25 febbraio 2007

Un governo giusto

Come chiamare lo spettacolo politico cui stiamo assistendo in questi giorni?

Reimpasto o Prodi bis? Dalla fase 2 al governo Prodi 2.
Che il governo fosse debole al senato lo si sapeva da subito.
E allora, cosa dovevamo fare: non dovevamo governare?
Dice lui: non si può fare affidamento ai senatori a vita. Eppure nel 94, il Berlusconi I partì proprio grazie a loro.
Il 18 maggio 1994 il governo ottenne la fiducia grazie ai senatori Agnelli, Cossiga e Leone. Andreotti, allora, votò contro il primo governo Berlusconi.

Ignobile questa compravendita di senatori, accusa la CdL. È il caso allora di ricordare il caso del senatore Grillo, finito sottosegretario sempre nel Berlusconi I. Luigi Grillo venne eletto con il PPI di Martinazzoli, ma al momento del voto si assentò dall'aula. Fu espulso dal partito, ma poi entrò in Forza Italia, dove ottenne l'incarico di Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio. Quanti voltagabbana nella scena politica nostrana!

Certo, il governo B. I durò poco .. non è un buon viatico.
E conviene a Berlusconi parlare di Brogli (a proposito perchè lui non viene incriminato dalla magistratura come Deaglio? perchè Bondi può parlare impunentemente di Colpo di Stato da Vespa?), di accusare Veltroni, in vista delle prossime elezioni. Altrimenti si dovrebbe parlare della condanna a Previti per il lodo Mondadori. Del prossimo processo per Imi Sir.
Dell'assoluzione di Sabina Guzzanti, che non ha offeso affato Mediaset ...

Che dire allora? Che forse Rossi e Turigliatto avranno la coscienza a posto. Che il governo Prodi va avanti.
Che tutta questa iniezione di centrismo non ci fa ben sperare di vedere qualcosa di sinistra.
Che non sono i cosacchi a San Pietro.

Ma una politica che sappia guardare oltre il domani e il dopodomani. Che sappia costruire una democrazia non di facciata, dove ciascuno di noi abbia veramente la capacità di costruire il proprio destino, ne abbia le possibilità e i mezzi.

Mario Ferrandi (ex Prima Linea), su l'Espresso parla delle idee del 77: l'idea di un paese a sovranità limitata, di una democrazia che è solo un'impalcatura, un'idea di facciata, emarginazione e iniquità sociale. All'epoca, come, a quanto pare dalle indagini dei giudici di Milano, anche oggi, molti giovani scelsero la strada sbagliata delle armi.

Ma questi giovani, noi giovani che osserviamo la realtà, proviamo solo un immenso desiderio di giustizia.

E l'immagine di una classe politica che pensa solo a salvare se stessa (e non i precari, le vittime di mafia e ndrangheta, della corruzione ..) da un senso di profonda ingiustizia.

La sensazione che si ha, guardando le immagini dei politici che sfilavano da Napolitano per le consultazioni (nessuna donna presente, lo avete notato?) è che i cittadini non contano più nulla. Addirittura, come diceva Gad Lerner intervistato da Fabio Fazio, sembra che anche i politici contino poco: conta più il parere di un banchiere, di un manager importante. I poteri forti che, in realtà, sono scalcagnati perchè si scopre poi che fanno pochi profitti.

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