione. Arriverà a scoprire il mandante dell'omicidio del professor Roscio, ma sarà troppo tardi, lui non lo sa, ma è già un uomo morto.
Il personaggio del professore è interpretato da Gian Maria Volontè, uno dei più ecclettici attori del cinema italiano: Volontè da corpo ad una persona che viene spinta all'indagine quasi per gioco, all'inizio. Ma anche per l'attrazione che subisce nei confronti della vedova, Luisa Roscio, interpretata da Irene Papas.

Nel mirino di Sciascia finisce il clima di omertà, per il quale meglio far finta di niente, meglio non vedere nè sapere nulla sulla mafia. E il prof. Laurana, che ingenuamente, pensava di poterla affrontare da solo, viene definito come "un cretino", dai benpensanti del paese. Ma finisce nel mirino anche quella parte della politica che dovrebbe combattere la mafia, come il partito comunista.
Significativo lo scambio di battute, a metà film, tra Laurana e un suo ex compagno, deputato del pci: "Ma tu voti ancora per il partito?" "Si ma mi diventa ogni giorno più difficile". "Tu [rivolto a Laurana] sei rimasto indietro!" "E tu sei avanti!".

Tutta l'amarezza del libro emerge nel finale del film: con la processione delle macchine del matrimonio tra il notabile intrallazista e mafioso (l'avvocato Rosello) e Luisa. Processione che è preceduta da un carro funebre (che rappresenta la morte del povero Laurana, "il cretino"); ad un certo punto il carro funebre va in una direzione e le macchine del matrimonio verso la chiesa. Il matrimonio sarà celebrato, in pompa magna dallo zio arciprete in persona, di fronte a tutta la popolazione, che guarda e commenta alle spalle. In quella scena c'è tutto il rapporto oscuro, ipocrita, tra i poteri in Sicilia: la chiesa, la DC e la classe dirigente dell'isola.

Scheda:

A ciascuno il suo 1967
Regia: Elio Petri
Tratto da un romanzo di Leonardo Sciascia
Sceneggiatura: Elio Petri, Ugo Pirro
Direttore della Fotografia: Luigi Kevuiller
Scenografo: Sergio Canevari
Costumi: Luciana Marinucci
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Musiche: Luis Enriquez Bacalov
Produzione: Giuseppe Zaccariello (Cemofilm)
Cast:Gian Maria Volonte', Irene Papas, Gabriele Ferzetti, Salvo Randone.

Link al libro: bol e ibs e la presentazione del film da parte di Petri.
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22 novembre 2005

Terroristi alimentari

La Forestale ha sequestrato ieri 30 milioni di litri di latte della Nestlè: Il latte risulta avariato da una sostanza prodotta dalla confezione. (corriere).

Mi torna in mente una passata puntata di Report dove si parlava del Re della bistecca, Cremonini, e di una partita di carne avariata venduta alla Russia con i contributi della
comunità europea:
È il 1993, la Acsal Montana del gruppo Cremonini vince un appalto comunitario per una fornitura di carne in scatola destinata alla Russia. Qualcosa però sembra essere andato storto. In un fascicolo giudiziario relativo ad un procedimento archiviato nel 2000, si fa riferimento ad una vicenda di carne avariata e di risarcimento danni alle vittime.


Nel corso di una perquisizione furono trovati alcuni documenti, il destinatario di questo è la ditta Acsal Montana. La lettera è datata 8 aprile 1994. A firmarla sono tre donne, due delle quali con lo stesso cognome. Forse parenti. Nella dichiarazione si legge che in qualità del risarcimento danni causati dalla ditta “Acsal Montana” le famiglie sono d’accordo a riconoscere un totale dei danni nell’equivalente monetario uguale a 150.000 dollari americani. La lettera prosegue. Ma di quale danno si tratti non c’è menzione. Quale poteva essere il motivo di questo risarcimento?
Intossicazione da botulino, come accerteranno i medici. E quei soldi servivano anche per mettere a tacere la notizia.

Nella stessa puntata si era parlato anche del "morbo della mucca pazza", che allarmava tutta l'Europa. E il signor Cremonini andava a Porta a Porta a rassicurare gli italiani dicendo: da noi la BSE non c'è.
"L’Italia non ha mai importato farine zootecniche inglesi, mai."

Ma non era vero: il gruppo macellava anche animali francesi, tedeschi e olandesi. Cremonini è stato condannato in primo grado per reato reato di frode nell’esercizio del commercio alla pena di otto mesi di reclusione, pena sospesa con la condizionale.

