17 settembre 2008

Se fossimo un paese libero

A Ballarò l'onorevole Cicchitto (tessera loggia P2 numero 2232) ribatteva a Di Pietro "questo è ancora un paese libero", che parlava di un inizio di dittatura "dolce".
Se fossimo un paese libero come mai un libero cittadino è finito querelato per aver detto al prsidente del Consiglio "buffone, fatti processare"?
Se fosse un paese libero come è potuto accadere che a giornalisti come Biagi, Santoro e, come si chiama l'altro? Luttazzi, fosse stato impedito di lavorare in Rai?
Se fosse un paese libero, come spiegare le censure e le querele, le cause intentate a Sabina Guzzanti, a Marco Travaglio (caso Schifani, caso Berlusconi per l'Odore dei soldi).
Se fosse un paese libero, come spiegare le mani dei politici sulla Rai, il conflitto di interessi televisivo, mai risolto?

All'estero girano film su Bush, girano parodie su Sarkozy, in Italia l'uscita del film Il Caimano sembrava un evento epocale.

Diceva Gelli "il potere [in Italia] è nelle mani dei detentori dei mass media".

Ecco, allora, non prendiamoci giro.
Dicono i sondaggi (bulgari) che il 60% degli intervistati è dalla parte di Berlusconi.
Chiedetelo alle mamme che grazie ai tagli alla scuola dovranno arrangiarsi per parcheggiare i figli da qualche parte (magari davanti alla TV), non potendo permettersi baby sitter o scuole private.
Chiedetelo ai lavoratori di Alitalia.

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