31 dicembre 2008

Un anno come Dio comanda

Immaginiamoci un po' come sarà il 2009, l'anno terribile (ma che dobbiamo affrontare con ottimismo) inizierà tra qualche ora.
I cambiamenti che vivremo nel paese: una giustizia civile amministrata da Santi Licheri negli studi di Forum.
Con una giustizia penale a due velocità: spariranno i grandi scandali, i reati dei colletti bianchi, parleremo solo dei delitti (ovviamente delitti passionali), dei furti, degli spacciatori (extracomunitari).
Sui giornali si parlerà solo di corna, delle violenze degli immigrati, e delle imprese del cavaliere.

Avremo un paese dove gli esami universitari saranno sostituiti da quiz con i pacchi. Anzichè lezioni in aula in teledidattica, un grande reality con Aldo Busi a raccontare di letteratura e il mago Otelma a parlare di scienza.
Ogni problema reale o inventato avrà la sua soluzione preconfenzionata pronta, esposta a telecamere riunite dalla presidenza del consiglio.
Italiani siete più poveri? Ecco per voi il federalismo fiscale, panacea di tutti i mali.

Ma siamo sicuri che col federalismo fiscale pagheremo meno tasse e avremo un'amministrazione più efficiente?

La giustizia non funziona: ecco la separazione delle carriere, lo stop alle intercettazioni, il CSM controllato …

La televisione (come dice Dell'Utri) è troppo nera, piena di pessimismo? E allora via con maghi, oroscopi, redici dei reality, veline, ex nobili (qualcuno andrà a fare pure un reality). Fiction come quella su Rai 1, Artemisia Sanchez (la cui protagonista B., si diceva una volta fosse l'amante di un direttore Rai) che oggi Aldo Grasso definisce come la peggiore mai realizzata.

Caro Bondi, altro che la la violenza: il vero scandalo di questa televisione è la porcheria che va in onda.
Come sarà il 2009? Domani, come diceva Tenco, sarà un giorno uguale a ieri, cambia solo la copertina. Sperando solo che non sia l'ultimo capodanno dell'umanità!
Buon anno!





L'avvertimento

Le leggi italiane, prima di essere ammesse dal Vaticano, dovranno essere vagliate da una apposita commissione.
La colpa delle troppe leggi (questo governo avrebbe dovuto semplificare, invece non ha fatto altro che aumentare i reati) del codice civile?
O forse le proposte di leggi su temi etici, come il testamento biologico, adesso in discussione?

O magari c'entrano qualcosa le polemiche di questi mesi, tra governo di centrodestra e Vaticano?
Gli scontri con Famiglia Cristiana di questa estate sugli extracomunitari?
Gli scontri tra la Lega e il cardinal Tettamanzi?
Lo scontro tra il presidente Fini e la Chiesa, colpevole di non aver ostacolato a sufficienza il fascismo?
Le uscite di Brunetta contro le gerarchie ecclesiatiche, colpevoli di far poco per i poveri e gli indigenti?

Solo un avvertimento, o l'inizio di una separazione?

Siamo sicuri che il federalismo basti?

Il federalismo fiscale ultima soluzione spot ai problemi delgi italiani: la promessa per l'anno nuovo del governo.
Ma siamo sicuri che col federalismo fiscale pagheremo meno tasse e avremo un'amministrazione più efficiente?

Ecco quello che scrive Stefano Lepri ne “La finanziaria siamo noi”:
“Il malcontento sulle tasse è forte anche perchè non si ha chiaro cosa vanno a finanziare. Un decentramento delle responsabilità potrebbe indurre a comportamenti più trasparenti. In pratica però il federalismo può causare effetti opposti. Ne è un esempio il Belgio, dove negli anni 80 la crescente autonomia finanziaria delle due aree linguistiche, francese e fiamminga, ha molto contribuito alla crescita del debito pubblico.
Uno studio dell'OCSE (Organizzazione per la cooperazione e per lo sviluppo economico) mette in guardia l'Italia dal rischio di tornare al finanziamento derivato delgi anni 80: ovvero gli enti locali avrebbero più soldi da spendere ma con scarse e nulle responsabilità sul livello delle tasse.
Il governatore della Banca d'Italia ha ammonito che cardine della sana autonomia fiscale è la stretta corrispondenza tra esborsi e tassazione: ogni onere aggiuntivo dovrebbe idealmente trovare finanziamento a carico dei cittadini cui l'amministrazione risponde ”.

Il compromesso del settembre 2008 va in direzione opposta: si è abbandonata l'ipotesi di una tassa unica sugli immobili. Non sarà tolto un soldo alla Sicilia. Si sono rimpinguate la casse dei comuni di Catania e Roma.
Insomma, va bene decentrare i poteri di spesa, ma si dovranno controllare anche le scelte fatte dagli enti: occorrerebbe saper distinguere le imposte per finanziare gli enti locali, dalle altre.
Inoltre, a proposito di fannulloni, sembra che questi siano più frequenti nelle amministrazioni locali che in quelle centrali.
Nei sondaggi, il federalismo non appare come un argomento popolare.
Non è tutt'oro quello che luccica, nemmeno nel federalismo fiscale.

30 dicembre 2008

Un pezzo dopo l'altro

Un pezzo dopo l'altro stanno trasferendo tutti i magistrati che si occupano di Why Not. Ora tocca ad Apicella, procuratore di Salerno (all'inizio credevo fosse il cantante ...):
La "richiesta urgente" è stata inviata oggi al Consiglio superiore della magistratura per il trasferimento - si legge in una nota di Palazzo dei Marescialli - "ad altra sede e di destinazione ad altre funzioni del dottor Luigi Apicella, procuratore della Repubblica presso il tribunale di Salerno".
In questo modo il Procuratore Generale della Cassazione, Vitaliano Esposito, ha esercitato l'azione disciplinare, potere che condivide insieme con il ministro della Giustizia.

Qui viene da pensare male: perchè la richiesta arriva poco dopo le minacce di riforma della giustizia lanciate dalla maggioranza (anzi dal suo leader, che è la stessa cosa).

Forse, ma non vorrei pensar male, il CSM pensa di cautelarsi di fronte alla possibilità di vedersi smembrato e sotto il controllo dell'esecutivo.

Nessuna italianità per Milano

Vi ricordate il progetto S. Giulia a Milano, del costruttore Zunino (ne aveva parlato anche Report nella puntata Cara madunina)? I grattacieli di Foster, il parco, l'area riqualificata?

Tutta una bufala: dell'intero progetto sono stati realizzati solo i palazzoni in edilizia convenzionata.
Niente parco, niente servizi, niente strade, niente scuole [notizia del TG3 regionale del 29/12]. S. Giulia diventerà l'ennesimo quartiere dormitorio.

La zona Falck invece è stata venduta ad un fondo del Dubai. In questo caso, nessuno ha tirato fuori la difesa dell'italianità del territorio.

29 dicembre 2008

Le (presunte) colpe dei figli

Normalmente sono le colpe dei padri a cadere sui figli ... nel caso Di Pietro jr. è avvenuto il contrario. Il centrodestra speculava sulle telefonate intercettate (proprio quelle contro cui si batte il padrone ... ) nell'inchiesta Global Service : dopo le dimissioni di Cristiano, di cosa parleranno?
Del cenone di fine anno? Del rischio petardi? Del maltempo? ...