Come descrivere queste aziende, che si danno la patente di aziende serie, certificate, che sostengono di voler tutelare il consumatore e che, poi, in realtà, per il profitto, per i propri interessi, non esitano a mettere sul mercato merce tossica, dannosa per la nostra salute? Per me si tratta di terrorismo alimentare.
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Per un parlamento pulito: ecco la pagina

L'iniziativa di Grillo è arrivata in porto: questo il comunicato stampato sulla pagina dell'International Herald Tribune.

Due considerazioni:

  • nessun giornale (a turatura nazionale) nazionale ha voluto pubblicare l'elenco dei condannati in via definitiva che siedono in parlamento. Il corriere oggi si occupa di Cogne e dell'arrivo del maltempo. Repubblica, invece si occupa dei disagi del maltempo e di Cogne.
  • mi aspetto ora l'ondata di critiche contro l'iniziativa, da parte di coloro che sostengono che Grillo si fa pubblicità a spese dei suoi fan, che è un'iniziativa inutile ... Tutte critiche provenienti da gente che preferisce guardare e non far niente o che, magari, è contenta di avere dei condannati al parlamento. Ed è anche sbagliato dire che deve essere la gente che, in base alle proprie idee, sceglie chi votare: se la gente non viene messa in condizione di sapere, di arrivare alle informazioni, come può scegliere con giudizio? Quanti di voi sanno per cosa è statop condannato Bossi, Cirino Pomicino, Maroni o Vito?

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Altre sofferenze per i pendolari delle Ferrovie Nord

Questa storia parte da un'intervista del direttore generale del gruppo FNM, Marco Piuri, a Repubblica, nella quale, a fronte dei ritardi e del cattivo servizio che i pendolari (come me) subiscono ogni giorno, replica
Il ritardo al di sotto dei 5 minuti non viene considerato da nessuna Ferrovia in Europa. Il ritardo al di sopra dei 15 minuti è inesistente, statisticamente irrilevante. Il ritardo fra i 5 e i 15 minuti è per noi, oggi, fisiologico”.
L'articolo continua:
In questo quadro, ammette Piuri, “nella fascia critica dalle 7 alle 9 l’offerta di posti è insufficiente, anche se tutti i treni sono in circolazione.” E ancora: “Nel 2005 l’indice di puntualità è un po’ peggiorato, i guasti raddoppiati dallo 0,18 allo 0,34 per cento.”
E infine: “Le nostre tariffe sono le più basse in Europa, il contributo pubblico di 60 milioni non viene ritoccato dal 1999 mentre i costi aumentano, dal personale all’energia.” Poi basta così perché le Nord nel complesso “tengono”, i passeggeri sono aumentati di quasi il 2% (l’unica alternativa d’altra parte è l’auto), il cruciale cantiere del quadruplicamento dei binari fra Padrona e Bovina sarà terminato in anticipo (agosto 2007) e renderà più flessibile la gestione. Certo è che i mesi da novembre a febbraio, quelli della maggiore domanda, “saranno critici”.
Potete trovare l'articolo sul forum dei pendolari delle nord,
ilpollonord, pendolari che si stanno organizzando in comitato.

Ma i soldi dei polli (pardon dei pendolari) dove vanno a finire? Forse pochi sanno che la capogruppo Ferrovie Nord Milano ha visto i propri utili ante imposte balzare del 318,94% a 2,853 milioni di euro. I ricavi sono cresciuti del 37,66% a 13,61 milioni di euro. Spystocks, andamento del titolo.

Il gruppo Ferrovie Nord ha concluso il primo semestre del 2005 con un utile ante imposte di 4,96 milioni di euro con un calo, rispetto allo stesso periodo dell'esercizio 2004, pari al 16,81%, decremento che la società riconduce alla flessione degli utili di Fnmt e Interporti lombardi controbilanciati. Che sono altre società del gruppo. Infatti Ferrovie Nord, da un pò di anni, sta diversificando le sue attività :
MILANO (Finanza.com) - Inizia una nuova èra per Ferrovie Nord Milano. Ci stanno lavorando il direttore generale Marco Piuri, Pierluigi Crudele di Finmatica e Marcellino Gavio. Obiettivo costituire un nuovo polo del trasporto merci delle Ferrovie nord. I tre hanno sborsato per l'occasione 104 milioni di euro che andranno a Eurocombi, la nuova società costituita a metà novembre. Intanto il titolo a Piazza Affari sale di oltre il 3% e si porta a 1,47 euro. (spystocks, transportonline e il Comunicato stampa).

Forse il nuovo business è il trasporto merci (nel quale anche lo stato italiano sta investendo con le grandi opere)? Intanto, giusto per sapere di chi stamo parlando, leggete qui:
Due anni di reclusione per l'imprenditore Marcellino Gavio sono stati chiesti dal pm milanese Carlo Nocerino nel processo per il crac delle Ferrovie Nord Torino, società fallita undici anni fa per 135 miliardi di lire.

