08 luglio 2008

Impunità di Stato


Alla fine cambiano i fattori, ma non i risultati.
La linea di questo governo è quella di garantire l'impunità del premier Berlusconi, salvarlo dai suoi processi in corso.
Priorità al Lodo Alfano (immunità per le alte cariche cioiè per lui) rispetto al decreto sicurezza. Alla faccia di quanti dicevano che la priorità vera era garantire la sicurezza dei cittadini.
Stiamo assitendo alla riscrittura dei principi della nostra democrazia:
art 3 "i cittadini sono uguali davanti alla legge, ma qualche cittadino è più uguale".
art 1 "la repubblica è fondata sul capolarato di milioni di lavoratori, che si appoggia sul principio di precarietà, indeterminatezza, mancanza di tutele e garanzie".

Il rispetto di valori etici da parte dei rapresentanti dello Stato non è più un requisito fondamentale e la corruzione, l'insider trading, l'aggiotaggio, il conflitto di interessi (considerare la cosa pubblica, cioè di tutti come affare privato) non sono più reati ma strumenti di potere.

La magistratura non sarà più organo indipendente col compito di perseguire i reati, ma diventerà una emanazione dell'esecutivo da cui recepirà man mano le direttive sui reati di cui occuparsi e di quelli da lasciar perdere.
Nessuna separazione tra potere politico e giudiziario, ma varrà il principio di superiorità della casta politica: la supeiorità dei partiti, delle correnti, delle lobby, dei clan, delle tribù.
Una regressione pre moderna verso un neofeudalesimo, con la divisione tra re, principi, baroni, valvassori e valvassini.
Il vero assassino è la Costituzione con i suoi principi, non chi ruba, corrompe, froda, uccide.

Il diritto alla sanità, all'istruzione da parte dello stato verranno via via spazzati dal principio di privatizzazione dei servizi.
Siamo sicuri che sia questo lo Stato di diritto che vogliamo?

P.S. anche l'amministrazione Bush non può far finta di non vedere:
Incidente democratico tra Stati Uniti d'America e Berlusconi.
Tutta colpa di una biografia graffiante sul presidente del Consiglio italiano finita - ora si dice «per errore» - nel kit per la stampa con tanto di cartellina ufficiale dell'Amministrazione di Washington, una descrizione tratteggiata certo poco lusinghiera, più da affarista che da statista.
Una istantanea di Silvio Berlusconi che lo descrive come «un uomo d'affari con massicce proprietà e grande influenza nei media internazionali» ma che dice anche che «è stato uno dei più controversi leader nella storia di un paese conosciuto per corruzione governativa e vizio».

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