All'acuto Gasparri non si lascia intenerire dalla mossa: La decisione di Cristiano Di Pietro conferma la validità dei sospetti e non cancella la vicenda.
Andremo avanti come un carro armato sulla questione morale che travolge l’Italia dei cosiddetti valori ...


Forse nel PDL non sono abituati a vedere politici che lasciano la politica dopo la notizia di un presunto scandalo. La vicenda Cosentino insegna ...

La paura della mafia al nord

Forse, la questione della presenza della mafia al nord, può assumere toni diversi a seconda di dove si pone l'osservatore.
A Roma, nei palazzi della politica, può sembrare una cosa assurda e lontana dalla realtà.
La mafia qui? Ma non scherziamo ...


Ma a mano a mano che ci si avvicina al territorio, e parli con chi amministra e conosce meglio il territorio, tutto cambia e la realtà appare con sembianze che non ti aspettavi.
Come non ci si aspetterebbe il grido di allarme di alcuni amministratori della brianza comasca sulle infiltrazioni mafiose nelle imprese locali.

In Brianza, ora, pare non vi sia più solo un problema di furti, rapine, spaccio o prostituzione. «La criminalità mette le radici nei territori ricchi - premette lo stesso sindaco di Arosio - Al di là del delinquente di bassa lega, dedito al piccolo spaccio o al furtarello, credo che dalle nostre parti inizino a intravedersi infiltrazioni mafiose: parlo di “colletti bianchi” della criminalità, professionisti, pezzi grossi».

La zona grigia, dunque: il punto di ingresso della criminalità organizzata e l'imprenditoria.

La criminalità organizzata rischia anche di stritolare l’economia attraverso pizzo ed estorsione. «Dobbiamo tagliare le radici delle organizzazioni criminali prima che affondino nel territorio - aggiunge il sindaco Pozzi - Servono nuovi presidi. Che sia una stazione dei carabinieri o un commissariato, non sta a me dirlo. Io mi limito a dire che è necessario uno strumento per contrastare questo fenomeno. Certo è che un commissariato a Mariano ci eviterebbe anche di andare fino a Como per un semplice passaporto».

«Magari non tutti i cittadini se ne accorgono - aggiunge Claudio Nogara, assessore alla Sicurezza di Mariano Comense - ma chi si occupa di sicurezza sa che in questo territorio ci sono alcuni problemi di criminalità organizzata, che per essere contrastata dalle forze dell’ordine ha bisogno di un controllo capillare, con uomini e mezzi.
E, visto che la Brianza è una delle zone più fertili d’Italia, forse meriterebbe un po’ più d’attenzione. Ho 52 anni e ricordo che qualche sequestro di persona venne commesso anche in queste terre».

Storie di bande criminali, di mafie e di persone oneste di Carlo Lucarelli

Dai «Misteri d'Italia» di «Blu notte» , sette casi che trattano di bande, di criminali, di misteri ancora di risolvere o di storie che, ancora oggi, fanno paura.
Un viaggio nell'Italia criminale, dalla Sardegna delle bande esperte in rapimenti e del codice "barbaricino"; alla Sicilia più dura delle cosche trapanesi, "lo zoccolo duro della mafia" ; passando per la Milano delle bande del dopoguerra e culla della mafia al nord (in cui è sparita anche la nebbia); per la Camorra in Campania e per la ndrangheta in Calabria ma anche in molte altre regioni.

Ma non è solo un racconto dei "cattivi": in questo libro compaiono anche quanti hanno cercato di combattere mafia, camorra e le altre bande: giornalisti come Giancarlo Siani o Mauro Rostagno.

I sindacalisti del capitolo "Terra e libertà" uccisi a ridosso della fine della guerra (30 in tutto), per la loro lotta in favora della distribuzione della terra dai latinfondisti ai contadini.
Tre storie per raccontare della prima grande trasformazione della mafia, dal latifondo e controllo dei contadini, alla gestione degli appalti per le opere pubbliche. Placido Rizzotto, Accursio Miraglia e Salvatore Carnevale.

Ai giudici uccisi perchè troppo bravi e onesti: non solo Falcone e Borsellino, ma anche il giudice Antonino Scopelliti, che avrebbe dovuto sostenere il maxiprocesso in Cassazione. Il giudice Giangiacomo Ciaccio Montalto, il giudice Carlo Palermo.

Uomini delle forze dell'ordine che si ostinavano a vedere nelle mafie un nemico da combattere: il commissario Rino Germanà, Nini Cassarà, l'agente Antiochia.
E tante, troppe persone che sono finite in questa guerra senza averne colpe: non solo quanti hanno subito la violenza del rapimento (dell'anonima sarda, della 'ndrangheta): Marco Fiora, Cesare Casella, l'ingegnere Di Feo ....

Ma anche quanto hanno avuto solo la colpa di trovarsi nel posto sbagliato, al momento sbagliato.Come Barbara Asta e i suoi due figli morti nella strage di Pizzolungo; Silvia Ruotolo, colpita dai proiettili durante uno scontro trai clan della camorra.

In mezzo a queste storie uno dei misteri d'Italia che più mi ha interessato (peri i suoi legami al altre storie cupi del passato): la storia della Banda della Magliana. Solo una gang di criminali venuti dalla strada o una agenzia del crimine a disposizione dei opteri forti che comdnavano l'Italia e la piazza di Roma? Una Holding del crimine con legami con mafia (Pippo Calò), loggia massonica P2 (Abbruciati, De Pedis), servizi segreti, lo Ior, la camorra (Nicolino Selis), estremismo di destra (Massimo Carminati, Riccardo Fioravanti).

Perchè leggere questo libro?
Primo perchè riguarda pezzi importanti della nostra storia: la parte più oscura, più brutta forse e dunque proprio per questa, quella che dovremmo conoscere e portare alla luce più di altre.
Poi perchè queste storie, sebbene partano da molto lontano, non sono storie concluse, su cui si può scrivere la parola fine e dire "c'era una volta ...".

La battaglia contro le mafie la dobbiamo vincere noi, noi stato, noi Italia: almeno per quelle persone (tante) che in questa battaglia hanno perso la vita
«Credo sia giusto raccontarle ancora, queste storie che stanno alla base di ciò che sta accadendo anche oggi e servono a spiegarlo, mostrandocene il meccanismo. Raccontarle cercando di riprodurre il ritmo e anche le imperfezioni delle testimonianze, che proprio grazie a quelle imperfezioni riescono a essere cosí vere».
«Non c'è una grande alternativa. Dobbiamo vincerla noi questa guerra. Per forza».
Carlo Lucarelli


I capitoli del libro:
L'ANOMALIA SARDA
Le amare cronache dall'Hotel Supramonte. Mentre un giudice siede in una stanza, testa china.

MILANO CALIBRO 9
C'era una volta la nebbia, a Milano. E la banda di Renato Vallanzasca.

LA BANDA DELLA MAGLIANA
Dalla mala di coltello alla presa di Roma. Mentre in città scorre un fiume. Di cocaina.

LA STORIA DELLA CAMORRA
Silvia, don Peppino, Giancarlo che non sanno di andare alla guerra.

LA STORIA DELLA 'NDRANGHETA
«Una palla di sangue che gira tutto il mondo, calda come il fuoco, fredda come il ghiaccio…»

TERRA E LIBERTÀ
Placido Rizzotto nel buio, una sera di tanti anni fa. Si spegne, intanto, l'eco della grande Cavalcata.

TRAPANI, COPPOLE E COLLETTI BIANCHI
Barbara che sta portando a scuola Salvatore e Giuseppe, entrambi di sei anni.

