12 novembre 2006

Il problema del velo

Sta scritto nella Sura 24 del Corano, sulle prescrizioni ai credenti:

"dì alle credenti che abbassino il loro sguardo, custodiscano la loro castità e mostrino della loro bellezza solo quanto appare all'esterno. Si coprano con un velo e mostrino la loro bellezza solo al marito, al padre ...".

Dunque la prescrizione del velo è indicata nel Corano, ma non si parla di velo in testa o peggio, su tutto il corpo, il burqa.
Rimane il fatto che concentrarsi solo sul velo è un errore: bisogna preoccuparsi della questione dei diritti femminili, della loro istruzione, dell'integrazione delle donne nella nostra società.

Se il velo è solo un simbolo di identità, che male c'è. Se non è imposto, se non è un velo che nasconde tutto il corpo o tutto il viso?
Ricordo che, una volta, era normale anche in Italia, che le donne entrassero in Chiesa coprendosi il capo. Basta vedersi qualche vecchio film di De Sica, di Totò ...

E' vero, era solo in Chiesa, e il velo non copriva tutto il volto. Ma una volta (anche se capita ancora oggi) nessuno si sarebbe mai sognato di protestare per i diritti violati delle donne italiane. Sono solo cambiati i costumi.
Sbagliato concentrarsi sul velo e non concedere loro tutti i diritti: di culto (dando loro dei luoghi in cui pregare), dando loro un'adeguata copertura sanitaria, un'istruzione e un lavoro dignitoso. Degli immigrati ne abbiamo bisogno: perchè chi cerca un lavoro onestamente può entrare solo clandestinamente?

Postscritto dell'ultimo minuto: l'Avvenire critica le imitazioni del papa fatte da Maurizio Crozza a Crozza Italia e da Fiorello ...
Se l'Europa non è vittima dell'estremismo religioso, è grazie alla nostra laicità. Perchè, nei limiti della decenza e del buon gusto, possiamo prendere in giro tutti.
Altrimenti non si spiega perchè noi possiamo offendere la loro religione con le "vignette sataniche" su Maometto e loro (e nemmeno i comici) no ...

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