29 settembre 2006

Annozero: la guerra in Afghanistan

In Afghanistan ci sono tre guerre, diceva ieri sera il generale Fabio Mini ad Annozero
- quella contro i talebani, Enduring Freedom
- la guerra di potere, tra il potere centrale del presidente Karzai e i signori della guerra e della droga.
- la guerra contro i terroristi


La prima la combattono gli americani, assieme ad altre nazioni della Nato. Le nostre regole di ingaggio ci tengono lontano da questa (non avremmo nemmeno le armi necessarie per una guerra vera e propria). Peccato che per ottemperare al mandato dell'Onu si dovrebbero cambiare le regole di ingaggio e di riflesso la natura della missione.Perchè per garantire la sicurezza a Kabul, non basta presidiare la città, ma bisogna contrastare i terroristi che arrivano da fuori.

La seconda guerra vede sconfitto il presidente Karzai: delegittimato dai signori della guerra che non ne riconoscono il potere. Il governo (e le forze militari presenti in Afghanistan) non sono riuscite nemmeno a contrastare la vendita di droga: quest'anno la produzione di oppio è aumentata del 50%; il 90% della droga che arriva in Europa arriva dall'Afghanistan.

La guerra contro i terroristi si combatte anche cercando di isolarli rispetto alla popolazione civile: difficile però, visto che la gente stava male prima, coi talebani e sta male ancora. Se ora ci sono le scuole per tutti, va ricordato che solo il 13% dei civili ha l'acqua in casa, la mortalità dei bambini è di uno su 5 e che l'analfabetismo arriva al 57%.

Cosa stiamo facendo in quel paese lontano?"I soldati italiani? Per noi non fa differenza il Paese di provenienza: sono occupanti infedeli, e noi li combattiamo",
afferma il leader dei Talebani il mullah Yunus Saheb in
un'intervista rilasciata all'inviato di PeaceReporter.net, Enrico Piovesana.

Contro queste minacce dovremo prepararci alla guerra: sarebbe ora di dire basta con le ipocrisie dietro cui ci nascondiamo. I pacifisti della prima ora che diventano improvvisamente interventisti (vedi centrosinistra) o gli interventisti a fianco dell'amico George che poi si scoprono pacifisti (vedi governo Berlusconi).
I nostri soldati hanno bisogno di chiarezza, oltre che degli strumenti per operare in condizioni di sicurezza. Altrimenti è megli che stiano a casa.
La missione Isaf non è una "Missione di pace": sempre il generale Mini su
PeaceReporter
"Il fatto che i contingenti Isaf dovranno farsi carico della guerra ai talebani, per conto di Washington o di Kabul, impone senza dubbio la necessità di un esame serio della situazione e lo scioglimento dei nodi giuridici. Non ci sono dubbi che in ambito Nato e in Italia si possa fare serenamente. Se si decide per l’opzione militare, il vero impegno istituzionale diventa quello di calibrare lo strumento militare da costituire e le regole d’ingaggio in relazione alla reale situazione e a un nuovo mandato. La cosa peggiore che possa succedere è che si assumano nuovi impegni e nuovi rischi mantenendo i vecchi criteri d’impiego e le ipocrisie di sempre: fingendo che la situazione sia “normale”, ignorando o negando l’evidenza della sovrapposizione di Isaf a ‘Enduring Freedom’, spacciando per ricognitori di campi d’oppio dei caccia bombardieri e per missionari di pace degli incursori e sabotatori superaddestrati all’infiltrazione in territorio ostile e alla guerra asimmetrica."

L'unica certezza sono i costi della guerra:
- 324 milioni di euro/anno
- meno di 10 milioni di euro vanno alla ricostruzione; il resto va alle spese militari
- in 4 anni abbiamo speso 1,3 miliardi di euro: il 90% dei quali è finito in spese militari; solo il 10% in aiuti

Travaglio, come al solito impietoso contro i politici, sulla questione guerra o missione di pace, chiudeva il suo intervento citando Tacito:
Rubano, massacrano, rapinano,
e con falso nome
lo chiamano impero.
Rubano, massacrano, rapinano,
e con falso nome
lo chiamano nuovo ordine.
Infine,dove fanno il deserto,
diconoche è la pace.

Technorati:

Privatizzazioni in vista

Il presidente della commissione territorio della regione Lombardia Raimondi si è detto favorevole ad una privatizzazione del servizio ferroviario.

Nei giorni passati già l'assessore ai trasporti Cattaneo aveva parlato di aumento delle tariffe.

Insomma non si prevedono tempi buoni, per i pendolari.

La Regione - ha spiegato Cattaneo - ha investito 18,4 milioni di euro di risorse proprie che si aggiungono ai 232,5 milioni di euro di trasferimenti statali mai aggiornati. Inoltre abbiamo istituito un bonus-penalità fra i più severi che ha fatto scuola in tante altre regioni e che ha permesso ai viaggiatori di risparmiare 1 milione e 150 mila euro.

Vero: peccato che coi ritardi i pendolari perdano anche delle ore di lavoro. Che non sono ricompesate affato dal bonus (ore di permesso, ore di straordinario per recuperare i ritardi, arrabbiature ...).


Marcello Raimondi (Fi): Ritengo che una delle possibilità sia quella di affidare la gestione dei treni ad aziende private o a partecipazione pubblica che garantiscono un servizio efficiente e adeguato a quello che i cittadini e i pendolari lombardi richiedono

Non mi sembra che la Telecom privatizzata si comporti meglio. O le autostrade. O l'Enel ...
Perchè devono essere sempre gli utilizzatori di un servizio a pagare le inefficienze delle aziede, dei manager, degli assessori ????
Se devono essere i privati a gestire i trasporti, a cosa servono gli assessori, le commissioni, i ministri?
Technorati: ,

28 settembre 2006

Si è rotto il Prodi

Qualcuno passi in camera a cambiare il disco ....
"Per me in particolare sarebbe come sconfessare"
"Per me in particolare sarebbe come sconfessare"
"Per me in particolare sarebbe come sconfessare"
........


Oggettivamente star lì ripetere la stessa frase, ossessivamente, per far innervosire l'opposizione, è poco serio.
E poco utile a far chiarezza.
A quel punto tanto vale intervenire in aula.
Peggio Prodi che ripeteva la stessa frase o l'opposizione che era in aula con in mente il canovaccio Telekom Serbia?
Mah ..
Comunque, Prodi si è guadagnato un posto sul Blob di stasera

Iron Maiden - Revelations (live after death)

O God of earth and altar
Bow down and hear our cry
Our earthly rulers falter
Our people drift and die
The walls of gold entombe us
The swords of scorn divide
Take not thy thunder from us
But take away our pride
(g. k. chesterton: english hymnal)


Il comune senso del pudore

Chi ha paura del sesso in internet? O meglio, delle immagini sessuali su internet?
Parlo della proposta del deputato di Forza Italia Enrico Nan sulla presenza dei contenuti sessuali in rete.

In un mondo dove si è bombardati da immagini sessuali, dove la televisione (italiana) lanci quei messaggi (guardatevi la pupa e il secchione), perchè attaccare il sesso su internet?
Forse perchè è gratis? Perchè non si paga?
Anzichè il comune senso del pudore, certi politici dovrebbero usare il comune buon senso. E basta.

Visto che una certa televisione (del capo di Forza Italia, tra l'altro) piace così com'è....

Risposte esaurienti, ma discordanti

Scajola (Copaco) vuole sentire il governo, per la vicenda Abu Omar
Non gli hanno spiegato che, nel frattempo, il governo è cambiato?
In realtà si riferiva al fatto che questo governo ha mantenuto il segreto di stato (in pieno agosto) sui documenti relativi al rapimento di Abu Omar.

Sulle risposte di Pollari, convocato al Copaco:
"sono arrivate risposte esaurienti per cogliere gli elementi della vicenda, alcune risposte sono tuttavia sembrate discordanti da altri elementi emersi dalle indagini. Per questo ascolteremo il governo perché possa chiarire, in particolare sul segreto di Stato".
Un pò contorto, mi pare.

Finanziaria: anche i ricchi piangano?

Un nuovo spirito goliardico aleggia nell'aria. Forse per stemperare il clima teso di questi ultimo mesi, la vicenda di spionaggio, le paure del terrorismo internazionale, la missione in Libano ....

Inizia Rifondazione Comunista, con lo slogan "Anche i ricchi piangano", che capeggia il loro manifesto sulla finanziaria.

Risponde prontamente la Cdl, con la zingarata del girotondo in piazza ... devono ancora crescere. Si vede che gli manca un regista che coordini: servirebbe un Vanzina a far le veci di Moretti.

Rimane un dubbio: se è la maggioranza stessa che si mette in difficoltà, allora spegatemi voi a che cosa serve l'opposizione? Forse questo spiega il ribaltamento di ruoli: la destra in piazza e la sinistra al governo a fare una finanziaria di rigore che scontenta "quasi" tutti.

27 settembre 2006

Echi perduti Joe R. Lansdale

L'ultimo romanzo di Lansdale ha per protagonista un ragazzo con una dote particolare: riesce a cogliere, dai rumori imprigionati negli oggetti, visioni di eventi violenti accaduti nel passato.
Un incubo in cui si imbatte da ragazzino quando, per gioco entra un un vecchio locale dove "si dice" si aggiri un cadavere. Ma anzichè un cadavere, Harry ha la visione dell'omicidio di una donna, l'uomo che le recide la carotide, il sangue che scorre ... Ovviamente nessuno lo crede: nè i suoi amici, Kayla e Joey, nè i medici.