Alcune riferimenti:
La puntata di Blu Notte "Trapani coppole e colletti bianchi".
La puntata di Blu notte su "Terra e libertà".
Romanzo criminale di Giancarlo De Cataldo.
La presentazione del libro a "Parla con me".
Il blog di Carlo Lucarelli.

Il link per ordinare il libro su ibs.
Technorati:

Una soluzione al problema giustizialismo

Sono un osservatore dei tempi, non sempre imparziale e non sempre obiettivo. Lo sforzo è cercar di applicare gli stessi metri di giudizio su fatti inerenti a politici di diversi schieramenti.
Perchè, contrariamente a cosa si dice, si deve essere garantisti con tutti, amici o nemici.

Ma non bisogna confondere il garantismo con l'impunità: siccome aspetto il giudizio dei magistrati su una condanna, non giudico nemmeno il comportamento che hai tenuto come amministratore.
I soldi che quell'imprenditore ti ha dato, o i contatti poco chiari con quell'altro. Un discorso di pura opportunità.

Mi ha colpito il giudizio netto dato dall'editoriale del Corriere di domenica: il PD non abbandonerà mai i giustizialisti anche perchè la base è composta da giovani "forcaioli"

C'è un'intera generazione di giovani politicamente attivi la cui «socializzazione primaria» alla politica è avvenuta a seguito degli eventi provocati dalla vicenda di Mani pulite. Questa generazione, nata dopo il crollo delle antiche ideologie, è cresciuta credendo fermamente in tre dogmi.

Per il primo dogma, l'Italia sarebbe il Paese più corrotto della Terra o giù di lì. Per il secondo, l'etica è il solo metro di giudizio della politica e i «valori» (etici) vanno contrapposti agli «interessi » (sempre sordidi, per definizione). Ciò basta a spiegare perché tanti di questi giovani risultino poi sprovvisti degli strumenti necessari per pensare politicamente.

Per il terzo dogma, infine, i magistrati (mi correggo: i pubblici ministeri) sarebbero cavalieri senza macchia, angeli vendicatori che combattono eroicamente il Male della corruzione. Si aggiunga il fatto che tanti di questi giovani sono privi, causa il cattivo funzionamento di molte scuole, di buone conoscenze storiche, e il quadro è completo. Il successo che riscuotono i libri ispirati almoralismo giustizialista è perfettamente spiegabile. Occorrerebbero, da parte dei vertici della politica, grande capacità pedagogica, solide risorse culturali e disponibilità a un lavoro di lunga lena per dare a questi giovani strumenti di orientamento politico meno labili, meno inconsistenti.


Dunque se ho ben capito, esistono dei libri da mettere al bando, perchè ispirano una visione giustizialista.Strano non cogliere il fatto che gli stessi poi attacchino anche comportamenti scorretti di magistrati: come nel caso toghe lucane (raccontate da Carlo Vulpio), come nel caso della spaccatura nella procura di Palermo (raccontata da Mani Sporche).

Servirebbero dei corsi di rieducazione per noi giustizialisti (una generazione formatasi sui libri di Gomez, Travaglio, Lillo, Lirio Abbate ..), un pò come avveniva nella Cina di Mao.

Allora, mi permetto di fare una provocazione: non sarebbe più semplice depenalizzare i reati contro la pubblica amministrazione?

Farli diventare delle semplici sanzioni: se vieni scoperto (come non si sa, non essendoci più le intercettazioni), paghi una penale e basta.
Così tutto più semplice. Basta giustizialismo.

Certo, poi, inutile chiedere agli italiani di pagar le tasse. Con le tasse si fanno cose splendide come scuole e ospedali?

Per farli rubarte di più. Pardon, finanziatevi in modo illecito in maggior modo.

28 dicembre 2008

Botti di fine anno

Il presidenzialismo? Una montata di panna dei giornalisti.
Il calo dei consumi? Non c'è.
Le mie intercettazioni? Se escono lascio il paese (lasciando intendere che a lasciare il paese saranno i giornalisti che le pubblicheranno). Di certo non potrà andare nè in america, nè in Inghilterra, dove le intercettazioni si usano.
L'uso delle intercettazioni vietato per reati contro la PA. Anche la Lega ha accettato (è bastato dire che si fa prima il federalismo).
Le ultime picconate di fine anno.

La guerra non porta la pace

Israele rivendica il diritto a difendersi dai missili Kassan lanciati contro i civili.
I Palestinesi rivendicano il diritto alla propria terra. E a difendersi con le armi, con la guerra.
In mezzo (tra Hamas e il governo israeliano), i civili di entrambi i popoli, e i morti e il sangue. Che è rosso sia per gli israeliani che per i palestinesi.
C'è una frase spesso citata in questi giorni: "la guerra è la prosecuzione della politica con altri mezzi". La guerra è solo la guerra: dove porta lo abbiamo visto con i tanti conflitti del secolo scorso.

We love Milo Manara


We love Milo Manara! E soprattutto, amiamo le donne dei suoi disegni. A Venezia, la mostra (fino al 13 gennaio) con alcuni disegni inediti: si intitola "Nuovi sogni", e non è un caso.

27 dicembre 2008

Nuova tangentopoli Parla l'esperto

Povero Mastella: costretto alle dimissioni ... fa triste vederlo oggi conduttore televisivo al fianco di Luxuria a Quelli che il calcio, dopo tutto quello che ha fatto per la giustizia.
Per la giustizia, per il centrodestra (la loro riforma riproposta quasi uguale), per la famiglia ...

Io al posto di Di Pietro jr? Chissà cosa m'avrebbero fatto .... strano perchè dopo aver letto le intercettazioni tutti han detto che non c'è nulla di penalmente rilevante.
Mentre, per lady Mastella, il Gip e poi il tribunale del riesame hanno confermato le accuse di tentata concussione.

Pane, giustizia e intercettazioni

- Le masse chiedono pane e lavoro, sire!
- Dite loro che sto lavorando per questo: darò una riforma della giustizia che meritano.
- Ma la gente chiede stipendi onorevoli, lavori sicuri e dignitosi, una speranza...
- E noi daremo loro una separazione delle carriere e il divieto delle intercettazioni.


Sarà un anno terribile. Non credo solo per il governo.
Non so se se ne rende conto, ma sta facendo la fine di Maria Antonietta, che alla folla affamata rispondeva “Se non hanno pane che mangino brioche!”.
E poco serve prendersela malamente, tramite i suoi giornali, con Di Pietro (Jr e senior), con il PD che non fa gioco di sponda (peggio di Tangentopoli ...).

Gli ultimi

Sono arrivati coi barconi, come i disperati a Lampedusa.
Vivevano dentro baracche, nascosto per sfuggire ai controlli.
Sono morti in un rogo, dentro la baracca, come la madre e il figlio a Roma.

In verita’ vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli piu’ piccoli, non l’avete fatto a me.
MATTEO 25, 45

26 dicembre 2008

Pierino, il lupo e Benigni

Una serata di musica e favole sulla Rai, con protagonisti il maestro Abbado e l'orchestra Mozart, che hanno musicato la favola di Prokofiev "Pierino e il lupo", raccontata da Benigni.
"farsi dirigere da Abbabo è come per un falegname lavorare con S. Giuseppe " così esprimeva la sua gioia, Benigni.