Il problema dei traporti dovrebbe essere in cima ai problemi da affrontare per comune, provincia e regione. In effetti sotto elezione (ad aprile scorso) i politici regionali han fatto la corsa a farsi vedere alle inaugurazioni: della nuova linea del passante, dei nuovi treni S2 ed S4 ... sicuramente i pendolari ancora si ricordano il lungo periodo di calvario dopo l'ingresso dei nuovo treni, da dicembre a gennaio scorsi. Treni soppressi, in ritardo: periodo che culminò con
l'occupazione dei binari e con l'interesse (finalmente) da parte dei media.
E ora, con l'inverno alle porte, il problema si ripresenta, il clima si sta riavvotentando ogni giorni, causa il disagio (vero), vissuto sulla propria pelle, dalle migliaia di persone che ogni giorno devono andare a lavoro con la preoccupazione di dover viaggiare in piedi, su un treno stipato, caldo e in ritardo.
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21 novembre 2005

Il gigante cinese fa paura

L'economia americana dipende sempre più dalla Cina. Per mantenere buoni i rapporti con la Cina, Bush è volato a Pechino: si è discusso di diritti umani, ambito nel quale la Cina non sembra brillare.
Pechino: «I progressi della Cina nel rispetto dei diritti umani non sono rapidi come avremmo sperato». Alla Rice ha subito replicato il presidente cinese Hu Jintao: «I cinesi godano dei diritti democratici». Intanto la polizia cinese ha fermato una trentina di persone che tentavano di parlare con Bush. «Se potessi, direi al presidente Bush che in Cina non ci sono diritti umani né democrazia», ha detto all’Ap uno dei fermati nei pressi della chiesa protestante nella quale domenica mattina Bush ha assistito alla Messa. La notizia dei fermi non è stata confermata dalle autorità cinesi. (corriere)

Il presidente americano ha commentato gli incontri parlandone come di conversazioni costruttive, affermando che Usa e Cina «condividono opportunità e sfide del XXI Secolo».A fare da sfondo, l’acquisto annunciato da Pechino di 70 Boeing 737 americani di nuova generazione. (unità)

Intanto sempre più questa potenza diventerà influente sul mercato internazionale: già al Summit Mondiale sulla Società dell'Informazione convocato dalle Nazioni Unite a Tunisi la Cina proponeva di togliere il controllo all'ICANN per creare un consiglio mondiale, di cui la Cina sarebbe un membro importante.
Il dover dipendere da una nazione come la Cina, sinceramente, mi fa paura. Proprio perchè, di questo stato, sappiamo veramente poco. E intanto, sempre più aziende italiane esportano la loro produzione (e sempre più spesso, il loro know-how) in Cina.

Ieri, la puntata di report parlava della pena di morte: sulla Cina, il giornalista Giorgio Fornoni diceva:
La Cina è il colosso che condizionerà la politica del nuovo millennio. È ancora un paese comunista, corrotto e repressivo, ed è anche il primo paese al mondo per numero di esecuzioni: 1200 il numero ufficiale, dalle 3 alle 5mila secondo Amnesty International, 10mila secondo il parlamentare cinese Chen Zhonglin. E prende sempre pi consistenza il sospetto che le esecuzioni capitali cinesi alimentino il traffico internazionale di organi.
E con questo sono ancor più preoccupato.
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20 novembre 2005

Recinti televisivi

Prendo spunto dalla rifessione di Michele Santoro, ieri sera a Che tempo che fa: "perchè in televisione ci devono essere dei recinti televisivi, all'interni dei quali (e solo nei quali) si può parlare di cose come la mancata perquisizione al covo di Riina, il caso Cuffaro in Sicilia?". Già, perche?
Perchè reality a tutte le ore? E quando non ci sono i reality, allora arrivano le trasmissioni che parlano dei reality?


Probabilmente perchè è molto più tranquillizzante vedere un vip in una situazione ridicola, messo in mutande. Più tranquillizzante che dell'ipotesi, dell'idea che dietro l'arresto di Riina, da parte dei carabinieri del capitano ultimo, magari (dico magari), ci sia stato un accordo (noi vi diamo Riina e voi ci lasciate in pace ..). Più facile che sentirsi dire, da Cuffaro stesso, che nel 2001, comprò o voti dalla mafia.
Ma lui non lo sapeva che erano mafiosi.

Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo

Il film ricostruisce la vicenda giudiziaria che coinvolse due immigrati italiani in america, nel 1920, accusati di omicidio: Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. Vennero “legalmente” assassinati mediante sedia elettrica nella notte tra il 22 e il 23 agosto 1927, a sette anni dall'inizio del processo che li vedeva come imputati di rapina di un portavalori a South Braintree, nella quale l'uomo fu ucciso.

Il film inizia con una retata contro anarchici italiani ordinata dal ministro della giustizia Palmer nel febbraio 1920: le scene, anche per l'uso del bianco e nero, più eloquente di qualsiasi discorso, ricordano le retate naziste per la caccia agli ebrei.
In quegli anni, in america vigeva un clima di caccia alle streghe nei confronti degli anarchici e comunisti (il partito comunista americano era stato fondato pochi anni prima), ma che in realtà voleva colpire tutta la classe operaia, impegnata in una serie di lotte sindacali e scioperi. Queste lotte si erano rinforzate dopo il successo della rivoluzione russa: le idee del socialismo arrivarono in america in un momento nel quale la classe operaia era torchiata con orari gravosi e uno stipendio misero.

Di contro i capitalisti e i borghesi invece, grazie alla guerra si erano arricchiti: le rivendicazioni operaie mettevano in crisi i loro profitti: le istituzioni (lo stato, cioè dal potere politico al potere giudiziario fino alla polizia) si misero al loro servizio.

E in quest'ottica, di ricostruzione di un periodo storico, che il film acquista il suo valore. Sacco e Vanzetti, arrestati e condannati a morte da un tribunale che aveva messo la sentenza prima ancora che la giuria lo pronunciasse, diventano due simboli. Il presidente del tribunale Thayer, il procuratore Katzmann, fino al governatore Fuller avevano un teorema in testa che non poteva essere scalfitto. Anche se le prove della colpevolezza erano debole e contraddittorie. Sacco e Vanzetti sono operai, sono italiani e sono anarchici; non importa che siano o no colpevoli di assassinio, sono colpevoli di queste tre cose, ma anche del fatto di essere diventati simboli della propria innocenza e della colpevolezza dello stato. Inutili le mobilitazioni di piazza, gli appelli (come quello di Einstein).

Il ruolo di Sacco è interpretato da Renato Cucciolla, in modo molto interiorizzato, pugliese come il personaggio. Vanzetti è invece l'attore Gian Maria Volontè: con il suo piemontese, col suo sarcasmo tagliente e con la sua superiore statura intellettuale e con un senso di “misticismo” rivoluzionario.
E' lui che, di fronte alla sprezzante domanda dei giudici “ha qualcosa da dire in sua discolpa?”, risponde con la storica invettiva “Si, ho da dire che sono innocente .. Quando i vostri nomi, le vostre istituzioni non saranno che il ricordo di un passato maledetto, il suo nome, Nicola Sacco, sarà ancora vivo nel cuore della gente. Infondo dobbiamo ringraziarvi. Senza di voi saremmo morti come due uomini qualsiasi: un buon calzolaio, un povero pescivendolo .. Ma mai, in nostra vita, avremmo potuto sperare di fare tanto in favore della tolleranza, della giustizia, della comprensione tra gli uomini ...”.

Facile riportare ai nostri tempi della vicenda: basta cambiare le parole anarchici, italiani, immigrati, con le parole estremisti, arabi, clandestini. Ma il sistema, inteso come insieme di mezzi usati per la repressione, anziché per il fine della giustizia, rimane lo stesso. Un sistema che si arroga il diritto estremo della pena di morte (il film si chiude con le parole del boia “in nome dello stato, io ti dichiaro morto”), della capacità di saper giudicare in modo infallibile. Un motto latino recitava “Summus jus, summa injuria” ossia il diritto estremo è estrema ingiustizia.

Scheda tecnica:
Sacco e Vanzetti (1971, Italia Francia), regia di Giuliano Montaldo.
Interpretato da: Gian Maria Volontè, Renato Cucciolla, Cyril Cusack, Rosanna Fratello, Geoffrey Keen.
Sceneggiatura: Fabrizio Onofri e Giuliano Montaldo
Musica: Ennio Morricone; la cantata di Sacco e Vanzetti, di Baez Morricone è cantata da Joan Baez.
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L'anno luce di Giuseppe Genna

