22 gennaio 2006

Il faraone delle sabbie di Valerio Massimo Manfredi

Archeologia e religione, una scoperta rivoluzionaria che potrebbe sconvolgere le moderne religioni monoteistiche, terrorismo contro lo stato di Israele: tutto questo si intreccia dentro "Il faraone delle sabbie", un romanzo a metà tra la spy-story e il giallo archeologico.

Lo spunto storico dell'autore parte da molto lontano nel tempo: nel 585 a.c., con l'assedio di Gerusalemme da parte delle truppe babilonesi di Nabucodonosor. Il profeta Geremia nasconde l'Arca dell'Alleanza nel Tempio in una tomba solo a lui nota, nel deserto, per proteggerla dal sacco. Ma scopre qui una verità che lo sconvolge.


2500 anni più tardi, l'egittologo William Blake è chiamato a dirigere degli scavi nel deserto israeliano di Peran: scopre una tomba egiziana, che lo incuriosisce. Chi è il “Faraone delle Sabbie” che si è fatto seppellire così lontano dall'Egitto? Il professore, così come il profeta secoli prima, si trova di fronte ad un dilemma e una scoperta così sensazionale da sconvolgere i delicati equilibri politici del mondo orientale.

Equilibri che stanno per essere scossi da un ardito piano (dal nome in codice Armageddon) messo in piedi da un'organizzazione terroristica palestinese che vede tra i responsabili Abu Ahmid, un terrorista ricercato dal Mossad, il cui capo Gad Avner ha con lui un conto personale da saldare.
Mentre il piano dei terroristi si mette in moto per distruggere definitivamente Israele, anche la situazione nel campo di scavi diventa ingarbugliata, perché anche Blake si ritrova, suo malgrado, coinvolto, in questa guerra.


Buon libro, che parte da uno spunto storico, sul periodo dell'Esodo del popolo di Israele, e che è anche frutto delle notti passate attorno agli scavi nel deserto del Neghev (in Israele), cui prese parte Manfredi stesso.
La prima parte del racconto è di preparazione alla seconda, in cui l'azione subisce un'improvvisa accelerazione.
Il timido professore Blake è costretto a calarsi nei panni dell'agente segreto per sfuggire da coloro che lo vogliono eliminare (agenti israeliani? Agenti egiziani?): un mistero nella storia che verrà risolto solo alla fine.

Peccato per il finale : ho l'impressione che Manfredi abbia voluto a tutti i costi condensarlo in poche pagine, mentre avrebbe dovuto svilupparlo in modo più articolato.
Ci sono anche altre imperfezioni, come l'uso dei computer in rete, alcune semplificazioni (il prof. universitario che sventa il piano di terrorismo): è comunque un libro molto coinvolgente, da leggere tutto in un fiato, fino alla fine.
Link su ibs e bol.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Il faraone delle sabbie è un libro rompicapo,ma avvincente e tiene il lettore in suspense dall' inizio alla fine.

Anonimo ha detto...

dovresti sistemere il riassunto perche dovrebbe essere piu dettagliato, soprattutto il finale

alduccio ha detto...

Ho cercato di sistemare la forma, per renderla meno ingarbugliata.
La ringrazio della segnalazione
Aldo