Ad ogni strumento (o gruppo di strumenti) un animale della storia: il flauto per l'uccellino, gli archi per Pierino, il suono dei corni per il lupo, il clarinetto per il gatto, il fagotto per il nonno ...
Ieri sera ci siamo divertiti anche noi a sentire la storia (già letta tante volte) raccontata in questa maniera: non si è divertito solo Robertino, a sgusciare tra i musicisti, a scherzare col maestro, con la sua energia, la sua passione, la sua mimica, la sua capacità di interpretare ciò che legge (da Dante a Prokofiev) con tutto il corpo.

Ma oggi è un altro giorno: pensi ai tagli alla cultura e a tutte le orchestre italiane (perfino l'orchestra Verdi). La prima alla Scala che rischiava di fallire.
Il supermanager della cultura Mario Resca, nominato da Bondi, che proviene da Mc Donald's e la recente nomina di Vespa nel Cda della fondazione del teatro di Roma (dal teatrino della politica al teatro classico?).

Insomma, ancora una volta, ci siamo messi la coscienza a posto. Con la cultura e col canone.

24 dicembre 2008

L'invidia è una brutta cosa ..

Pare che dopo aver visto le foto del presidente USA Obama, dove sfoggia degli addominali scolpiti, un noto politico italiano abbia deciso di trascorrere il periodo delle festività natalizie in una clinica per fare un intervento di plastica e liposuzione ....

Ma nemmeno a Natale riesci ad essere buono? Anche oggi devi fare battute idiote? Sei proprio invisioso, allora!
L'editore del blog si dissocia dall'autore del post e vi augura (nuovamente) buona palest... cioè Buon Natale!

Pensieri di Natale

Il calo dei consumi; il ritorno ad antiche abitudini, come far riparare le cose, anziché gettarle; un uso più critico dei soldi senza essere considerati avari .. tutti argomenti che fanno quasi rivalutare questo momento difficile, rendendolo meno pesante.
Ma poi pensi che, nonostante i TG siano pieni di gente che parte in vacanza, che fa ressa per i regali, che ha il problema del cenone, ci sono tante altre persone che non andranno in vacanza (non per i blocchi a Fiumicino), che non faranno regali e per cui il problema vero è cosa mettere a tavola.

La botta vera della crisi arriverà a gennaio, con le prime rate del mutuo : nonostante i buoni propositi, le manovre contro la crisi rischiano di esser e insoddisfacenti.
La social card che è arrivata a gente che poi non ha potuto usarla.

Gli aiuti ai precari arriveranno l'anno prossimo e il bonus fiscale avrà effetto a febbraio.

Scrive nella sua rubrica, L'amaca, Michele Serra “La sobrietà sarà l'onore del futuro”.

Ecco, anziché invitare a consumare di più, meglio invitare a consumare meno e meglio.
Anziché un periodo di vacanze dove si continua a correre come giorni qualunque (per i regali, perché ci si DEVE divertire, per le vacanze), perché non approfittare per fermarsi un attimo e ripensare alla propria vita?

“.. Montalbano si concesse un'elegia alle scomparse mezze stagioni. Dove erano andate a finire? Travolte anch'esse dal ritmo sempre più veloce dell'esistenza dell'omo, si erano macari loro adeguate: avevano capito di rappresentare una pausa ed erano scomparse, perchè oggi nisciuna pausa può essere concessa in questa sempre più delirante corsa fatta di verbi all'infinito: nascere, mangiare, studiare, scopare, produrre, zappingare, accattare, vendere, cacare e morire. Verbi all'infinito però dalla durata di un nanosecondo, un vìdiri e svìdiri.
Ma non c'era stato un altro tempo nel quale esistevano altri verbi? Pensare meditare, ascoltare e, perchè no?, bighellonare, sonnecchiare e divagare? Quasi con le lagrime agli occhi, Montalbano s'arricordò degli abiti di mezza stagione e dello spolverino di suo padre. E questo gli fece magari venire in testa che, per andare in ufficio, avrebbe dovuto mettersi un vistito d'inverno.”

[Andrea Camilleri, L'odore della notte].

Per affrontare il lungo inverno che ci aspetta, un consiglio di lettura: “Il pane di ieri” di Enzo Bianchi; intervistato recentemente a “Che tempo che fa”, il priore della comunità di Bove ha parlato dei sentimenti dell'uomo moderno.
Dalla sofferenza “occorre dare alla sofferenza il giusto peso .. c'è sempre qualcosa di cui stupirsi del bello della natura”.
Al legame tra politica e religione “non adulteriamo le cose, non mischiamo il religioso col politico. La mescolanza non ci permette di vivere con una emotività razionale”.
Adulterio e sessualità: “il principio di non adulterare significa metti la sessualità in una storia, non in qualcosa che finisce presto. La sessualità è un'opera d'arte: liturgia dei corpi come diceva papa Paolo Giovanni II”.
“L'ossessione alla sessualità è un tributo pagato ad un edonismo, una filosofia greca che ha fatto danni al cristianesimo”.
Ne “Il pane di ieri” si parla del patto con la terra sancito dalla piantumazione di una vite: una scommessa di speranza col futuro.
La testimonianza che occorre dare, tutti i giorni, a tante cose: al cibo, al cielo, al ciclo delle stagioni.
“L'attenzione è la prima forma di preghiera: noi monaci abbiamo tanto tempo per meditare e per pensare”.

Buone vacanze e buon Natale a tutti. Anche, e soprattutto, a quanti sono entrati in questo blog e si sono trovati in disaccordo.

23 dicembre 2008

Terremoto!

Quando mi sono reso conto della scossa stava già passando tutto ... non so se la scossa è stata forte po meno, ma la paura c'è stata.

La conservazione della memoria

Il sito del giornalista Sergio Lepri si propone come luogo per preservare la memoria: qui l'autore raccoglierà testi (saggi, articoli, interviste) che riguardano la storia contemporanea e alcuni appunti che affrontano temi e problemi della cultura di oggi.
La generazione a cui appartengo è stata – almeno per quelli di noi che sono sopravvissuti - una generazione fortunata: abbiamo visto la nascita e la fine del fascismo, la nascita e la fine del nazismo, il trionfo e la fine del comunismo. Abbiamo partecipato al crollo delle ideologie e alla fine delle certezze assolute.
Abbiamo vissuto la prima rivoluzione del computer e, col passaggio dall'analogico al digitale e con i processi di miniaturizzazione, stiamo oggi vivendone la seconda. Abbiamo assistito all'avvento della televisione e alla sua diffusione come medium che veicola contenuti in dimensioni mai era viste nel passato e ancor più come medium capace di modificare strutture mentali e conseguenti modi di pensiero e di comportamento; il medium che, con la forza prepotente dell'immagine, ha creato la società dello spettacolo.

La mia è dunque una generazione che ha il dovere di non disperdere il patrimonio messo insieme in un processo di trasformazione così ampio e così profondo come mai nella storia millenaria dell'umanità; che ha il dovere - senza presunzione e, anzi, con l'umiltà con cui ci si deve sempre rivolgere a chi sa meno e non per sua colpa – di lasciare agli altri almeno un po' della ricchezza accumulata non per merito proprio ma dei tempi in cui è nata e cresciuta.

Nessuno mi ringrazi. Sono io che ringrazio chi mi leggerà.

Nel sito, Sergio Lepri pubblicherà il libro sul 1943: gli eventi, testimonianze, le cronache

A differenza dei libri a stampa, un libro in Internet non deve essere necessariamente terminato prima di essere reso pubblico.