Cosa scrivere di un libro come questo? Partiamo dalla storia, dal tentativo di acquisizione da parte di una telecom inglese di importante azienda di telecomunicazioni italiana. Dietro l'operazione una serie di intrighi, da una parte e dall'altra per indebolire l'avversario, andando a scovare gli scheletri nell'armadio.
Protagonisti del racconto sono il mente, uno spregiudicato manager nel ramo marketing, abituato ad usare il ingegno per effettuare raggiri, imbrogli e per eliminare i possibili ostacoli ai vertici dell'azienda. Ma anche il profeta, che è il presidente: uno che ha fatto la sua gavetta partendo dal basso.
Il faccendiere: un ambiguo personaggio a libro paga degli inglesi, protagonista di notevoli operazioni con i servizi segreti occidentali. Legata alla vicenda societaria viene raccontato il trauma che colpisce la vita familiare del Mente che, una sera, tornando a casa, trova a moglie in stato di shock, per una rivelazione che le è stata fatta e che l'ha sconvolta.
Attorno ai personaggi principali ne compaiono altri minori, ma altrettanto inquietanti: come il cardinale, interessato a comprare quote dell'azienda italiana (cardinale che poi diventerà pontefice). Ma anche persone che rappresentano icone della storia passata e attuale: dal playboy Gigi Rizzi, a Michael Jackson, alla figura del finanziere del film “Wall Street”, Gordon Gekko. Una storia ambigua, dove i due drammi, quello manageriale tra le aziende (ma che ha anche significati politici dietro) e quello familiare si intrecciano: la tranquillità dei due mondi viene così dilaniata dalla vicenda. Nulla sarà più come prima.

Quello che mi ha colpito di più è lo stile del racconto: lucido e tagliente come un bisturi. Le vicende sono raccontate e analizzate con distacco, quasi con freddezza. Più che di un libro, mi sembrava di leggere la sceneggiatura di un documentario, dove a comparire era la specie dell'uomo.
Penso che questo libro o si ama o si abbandona: è un libro degli estremi. Troppo ricercata la scrittura, poco scorrevoli le pagine. Ridotti al minimo i dialoghi: alla parola l'autore ha scelto di fare uso di immagini molto suggestive: come la marea di ghiaccio e neve, nelle pagine finali, dove il mente si rifugia, alla fine del libro.

Link: il sito di Genna, e quelli al libro su bol e ibs
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13 novembre 2005

Narrativa aviaria – scusate il ritardo 2 parte

Dove c'eravamo lasciati? Con una partita di calcio, controllori contro pendolari. Una partita che serviva a qualcuno (il controllore) per calmare gli animi del blocco del treno; ad altri per un sospirato riscatto morale e calcistico (l'ex calciatore); infine all'uomo col cane e, soprattutto al cane, per una necessità (di cui qui voglio omettere i dettagli per questioni di decoro). Pendolari – controllori 0 a 0: pace fatta e, riparato il guasto, sgomberata la linea, il treno può ripartire, per la gioia (si fa per dire) di tutti i viaggiatori.
Venghino, signori venghino ... in carrozza! Canzasso express, in partenza dal binario uno!

L'uomo, dell'uomo col cane
Cosa pensava l'uomo? “Beh, è andata bene, fono ad ora. Il cane è tranquillo (devo ricordarmi di dargli da mangiare di meno la sera), il viaggio prosegue. Potrei anche cavarmela ... basta solo che non passi il controllore, altrimenti chi lo sente? Cane senza museruola: punibile con ammenda da lire 50000 fino a 75000 (il tariffario non è stato aggiornato all'euro, fate voi la conversione), se il cane è di grossa taglia e dispone di una dentatura senza carie. Non è passato finora, perché dovrebbe arrivare adesso?

Il cane dell'uomo col cane
Io gli uomini non li capisco”, pensava. Sì, ebbene sì, i cani pensano: non lo sapevate? E allora sapevatelo! Ignoranti. I cani possono pensare, agire come gli uomini, a volte meglio. Solo una cosa non possono fare. Cosa? Andare sulla bicicletta! Perché? Semplice: come suonerebbero il campanello?
Io gli uomini non li capisco: si alzano presto. Fanno una colazione veloce. Fanno un bisognino di corsa in bagno (e qui mi dispiace dilungarmi, ma io ho bisogno di più tempo, un giornale per rilassarmi ...). Per fare cosa poi? Salire di corsa su un treno, entrare in una carrozza fumante e afosa, per stare seduti stretti tutti assieme? Ma sono pazzi questi umani! E questa sarebbe la razza intelligente? Ma vogliamo mettere un loro Einstein qualsiasi con un Rin Tin Tin dei nostri? Ma scherziamo!?!

Kallaghan
Non è passato finora, perché dovrebbe arrivare adesso?” aveva detto. Le ultime parole famose. Come un mal di denti improvviso; come un'influenza prima delle vacanze di Natale, come un freno rotto prima di una discesa, il controllore arriva quando meno te l'aspetti. E Kallaghan stava per arrivare, implacabile come sempre, brandendo il blocchetto delle multe in fare minaccioso, sfidando con gli occhi gli inermi pendolari “Avete paura del mio libretto?”. E per di più, Kallaghan non poteva sopportare proprio i cani. Specie quelli senza guinzaglio e museruola.