Harry è allora costretto a trascorrere la sua vita cercando di evitare i luoghi dove si è verificato un fatto violento, seguire solo itinerari conosciuti ed evitare posti poco sicuri o inesplorati.
Harry, assieme al suo amico Joey, inizia a bere: bere per stordirsi e non sentire più i rumori che gli fanno rivivere quelle emozioni violente che lo portano a rivivre tutta la violenza nascosta nel mondo.

Finchè un giorno, ubriaco in un bar, non incontra Tad, anche lui alle prese col bere: è l'inizio di una nuova amicizia. Sarà Tad, che beve anche lui ma per dimenticare un trauma familiare, che lo porterà a raggiungere il suo "equilibrio", insegnandogli i rudimenti delle arti marziali.

Ma, proprio quando le cose iniziano ad andare per il verso giusto, ecco che i fantasmi del passato tornano a fare visita: dentro un bunker, mentre sta facendo l'amore con Taila, la sua fidanzata, rivive nuovamente una scena di violenza, ridestata dal rumore della porta sbattuta.
Il crimine coinvolge il padre di Kayla, la sua vecchia fiamma ora poliziotta, che intende scoprire le vere cause della morte dle padre. E Harry, grazie ai suoi poteri di rivedere il passato, sarà costretto ad una prova di forza e di coraggio. Per aiutare la sua amica e per liberarsi delle sue paura.

Rispetto ai precedenti romanzi, "Echi perduti" si sofferma più sugli aspetti interiori dei protagonisti, facendo leva su aspetti sovrannaturali della psiche umana. Più Stephen King che non il classico "rumble tumble" ..
La visioni di situazione violente, che possono assalire il protagonista in qualsiasi momento. Harry sente su di sè tutto il peso della violenza di questo mondo: unica salvezza il bere.
Il libro ha un ritmo piuttosto lento, sebbene si riprenda nel finale, con la classica sfida, modello western, tra buoni e cattivi.
Mancano, e si sente molto, le descrizioni della natura texana: i tramonti col sole che sembra un uovo fritto, il tornado che spazza via tutto, il vento che trasporta i profumi nell'aria ...


I link per comprare online il libro su ibs.
Gli altri libri di Joe Lansdale su ibs e il suo sito.
Technorati:

Spy story telecom

Un cancelliere, un un vigile, un ex carabiniere e un finanziere .. non è l'inizio di una barzelletta, ma l'ultimo capitolo della telecommedia.
Sono gli ultimi arresti dell'inchiesta su Telecom e le intercettazioni.Una vicenda di cattivo capitalismo (i capitalisti coi soldi degli altri), scarso senso delle istituzioni (spioni a busta paga), dossier falsi ...

Ieri ne parlavano Ferrara a 8 e mezzo: tra gli ospiti, Eugenio Scalfari (Editorialista de La Repubblica), Oscar Giannino (Vice direttore Finanza & Mercati), Alessandro Plateroti (Il Sole 24 Ore).
Da una parte Scalfari si auspicava la creazione di una Public Company, mentre Giannino sconsolato, ribatteva che alla fine qualcuno aiuterà Tonchetti a risanare i debiti ed uscire da questa situazione.
Anche a Ballarò si parlava di Telecom: ma essendo presenti due politici (Fassino e Casini), la discussione è scivolata sul tema delle intercettazioni.

Per entrambi le intercettazioni illegali andrebbero distrutte "a meno che i magistrati garantiscano che di queste intercettazioni non se ne faccia un uso improprio".
Come se fosse sempre colpa dei magistrati: in realtà, come ha spiegato Davigo, intervenuto in trasmissione, le intercettazioni, tutte, possono essere date in copia anche agli avvocati difensori.
Che poi possono divulgarle a qualche giornalista compiacente (come nel caso Unipol, dove le intercettazioni su Fassino furono passate al Giornale, di Berlusconi).
Le intercettazioni illegali sono esse stesse una prova di un reato: non si possono distruggere; a prescindere dal fatto che contengano notizia di reati comessi.

La vicenda delle schedature è grave: ricorda il caso Sifar, la schedatura della Fiat del 71 .
Ma dopo tante parole ancora non si è capito chi ha beneficiato delle intercettazioni illegali, delle schede, delle forzature delle banche dati dei ministeri ...

Marco Calamari su punto-informatico scrive:

Correre dietro ai colpevoli già messi alla gogna non è importante; importante è prevenire realmente i problemi futuri, e farlo col principio di realismo secondo cui alcuni uomini saranno sempre corrotti o corrompibili ed alcune difese informatiche saranno sempre aggirate od aggirabili. E questo lo si puo' fare agendo sulle raccolte illegali nella sostanza (senza virgolette) che non sono i fascicoli di Tavaroli & C, ma sono le raccolte dati rese obbligatorie o tollerate dalle leggi più svariate.Queste raccolte sono "legali" (tra virgolette) solo perchè obbediscono ad una legge (dannosa) ma sono altresì illegali (senza virgolette) perché negano di fatto alla generalità della popolazione quei diritti civili previsti dalla Costituzione e difesi da altre leggi (la 196/2003 ad esempio) come la privacy, la libertà di espressione e la segretezza delle comunicazioni.

Tavaroli & C. in questo contesto sono solo dei dilettanti, dettagli, fumo negli occhi per la maggioranza delle persone, ed il decreto legge che essi hanno ispirato è solo un palliativo.Ignoriamoli.

Ignoriamo tutto questo scandalo ed opponiamoci alla sue cause. È indispensabile opporsi in maniera forte e ragionata alla raccolta indiscriminata di informazioni personali, anche se giustificate da presunti interessi superiori e farlo tramite
nuove e semplici leggi che non sarebbero nemmeno difficili da concepire.

Una priorità per il Garante, per i legislatori che vogliano risolvere il problema e, non ultimo, per quei cittadini italiani che desiderino conservare le loro libertà.

La sicurezza di chi non sa

Sofri (junior) mi da dello stupido: siccome sono uno dei (pochi?) che ritiene sia possibile la teoria del complotto sul 11 settembre. Quantomeno che la commissione non racconti tutta la verità.

La seconda cosa che penso è che chiunque sia disposto ad ammettere tra i suoi pensieri, nel 2006, che le istituzioni americane abbiano deliberatamente progettato gli attentati dell'11 settembre o è stupido o ha una disposizione malata rispetto alla realtà e all'umanità che racconta più di lui che non degli attentati degli 11 settembre

Sofri, e tanti come lui, ritengono inconcepibile che il governo americano abbia deciso di sacrificare 3000 morti per preparare gli americani ad una guerra contro l'Afghanistan prima e l'Iraq poi.
E allora come giustifica i 2700 militari morti militari in Iraq? (per non parlare delle
43000 vittime civili iraqene) Morti per una guerra nata da un menzogna: quella delle armi di distruzioni di massa. Dove sono andate a finire? I militari non le hanno trovate: forse per quello che sono morti. Non sono tanto bravi.

Io non penso che l'attentato alle torri sia stato completamente progettato dal governo: ma che, pur avendo sentore di un imminente attacco di Al Qaeda, non abbia fatto nulla per contrastarlo.Abbia bloccato le indagini, insabbiato le investigazioni.

"Ho visto e letto a suo tempo abbastanza di queste fesserie - e delle loro puntuali confutazioni - per potermi permettere di non volerne vedere più."

Benissimo: stupido io, stupido Robert Baer, stupido Richard Clarke, stupidi tutti quelli che non si accontentano della verità ufficiale. Specie quando sembra una menzogna: mi chiedo se qualcuno ha mai letto
Fatherland di Robert Harris.

Fantastoria: il libro immaginava un mondo dove la seconda guerra mondiale era stata vinta dalla Germania, che aveva firmato un accordo di pace col governo statunitense.
Il protagonista, lo Sturmbannfuhrer Xavier March, come milioni di tedeschi, alla fine della guerra è completamente all'oscuro dei milioni di morti ebrei.
Perchè nascondere una notizia come quella del genocidio, per quanto grande, non è difficile. Basta che la bugia sia ripetuta da tutti i media. E che la verità sia tenuta ben nascosta.

Ma prima o poi la verità verra fuori, anche per quello che è successo l' 11 settembre: "Chi caga sotto a neve,pure si fà a buca e poi a copre,quando a neve se scioglie a merda viè sempre fori" (Tomas Milian)

26 settembre 2006

Blu Notte: La Banda della Magliana in DVD

In edicola il DVD della serie Blu Notte dedicato alla storia della Banda della Magliana (uscito il 19/09/2006).
Technorati:

Incontro con Gianrico Carofiglio

Ovvero del giallista che non voleva diventare tale .....
Lella Costa ha presentato il nuovo libro di Gianrico Carofiglio, alla Feltrinelli di piazza Piemonte, di fronte ad una folta platea (a maggioranza femminile), "Ragionevoli dubbi", terzo capitolo della vita dell'avvocato Guido Guerrieri.
Un avvocato che, parola dell'autore, non è la versione su carta dello stesso Carofiglio, ma che è comunque un personaggio molto apprezzato dalle lettrici femminili, come ha sottolineato la Costa.
Lettrici che hanno apprezzato la sua sensibilità, la sua cultura, e i suoi valori etici: qualità difficilmente riscontrabili nei maschi di oggi.
"Ci acconteremmo di recuperare un uomo che non ha subito l'indulto" è stata la battuta che ha chiuso l'introduzione un tantinello di parte del personaggio (e che, come maschietto mi ha causato una certa invidia).