L'autore può inserirlo nel suo sito anche via via che lo scrive. Questa è la prima novità: una specie di "work in progress", un libro che non solo esce "a puntate", ma è scritto "a puntate" (molti anni fa alcuni quotidiani pubblicavano a puntate romanzi d'avventura o polizieschi; ma il libro era già scritto e la pubblicazione a puntate serviva soltanto a invogliare i lettori a comprare il giornale del giorno dopo per seguire la vicenda).
C'è di più: non è necessario pubblicare i capitoli del libro in ordine cronologico; si può pubblicare un capitolo o un altro, prima o dopo, secondo opportunità.

Oltre a questo, nel sito è presente una sezione didattica dedicata alla scrittura: norme, consigli e un piccolo glossario.

Per fortuna che ci sono le intercettazioni ..

.. altrimenti come si potrebbe creare tutto il caos mediatico sull'inchiesta di Napoli?
Ricatti o così fan tutti (come mostra Il giornale )?

Tutti contrari al tritacarne mediatico giudiziario delle intercettazioni, poi vedi gli stessi giornali pubblicarne spezzoni senza problemi.
Specie quando mettono in imbarazzo un politico come Di Pietro che si batte a favore di una maggiore trasparenza, contro tutte le tutele dei politici.

"Nulla da temere" è la risposta del leader dell'Idv.
Notate come il titolo dato dal giornale del fratello del pres del cons. metta l'accento sulla sfida:
Appaltopoli, Di Pietro sfida le toghe: "Avanti tutta, non c'è figlio che tenga".

Qualcuno - prosegue anticipando quelle che sarebbero poi state le domande dei cronisti - potrebbe chiedermi se sia un caso il fatto che queste intercettazioni escano fuori proprio all’indomani del voto in Abruzzo e nel giorno stesso in cui vado in Campania e confermo l’uscita degli esponenti dell’Idv dalle giunte provocando possibili elezioni.

E sempre nello stesso giorno in cui indico la responsabilità politica del sindaco, del presidente della Regione e della provincia su quello che sta accadendo. È vero, potrebbe essere una spiegazione interessante e potrebbe giustificare quello che succede....

Ma siccome io non ho nulla da temere - sottolinea sorridendo - sapete che vi dico: e che me frega? Che mi importa se lo hanno fatto per delegittimare o meno? Sarebbe solo una dietrologia e a me non interessa. E siccome, ripeto, non ho niente da temere, auguro buon lavoro ai magistrati che fanno il loro lavoro. Vadano pure avanti e si facciano tutte le indagini che si devono fare

Rustico, ma efficace.

In mezz'ora .. politica e giustizia

Durante la tramissione In mezz'ora si è parlato di politica e imprenditori. Un confronto tra le due anime della sinistra: Violante (autore di alcune proposte di riforma delle giustizia riprese dal PDL) e Flores d'Arcais.
Si è parlato dei rapporti con l'imprenditore Romeo.

Flores d'Arcais: "Romeo era stato condannato definitivamente a 4 anni prima di ricevere quegli incarichi al comune di Napoli; Ligresti continua ad avere tutto quel potere, a vedersi assegnati tutti quei contratti pubblici, nonostante una fedina penale lurida. Possibile che i politici che si affidano a questi personaggi non sappiano con chi stanno avendo a che fare? Possibile che non ci sia nessun altro con cui trattare?"
Annunziata: "Quindi non trattiamo con Romeo, non trattiamo con Ligresti, non trattiamo con nessuno."
Cosa vuol dire l'Annunziata, che non abbiamo altri imprenditori?

La chiusura di Flores d'Arcais: "Se la parte pulita della politica copre la parte marcia fa delegittimazione della classe politica e crea qualunquismo"
Altro che antipolitica.
Alcuni estratti video su
vvtv e video aol.

La doppia maratona di Milano

Nello scorso fine settimana, a Milano si sono vissute due maratone.
Quella letteraria "Io sono Saviano", a sostegno dello scrittore Roberto Saviano, con la lettura di passi del libro Gomorra da parte di tanti anonimi Saviano.

E quella politica per l'approvazione del bilancio comunale.
Maratona necessaria per far tornare i conti del comune; il cui indice di "affidabilità" retrogradato dall'agenzia di rating Moody’s a AA2.

22 dicembre 2008

Gli anni ruggenti di Luigi Zampa

Le vicende giudiziarie di questi giorni (la tangentopoli rossa nel comune di Napoli, a Pescara, in Abruzzo, a Firenze ..), la lettura degli editoriali dove giornalisti di fama si interrogano se siamo di fronte ad una nuova tangentopoli, mi han fatto venir voglia di guardarmi questo vecchio film in bianco e nero.
"Gli anni ruggenti", di Luigi Zampa, ispirato al libro "L'ispettore generale" di Nikolaj Gogol.

Siamo in una cittadina del sud, negli anni ruggenti del ventennio mussoliniano, quelli delle grandi opere, del grande consenso, della battaglia del grano e dell'autarchia. Dell'impero ricosquistato sui colli fatali con la guerra in Abissinia.

La quiete del paese è disturbata dalla notizia dell'arrivo di un gerarca da Roma per una indagine politico-amministrativa.

Il consiglio comunale va nel panico: il podestà (Gino Cervi), il segretario politico (Moschin), l'assessore con delega ai servizi funebri, il direttore dell'ospedale e il direttore scolastico.
Tutti hanno qualcosa da nascondere: piccole ruberie al comune, intrallazzi, finanziamenti per opere pubbliche finite in tasche private per finire con l'oro alla patria rimasto nascosto nelle casseforti.

La città per l'occasione viene ripulita: i muri riempiti delle frasi del duce, gli orinatoi spostati, i quartieri della povera gente sbarrati, affinchè la miseria e la puzza non arrivino al gerarca in visita la città.
E in effetti qualcuno da Roma è arrivato: un certo Omero Battifiori (Nino Manfredi), che dice di essere un assicuratore di polizze sulla vita. Assicuratore che inizia il suo giro di incontri: ormai tutti i consiglieri fingono di non sapere chi è veramente e assecondano le sue richieste.

Gli mostrano le grandi opere: le case coloniche per i contadini, con le "mucche da corsa" (spostate da una fattoria all'altra in gran furia per far numero); l'aeroporto dove possono atterrare solo gli aereoplanini di carta.
Le manifestazioni di piazza dove l'adesione avviene "spostaneamente" costringendo le persone a salire sui camion ...
La presenza del gerarca scatena le malelingue del paese: è un tutti contro tutti, dove emergono gli altarini dei potenti del paese, che vengono raccontati al presunto ispettore da Roma. Delazioni, storie di corna e intrallazzi.

Ma alla fine si scopre che il povero Omero Battifiori è effettivamente un assicuratore, venuto per stipulare polizze e non per indagare nelle magagne del paesotto pugliese.

Lo scopre lui stesso visitando le "grotte" del paese, quando la povera gentre che incontra gli chiede di intercedere per loro con il duce:"ma per chi mi hanno preso?"

Così, mestamente, mentre il povero assicuratore se ne va dal paese, col treno arriva il vero gerarca da Roma, che ha avvisato con telegramma del suo arrivo perchè "arrivare in incognito mi sembrava una mancanza di sfiducia".
Sul treno che lo riporta a casa, il povero assicuratore scambiato per un gerarca si ricrede sul regime: in tasca si ritrova una lettera che uno dei poveri cristi che abitano le grotte gli ha messo in tasca.
Una lettera al duce di un signore anziano di 56 anni, che ha perso il figlio in guerra. Che chiede al duce una finestra "perchè ora che sono rmiasto solo, non ho nemmeno una finestra dove affacciarmi".