Il nervoso
Un'altra persona, sul treno, non poteva sopportare la vista e la presenza del cane. Anche di un cane come Lillo, che se stava tranquillo immerso nei suoi pensieri (ho già detto che i cani pensano e non mi voglio ripetere). E chi poteva essere? Ma il nervoso!: Lui i cani non li poteva vedere. Quasi li odiava.
Da dove nasce tutto quest'odio, verso delle bestie così intelligenti?
Per conoscere le ragioni dell'odio, dobbiamo fare un salto indietro nel tempo, risalire (come salmoni nel periodo della riproduzione) al periodo nel quale il nostro nervoso era uno studentello qualsiasi dell'Istituto Tecnico “Magistri Cumacini”, sezione perito informatico. Una scuola seria, dove il nostro baldo giovane passava tutte le giornate della settimana, anche i pomeriggi, mangiando alla mensa della scuola. Una mensa dove poteva consumare un pasto caldo, ricco e abbondante. Tutto eccetto che digeribile: patate fritte che sembrava che si erano suicidate nell'olio bollente. Bistecche impanate ottime per risuolare le scarpe. Spaghetti che per mangiarli, li dovevi prima sgarbugliare il nodo nel quale si erano arravogliati (il termine da il senso). Dunque il giovane studente era contento quando, tornando a casa, poteva trovare un piatto fumante di maccheroni al ragù, appena cotti, al dente, con un'abbondante messa di formaggio sopra. Ma da un po' di sere a questa parte, questi maccheroni avevano un sapore particolare. La mamma doveva aver cambiato ricetta. Facciamo una piccola pausa nel mistero, che riprenderemo dopo.

L'ipocondriaco
Chi è l'ipocondriaco? E' quello che conosce a memoria tutti i farmaci (legali e illegali) per curare mal di gola, raffreddore, mal di testa, coliche, meteorismo e cattiva digestione. Le sue conoscenza nel campo dei farmaci derivano da una lunga frequentazione di farmacie, non solo quella del suo paese, ma tutte quelle del circondario, arrivando anche a quelle di Milano.
Solo tre attorno al posto dove lavorava, Piazzale Loreto. Pensate un po': era arrivato anche a diventare intimo col farmacista del suo paese, pur di avere gli ultimi ritrovati medici sul mercato. Entrava in farmacia e il medico lo guardava, con occhio losco dicendogli “Mi è arrivata una nuova compressa per la gola, arriva direttamente dall'America!”.
Una specie di puscher (col rispetto parlando). Ultimamente stava andando di moda la cura con ritrovati naturali: il puscher, scusate il farmacista, aveva riempito l'ipocondriaco con tutta una serie di roba alla Propoli: caramelle alla propoli, spray alla propoli, gocce alla propoli, deodorante alla propoli e, udite udite, anche una saponetta. Sempre alla propoli, cosa serviva? Boh!
Il sogno dell'ipocondriaco era quello di rimanere chiuso dentro una farmacia. Con tutte quelle scatolette da guardare, da toccare ... un po' come per un goloso rimanere chiuso dentro una pasticceria, per un onanista rimanere chiuso nel negozio del giornalaio (tutti quei calendari!), per il lettore una libreria ...Ma l'ipocondriaco coltivava segretamente un altro sogno, che non aveva mai confessato a nessuno: partecipare ad un quiz, magari con Mike Bongiorno, sui medicinali venduti sul mercato italiano e nel mercato europeo.
Allora, signor ipocondriaco, per 10000 euri, ci dica: quali sono gli effetti collaterali del Bromazepan?”“Glaucoma, ipertrofia prostatica e, in genere, sindromi di ritenzione urinaria e di ostruzione intestinale”.“Bene, il nostro signor ipocondriaco è preparato. Domandona finale: per vincere un buono da 100000 euri da spendere nelle nostre farmacie convenzionate. Quali sono i componenti e le modalità d'uso di Cefalon supposta?

Il nervoso
Sveliamo il mistero: quella sera la pasta aveva veramente un sapore strano. Non cattivo, ma veramente diverso dal solito. Chiese, ingenuamente, alla madre: “Ma, ma hai cambiato marca di pasta?” “Sì, è una nuova marca. Il pacco è ancora sul tavolo.
Quando il nostro giovine vide l'immagine di un cane, ridente, con la lingua fuori, sopra la confezione, si rese conto della tragedia. Una tragedia enorme, immane. “Ma mamma, hai comprato pasta per cani?” “Certo: costava di meno ... e poi non vedi il cane sulla confezione che bel pelo che ha!!”.
Non parlate di cani davanti al nervoso: potrebbe mordervi. E non ha fatto la vaccinazione.