Il punto successivo che si è toccato è stato la tendenza dello scrittore di ricorrere a citazioni: di altri libri e anche di film (come nel finale, dove si cita la battuta finale di Casablanca). "Io confesso di essere uno che ruba", ha tagliato corto Carofiglio. Nel libro compaiono citazioni nascoste di libri esistenti, ma anche citazioni palesi di libri inesistenti (come il libro "Manomissione delle parole").

E sulla classificazione dei suoi libri (gialli? noir? legal thriller?) ha voluto tirare in ballo lo scrittore Wilde "Non esistono libri morali o immorali. Ci sono solo libri scritti bene o libri scritti male."
Secondo l'autore la polemica sul noir (cosa effettivamente rappresenti oggi il genere noir) è andata troppo oltre. Perchè anche autori che si occupano di altro scrivono storie etichettabili nel giallo.

Altra rivelazione è stata che Guerrieri doveva comparire in un solo libro ("Testimone inconsapevole"): è stata Elvira Sellerio che lo ha "convinto" ha proseguire con quel personaggio.
Ma in che genere classificare questi libri? Secondo Lella Costa queste sono "storie d'amore"; anche Carofiglio ad un certo punto ha negato di voler appartenere ad un genere come il giallo. E io che mi chiedevo se non avessi sbagliato presentazione.
Lui ha preferito parlare di "narrativa di suspence": un genere che, come diceva Sciascia, tiene legato il lettore al libro pagina dopo pagina.
Carofiglio ha voluto poi evidenziare la differenza tra giallo poliziesco (che ha al centro la domanda: "chi è stato?"), dal legal thriller ("ma è stato veramente l'imputato, o no?"): nel giallo la prospettiva è rassicurante (si arriva al colpevole, cosa che spesso non avviene alla realtà e Carofiglio come PM può testimoniarlo); nel legal thriller, se l'eroe vince, non è detto che sia l'innocente a vincere. E, spesso, non si sa nemmeno se ha commesso il reato. E' qualcosa di più corrispondente alla realtà.

Dal libro sono stati tratti due film per la televisione: il regista Carlo Sironi (lo stesso di Montalbano) ha scelto Trani, piuttosto che Bari, come location. L'attore Emilio Solfrizzi darà volto a Guerrieri: i film verrano trasmessi presumibilmente gennaio prossimo dalla Rai.
Che sensazione prova un autore a vedere i suoi libri diventare film? Come disse Le Carrè "vedere i propri libri trasformati in film è come vedere i propri buoi trasformati in dadi".
Qui la discussione è scivolata sul futile: meglio Solfrizzi o qualcun'altro (la Costa suggeriva Matthew Modine) ...
Technorati:

Casomai ci fossimo dimenticati

Caso mai ci fossimo dimenticati che siamo, oltre in Libano, ancora in Afghanistan ...
Che anche se Bin Laden è morto, ci saranno sempre altri fondamentalisti foraggiati da Iran e Arabia, pronti a lanciare proclami dentro una grotta del Pakistan.
Che la guerra in Iraq non è servita a combattere il terrorismo internazionale.
Che il costo del petrolio è destinato a salire ancora.
Ci pensano loro a ricordarcelo.
Technorati: , ,

25 settembre 2006

La passione per il delitto: le foto

Piero Degli Antoni, Dario Campione (moderatore), Leonardo Gori e Giancarlo Narciso

Davide Gerbero, Carlo Cappi e Marco Proserpio (moderatore)

Marco Proserpio (moderatore), Gucci, Maurizio Matrone e Marco Vichi

Maurizio Matrone, Luca Crovi, Emiliano Gucci e Marco Vichi

Paolo Roversi, Luca Crovi, Cristiana Astori e Patrick Fogli

La passione per il delitto: prima giornata

Si respira aria di giallo a Monticello Brianza, in questi giorni capitale noir d'talia.
Ecco una breve cronaca degli incontri della prima giornata.

Giovani autori a colloquio con Luca Crovi
Patrick Fogli, Lentamente prima di morire (Piemme)
Paolo Roversi, Blue tango. Noir metropolitano
(Nuovi equilibri)

Cristiana Astori, Il Re dei Topi (Alacran)
Moderatore Luca Crovi

Il rapporto tra noir e cinema
Patrick Fogli: E' normale scrivere con un taglio cinematografico, siamo nati con la televisione, i film, gli sceneggiati. La storia che ho scritto è già sceneggiata: io la lascerei così, se dovessi sceneggiarla. In questo libro ho dovuto tagliare poco, sebbene sia un libro di 400 pagine. Il prossimo invece l'ho tagliato di più, anche se mi costa fatica togliere un parola, un verbo.

Cristiana Astori: Scrivere per racconti: i racconti non sono ben visti dagli editori, anche se a me hanno sempre affascinato. La mia formazione da piccola è stata sulla raccolta di Hitchcok "Hitchcock presenta".Mi piace la sintesi dei racconti. Mi piacciono scrittori come Westlake, come Leonard: con pochi aggettivi si spalanca un mondo. In un racconto puoi condensare le emozioni di un libro, ma in modo più incisivo.

P.F.: Ma i veleni di cui racconti nel libro sono reali? Frequento medici da anni e sono tranquillo pwe la mia salute. Quando scrivevo il romanzo, a volte alzavo la cornetta e chiamavo il medico e chiedevo "ma si può fare?".
Il suggerimento sulla maglietta mandata in carcere la boss (per farlo evadere) può essere molto pericoloso, in quanto può dare spunto a future evasioni. Ma la realtà è sempre più avanti dei libri (basti pensare al caso della ragazza rapita in Austria): non mi sento responsabile di evasioni.

C.A.: Nel tuo libro si parla di fate, boschi: sembra un libro di fiabe.Le fiabe raccontano la verità, usando la metafora. Come l'horror: che tira fuori gli scheletri dall'armadio che non vogliamo vedere. E' un modo per raccontare le storie ai bambini. Cui raccontiamo di aver paura del buio: ma che in realtà loro non fa paura. Siamo nio che istighiamo loro dentro questa paura.

P.F: i personaggi del tuo libro hanno tutti un lato oscuro. Come mai?Sono tre protagonisti con un lato oscuro, un rimorso e una vendetta. Non c'è un eroe positivo, tutto pulito. nche il cattivo ha, in realtà, un lato positivo. Non mi piacciono, come lettore, i buoni troppo buoni. E' molto più reale così. Perchè è la quotidianità che mi fa paura: se vedi il tuo vicino che butta via ogni giorno un sacchetto della spazzatura, e poi senti alla radio di un serial killer che si disfa dei cadaveri nei sacchi, la prossima volta che lo incroci lo guardi con un occhio diverso.

P.R.: Nel mio libro si parla di prostituzione e della nuova criminalità peruviana. E' una comunità di crirca 40000 persone: io volevo raccontare di episodi della realtà. Il libro è diventato un noir, poi, in modo accidentale.

Raccontare in giallo: le nuove antologie italiane. Tavola rotonda con autori e curatori dei più recenti casi editoriali
Marco Vichi e Emiliano Gucci (Città in nero, Guanda)
Maurizio Matrone (Cattivi Golosi, Morganti e Due thriller per due autori, Aliberti). Erba alta, Frassinelli ed.
Andrea Carlo Cappi (Alacran)
Davide Garbero, Lingue morte (Alacran)
Moderatore Marco Proserpio giornalista

La prima domanda rivolta ai quattro scrittori riguardava il ruolo delle raccolte, nel panorama letterario moderno
Maurizio Matrone: Le raccolte ora trovano più successo, perchè i racconti sono più fruibili dagli italiani (il 50% non legge), sono più semplici da leggere.Con le collane, come "caffè killer" (curata da Luigi Bernardi), si temeva che gli autori scrivessero le stesse cose. Invece l'idea di scrivere su commissione, con un tema fisso, è stata molto divertente.

Marco Vichi: la geografia della criminalità. Le antologie erano fatte, una volta, con gli scarti degli autori, erano brutte. Ora sono scritte lì per lì, con un tema che costringe lo scrittore a scrivere con un gusto tutto diverso. E ora funzionano, riescono ad avvicinare dei nuovi lettori, a volte più che non i lettori abituali.La rccolta "Città in nero" è nata a cena con Gianni Biondillo e l'editore: "perchè non scriviamo anche noi una raccolta (dopo l'uscita di Crimini)?"
L'editore ha accettato. L'argomento è forte: le città raccontate attraverso storie nere, dure.

Emiliano Gucci: Perchè un autore racconta i crimini, il peggio della sua città? Sono stufo di vedere la solita immagine di Firenze. La realtà è diversa, diversa dall'immagine da cartolina che abbiamo. La storia che racconto è quella di un mio amico: in un quartiere si ritrova circondato dai cinesi, che vogliono comprare la casa acquistata dai suoi con molti sacrifici.Mi sono divertito a raccontare quello che succede attorno al protagonista, strattonato da una parte e dall'altra.

Carlo Cappi: Un racconto è un breve viaggio che non dovrebbe dare mai il tempo di annoiarsi. Io ho sempre scritto racconti per Giallo Mondadori, per me il racconto non è una scoperta di questi anni.Una forza del racconto è che, nella sua brevità, puoi far fare al lettore una gita nella mente dell'assassino. Dà un'enorme soddisfazione: nel racconto posso uccidere chi voglio e farla franca. Nella realtà no: è doverso.

