04 gennaio 2008

L'ultima spiaggia per la giustizia

Il giorno prima era stato il presidente della corte d'Appello di Milano, Giuseppe Grechi, a parlare (intervistato dal TG regionale della Lombardia) della cattiva situazione del tribunale di Milano. Costretto ad affrontare i problemi della giustizia con sempre meno risorse e mezzi.
Il parco macchine per fare un esempio, il parco macchine è passato da 89 auto nel 1998, per arrivare a 33 (di cui 14 funzionanti) oggi.

Oggi è il procuratore Bruno Tinti (inserendosi in una discussione avviata da Travaglio sul tema della giustizia) a parlare di "Giustizia e informazione, ultima spiaggia" su l'Unità (qui il link dell'articolo ma dovete essere registrati):
Nel Paese che ha reso lecito il leverage buy out; nel Paese che punisce il senegalese che vende il cd contraffatto con pene da 1 a 6 anni di reclusione (arresto in flagranza, intercettazioni telefoniche e circuito processuale privilegiato) e il falsificatore di bilanci di una società quotata con pene da 15 giorni a 4 anni (sempreché il falso non sia troppo piccolo: deve superare l’1% del patrimonio della società almeno, se no, scherziamo?, non è reato);
nel Paese in cui i partiti ingeriscono nell’acquisto delle banche e i politici tentano di comprarsi altri politici;
nel Paese in cui le Vacca anticipano le sentenze di condanna del Csm contro i giudici che stanno processando; nel Paese in cui il Csm non dice una parola per condannare questo comportamento di uno dei suoi componenti e prosegue nel giudizio come se nulla fosse successo; ecco, in un Paese così l’Associazione nazionale magistrati che fa?
Depreca le presunte «fughe di notizie» su questa o quell’inchiesta sui giornali e in tv e auspica che non vi sia contrapposizione tra le istituzioni. Ma dove vivete, cari colleghi dell’Anm? Ma non ve la ricordate la favola del lupo e dell’agnello?
Ma non lo vedete che le Forleo, i De Magistris, le persone come noi stanno a valle e i lupi - o quelli che si cerca di capire se sono lupi - stanno a monte e continuano ad accusarci di intorbidargli l’acqua?
Ma soprattutto: non vi rendete conto che l’Anm non è un istituzione pubblica, ma il sindacato dei giudici?
Lo sapete o no che il sindacato tutela i suoi iscritti? Purtroppo, sempre più spesso, l’Anm sembra essere intesa come l’anticamera del Csm: è il Csm infatti che deve osservare imparzialità, autonomia, indipendenza, e anche riservatezza certo; e, a parte la Vacca, mi consta che lo faccia. Ma l’Anm, che ha indetto quattro scioperi sotto il governo Berlusconi, ora che governa l’Unione si mette a stigmatizzare, auspicare, precisare e tutto quell’armamentario ipocrita che ci indigna (questo sì che indigna) quando lo sentiamo in bocca ai politici?


Negli anni 30 un certo Martin Niemoller scrisse una bellissima poesia:
«Quando i nazisti vennero per i comunisti, io restai in silenzio: non ero comunista. Quando rinchiusero i socialdemocratici, io rimasi in silenzio: non ero un socialdemocratico. Quando vennero per i sindacalisti, io non feci sentire la mia voce: non ero un sindacalista. Quando vennero per me, non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la sua voce».
Ma davvero così pochi si rendono conto che siamo all’ultima spiaggia?


Non crediate che sia un tema cui possiamo sfuggirgli, che non riguarda il nostro quotidiano, ma solo il lavoro dei magistrati: la giustizia è lo strumento che rende questo stato una democrazia dove tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge.
Meritano giustizia i morti sul lavoro; i cittadini della Campania che protestano contro la cattiva gestione dei rifiuti, in difesa della loro salute; le famiglie truffate dai bond argentini, dai bond Cirio, dai mutui derivati, dai crac ....

Il tema della giustizia, legato a quello dell'informazione. Perchè noi dobbiamo sapere. Altrimenti cade uno dei cardini della nostra democrazia, come diceva sopra Tinti.
Che fine hanno fatto tutte le tangentopoli scoperte in questi ultimi mesi :Calciopoli, Vallettopoli, tangenti per la TAV in Piemonte, dossieraggio Telecom, crac Parmalat ...?
Dove sono i fautori dell'indulto, il gesto di clemenza per liberare le carceri, che in realtà è servito a liberare i colletti bianchi, rossi e verdi (Geronzi, Bossi, Previti,...), ha fatto uscire dal carcere il doppio dei criminali stimati, senza risolvere il problema delle carceri?

Mentre noi siamo a discutere sul modello elettorale, su riforme di leggi (la 194) che ci riporterebbero indietro come stato laico, di moratorie su aborto (e perchè non sulle morti bianche?), della crisi di Alitalia .... scopriamo che il compagno Giovanni Consorte tramite la sua società di investimento Intermedia, ha acquistato la maggioranza dell'istituto di credito Emilveneta.
Perchè il lupo, come certi criminali, certi capitalisti di rapina, non perde il vizio.
E se la macchina della giustizia non viene messa in condizioni di non nuocere, non sarà certo la politica a farlo.

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