L'uomo col cane
Oddio, sta arrivando il controllore!!” Era il panico: doveva occultare il corpo del reato. Prontamente si tolse il giaccone e lo avvolse attorno al cane, che se lo strinse attorno alle gambe. Ma sapeva che non avrebbe funzionato.

Kallaghan
Aveva annusato qualcosa. Come un grande squalo bianco, che ha sulla punta del muso tutta una serie di terminali nervosi con cui percepire ogni movimento nell'acqua, puntava il naso in una direzione e l'altra. Lui aveva un sesto senso per il reato, per l'infrazione .... Vide l'uomo imbarazzato, anzi lo percepì con i propri sensi particolari, che comunicarono la sensazione al cervello, prima che con la vista. Si avvicinò, col blocchetto in mano ...

Il cane dell'uomo col cane
Eh no, anche questo no! Lo scaldino no! Adesso mi faccio sentire”. Come può farsi sentire un cane: avete indovinato, con un'abbaio.

Kallaghan
Chi è che ha abbaiato! Venga fuori chi ha abbaiato! Se non esce fuori entro il cinque, blocco le uscite!!

L'uomo col cane
Bau, bau!!” Non poteva credere che quella voce che sentiva, fosse la sua. Aveva abbaiato. Nella carrozza era sceso il silenzio ... una situazione grottesca, irreale, da non ci credo ma lo vedo. Da lo vedo, ma non vorrei vederlo. Da, devo raccontarlo in ufficio ....

Kallaghan
Ah bene ... non abbai più! E' vietato sulle carrozze delle Ferrovie Nord” E si allontana ..
Abbonamenti prego ..

20 minuti dopo ..... il talo del dubbio rodeva Kallaghan: “Eppure, qualcosa mi dice che che quell'uomo non me la racconta giusta”. Ah il solerte funzionario!

11 novembre 2005

A proposito della ndrangheta

La settimana scorsa, sull'Unità è apparsa una bella vignetta di Sergio Staino, sul problema della criminalità al sud (come è percepita, come viene vissuta): "Ogni fine di agosto", sui testi di una canzone di Virgilio Savona.
....
Ci fu chi fece l'eroe e disse tutto senza paura
e fece nomi e cognomi in una stanza della questura
e per aver voluto onestamente dire il vero
adesso dorme in pace al cimitero
Ogni anno a fine di agosto
lassù nei boschi dell'Aspromonte
un ragno tesse la tela
un fiore appassisce, muore una fonte
ed è lassù che ogni anno c'è chi decide la tua sorte
e compra la tua vita
e la tua morte
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Le parole di un politico

Iniziamo col nucleare:
Il caro bollette si batte col nucleare - di Redazione - Contro l’aumento del petrolio, il premier rilancia l’atomo (il giornale)
Della serie: più scorie per tutti


Dal discorso in occasione della Prima Festa Nazionale della Libertà:
La sinistra in Italia non odia soltanto il leader politico del centro-destra. No, la sinistra odia tutti gli elettori del centro-destra, odia tutti i cittadini che non la pensano come loro. Per la sinistra tutti gli elettori di centro-destra sono ottusi, sono volgari, sono egoisti, sono profittatori, sono la parte peggiore dell’Italia.

La paura dei comunisti:
Vedete, diranno certamente che io cerco di alzare i toni in vista della campagna elettorale, che cerco di ricreare artificialmente un pericolo comunista che non esiste più. Ma io sostengo, io voglio dire che è grave che nella coalizione della sinistra vi siano ancora dei partiti che ostentano con orgoglio la denominazione ­comunista
Ancora vi sono, nella coalizione della sinistra, partiti che ostentano con orgoglio come loro simbolo la falce ed il martello, il simbolo dello Stato sovietico. Noi siamo dei veri democratici, non ci sorprende certo il fatto che esistano questi partiti e che vi siano degli italiani che li votano. Ma non possiamo non sottolineare la contraddizione di una sinistra che si dice cambiata e invece continua ad ostentare i tragici vessilli del comunismo.


Si ricorderà che nella sua coalizione c'è Cuffaro?