Davide Gerbero: Quali sono gli ingredienti dei tuoi racconti?Un 73% di ironia e un 27% di ciò che mi capita attorno. Lascio sedimentare nella mia mente quello che leggo, che sento, come se buttassi delle esche in acqua. E poi il meglio che abbocca, lo pesco.Le mie storie ruotano attorno a sangue, coltelli, frataglie e horror.

M.V.: Il racconto e la realtà.Io non racconto sulla attualità: le mie storie sono ambientate nel passato. Per scrivere non seguo una scaletta, ma parto da un'idea forte e mi lascio trasportare dalla scoperta dei personaggi. Che mi devono interessare. Nella mia testa non ho in mente il finale ....
(P.S: ero seduto accanto a Leonardo Gori, che ascoltava e ridacchiava ... con Marco siamo in polemica, diceva. Perchè io scrivo sempre una scaletta, prima, lui no! Ma in realtà in mente lui ha già un finale.)

Avventura, tensione, luoghi e tempi lontani in tre romanzi
Piero Degli Antoni, Ghiaccio sottile (Rizzoli)
Giancarlo Narciso,
Incontro a Daunanda (Dario Flaccovio)
Leonardo Gori,
Il fiore d’oro (Hobby&Work)

Moderatore Dario Campione, giornalista
La discussione è ruotata attorno alla definizione del giallo: tutti e tre gli autori, per motivi diversi, sembrano sfuggire alla defizione classica di noir.
Degli Antoni: mi sono stufato dei soliti gialli, con i poliziotti stracciati, che sanno cucinare, .... Io cerco di fare qualcosa di nuovo. Nel mio caso ho scelto di ambientare la storia in montagna.

Leonardo Gori: il mio personaggio è un capitano dei carabinieri (Bruno Arcieri), che viaggia nel tempo. Nel senso che in un libro ("L'angelo nel fango" ambientato nel 66) ha sessant'anni, nei precedenti, durante la seconda guerra mondiale, ha 40 anni. E questa è la mia prima personalità gialla.
La seconda è quella nata con Franco Cardini, uno storico, che mi ha proposto di scrivre un romanzo a 4 mani. E' lui che mi ha dato una visione più complessa del nazismo, a più livelli. Dovessi definire il mio libro ("Il fiore d'oro") direi che si tratta di un romanzo d'avventura, con un pò di fantascientifico. Un romanzo di avventura che è anche una ricognizione nel passato, nella periodo della Repubblica di Salò.

Giancarlo Narciso: Il racconto e il viaggio.Viaggio molto, perchè da piccolo vedevo nel quotidiano la noia. Volevo vivere le avventure che vedevo nei film da ragazzo (Le tigri di Mombracem). Come per Degli Antoni, il giallo classico non mi interessa più.

D.A.: il giallo descrive una certa realtà, difficile da ritrovare nella narrativa normale. Ma non è necessaro fare il calco del giallo per scrivere: non tutti i migliori libri del genere seguono lo stesso calco. "Il giorno della civetta" sovverte questo schema ripetitivo: un omicidio entro pagina 5, la scoperta dell'assassino nel finale ...

L.G.: Non si può continuare ad usare la stessa gabbia dorata del giallo: lo schema deve essere rinnovato. Io ho due anime: una che crede nel giallo classico e una più sperimentale. Ma rimango sempre un appassionato del giallo.
G.N.: Oggi si sente dire che il giallo è travalicato. Ma quali sono i suoi confini? Può essere definito giallo qualsiasi sstoria con un morto? Con un mistero?

L.G.: Direi che nel giallo rientra tutta la "narrativa della tensione". Conta il crescendo della tensione e la scoperta del mistero, non solo l'assassino: ma ciò che teneva legata la tensione.

Il personaggio del suo libro (una SS, il colonnello Dietrich Von Altemburg) è un nazista: come si può scrivre un libro con un personaggio condannato dalla storia?E' un personaggio frutto della mente di Cardini: un giorno mi portò una sua ricerca su un nobile della Turingia, una persona colta, che diventa da giovane un nazista e nel corso della sua carriera militare ne registra gli orrori.E che, alla fine, arriva alla negazione dell'ideologia che aveva abbracciato. Non si può negare la complessità del nazismo: l'aspetto esoterico è uno di quelli più interessanti. Anche se, in realtà, nel libro non ho voluto dare una spiegazione esoterica nel finale.
E poi ci sono altri personaggi più miei, come Elena Contini; nel libro si parla anche della storia del cinema italiano, che è un argomento che mi ha sempre appassionato.

Report: Confronting the evidence (2)

Il mondo si divide in chi si accontenta della verità che gli/le viene raccontata e in chi, frutto delle esperienze passate, vuole andare oltre le notizie ufficiali. Non si accontenta della pappa pronta, è diffidente delle teorie "fast food" (quelle subito pronte per il consumo di massa), da consumare appena calde, perchè solo allora digeribili.

Un gruppo di esperti ha analizzato i video, le foto, le testimonianze, ciò che rimane delle Torri gemelle per realizzare una ricostruzione critica e sistematica dei fatti dell'11 settembre. Dalla conferenza organizzata a New York nel 2004, a cui hanno partecipato ricercatori ed esperti indipendenti, è stato realizzato il filmato "Confronting the evidence", prodotto da Jimmy Walter, trasmesso ieri sera da Report.
Si può non essere d'accordo con la teoria del complotto, per cui il governo degli Stati Uniti sarebbe in parte responsabile del crollo delle torri, ma compito del giornalista è fornire all'opinione pubblica, tutti gli strumenti per potersi fare un'idea completa di quanto è successo. Poi decide il pubblico, se deve essere informato e cosa farne delle informazioni.

Una cosa va detta: il rapporto della commissione sull' 11 settembre non riesce a spiegare tutti i misteri, lascia delle zone d'ombra.
- il crollo dell'edificio 7, non spiegabile con l'incendio nelle Torri Gemelle. Una demolizione controllata? Da chi? Quando è stata pianificata?
- perchè ai newyorkesi è stato detto di tornare a lavoro dopo due giorni, quando l'aria era ancora nociva? Chi ha costretto la EPA (l’agenzia per la protezione ambientale) a mentire? Solo perchè bisognava aprire Wall Street?
- 8000 persone hanno fatto causa al governo, all’Agenzia per l’Ambiente, al sindaco di New York e al Dipartimento per la Salute di New York. Non lo sapevo prima di guardare questo video. I media non ne hanno parlato: troppo imbarazzante, per il governo degli Stati Uniti, ammettere che non avrebbe protetto i suoi cittadini?
- Come può un Boeing 757 abbattersi sul Pentagono e creare solo quel buco nel muro? E i resti? Perchè le riprese video del Pentagono sono state sequestrate (tutte), mentre le riprese che mostrano il secondo volo schiantarsi su una delle due torri, sono trasmesse e ritrasmesse fino alla nausea?

Ci sono dei risvolti della vicenda che, oggettivamente, fanno venire dei dubbi. Se il paese paladino della lotta alla libertà può permettersi di sacrificare qualche migliaio i vite umane per arrivare ad una nuova Perl Harbour, siamo veramente soli, senza speranze.

Ma forse sono tutte falsità, è stato Bin Laden da solo a organizzare tutto e i dirottatori, pur essendo dei piloti inesperti, sono riusciti (grazie a Dio?) a centrare in pieno le Twin Tower e il Pentagono. Gli sbuffi a fianco delle torii, quando crollano, sono l'effetto dell'aria compressa dai piani che si chiacciano.L'america, sotto attacco, ha fatto bene a difendersi, scatenando una guerra al terrore.
Ecco, questa è una verità meno angosciante.
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24 settembre 2006

Un decreto da record

Il decreto sule intercettazioni è stato approvato in tempo record. Come mai?

Più importante la privacy violata che le morti sul lavoro, i conflitti di interesse, le politiche energetiche, i morti per l'immigrazione sui barconi ...

Intanto la CdL alza lo scontro sulla questione Telecom, per l'interessamento di Prodi.
Come se Prodi volesse comprarsi la Telecom o venderla alle Coop ..

Bisognerebbe ricordare, ai politici del centrodestra, che l'Unione non ha rotto le palle all'epoca delle nomine in Rai (Petruccioli e Meocci), decise da Berlusconi.
Che la Gasparri è stata approvata in aula con l'assenza di alcuni politici dell'Unione (Mastella, Diliberto, Bertinotti, Pecoraro Scanio e Boselli).
Un minimo di riconoscenza!

Un dubbio sul decreto: sanziona chi detiene intercettazioni illegali (manco fossero sostanze stupefacenti) e chi le usa. Ma non fissa delle regole che blocchino le intercettazioni alla fonte: cioè come impedire che apparati dello stato si mettano a spiarci illecitamente? Possiamo fidarci, d'ora in avanti, della Telecom2?
E siamo sicuri che distruggere le intercettazioni sia l cosa più giusta?

Napoli e la camorra: il ruolo della politica

Nella puntata precedente di Annozero si è parlato di Napoli e della camorra. Come si è arrivati a questo punto? Che ruolo ha avuto (e ha tuttora) la politica?
L'analisi del giornalista Marco Travaglio, presente in studio, ha puntato il dito contro la politica del centrosinistra in Campania, oggi al suo punto più basso.
Ha cominciato col riportare gli effetti dell'indulto in questa regione:

- 2000 detenuti sono usciti, in Campania, su un totale di 7000
- su questi, 430 hanno commesso già un reato, appena usciti dal carcere (in un mese)
- i reati di mafia dovevano essere esclusi dalla legge: ma non lo sono stati i reati collaterali commessi dai mafiosi (come l'occultamento di cadavere ..): i mafiosi escono lo stesso allora
- se non ci fosse stato l'indulto, questo indulto fatto così, ci sarebbero 2 morti e 1 ferito in meno.

