29 giugno 2006

La grande fuga

Dopo settimane che ti trovi chiuso in un recinto inizi a pensare che non ne uscirai più.
O, almeno, che non ne uscirai più vivo. Qualcuno altro, non le tue gambe, ti porteranno fuori da quel bucoQuesto iniziavano a pensare dentro il recinto, i miseri occupanti.
All'inizio erano state battute, scherzi, quando, dopo un viaggio al buio, stipati stretti dentro un cassone, al buio, senza mangiere o bere per giorni, erano finiti dentro quella specie di prigione.

"Allora ragazzi, che dite? Non è un hotel cinque stelle, ma insomma ..."
"Ma alla mattina ci porteranno la colazione a letto"
"O ragazzi, sotto la doccia non fate scherzi: io sono ancora signorino!"
"Io voglio il mio cesso privato!!"


Ma erano bastati pochi giorni dentro quell'ambiente a far cambiare l'umore a tutti quanti.
Il primo ad accorgersene era stato Holly: anche se nessuno lo diceva, era diventato il leader di quella comunitàTutti andavano da lui per ogni minimo problema organizzativo. Era il leader perchè sapeva ascoltare tutti, perchè sapeva dare i consigli giusti, perchè aveva sempre, per tutti, in ogni momento, la parola giusta.

"Holly, come facciamo per il cibo?"
"Holly come faciamo per l'acqua"
"Holly come facciamo per lavarci"


E Holly era preoccupato: vedeva nei volti dei compagni i primi segni del prigionia. Dall'insofferenza dei primi giorni, quando erano tutti ribelli, alla fatica, per poi finire ad un lento ma inesorabile lasciarsi andare.Li vedeva, alla sera, quando le luci del recinto proiettavano nelle gabbie le ombre di un mondo esterno che iniziavano a non ricordarsi più: niente più barzellette, niente più scherzi, niente più battute.
Ma quello che più lo preoccupava erano le voci, che iniziavano a girare pericolosamente, in modo incontrollato: si iniziava con una mezza frase, che via via si ingigantiva, per diventare una certezza scolpita nella roccia.

"Lo sapete, dicono che quelli che erano qui prima di noi, l'anno scorso, sono morti tutti prima di Natale!!!"
"Ma va? E come sono morti"
"Dicono che sia arrivata una grande malattia, che li ha sterminati tutti pochi giorni prima della festa, uno ad uno"

"Io invece ho sentito che ogni tanto, prima delle feste, arriva un camion che ne prende uno, due o di più e se li porta via ....."

E in effetti, con una precisione quasi cronometrica, ogni domenica qualcuno di loro spariva. Via! Puf, svanito nel nulla. E ogni volta ci si chiedeva: che fine avrà fatto? Ma soiprattutto: chi sarà il prossimo?

"No ... e sapete dove li portato?"
"Dove vuoi che li abbiamo portati: in un altro posto ..."
"Per me li hanno uccisi tutti"
"Anche per me: tutti morti ... e anche noi faremo quella fine!!"


Non ce la faceva più Holly a sentire quelle voci: dove era finito lo spirito di corpo della sua razza? Lo spirito indomito che li aveva portati a sopravvivere a mille battaglie, a mille sfide, a mille pericoli? Dopo millenni di sopravvivenza, cosa stava succedendo ora, perchè tutti sembravano non voler resistere?

Doveva fare qualcosa. E una sera, prima del controllo notturno, prese la parola, davanti a tutti. E disse le seguenti parole:

"Fratelli, amici, vi devo parlare. Non possiamo continuare a sopportare tutto questo. Le umiliazioni, la fame, la paura. Ho deciso che dobbiamo scappare. Ho deciso che dobbiamo scappare ora, questa notte"

"Chi non è d'accordo, può rimanere qui. Io non voglio costringere nessuno. Ma chi non desidera più vivere nell'incertezza, nella paura, mi segua. Questa notte, quando il guardiano avrà finito il suo giro di controllo, e ci avrà portato la cena, allargheremo il buso della rete e, uno alla volta, scapperemo da qui."


Il silenzio scese nella cella: nessuno osava fiatare. Ma Holly aveva colpito nel segno: perchè anche se pochi là dentro avevano un cuor di leone, la paura era di tutti. E nessuno voleva sapere che fine facevano quelli che scomparivano.

"Va bene, Holly. Hai detto ancora le parole giuste" disse il più anziano di tutti, Osvaldo.
"Ti seguiremo tutti"

E arrivarono quindi le ore di attesa più lunghe che non avessero mai passato. Minuti che sembravano come ore. Ore che sembravano come giorni. Giorni che sembravano ... vabbè, avete capito.

Ma arrivò anche l'ora del controllo. Aspettarono, un'altra ora, per evitare cattivi incontri.E poi Holly guidò la grande fuga: allargò il foro nella rete e fu il primo che, dopo giorni, vide la luce della luna. E respirò per primo l'aria della libertà.Un'aria preziosa, che non si può barattare con null'altro al mondo.

Uno dopo l'altro, tutti uscirono dal buco: l'ultimo fu il vecchio Leonard che, con un gesto di sfida, voleva a tutti i costi rimanere dentro.
Come un gesto estremo di sfida nei confronti di quegli aguzzini che l'avevano costretto dentro."Lasciatemi stare ... sono troppo vecchio per scappare!! Lasciatemi morire qui"

Ma alla fine riuscirono a convincere anche lui.

E tutti i polli riuscino a scappare dal foro della rete, dalla rete del pollaio del signor Tino. Che, poverino, non riusciva a concepire come fosse potuto accadere che i suoi amati polli l'avessero abbandonato, proprio prima delle feste natalizie.


Come è andata a finire:

Holly è ora un volontario che combatte per i diritti dei polli.
Leonard si è spento serenamente l'anno scorso. Tutti hanno pianto sulla sua tomba
Il signor Tino (che è un mio vicino di casa) ha smesso di allevare polli e tacchini: ora si decida a Conigli (cui ha messo un ceppo alle zampe) e alle Quaglie

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