E continua, per la serie "fidatevi di me":
Ma di chi si possono fidare di più gli italiani? Di chi ha sbagliato tutto, ha condiviso l’ideologia illiberale del comunismo, di chi, per tanti anni, si è reso complice, almeno morale, delle efferatezze commesse dalle dittature comuniste ed ora, sconfitto dalla storia, cerca di reinventarsi nei panni del liberale? Gli italiani si possono, anzi si devono, fidare di più di chi ha sempre visto giusto, di chi è sempre stato liberale.
Si ricorderà che, grazie anche a quei comunisti (ma anche i socialisti, i repubblicani, partito d'azione ..), sessant'anni fa veniva sconfitta una dittatura (reale, non immaginaria) in Italia?

Il pacifista:
Io non sono mai stato convinto che la guerra fosse il sistema migliore per arrivare a rendere democratico un paese e a farlo uscire da una dittatura anche sanguinosa. Io ho tentato a più riprese di convincere il presidente americano a non fare la guerra

Le paure dell'amico George:
Il governo americano teme un cambio di guida nel nostro paese
E la veloce smentita:
Non ha detto proprio così (Bush), ma basta vedere le dichiarazioni dei leader dell'opposizione che dicono che faranno come Zapatero se vinceranno le elezioni, ritirando le truppe dall'Irak e basta fare uno più uno per capire come la pensa Bush

E per finire, un commento sulla guerra, al primo congresso dei notai:
L’uso della guerra e’ possibile solo se un Paese costituisce un pericolo per gli altri, se ha, ad esempio, armi di distruzione di massa

Poverino: non l'hanno ancora avvisato che le armi non sono state trovate. Alla bufala ci aveva creduto veramente.
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Libertà di parola e di pensiero

Alle persone cosa interessa di Previti? Cosa interessa delle polemiche sulla satira politica?
"La satira, questo problema solo italiano: sarà perché Berlusconi controlla le tv, i giornali, e può con uno sputo stroncare le carriere a tutti quelli che gli sono antipatici" come ha detto Sabina Guzzanti a Rockpolitik. Aggiungendo anche una frecciata alla sinistra, che forse sul problema della libertà dell'informazione non ha fatto abastanza, da D'Alema a Lucia Annunziata.
Una piccola mia considerazione, per chi dice che esiste la libertà dei media in Italia, proprio perchè esistono trasmissioni come quella di Celentano sulla Rai pubblica.

Ma cosa è stato detto di scandaloso ieri? che la guerra in Iraq è stata venduta agli americani (e anche agli italiani) basandosi su notizie false (le armi di distruzione di massa)? Che il premier è passato indenne dai processi che lo vedevano coinvolto per prescrizioni (è passato troppo tempo, ci dispiace ..) o perchè il reato è stato depenalizzato?
Anche sull'affermazione che la televisione sposta i voti, ho i miei dubbi: con tutto quello che si vede da Report allora ci dovrebbe essere una rivoluzione ogni domenica sera.

Altre cose dovrebbero scandalizzarci: il ponte sullo stretto fatto per aiutare gli amici mafiosi. Provenzano latitante da troppi anni (per non pensare di avere agganci politici) e le forze di polizia che non hanno strumenti per combattere la mafia e la ndrangheta.
Una persona condannata per avere avuto rapporti con la mafia (ma fino al 80) che va in televisione a fare la pubblicità di un'azienda di telecomunicazioni.

Un nuovo revisionismo storico che porta a rivalutare esponenti della prima repubblica: De Mita, De Michelis, Craxi, Cirino Pomicino, Mastella ....
D'Alema che afferma forse la fucilazione di Mussolini fu un atto sbagliato: ma in una guerra con milioni di morti, dispersi, feriti, il genocidio degli ebrei ... mi sembra come lo scemo che guarda il dito e non la luna.


Spero un giorno di liberarmi di questa classe politica vecchia e capace solo di guardare alla propria convenienza del momento.
Vogliamo tornare indietro di 10 anni? Io ho conservato tutte le copie di Cuore da quando era all'interno dell'Unità: un titolo per tutti "Salvo Lima come John Lennon, ucciso da un fan impazzito" (anche su diario.it). Questa era politica che qualcuno vuole rivalutare.

Perchè i politici devono preoccuparsi della satira, della televisione (ma guai a parlare della par condicio o del conflitto di interessi)? Probabilmente per non doversi occupare dei problemi concreti.

Parliamo ad es. del maxiemendamento della finanziaria: 100 euro per i figli nati nel 2005, senza fasce di reddito. Confermati i tagli per gli enti locali: per le Regioni del 3,8 per cento rispetto alla spesa del 2004 e per le Province e i Comuni del 6,7%.
Che per la Lombardia significa un taglio ai finaziamenti per la Prebeni e per la Pedemontana. Forse sono questi gli argomenti che interessano gli italiani.
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