09 ottobre 2006

Un brindisi col maresciallo Binda: Piero Colaprico

Piero Colaprico, assieme a Max Paleari, un giovane ex partigiano di 95 anni, hanno ricordato gli anni della lotta partigiana in Brianza e la persona di Gianluca Puecher.
Puecher è al centro della storia raccontata nell'ultimo libro di Colaprico "La quinta stagione", con protagonista l'ex maresciallo Binda, presentato ieri a Monticello presso la rassegna "La passione per il delitto".

La Milano con le forze repubblichine, il periodi in Svizzera, gli americani e i servizi informazioni dei partigiani ... tutto raccontato da questo giovane vecchietto, che ricordava come fosse ieri, avvenimenti capitati 60 anni fa. Come la cattura di un camion di SS da cui recuperarono (lui e il suo gruppo) mitragliatori, munizioni e una cassa di birra.

Puecher era un vero partigiano combattente "fucilato ventenne il 21 dicembre 1943 a Erba" recita la sua targa in via Broletto. Non aveva capito che non era ancora il tempo di sparare. Bisognava organizzarsi prima. Ad Erba la resistenza è esistita: nessuno però che sia sia azzardato ad alzare il bastone sui tedeschi. Le SS erano presenti con un presidio a Erba e a Canzo, ma si accontentavano di far funzionare le officine che lavoravano per la Germania. E gli erbesi accettavano questo quieto vivere.

Dopo Paleari, Colaprico, ha parlato del suo personaggio: un uomo che sta dalla parte della legge, apolitico. In Italia si ddice che il giallo non è funzionale solo perchè non esiste il concetto di bene o male. E' vero però che nei miei libri è ben chiara la demarcazione tra onestà e disonestà.
La vecchia criminalità (quella die Vallanzasca) ci teneva a farsi riconoscere come criminale (pellicce, belle auto, gioielli): era tutto alla luce del sole.
La stagione del pentitismo ha prodotto una nuova tipologia di criminali: dei manager con la pistola dentro la ventiquatt'ore (come nel caso dell'omicidio di Brescia). Sono dei criminali mimetizzati.
Accanto a questo cìè ancora una generazione di criminali fantasmi: vivono nelle periferie dismesse, si trovano nei chioschi volanti e lì fanno affari. Donne e droga.
Questa Milano, ho scritto nel libro, è spaventosa: nei 70 c'era una certa riconoscibilità. Sceglievi tu se entrare o meno in quella bisca, se metterti in casa, come guardiano, dei criminali mafiosi (come Berlusconi on Mangano). Questa riconoscibilità è finita: l'apparenza inganna.

Ma oggi se fai l'incontro sbagliato non hai possibilità di trattativa: il criminale aarriva oggi da una guerra etnica e quando è qui ci considera come un nemico. Quando ti entra in casa, ad es. alla prima reazione spara.
Questa è la nostra realtà, spaventosa, che nel libro viene raccontata con gli occhi di una persona vecchia.
Questi nuovi criminali spesso arrivano dall'esercito o dalla milizia (albanese): per loro gli italiani sono delle mammole. C'è un'informativa dei servizi segreti (quelli non deviati) che dice che tra 30 anni, quando al nord si accorperà la mafia russa con quella albanese, ci accorgeremo di cosa vuol dire vivere dentro una cultura mafiosa. Noi che non l'abbiamo combattuta per tempo.

Colaprico ricordava quello che è successo in Unione Sovietica col petrolio: gli oligarchi a Mosca sono tutti ex dei servizi segreti, come Putin, come i miardari che poi, in estate, vengono in Sardegna.
La mafia non è più quellacon la coppola: è l'aggancio criminale ad altissimo livello che è in grado di venire da te e dirti "da oggi la tua azienda è mia". La mafia si mimetizza dentro lo stato (lo stato deviato): dove non c'è democrazia, tra stato e mafia non c'è differenza.
Tra 30 anni come ci defenderemo da questi? Che hanno una cultura, una preparazione .. arriveremo ad un regime, il regime dell'euro.

Galimberti, il giornalista che moderava l'incontro, chiedeva poi a Paleari un commento sulla richiesta, da parte dei nipoti di Benito Mussolini, di riaprire l'inchiesta.
Questa è stata una vicenda da cui i partigiani brianzoli sono stati tagliati fuori (Paleari era nel servizio informazioni partigiano). Nel 45 funzionava solo il servizio informazioni del partito comunista. Le loro brigate erano veramente organizzate, perchè alle spalle avevano tutto il peso del PCI.

In conclusione si è palrato delle riduzioni teatrali delle opere di Colaprico: al teatro Verdi dal 10 al 29 ottobre sarà rappresentato "Qui città di M.", un monologo di 7 personaggi, thriller a più voci, tutte rappresentate in scena dalla brava Arianna Scommegna, per la regia di Serena Sinigaglia.

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