Bassolino: Chi governa la Campania? Bassolino, praticamente senza opposizione, visto che l'unica opposizione l'ha avuta da Mastella e De Mita. Il candidato del centrodestra è stato Bocchino, che è finito in parlamento.
Forza Italia è commissariata in regione e molti consiglieri del centrodestra sono poi passati dall'altra parte. Bassolino potrebbe essere rieletto per la terza volta, arrivando a governare la Campania per vent'anni. Se la continuità di un governo fosse indice di una buona politica, qui in Campania dovremmo avere il migliore governo regionale d'Italia.

In realtà la politica è al suo punto più basso e il centrosinistra (ma nemmeno il centrodestra) non ha alibi.
I voltagabbana:

La Campania è la regione dei voltagabbana e dei cambi di casacca.
Come De Simone, che ha iniziato dai comunisti italiani, per entrare in Forza Italia e finire poi in UDC.
Come De Gregorio: aveva iniziato con l'Avanti di De Michelis, poi in F.I, poi nella nuoca DC di Rotondi per approdare nell'Italia dei Valori. Ora è sul mercato.
Formisano: aveva iniziato nel PDS, poi è finito in Alleanza Democratica, poi nella Margherita per arrivare (anche lui) nell'Italia dei Valori.

I ricongiungimenti familiari:
E poi ci sono i parenti dei politici.
La moglie di Mastella, che è presidente del consiglio regionale.
Il cognato di Mastella, Giuditta, ora in Parlamento.
La moglie di Bassolino, Anna Maria Carloni, eletta senatrice.
Il fratello di Pecoraro Scanio, Marco, ex calciatore, ora in Parlamento.

Le commissioni:
Non solo ci sono i ricongiungimenti familiari tra politici nazionali, ma c'è anche il problema delle troppe commissioni, che non si sa cosa facciano e non si sa dove metterle.C'è una commissione per il mare e una per il Mediterraneo. Quale è la differenza?

La politica in provincia:
Com'è la politica nelle province?
A Caserta governava il centrodestra: i due candidati alle primarie del centrosinistra erano Alois (Margherita) e un indipendente, Pettenuti. Vinse le primarie Pettenuti, ma i partiti imposero Alois e annullarono le primarie: dovette intervenire Prodi. Finì che si candidarono tutti e due: ma finì bene, vinse lo stesso Pettenuti. Nonostante il centrosinistra.

A Salerno il sindaco è De Luca (senatore dei DS): il candidato ufficiale era uno della Margherita. Ma De Luca ha vinto lo stesso. È il sindaco che ha distrinuito i manganelli alle forze dell'ordine: è una persona che ama l'ordine; d'altronde è stato già eletto nel centrodestra. È sia parlamentare che sindaco: perchè se ti eleggono prima parlamentare, poi sindaco, puoi fare tutte e due le cose.
Dulcis in fundo, De Luca è indagato per concussione, falso, truffa e associazione a delinquere. Poteva aspettare il termine delle indagine e poi candidarsi. Ma evidentemente la questione morale è un argomento che non fa presa su di lui.

E poi c'è Bassolino: ha appena ricevuto un avviso di chiusura delle indagini da parte della magistratura per lo scandalo rifiuti. Appalti pilotati, finiti alla ditta Impregilo. Quella del ponte e della mafia (ma è un caso).
In Campania ci sono 27 consigli comunali sciolti per mafia (per lo più in mano al centrosinistra).13 su 90 eletti in Campania hanno dei guai con la giustizia. 2 sono stati condannati.

Travaglio ha concluso la sua impietosa analisi della politica con le microstorie di Alfredo Vito e Pomicino.

Alfredo Vito è mister 100000 preferenze. Prendeva il 2% su ogni appalto dagli imprenditori. È andato al patteggiamento, dove ha giurato che non sarebbe entrato più in politica. Ora è in Forza Italia.

Pomicino: di lui si ricorda un aneddoto utile a capire la persona. Dovendosi operare al cuore a Houston, fece un voto alla Madonna di Pompei. Se tutto fosse andato bene, avrebbe dato 100 milioni ad un prete di città.
Una volta tornato a casa, costrinse un altro imprenditore a versare lui i 100 milioni ad un prete. Il giudice ha scritto “volle far beneficenza con i soldi degli altri”.
Oggi forse va nel centrosinistra.

Si dice che i panni sporchi si lavano in famiglia: forse per questo, dopo la puntata di Annozero nessun politico della sinistra abbia alzato la voce (come accaduto per la puntata su Milano). Silenzio. Le notizie sui comuni sciolti, su De Luca, su Bassolino non sono di ieri.
Questo dovrebbe far riflettere noi elettori sulle qualità morali di chi ci rappresenta. Almeno la Lega si incazza.
Comunque, se si deve far silenzio attorno alla situazione in Campania, che almeno i panni si lavino.
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22 settembre 2006

Accordo Casa Bianca - Senato su antiterrorismo

Raggiunto l'accordo tra la Casa Bianca e i repubblicani sulla legge antiterrorismo (qui la notizia sul Times). L'accordo non viola lo spirito della Convenzione di Ginevra (il che avrebbe esposto a rischio i soldati americani in missione), ma permetterebbe agli agenti della CIA di portare avanti i loro interrogatori.
Viene bandito il concetto di "trattamento umiliante e gli oltraggi alla dignità personale", ma ai detenuti in alcuni casi, sarebbe concesso vedere le informazioni classificate contro di loro.

Ma l'accordo dà esplicitamente al presidente "l'autorità per gli Stati Uniti di interpretare il significato e l'applicazione delle convenzioni di Ginevra." Staremo a vedere.

Il trattamento dei detenuti aveva spaccato il senato, in mano ai repubblicani e attirato molte critiche a Bush, tra cui l'ex presidente Clinton, in un intervista alla radio.

Berlusconi e Telecom

Berlusconi, circa il suo interessamento a Telecom:
"Non compro aziende piene di debiti"

E in effetti per appianare i suoi, di debiti, dovette diventare presidente del consiglio, nel 1994, e poi entrare in borsa nel 1996, grazie all'inciucio.

L'ultimatum di Vespa

Vespa: se mi tolgono una serata lascio ... magari !!!!
Sarebbe il primo martire della televisione per il centrodestra ...

Annozero: Napoli e la camorra

Difficile fare una puntata su Napoli e riuscire a non imbattersi nei soliti luoghi comuni:
  • "Non tutti i napoletani sono camorristi"
  • "A Napoli c'è anche tanta brava gente"
  • "Manca l'intervento dello stato"
  • "A Napoli non si trova lavoro"
Forse qualcosa di vero nei clichè si trova, ma la trasmissione di ieri di Santoro ha fatto il punto su cosa rappresenta, per Napoli e per i napoletani, la camorra.
A partire dai numeri:
  • il 47% dei napoletani è stato vittima di reati di camorra
  • negli ultimi 10 anni ci sono stai 813 omicidi di camorra
  • la percentuale dei disoccupati è in Italia al 7%, a Napoli è al 17%
Pasolini paragonava Napoli a una tribù in estinzione: ma in realtà la tribù dei camorristi è in forte espansione. Forte dell'attrazione dei facili guadagni del mercato della droga, del fatto he molti giovani non sono più disposti a fare sacrifici per 1000 euro al mese (quando arrivano), dopo tutto quello che si vede in televisione.
Si dice che basterebbe dare un lavoro ai napoletani ... ma dopo che sai quanto puoi guadagnare con lo spaccio, dare un lavoro non basta.
A Napoli è facile entrare nella camorra: la separazione tra piccola delinquenza e camorra è labile. Ci vuole poco a passare da una parte all'altra. Ed è altrettanto facile crearsi un gruppo: lo chiamano "o 'sistema": una volta si diceva "la famiglia", oggi si chiama "o 'sistema", perchè è facile fare un sistema e mettersi in concorrenza con le grandi famiglie. E spararsi per le strade.

In studio le testimonianze di chi la camorra la vive o l'ha vissuta sulla propria pelle.
Come la moglie di Giuseppe Riccio, ucciso per difendere il padrone della pizzeria dove lavorava da un'aggressione.
Un eroe, anche se pizzaiolo, uno che non ha voluto farsi i fatti suoi, guardare dall'altra parte.
Ma non per la moglie:
"mio marito è morto .. vorrei dirgli che ha lasciato una moglie e un bambino ... ".

Perchè è facile dire che bisogna ribellarsi, ma quando ti trovi da solo contro un sistema omertoso, camorristico, è la tua pelle che rischi.
Un'altra testimonianza importante è stata quella di Silvana Fucito, vittima del racket, cui la camorra ha incendiato lo stabile dove viveva. Dopo di cui ha deciso di denunciare le persone che le chiedevano il pizzo: lei si è rivolta all'associazione di Tano Grasso.
Per il suo coraggio è stata inserita dal Times, assieme a Beppe Grillo, nei 37 europei dell'anno.
Diceva: "Napoli non si salva da sola. Ci servono i napoletani. Proprio perchè ci siamo fatti i fatti nostri, siamo in questa situazione. Dobbiamo stare assieme, riunirci in associazioni".

