10 aprile 2006

La guerra di nervi per l'Iran

Si prepara la guerra in Iran, anche con le armi atomiche, se necessario. Rivela il giornalista Seymour Hersh sul New Yorker (la notizia su unità e corriere), che ha raccolto le dichiarazioni di un funzionario dei servizi segreti:
"Quest'amministrazione è convinta che l'unico modo di risolvere il problema sia di cambiare la struttura di potere in Iran, e questo vuol dire una cosa soltanto: guerra"

Sempre secondo Hersh, Bush, non potendo spostare tutti gli uomini necessari per una guerra convenzionale, sarebbe costretto a ricorrere all'atomica.
"Bush è convinto che l'Iran si doterà di armi nucleari e intende fare quello che nessun futuro presidente americano, repubblicano o democratico, avrebbe il coraggio di fare: bombardarlo a tappeto. Pensa che la salvezza dell'Iran sarà il suo lascito storico"

Che senso ha cercare lo scontro, scartare la via diplomatica, in un mondo che, sempre secondo la Casa Bianca, è minacciato già da Al Quaeda?
Pensano che Bin Laden non risponda con la legge de "occhio per occhio"?

Oppure, come dimostrerebbero gli
sviluppi delle indagini sulle bombe di Londra del luglio 2005, gli Stati Uniti sanno che dietro gli attentati non c'è una struttura centrale, come Al Quaeda.
Ma sarebbero stati invece pianificati e realizzati localmente grazie a informazioni trovate su Internet.
E che dunque il terrorismo internazionale non si combatte solo in terra straniera, ma è una battaglia da affrontare casa propria.
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