06 marzo 2008

Enigma: il caso Moro

Misteri e verità, il sottotitolo.
Ma di misteri, in realtà c'è ne sono pochi, nella vicenda del rapimento di Aldo Moro.

Ci sono molte verità ancora da svelare, parzialmente svelate, oppure così terribili che vengono celate o appena sussurrate.La scelta di far partire la puntata di Enigma con i TG che si sovrapponevano (il caos mediatico per cui troppa informazione equivale nessuna informazione), con l'agguato in via Fani e a seguire con la telefonata originale di Morucci "lei è il professor Tritto ...?" è significativa.

Quell'agguato così perfetto nella realizzazzione (nessun brigatista ferito, Moro che non viene scalfito, i 49 colpi da un mitra solo, gli agenti armati che non riescono a reagire) e così imperfetto nelle dichiarazioni dei brigatisti, che parlano di armi inceppate, omettono alcuni partecipanti all'agguato, è il primo dei tanti omississ.

Il 16 marzo quanti erano i brigatisti? Chi sparò?
Una piccola parentesi sulla telefonata di Morucci quella mattina di maggio: una voce burocratica, fredda, quasi scocciata di fronte alla commozzione del professor Tritto
"Non me la sento, non ce la faccio..."
"non può .. lei deve".


Si dice, della vicenda Moro, che hanno perso tutti e due in questa guerra: lo Stato e le Br, nel loro muro contro muro.
L'amara constatazione che emerge, l'ha raccontata Maria Fida Moro, in studio "se le Br hanno il potere di scrivere la storia, hanno vinto".

E, circa la possibilità di un rilascio del padre "non ho davvero mai creduto che potesse tornare libero .. c'era tanto odio attorno a lui".
L'odio attorno a Moro, al suo progetto, alla DC, coinvolta in tanti scandali (come lo scandalo Lockheed), nelle stragi di stato.Gli ospiti in studio, gli ex ministri degli interni Pisanu e Amato.

I giornalisti Fasanella (autore del libro sull'omicidio del sindacalista Guido Rossa) e Giovanni Bianconi (autore di "Eseguendo la sentenza").
Poi la figlia, Maria Fida, il nipote Luca (grande prova di coraggio e coerenza rispetto ai valori cattolici insegnati).
Il politilogo Luttwak, autore dell'ennesimo depistaggio, avendo raccontato una serie di inesattezze sugli scenari internazionali della vicenda.
Quali sono i famosi misteri del caso Moro?

Primo: è stata solo una vicenda italiana, con le Br da una parte e lo stato italiano dall'altra? Le Br, pentiti e dissociati, che oggi sono liberi o in regime di semilibertà, hanno raccontato tutto?
Come per la Braghetti, che ha scritto un libro su cui Bellocchio ha basato il film "Buongiorno notte", parlando del suo ripensamento per la lotta armata (peccato che poi fu coinvolta nell'omicidio Bachelet del 1980) non ha altro da aggiungere?

Chi sparò a Moro? Due armi, ok. Ma chi? Maccari afferma che la sua arma si inceppò (davvero sfortuna questi terroristi con le armi, non è vaero?).
Le basi e i covi: il covo ufficiale è in via Montalcini. Poi c'è il covo, dove stava Moretti, in via Gradoli (nello stabile dove molti appartamenti appartenevano al Sisde).

Covo scoperto (per caso, per una sbadataggine della Faranda) il 18 aprile, dopo una mancata pequisizione il 18 marzo (2 giorni dopo il sequestro).

E' possibile che Moro sia stato 55 giorni in quella stanzetta, fermo?
Perchè l'Ucigos interrogò gli abitanti dello stabile in via Montalcini, in merito alla (proprietaria) Braghetti e al marito ing. Altobelli (alias Maccari) già nell'ottobre 1978, senza avvisare la procura?