Ma la trasmissione ha mostrato anche le persone dall'altra parte della barricata: come Gianni, uscito con l'indulto dalla prigione, o come il fratello di Pippotto, accusato dell'omicidio di un edicolante il 4 settembre scorso.
Quello che mi colpito, dalle loro parole, è stata la "normalità" della delinquenza: per loro era naturale fare rapine per trovare i soldi per la famiglia. E' una scelta, quella della criminalità: nessuno ti obbliga, il lavoro, volendo, lo trovi. Magari in nero, magari emigrando. Ma chi cresce nei quartieri e vede il boss che passa con la moto, si abitua a "quella" normalità.

I servizi di Paolo Mondani, Roberta Zunini e Laura Mambelli, sulla vita nei quartieri, sulle mogli dei carcerati, sugli spacciatori a Scampia e sulle ditte di lavoro nero, erano realistici.
La realtà a Napoli è che la camorra, come la mafia in Sicilia, potrà essere sconfitta solo quando si sostituirà la sua sottocultura, che si fonda sul miraggio dei soldi, sulla paura, sull'omertà, con la cultura del rispetto delle regole, del lavoro onesto.
Certo lo Stato deve fare la sua parte, dando protezione, combattendo il lavoro nero e la criminalità. Ma la vera battaglia deve partire dal basso.
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21 settembre 2006

Ragionevoli dubbi di Gianrico Carofiglio

Torna l'avvocato Guido Guerrieri, del foro di Bari, difensore delle cause che sembrano perse in partenza e che nessuno vorrebbe accollarsi. Ma saranno proprio i suoi "ragionevoli dubbi" che faranno incrinare il giudizio di colpevolezza della corte nei confronti del suo assistito.
Il suo cliente è quel Fabio Paolicelli detto Rayban, incubo della sua adolescenza: picchiatore fascista (chiamato Rayban proprio per quegli occhiali che non lasciava mai), che incrociò quella del giovane Guerrieri 20 anni fa ...
e ora che Rayban si trova in carcere con l'accusa di essere trafficante di droga, Guido avrebbe la possibilità di scaricarlo e di vendicarsi così di quegli schiaffi presi tanti anni prima, per un Eskimo non tolto.

Ma sappiamo che Guido ha anche una coscienza professionale, sa che non può lasciarsi trasportare troppo dai sentimenti; sebbene, sulla sua decisione di accettare la difesa di Paolicelli, pesi una certa attrazione con la moglie del cliente.
Paolicelli è stato già condannato in primo grado, ha contro delle prove schiaccianti: ma si proclama innocente e dice di essere stato incastrato dal suo avvocato, Macrì, che lo ha difeso in primo grado.
Per difenderlo Guerrieri non esita ad infrangere una delle regole non scritte del mestiere di avvocato: quella che non bisogna mai citare un tribunale un altro collega, rischiando di farlo incriminare. Ma Guerrieri non è un avvocato abituato a seguire le regole comuni.

Carofiglio mescola, secondo il suo stile, le vicende professionali del protagonista (la sua appassionata difesa) con quelle personali: Guerrieri non è un vincente, non è uno capace di saltare sul carro dei vincitori e nemmeno uno "che sa stare al mondo".
Sta vivendo un altro momento difficile della propria vita, dal punto di vista sentimentale: abbandonato dalla sua fidanzata Margherita, subisce l'attrazione (ricambiata) di Natsu, la moglie giapponese della persone che dovrebbe difendere. Un vero casino.
Si intrecciano il desiderio di paternità, il rimpianto di non essere stato in grado di costruirsi una famiglia: Guerrieri vede in Natsu e Midori, la famiglia che avrebbe sempre voluto avere.

Anche dal punto di vista professionale, Guerrieri deve fare i conti con un ambiente, quello giudiziario di avvocati, poliziotti, magistrati e giudici, nel quale la stanchezza e la frustrazione di non riuscire a fare il proprio dovere, fanno spesso dimenticare la deontologia professionale.
Potrebbe accettare una mazzetta e accordarsi con chi ha incastrato il suo assistito: ma, niente a fare, quando uno è onesto ... anche a rischio di mettere a rischio la propria vita, andrà fino in fondo.

Un libro scorrevole, con una trama interessante nello svelare alcuni meccanismi usati dai trafficanti di droga e dalla mafia, che mostra come funziona il sistema processuale e dell’inchiesta giudiziaria.
Con un protagonista molto "umano" e reale (nei pregi e soprattutto nei difetti), che usa l'autoironia come arma per rendere meno amare le sue vicissitudini personali.

Chi ha detto che i legal thriller sono solo americani?

Compra il libro su ibs
Qui trovate gli altri libri di Carofiglio su ibs.

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I guadagni degli onorevoli

Ci aveva provato la trasmissione Report, a capire lo stipendio di un onorevole italiano.
Invece se vogliamo sapere quanto guadagna chi lavora al congresso americano, basta andare qui.

Intercettopoli: molto rumore per nulla?

La cupola delle intercettazioni crolla ... dopo l'arresto di Mancini, tocca a Tavaroli e Cipriani.
E ora bisogna si potrebbe mettere assieme le fila del discorso:

Vicende molto simili, di spionaggio e ricatto, degne di un libro di Forsyth. Peccato ... sarebbe un bel libro.
Come finirà la vicenda? Nel dimenticatoio, come sempre? Stiamo assistendo ai soliti titoli a piena pagina, per saziare la curiosità scandalistica degli italiani?
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20 settembre 2006

Report: Confronting the evidence

Puntata speciale di Report dedicata all'11 settembre. Verrà trasmesso il filmato prodotto nel 2004 da Jimmy Walter, un miliardario che ha investito 7 milioni di dollari di tasca propria per chiedere la riapertura della Commissione.

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La liberalizzazione del mercato del lavoro

La regione Lombardia ha approvato il progetto di legge sul mercato del lavoro: questo mette sullo stesso piano gli operatori pubblici e privati per la ricerca del lavoro.
Per aumentare le possibilità dei lombardi di trovare lavoro, dicono in regione.
L'aspetto positivo è la possibilità per i lavoratori atipici di accendere mutui grazie alla garanzia di un fondo regionale.

Quello negativo è che, come per la sanità, fondi pubblici sono dirottati sui privati e ciò potrebbe andare a scapito del servizio pubblico, cioè gli uffici di collocamento.

Se tutto ciò andrà a beneficio dei disoccupati, di quello in cerca di un primo lavoro, dei neolaureati, è presto dirlo. Sperando che, magari, la qualità, del servizio offerto, sia migliore ... perchè se devono procacciare sempre e solo contratti a scadenza, tanto vale.

19 settembre 2006

La fiction sulle banlieue

La rivolta delle banlieue diventa fiction tv.
In televisione si vedranno allora i poliziotti rincorrere i giovani delle banlieues, che muoiono cercando rifugio dentro una cabina elettrica.

E in Italia? A quando una fiction sul G8 di Genova? Sui pestaggi della polizia? su Bolzaneto? Sulla morte di Carlo Giuliani?

Il Pendolarinfermo de Le Nord

Una carrellata dei ritardi settembrini
- 11 settembre: non serve Al Qaeda per gettare nel panico i pendolari. Basta un treno bloccato a Cesano. Il mio treno è arrivato alle 10 a Milano (anzichè le 8:25)

- 14 settembre: solo 20 minuti di ritardo ...

- 19 settembre:Altro giro, altro ritardo ... E ancora non sono iniziati i corsi universitari.

Intanto, leggendo qua e la, si scopre che la regione ha stanziato Trecento milioni di euro destinati all'acquisto di nuovi treni per il Servizio Ferroviario.
Per il momento si parla solo di Malpensa e Saronno.
Si ricorderanno che esistiamo anche noi, pendolari della linea Asso Milano?
Technorati:

Dalla Cina con stupore

Lo stupore è nel sentire certe parole ad un leader molto di centro ma anche di sinistra. Prodi ha chiesto la fine all'embargo europeo sulla vendita di armi alla Cina.
E' vero che la Cina può sempre rifornirsi da altri paesi e che l'embargo (che fu introdotto ai tempi della repressione nel sangue dei movimenti che nel 1989 chiedevano libertà) "serve solo ad irritare il governo cinese, che lo considera alla stregua di una 'discriminazione'.",
ma pur di vendere qualche Beretta in più dobbiamo chuidere gli occhi di fronte a tutto?

Tanto più che sulla questione dei diritti civili il nostro governo non ha posto diktat a quello cinese:
"Quello dei diritti umani, civili, religiosi e la libertà di stampa sono temi per i quali l’opinione pubblica italiana nutre una particolare sensibilità. Resta fondamentale affrontare la questione dell’embargo alla vendita di armi: occorre continuare a lavorare con i nostri principali partner per giungere all’abolizione dell’embargo".

Tutto qui?

Ancora più stupore per la risposta data dalla Bonino a chi le rinfacciava la sua presenza, come ministro ministro per il Commercio internazionale e come radicale:
«la democrazia si sostiene appoggiando coloro che la chiedono all’interno dei Paesi».
Siccome il governo cinese considera gli oppositori come dei criminali, la Bonino va a far visita al governo di Pechino, sostenendo chi lo combatte?
Geniale.
L'idea del cavallo di Troia.

18 settembre 2006

Quelle benedette parole

Abbiamo un problema: qualsiasi parole che suona un qualche modo offensiva per la religione islamica diventa fonte di attrito.
E non si può dire che il papa Benedetto le abbia scelte a caso quelle parole, lui che è studioso di teologia.
E non si può nemmeno pretendere, per quelle parole, che il papa chieda scusa:
"La guerra santa è agire contro Dio", ossia che la conversione imposta tramite la violenza sia in realtà contro il volere di Dio.