Gli anni ruggenti è una critica del regime mussoliniano: capace solo di scalfire la superficie del costume degli italiani (tutti in divisa o quasi) e della classe politica.
Nemmeno il fascismo riuscì a far pulizia degli antichi vizi della politica italiana: come spiega anche il libro di Lodato e Scarpinato "Il ritorno del principe", la criminalità dei potenti ha radici lontane.
Siamo tutti figli del principe: chi oggi nsi meraviglia parlando di una nuova tangentopoli sbaglia.
E' sempre la stessa storia:
Lo scrittore spagnolo José Mallorqui si occupò di ladri e così li classificò: “Chi ruba poco e rischia poco, viene chiamato ladro. Chi ruba poco e rischia molto, viene chiamato bandito. Chi ruba molto e rischia poco, viene chiamato finanziere.”

Scrive Cerami, nella rubrica "Una parola" su l'Unità che "il politico che bara non è contemplato, forse perché riassume tutte le figure: è ladro, bandito e finanziere nello stesso tempo."



Liscia gassata o ...

Quale è il modello della democrazia in mente al cavaliere lo sappiamo.Un modello dove lui decide e gli altri appogiano. L'ultimo esempio è la scelta del candidato alle provinciali di Milano: Berlusconi via telefono ha dato la nomination (una sorta di Grande Fratello) per Guido Podestà.
Creando una certa irritazione in AN.

In ogni caso, inutile perlare di primarie e di scelta dal basso .. qui non usa.
E' un modello (politico) in cui si tira fuori dal cilindro la proposta, lo spot: la riforma della giustizia (separazione delle carriere dei giudici e dei pm dai plozia giudiziaria), la riforma presidenziale dello stato.

Tutti temi usati per bloccare il parlamento in lunghe discussioni.
Notare come della legge elettorale nessuno ne parli (nemmeno a sinistra): segno che così come è fatta va bene.

E le liste pulite tirate fuori in campagna elettorale?
Ha chiarito tutto il presidente "garantisco io per loro".
E più non dimandare.

E la crisi? E i 50000 cassintegrati della Fiat? E gli altri .. ?
Quante rogne: da Bossi che non vuole il presidenzialismo, all'opposizione che non da la sponda per il golpe alla giustizia.

21 dicembre 2008

Via i mercanti dal tempio


Veltroni come Gesù che scaccia i mercanti dal tempio. Riuscirà a far uscire i capibastone (quelli di cui aveva già parlato Riccardo Iacona nelle sue inchieste “Pane e politica”, parte 1, parte 2 e 3 tanti mesi fa, guarda caso parlando del sud)? Altrimento noi siamo pronti a passare dal PD, al PDP: il partito del Pilu, fondato dall'onorevole Cetto la Qualunque.
Almeno ci risparmiano i dibattiti sulla questione morale.
P.S. 1: nella rubrica Zorro di oggi, si parla dei "rieccoli": quelli che pur condannati continuano a rimanere a galla nella politica e nelle imprese. Da Ligresti a Romeo (già condannato nel 1996 poi prescritto).

P.S. 2 le vignette di Vauro ad Annozero della puntata dedicata alla Questione morale.



La finanziaria siamo noi di Stefano Lepri

"La società civile tende ad autoassolversi, a considerare lo Stato e le tasse come il male principale, a non vedere come un male le tutele corporative in cui ogni categoria si richiude a riccio".
Mario Monti, economista, ex membro della Commissione Europea.

La finanziaria siamo noi parte da un principio chiaro: tutti i cittadini dovrebbero sapere come vengono spesi i soldi dello stato tramite la legge finanziaria, che per mesi impegna le discussioni della politica sui giornali e nei dibattiti.
Ogni anno, da settembre a dicembre, si sente parlare di capitoli di spesa, emendamenti (come il famigerato Comma Fuda), milleproroghe ... in una metafora felice (purtroppo) si parla di assalto alla diligenza, dove i singoli senatori e deputati cercano di ottenere voci di spesa con cui accontentare il proprio elettorato, le lobby cui sono legati, le promesse fatte in campagna elettorale.

Quest'anno la crisi economica in corso, ha messo in secondo piano le discussioni, che invece si sono concentrate sulla manovra triennale di Tremonti e sui decreti legge messi in atto per fronteggiare la crisi.
Perchè dobbiamo perdere tempo ad addentrarci nel campo economico della politica? Perchè, come dice il titolo, la finanziaria indica come vengono distribuiti i soldi nostri, dalle tasse pagate sulla busta paga, sui redditi di impresa, dall'IVA, dalla tassa sulla casa (quando c'era ancora).
In che modo lo stato cerca di far quadrare i propri conti (in fondo lo stato italiano è un'azienda come le altre, in fondo, molto in fondo …)?
Insomma, tutti dovrebbero sapre dove finiscono i nostri soldi.

Lepri usa come paragone, per parlare del clima che si respira nei palazzi della politica nei giorni in cui si decide della Finanziaria, quello del suq, ossia un enorme e rumoroso mercato dove i singoli parlamentari mercanteggiano lungamente per i propri interessi.
Quello che si preoccupa degli autotrasportatori; delle guardie forestali al sud; dei gestori delle sale da gioco; dai commercianti (cui si è tolto l'obbligo di indicare fornitori e clienti); ai farmacisti, tassisti (vi ricordate di Roma?) ai notai ….

A guardare la finanziaria ci si rende conto di chi conta nel paese e che peso ha; uno specchio del paese: tanto è confusionaria e difficile da interpretare che nemmeno i tecnici del Tesoro e della Ragioneria di Stato spesso riescono a capirci qualcosa.
L'importante è che i soldi escano: per nuovi cantieri (completati solo il 2,2% dei cantieri aperti dal governo Berlusconi negli anni 2001-2005); per nuovi capitoli di spesa; per nuovi enti (cui mettere dentro magari qualche amico); per nuovi istituti. Tanto nessuno controlla come i soldi vengono impiegati.

Un altro motivo per cui credo sia importante leggere questo libro è che cerca di districare il lettore (che mediamente non è un esperto di economia) tra tutte le falsità che i politici raccontano, quando parlano di bilanci, spese, deficit, indebitamento.
Tutti bravi a far quadrare i conti a proprio vantaggio e ad addossare ad altri le colpe dei dissesti finanziari (avete mai sentito parlare dell'11 settembre, della Cina, del buco del precedente governo?).

Stefano Lepri smonta alcune delle falsità che sono circolate: le mille tasse del governo Prodi; i conti lasciati dal governo Berlusconi 3 e 4; la spesa corrente aumentata senza che il deficit sia diminuito.
Le aliquote del governo Berlusconi che non è vero che hanno favorito i ricchi, e quelle del Prodi 2, che hanno invece sfavorito i ceti medi.

La lotta all'evasione portata avanti dal Visco e Padoa Schioppa e il successivo repulisti di Tremonti nella Agenzia delle entrate.
I tagli a pioggia di Tremonti (per far rientrare il debito secondo i parametri europei) a scuola, università e pubblica amministrazione, senza tener conto dell'andamento del singolo ente (ossia se quella università fa ricerca bene o male, se quella ASL spende troppo rispetto al numero di persone curate, in confronto con altre ASL).