Fasanella in studio contestava la mancata ricostruzione del contesto internazionale, il coinvolgimento della Cia nel comitato di crisi di Cossiga (di cui sparirono le carte), nei depistaggi (cui prese parte Steve Pieczenik, consulente e politilogo vicino a Kissinger).

Il ruolo della Russia e del Kgb."papà tornò dall'america tutto turbato dopo un incontro con un alto politico americano".
Ma Luttwak rassicura "l'idea che il governo americano abbia ucciso Moro è assurda...".


Poi c'è la solita manfrina della seduta spiritica a Bologna; il falso comunicato numero sette (che coinvolge la Banda della Magliana, la tipografia di via Foà); il depistaggio del lago della Duchessa; la segnalazione di Gradoli (la via e non la città); gli scontri tra la procura generale (Pascalino) e la procura (e l'ufficio istruzione) di Roma.

La polizia che riferiva al Viminale (e ai comitati di Cossiga) e non alla magistratura.Il ruolo della P2 e della Massoneria nella vicenda: piduisti i vertici di servizi, forze armate. Massoni gli agenti della Cia nei comitati di crisi come Ferracuti.

Il partito della fermezza: solo con Aldo Moro si applicò la politica della fermezza. Prima e dopo si trattò o si scelse la strada dell'intervento militare (come per Dozier).

Perchè?
Perchè lo Stato (e la DC) scelse allora di non dar voce ai brigatisti, di non riconoscerli, e poi oggi da loro tutto questo spazio?
La risposta: Moro doveva morire. Era già morto dopo le prime lettere. Con Moro si doveva chiudere la nuova stagione di apertura ai comunisti.

Da i pretesti del libro "Doveva morire":
“Aldo Moro era politicamente morto fin dal giorno della sua prima lettera dalla prigionia.E, dal punto di vista del governo, è stato meglio che l’incidente di Moro sia finito come è finito.”
Franco Ferracuti, criminologo, membro del Comitato di crisi.

“Moretti ha stabilito con qualcuno una convenienza reciproca per la gestione del sequestro e ha potuto viaggiare tranquillo per l’Italia senza che nessuno lo fermasse. Nessuno ha avuto interesse a trovare Moro. Io dico che c’è stata una voluta determinazione: ‘Facciamo un gioco di squadra, noi fino a qui, voi fino a lì’.”
Corrado Guerzoni, Atti Commissione Moro

3 commenti:

BC. Bruno Carioli ha detto...

Grazie per la visita.
Post interessante, anche questo.
Ciao, bruno

Anonimo ha detto...

- Dato che si é saputo che dentro le brigate rosse vi erano degli infiltrati dello Stato (Carabinieri, Polizia, Affari Interni, e si sospetta anche Cia e Mossad)I principali misteri che occorre assolutamente sapere e che ancora devono essere svelati sono:
Chi erano?, che ruolo hanno avuto?, perché invece che fermare le brigate rosse vi hanno forse collaborato attivamente?
Perché alcuni brigatisti vivono tranquillamente all'estero? Perché mario moretti, il capo delle brigate rosse pur non avendo collaborato minimamente con la magistratura (avendo solo confermato i fatti svelati da altri e non avendo mai detto chi erano i contatti esterni che solo lui aveva) ora gode della semilibertà?
Personalmente ritengo che mario moretti sia stato premiato che tutto quello che ha fatto.

Pensateci e meditate

alduccio ha detto...

Moretti arrivò a Milano con una lettera di presentazione del vescovo..
In ogni caso, il punto non è se le Br fossero infiltrate o meno (cosa sacrosanta, da parte delle forze dell'ordine): ma il come sono state pilotate e manovrate le Br.
In ogni caso non parlo solo di Moretti, ma anche di Lanfranco Pace e Franco Piperno, mediatori della trattativa finale col Psi.
Della Braghetti, col suo pentimento a scoppio ritardato.
Di Cossiga, stranamento silenzioso su questo argomento.
Aldo