Quelle sono parole non contro l'islam, ma contro una parte che non concepisce il dialogo, il confronto, il rispetto del doverso, dell'altro.Contro questa parte del mondo islamico, che intende usare la loro visione religiosa come strumento di controllo delle masse, non possiamo cedere. Non possiamo farci prendere dal politicamente corretto su questioni come il burqa, i diritti delle donne, il divorzio, una visione della sessualità non come peccato.

L'islam della sharia, della jihad non è integrabile nella nostra società, nella nostra cultura, a meno di non voler creare, nelle nostre città, dei ghetti, delle aree dove le donne devono girare in burqa, dove non sono esposte immagini di pubblicità ..... rischiando poi noi di diventare ghettizzati.
Non possiamo e non dobbiamo tornare indietro ai tempi del medioevo: eppure, dai toni delle minaccie che Al Qaeda e soci stanno lanciando, sembra di tornare ai tempi delle crociate, delle guerre religiose ..

Se da una parte non dobbiamo alzare il livello dello scontro con parole offensive, non debbiamo nemmeno per questo evitare di pronunciarle del tutto, queste parole. Di condanna dell'estremismo religioso.
Perchè qui non stiamo parlando di scontro di civiltà e di culture: la cultura è un mezzo col quale dialogare, col quale capire il diverso.
Non dimentichiamoci che è grazie alla cultura araba che abbiamo i nostri numeri, la filosofia aristotelica, Avicenna e Averroè.
Non possiamo sprofondare da Aristotele a Bin Laden.

Questione immigrati: il modello canadese

Il Canada ha affrontato la questione immigrati nella seguete maniera: un test di ingresso per classificare (e scemare) i candidati ad entrare in Canada, per lavoro.
Un test a punteggi che stabilisce dunque chi entra e chi no, basato sui seguenti criteri: istruzione, conoscenza della lingua, precedente esperienza lavorativa, età, possesso di una rischiesta di assunzione e affidalibilità del richiedente (che è un criterio un pò generico per metterci criteri "particolari").

Bisogna ottenere almeno 67 punti su 100 (in passato la soglia era a 75).
Qui l'intervista a Marco Martiniello, dell'Università di Liegi, uno dei maggiori esperti europei di fenomeni migratori.
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17 settembre 2006

La Telecommedia

Segnalo l'articolo de L'Espresso di Vittorio Malagutti sul caso Telecom:
"Debiti alle stelle. Utili in calo. A cinque anni dal suo ingresso in Telecom, il patron della Pirelli cerca una via d'uscita. Tra vendita dei telefonini e scorporo della rete"


Piange il telefono, si direbbe. E ci credo, con un debito di 41 miliardi di euro (che è l'unica certezza sulla vicenda), c'è poco da ridere.

Le menzogne sul nucleare

Anche per giustificare la guerra in Iraq si erano creato il clima di paura, con le menzogne sulle Armi di distruzione di massa.
E oggi che in Iraq si sta scatennando la guerra civile ma il suo petrolio è sotto controllo, non vorrei che altre menzogne servissero a creare un clima di preparazione alla guerra contro l'Iran.

Paolo Maccioni ha tradotto un articolo del Guardian che parla delle menzogne del rapporto del Congresso USA sulle potenzialità nucleari dell'Iran.

Il profumo di Patrick Süskind

Jean-Baptiste Grenouille nasce a Parigi, nel 1783. Senza genitori, cresce in un orfanatrofio, senza l'amore o l'affetto di nessuno. Anzi, suscita un sentimento di timore, quasi paura perchè, a differenza delgi altri bambini, Grenouille non possiede odore. Come è possibile giudicare, accettare una persona che non ha un suo odore?
Ma possiede un dono particolare questo ragazzo, un po' basso, né bello né brutto, né grasso né magro: la capacità di sentire e di sintetizzare gli odori. Crescerà allora, vivendo con lo scopo della ricerca del profumo perfetto, quello che lo farà amare da tutti gli uomini.

Grenouille abbandona Parigi, dopo aver fatto il garzone presso un profumiere, per muoversi presso Grasse, la città dei profumieri. Sarà un viaggio che compirà da solo, tenendosi alla lontana da tutti gli uomini, alienandosi come un'asceta su una montagna, per sette anni, alla ricerca della rivelazione.

Arrivato a Grasse, porrà in atto i suoi desideri: il raggiungimento dell'odore perfetto, per la cui composizione non esita a procacciarsi anche ingredienti umani ... grazie i quali le persone non potranno non amarlo a forza.

La prima parte del libro vive sul contrasto tra il mondo dei profumi (la loro preparazione, le piante e le altre essenze da cui ricavarli) e questo strano personaggio. Un anima senza anima, in realtà un animo crudele che lavora per uno scopo apparentemente gentile e nobile.
Ma Grenouille non cerca la propria gloria o l'ammirazione degli altri: non si sente un novello “prometeo” come lui stesso ammette: gli altri non mi amano, perché non ho odore, perché risulto loro indifferente? E allora la loro indifferenza e odio (che l'ha circondato dalla sua nascita) sarà riversato verso il resto del mondo.

Dal libro emerge una crudeltà, una violenza raccontata però con tocco leggero. Come se fosse una violenza necessaria allo scopo “superiore” del profumiere. Dal suo punto di vista, che valore può avere una vita umana? Tutto ciò che lo circonda è solo un potenziale ingrediente del suo capolavoro. Uccidere, per procacciarsi l'odore femminile di una vergine, è dunque un atto necessario. Uccide per entrare in possesso del loro profumo: Jean Baptiste non è spinto da libido o perversione. Vuole solo realizzare il suo progetto.

Sorprendente e irreale questo libro (come il suo protagonista): proprio perché tutta la storia è raccontata dal suo punto di vista. Che è quello di una persona solitaria: non riconosce nessuna legge (propria del vivere civile) né autorità superiore. Nemmeno Dio, poiché lui è Dio di se stesso, avendo il potere di suscitare l'amore degli uomini. A suo modo, Jean Baptiste è un eroe: proprio perchè vive in un suo mondo chiuso di odori e profumi, si trova al di là del bene e del male.
Un mostro asessuale, chiuso nel suo “autismo”, senza odore.


Arrivati al termine della lettura rimane il dubbio di aver veramente compreso il messaggio che ci ha voluto lasciare l'autore. Sarà il tema della solitudine? L'ossessione di essere accettati dagli altri? E la ricerca dell'odore vuole allora significare in realtà la ricerca della propria identità? Oppure la ricerca della felicità, di cui non ha mai goduto?
O forse, il vero messaggio riguarda la possibilità da parte del genio malvagio di essere in grado di sedurre a proprio piacimento le folle (leggetevi con molta attenzione il finale e ditemi a chi vi fa pensare)?
Confesso di non averlo capito fino in fondo, occorrerà che io lasci sedimentare le impressioni della lettura ancora un pò.
Il regista Tom Tikwer ha tratto un film da questo libro di Patrick Suskind, “Profumo, storia di un assassino” (qui un anteprima), con l'attore Ben Whishaw nel ruolo di Grenouille e Dustin Hoffman in quello del profumiere Baldini. Il film ha incassato un milione di euro il primo giorno, in Germania.
Ci sono le premesse perchè sia il probabile caso cinematografico dell'autunno.

I link su bol e ibs
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15 settembre 2006

Morta la Fallaci

La Fallaci arriva in cielo e si trova davanti Budda.
"Cavolo, Bettino! Non sapevo avessi fatto carriera!"

La battuta, politicamente scorretta, ne convengo, è di Benigni, e parlava della sua dipartita.
Se volete prendetevela con lui.

Anno Zero: gli immigrati a Milano

La televisione riparte dall'Anno Zero di Santoro.
Con una puntata dedicata alla violenza di Milano e agli immigrati.

Siamo ancora abituati alla televisione d'inchiesta?
A vedere con i nostri occhi le condizioni di vita in certi quartieri di Milano: come Rogoredo, dove si confrontano le nuove costruzioni d'avanguardia con le case delle "White".
I palazzoni popolari costruiti con l'amianto, dove ragazzi come Oscar sono costretti a farsi giustizia da soli contro gli immigrati violenti.
Mentre altri immigrati sono costretti a lavorare, in nero, senza permesso, per 10 12 ore al giorno, sotto il ricatto della lettera di licenziamento, firmata in bianco.

A sentire con le nostre orecchie le condizioni degli immigrati, raccontate dalla voce di Fabrizio Gatti: le violenze dei CPT, lo sfruttamento dei raccoglitori di pomodoro in Puglia ("i frutti dell'ipocrisia").

Santoro ha parlato poi dei cinesi di via Sarpi, che nessuno vuole, mentre ci sono alcuni imprenditori italiani che con i cinesi hanno fatto la loro fortuna: Matteo Cambi (creatore del marchio Guru, jeans prodotti in Cina), Paolo Berlusconi (che importa anche lui prodotti dalla Cina).
Eppure quanto ci danno fastidio i cinesi, quando fanno affari a casa nostra ....

Da quanto tempo aspettavo di vedere Travaglio, a briglie sciolte, parlare in prima serata sulla Rai. Sull'indulto e sui suoi benefici effetti. Benefici per chi esce: come per es. il caso di Madame Gennet, la regina del traffico degli schiavi, uscita dopo tre anni grazie all'indulto. Dare dello sporco negro è un reato che non gode dei benefici dell'indulto: sparargli e ammazzarlo sì.