La seconda parte del libro è una lunga carrellata nella storia delle leggi finanziarie a partire dagli anni 80, gli anni degli sprechi dei governi del CAF (Craxi, Andreotti, Forlani, ma anche De Mita, Pomicino ....) quando il debito è aumentato di circa la metà.
Le finanziarie degli anni della crisi del 92-93: la stangata di Amato (90 miliardi di lire), il rischio di non riuscire ad entrare in Europa.

Poi gli anni della finanza creativa (2001-2005), fatta per far cassa in fretta: condoni (su cui l'Europa ha espresso parere negativo), rientro dei capitali dall'estero (con una tassa del solo 2,5%), cartolarizzazione.

Gli anni del risanamento, il 2006-2007: quando le entrate sono aumentate nelle casse dello stato (il tesoretto nato dall'extragettito), ma è diminuito il consenso del governo. Sembra che in Italia chi riesce a far risanare i conti (l'Italia è uscita dall'infrazione per il rapporto deficit pil) poi debba perdere le elezioni.
Colpa della scarsa coesione del governo, del poco coraggio. E della cattiva comunicazione: gli italiani avrebbero gradito sapere che certi sforzi loro chiesti sarebbero poi rientrati a loro per altre forme.

Infine, sempre in merito alle reciproche accuse che si scambiano centrodestra e centrosinistra, riporto le ultime righe:
Il centrodestra ha mutato assai poco, e ha confermato come un impegno per la Repubblica verso l'Europa gli obiettivi di Prodi e di Padoa Schioppa. Anche nei mesi successivi al voto, il deficit pubblico è risultato in linea con le previsioni. Bisogna proprio stare attenti a confondere le lucciole con le lanterne.

Pretesti di lettura.
Il posto sul blog dell'editore Chiarelettere.
Per ordinare il libro su internetbookshop.
Technorati:

Il prestigiatore

Il grande comunicatore ha parlato, alla conferenza di fine anno della Presidenza del Consiglio.
Ha parlato di ambiente, energia, del G8, della guerra in Ossezia (che ha fermato lui).
Il paese ha bisogno di grandi opere per l'alta velocità. Di chi la colpa per la loro assenza? Dei verdi e della sinistra radicale che pensano che l'intervento dell'uomo sull'ambiente sia negativo. Sempre secondo la conferenza di fine anno del presidente del Consiglio.

Una conferenza stampa dove uno parla e gli altri annuiscono.
Ma sa di cosa parla o no?
Il paese ha bisogno di treni per i pendolari: chieda all'amico Formigoni quale è la situazione in Lombardia.
Per spostare le merci bastano le ferrovie che abbiamo.
E in quanto al perchè le infrastrutture in Italia siano poco sviluppate, chiediamoci come mai in Italia le grandi opere costano sempre più rispetto agli altri paesi. Perchè la Salerno Reggio Calabria è ancora piena di cantieri: chieda ai magistrati della DDA quanto le imprese pagano di pizzo al kilometro.

E in merito alla soluzione del nucleare (vero colpo di prestigiatore): Dove mettiamo le scorie? Dove costruiamo le centrali? che succede se i cittadini si rifiutano?
Solo rispondendo a queste domande si può parlare seriamente della soluzione del nucleare al problema energetico (che in realtà è legato alla scarsa concorrenza del settore). Altro che accordi con Albania, Libia e Algeria ...
Una precisazione: il nucleare è stato stoppato (ma non smaltite le scorie, vedi puntata di Report, l'eredità) da un referendum popolare.
Un referendum fatto negli anni del pentapartito: quando governava l'amico Craxi, il Divo Andreotti, Cirino Pomicino.

Quando il debito pubblico è raddoppiato. Anche loro grandi prestigiatori della politica.

Debito che di certo non diminuirà con i debiti per Alitalia, con gli investimenti per le nuove centrali nucleari.

Passiamo alla riforma della Giustizia (quella che Ghedini voleva far leggere alla sorella di Di Pietro, ad Annozero): forse i tempi sono così lunghi perchè anziché semplificare il processo penale, lo si è reso più complesso, pieno di cavilli, diminuendo i tempi di prescrizione, senza aumentare le risorse e i mezzi per le indagini. Anzi ..
La barbarie delle intercettazioni: come mai il problema sono le intercettazini trasmesse da Santoro (sul caso Why Not, tra Chiaravallotti e altri magistrati) e non quelle trasmesse da Vespa (Romeo e Lusetti)?

Ma la parla d'ordine è sempre la stessa: serve iniettare fiducia nei consumatori.
Basta lacrime
, titola Libero in prima pagina, che mostra nella consueta vignetta un cavaliere giudice (unico e insindacabile) che condanna gli amministratori della sinistra (nessun garantismo per loro?).

P.S. In Belgio il presidente del Consiglio Leterme ha presentato le dimissioni dopo che un giudice aveva trovato le prove di presunte (presunte, non provate!) su pressioni contro i magistrati , per la vendita della più grande banche belga, la Fortis, ai francesi.

Per fortuna che in Italia queste cose non succedono.

P.S 2: almeno non ha esordito con "amici elettori e pagabilmente amiche elettrici ...."

19 dicembre 2008

Tutti gli uomini della sinistra

Brutto momento a sinistra.
Stretti tra un PD in cerca della soluzione per la questione morale e un centrodestra che attacca sfruttando le inchieste (Pescara, Potenza, Napoli) in corso per imporre la sua riforma della Giustizia. Separazione carriere, blocco delle intercettazioni, togliere l'obbligatorietà dell'azione penale, la polizia giudiziaria dai magistrati.

Un brutto momento anche per l'informazione: mi hanno colpito le due storie, raccontate ad Annozero. Il giornalista Carlo Vulpio già finito sotto indagine (per un reato di associazione a delinquere a scopo diffamatorio) per l'inchiesta Toghe Lucane e il blogger , finito davanti ad un giudice per un post su un politico calabrese.

Guardo gli accessi al mio blog e vedo ingressi da ministeri, comando carabinieri .. e inizio sinceramente a preoccuparmi.
Non faccio questo per lavoro, non guadagno una lira. Spendo molto del mio tempo libero nel blog.
C'è un bel pezzo, in "Tutti gli uomini del presidente" in cui il giornalista capo di Woodward e Bernstein parla di libertà dell'informazione, di difesa della Costituzione.

Ben Bradlee: You know the results of the latest Gallup Poll? Half the country never even heard of the word Watergate. Nobody gives a shit. You guys are probably pretty tired, right? Well, you should be. Go on home, get a nice hot bath. Rest up... 15 minutes. Then get your asses back in gear. We're under a lot of pressure, you know, and you put us there. Nothing's riding on this except the, uh, first amendment to the Constitution, freedom of the press, and maybe the future of the country. Not that any of that matters, but if you guys fuck up again, I'm going to get mad. Goodnight.

Non importa che gli americani non sappiamo nulla del Watergate e che gliene importi poco. Il nostro dovere e fare informazione.

Non mi alzo la mattina con la fissa di insultare tizio e caio.

Perchè Saviano ha ragione quando dice che "Gli elettori di sinistra e di destra devono una volta per sempre, al di là delle loro idee politiche, scegliere persone diverse a rappresentarli".

Ma quale è il prezzo per le persone della sinistra, per arrivare a questo?
Quale in termini di impegno, di frustrazione, di insofferenza? Intermini di costi economici, perchè costretto a prenderti un avvocato per difenderti da querele e minacce?
Vedi che gli spazi per la libera informazione stringersi sempre di più e ti chiedi: ma ne vale ancora la pena?
Fino a quando?