A metà trasmissione è arrivato anche Bertinotti, che intervistato dalla giornalista Rula Jebrael e commentando il servizio sulla violenza agli immigrati ha detto che si tratta di una nuova faccia del capitalismo «che può disvelare questa violenza» a causa della modificazione progressiva della legislazione sia per l'immigrazione che per il lavoro.

Siamo pronti a tutta questa forte dose di realtà?
Siamo pronti a vedere lo sporco sotto il tappeto del mondo in cui viviamo?
Non credo.

Molto più rassicurante un bel reality in prima serata.

P.S: appena iniziata, la trasmissione, già scoppiate le polemiche.
Matteo Salvini: "Una vergogna - ha tuonato - il sindaco di Milano Letizia Moratti acquisisca la cassetta e chieda alla Rai i danni per la città dipinta come il Bronx".
Ma non erano anche loro contro gli immigrati?
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14 settembre 2006

Il lusso della casa

Una volta si usava l'espressione "casa e lavoro".
Chi lavorava molto passava la propria vita tra il lavoro e la propria casa.
Nessuno svago o divertimento.

Oggi bisognerebbe aggiungere una postilla.
Se una volta col lavoro potevi acquistare/costruire una casa, oggi no.
Se una volta con lo stipendio che prendevi potevi permetterti di vivere pagando l'affitto per la tua casa.
Oggi lavori per pagare l'affitto, o per pagare le rate del mutuo.
Si dovrebbe dire allora "lavoro per la casa".

E i soldi per la famiglia? E per i tuoi sogni?
Niente: tutto assorbito da questa macchina ingoia-vite.
Le nostre vite e i nostri soldi.
Fino a quando continuerà la speculazione del mattone, si chiede oggi Grillo?
Case tassate per costruire nuove case, mentre altre case, vecchie o abbandonate, vengono lasciate crollare, abbandonate a se stesse.
Perchè il governo non si impegna a promuore le ristrutturazioni di strutture già esistenti (magari secondo i nuovo criteri eco-compatibili), piuttosto che facilitare la costruzione di altre nuove?

Sabbia nella mano


Stringo la mano per cercare di afferrarti
e mi sembra di perderti
Giorno dopo giorno
minuto dopo minuto
Un gioco al massacro
Vedo scorrerti via
come sabbia che scorre
nel palmo della mano

Le mani sulla telecom

"Rumors in circolazione negli ambienti finanziari riferiscono che TIM sarebbe appetibile per operatori come Telefonica, Deutsche Telekom, France Telecom e per gruppi di private equity come Apax e Permira, tra i quali fa capolino anche Carlyle Group, il cui managing director Marco De Benedetti è stato, fino allo scorso anno, amministratore delegato di TIM." (punto-informatico)

Ricorda un pò la storia raccontata nel libro di Giuseppe Genna "L'anno luce", che racconta delle trame oscure dietro l'acquisizione di un telecom italiana da parte di una telecom inglese di importante azienda di telecomunicazioni italiana.

Chi c'è dietro Tronchetti? Perchè un manager che ha affossato un'azienda (monopolista) italiana è ancora lì al suo posto? Perchè in Italia i manager incompetenti (come Elio Catania alle FS) non vengono presi a calci nel sedere, ma passano allegramente da un'azienda all'altra.

Possiamo ancora fidarci dei manager italiani?

13 settembre 2006

La televisione dei reality

Settimana prossima reality come piovesse ...

  • Domenica: su Rai2 Wild West, con Alba Parietti
  • Lunedì: Rai2 L'isola dei famosi con Simona Ventura alle 23:40 (dove vediamo come vengono impiegati i soldi del nostro canone); su Canale 5 Reality Circus con Barbara D'Urso
  • Martedì: su Italia1, La pupa e il secchione hot alle 23:35 (cosa vorrà dire hot?)
  • Mercoledì: su Rai2, l'Isola dei famosi
  • Giovedì: su Italia 1 La pupa e il secchione
  • Venerdì: su Rai2, Wild West
  • Sabato: pausa

Che dire ancora su tutti questi reality?
L'unica è citare Battiato quando disse
"preferisco guardare una persona inteligente in televisione e sentirmi io un cretino,
che guardare un cretino e sentirmi intelligente
".

Siamo la coppia più bella del mondo

Mai visti due politici andare così d'amore e d'accordo, come la coppia Casini e D'Alema ieri da Floris.
Floris non riesce a farli litigare: nemmeno sulla guerra in Iraq, sulla quale Casini ammette che «sono stati commessi molti errori».
«si sta aprendo una nuova fase», cioè si sta incrinando l'unilateralismo mentre rinasce un nuovo rapporto tra Europa e Usa. Quindi, insiste Casini: «È un obbligo morale e politico votare sì in Parlamento alla missione in Libano».

Ad Arcore a qualcuno sarà venuto un coccolone.

Casini e D'Alema era nello studio di Ballarò per la presentazione del film/documentario "Fahrenheit 9\11" di Micheal Moore.
Chissà se chi l'ha visto è ancora dell'idea che Bush sia il salvatore dell'occidente. Qualche fesso si trova ancora , forse .....
Link: il sito di Michael Moore, il sito del film, imdb, ibs
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L'imputato che non c'è

Dura la requisitoria del procuratore Spataro, a Milano ieri, nell'aula della prima corte d'assise di Milano.
"Ci scandalizzano le posizioni di chi sostiene che siamo uno stato di guerra e in base a questo afferma che per questioni di sicurezza si puo' spostare il limite dello Stato di diritto".

Il riferimento era relativo al caso Abu Omar che, se non fosse stato rapito in barba alla nostre leggi, ora sarebbe davati a questa corte.
E' l'imputato che non c'è.
E sarebbe stato giudicato come terrorista, nonostante le precedenti sentenze assolutorie.Perchè non importa se le persone che recluti vanno ad immolarsi all'estero. Sempre terroristi sono.
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12 settembre 2006

Good Night, and Good Luck di George Clooney

La storia di una battaglia: quella portata avanti dal conduttore televisivo Edward R. Murrow (David Strathairn) della CBS, contro la crociata anticomunista portata avanti dal senatore repubblicano del Wisconsin, McCarthy.

Crociata che fece perno sulla paura dell'infiltrazione dei comunisti, nelle strutture del governo americano e dell'esercito, negli anni successivi alla seconda guerra mondiale.
Siamo nel 1953: un tenente dell'aviazione, Milo Radulovich viene radiato senza nessun processo, sospetatto di attività antiamericane. Murrow decide di divulgare la notizia nella sua trasmissione “See it now”, anche contro il parere dei vertici dell'esercito e del network, che temono una ricaduta negativa degli investimenti pubblicitari.

Ma il giornalista, il suo collaboratore Fred Friendly (George Clooney) e tutta la sua redazione, si dimostrano uniti nella battaglia e iniziano una serei di trasmissioni che mettono in luce gli aspetti controversi dell'attività del Comitato per le attività antiamericane.

Finire sulla lista "nera" significava perdere il lavoro, essere ridotti al lastrico, perfino la morte (come nel caso dei coniugi Rosemberg): molti giornalisti avevano paura di parlare contro la crociata di McCarthy.
Ma non Murrow: puntata dopo puntata risponde alle accuse che (mandate tramite videocassette) McCarthy gli rivolge, rivolgendosi agli americani ed esortandoli a non vivere nel timore. Ogni suo monologo si conclude con la celebre frase "Buona notte, e buona fortuna".

Film molto poco "cinematografico": girato (in bianco e nero) quasi interamente negli studi della CBS, si respira l'aria di una redazione.
Giornalisti affiatati che lavorano fianco a fianco, il fumo delle sigarette e il battito delle macchine da scrivere.
Il cuore del film è il rispetto per il proprio mestiere e per le sue ragioni: il giornalista, che non deve avere paura di difendere anche cause impopolari.
Passione mostrata dallo sguardo leggermente cupo di Murrow, che la cinepresa va a ricercare.

Questo il testo di un suo discorso alla televisione:
No one familiar with the history of his country, can deny that congressional committees are useful. It is necessary to investigate before legislating. But the line between investigating and persecuting is a very fine one, and the Junior Senator from Wisconsin has stepped over it repeatedly. His primary achievement has been confusing the public mind as between the internal and the external threats of communism. We must not confuse dissent from disloyalty. We must remember always, that accusation is not proof, and that conviction depends upon evidence and due process of law. We will not walk in fear, one of another, we will not be driven by fear into an age of unreason. If we dig deep into our history and our doctrine, we will remember we are not descendant from fearful men. Not from men who dared to write, to speak, to associate, and to defend causes that were for the moment unpopular. This is no time for men who oppose Sen. McCarthy's methods to keep silent or for those who approve. We can deny our heritage and our history but we cannot escape responsibility for the result. There is no way for a citizen of the republic to abdicate his responsibilities. As a nation we have come into our full inheritance at a tender age. We proclaim ourselves as indeed we are, the defenders of freedom where ever it still exists in the world. But we cannot defend freedom abroad by deserting it at home. The actions of the Junior Senator from Wisconsin have caused alarm and dismay amongst our allies abroad and given considerable comfort to our enemies. And who's fault is that? Not really his, he didn't create this situation of fear he merely exploited it, and rather successfully. Cassius was right, the fault dear Brutus is not in our stars, but in ourselves. Good night, and good luck.

I link su bol, ibs e imdb
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