Annozero La questione morale

Iniziamo con un pò di notizie:
Tanzi condannato a 10 anni per aggiotaggio a Milano.
I politici arrestati i coinvolti nella bufera giudiziaria (che brutta parola, ma da il senso), si dichiarano innocenti. Da Pescara, a Napoli, alla Basilicata.
La giunta per le autorizzazione ha negato l'arresto per il deputato Margiotta (la cui difesa sarà coadiuvata dall'avvocato onorevole Giulia Bongiorno). Ha votato anche Margiotta, per se stesso.

Roberto Saviano, davanti ad una platea di giovani (riportata da Matrix), per una lezione sulla criminalità diceva la sua sulla questione morale "Gli elettori di sinistra e di destra devono una volta per sempre, al di là delle loro idee politiche, scegliere persone diverse a rappresentarli".

Perchè se aspettiamo che il sistema si corregga da solo, c'è da avere poca fiducia.

Ieri sera ad Annozero si sono confrontati sulla questione morale, la bufera giudiziaria e la questione Why Not, l'onorevole avvocati Ghedini, il leader dell'Idv Di Pietro, Massimo Giannini (Repubblica), Giuseppe Cascini (ANM), Vittorio Grevi (giurista) e Carlo Vulpio (giornalista del Corriere).

Il caso De Magistris: da una parte le intercettazioni tra esponenti della politica calabrese, pezzi dell'inchiesta Why Not, una ricostruzione dei colloqui dei magistrati di Salerno con De Magistris e altri magistrati calabresi. Lo scontro tra le procure: di cui uno era autorizzata ad investigare, l'altra no.

Il CSM che sapeva che le carte richieste da Salerno a gennaio non arrivavano; i contatti tra Mancino e Saladino testimoniati dalla teste Caterina Merante. L'inchiesta Why Not tolta ad un magistrato e affidata ad un auditore (De Tommasi) e ad un altro pm antimafia (Bruni, che non la voleva perchè sovraccarico).

Le perizie che sono state chieste (come al dottor Sagona, sui soldi del senatore Pittelli) e che sono rimaste nei cassetti e mai chieste dalla procura di Catanzaro.
Dall'altra parte la contraccusa sulle 1700 pagine del provvedimento di sequestro: un provvedmiento abnorme, pieno di allusioni, che non da il quadro preciso dei fatti, che non spiega il perchè si debba fare una perquisizione in casa di un magistrato.

Tutto qui? Il punto dolente per cui si è bloccata una inchiesta che stava mettendo sotto accusa un intero ufficio giudiziario, sono le 1700 pagine? Forse il provvedimento è enorme perchè riguarda un caso insolito: l'intreccio tra magistratura, politica, massoneria e imprenditoria, il comitato d'affari che prendeva soldi per far depuratori (Poseidone) e aziende per informatizzare la regione (Why Not).

Un processo complesso: che è stato ripreso dai colleghi di Salerno che non si sono limitate a raccogliere le accuse di De Magistris (la cui posizione è stata archiviata) ma hanno fatto delle loro indagini con polizia e carabinieri, sentendo periti.
"Chi tocca De Magistris viene trasferito" commentava il giornalista Carlo Vulpio, che è stato tolto dall'inchiesta dal suo giornale.

L'impressione che si ha, dalla trasmissione, leggendo gli atti, le dichiarazioni (senza fermarsi alla superficie), è che questa inchiesta non si debba proprio fare.

Perchè qui, da Ghedini, a Cascini (che si è improvvistato difensore d'ufficio dei magistrati calabresi, facendo infuriare Di Pietro), siamo tutti garantisti. Ma in realtà non si vuole nemmeno arrivare al processo, al dibattimento, alla messa sotto accusa del sistema Calabria.
Cosa c'è da nascondere?

Raccontava Caterina Merante (che nel processo è finita dalla parte degli imputati, per una violazione alla legge Biagi) che c'è un intreccio che non si deve svelare.
Come a Crotone, dove un procuratore capo, in pensione diventa commissario di una azienda in odore di mafia.

Chi ne parla muore: non capita solo ai giornalisti "dalla schiena dritta" come Vulpio.
Anche a blogger : come Antonino, che per aver riportato nel blog pezzi di accusa ad un politico locale (Galati UDC) si è ritrovato citato a giudizio, poi querelato, poi il blog sequestrato.
Allora: di quale questione morale vogliamo discutere. Meglio non discutere allora. Lasciamo tutto così?

In america succede il contrario: il governatore dell'Illinois (Blagojevich ) viene arrestato alle 6 di mattina con l'accusa di corruzione; le sue intercettazioni vengono pubblicate dai giornali (anche quelle non inerenti l'inchiesta); il presidente ne chiede la cacciata con procedura di impeachment. Obama non caccerà nemmeno il procuratore Fitzgerald, che dopo l'arresto ha fatto una conferenza stampa affermando che Blagojevich "non può più fare il governatore".

Pare che questo poi avesse chiesto la testa dei giornalisti del Chicago Tribune che seguivano l'inchiesta.
Ma il giornalismo in America non si è lasciato intimidire.
Questo succede in America. In Italia la commissione di Vigilanza Rai si riunisce il 24 dicembre, per discutere di Santoro e Annozero.


L'introduzione di Travaglio.
Per guardare la puntata clicca qui.
Gli estratti della docufiction di Annozero sulle scontro tra procure per l’inchiesta “Why Not”.
Technorati:

18 dicembre 2008

Annozero e i quaranta ladroni

Annozero torna sul caso De Magistris ("Questione morale" il titolo della puntata), come l'assassino sul luogo del delitto. Chiamare la storia delle indagini del magistrato in Calabria Why Not, Poseidone e Toghe Lucane come “caso De Magistris” è un po' riduttivo. Si concentra il tutto (finanziamenti europei, presunte tangenti, il comitato d'affari, le scatole vuote usate per assumere personale, i depuratori che ci sono e non ci sono ..) su una sola persona.
E ci si dimentica degli altri attori, protagonisti e comparse: il caso De Magistris è prima di tutto un caso che riguarda noi.
Perchè l'impatto della corruzione in Italia ammonta a 50 miliardi di euro (come stimato da aziende internazionali). 50 miliardi di mancato sviluppo.
Perchè siamo passati dal 30 esimo al 55 esimo posto nella classifica di Trasparency International, grazie al sistema d'affari italiano: poi non lamentiamoci se le aziende internazionali scappano dall'Italia …

Interessante la controprogrammazione Rai, non so se frutto del caso o parto di una mente sofisticata: su Rai 1 il film per la TV “Alì Babà e i 40 ladroni”; su Rai 3 “Il rapporto Pelican”, dal giallo di Grisham, un giallo che parla di morti che arrivano fino alla presidenza degli Stati Uniti.

Questione morale, tangentopoli campana, garantismo contro giustizialismo, la solita storia del PCI risparmiato dai magistrati nel 92-94 (guardatevi la puntata di Blu Notte).
Nel frattempo altri processi, un po' sotto silenzio vanno avanti: la procura di Milano avrebbe richiesto 4 anni e otto mesi per l'avvocato Mills (per corruzione in atti giudiziari).
E la Cassazione ha rigettato la richiesta di ricusazione dei difensori del presidente del Consiglio sul giudice Gandus.

17 dicembre 2008

La vendetta dell'Osservatore


Lascia stare i santi, par di capire.

Quelli che non saranno ottimisti

50000 cassintegrati Fiat, che forse non prenderanno la tredicesima.
Alla Telecom 9000 licenziamenti (non Napoleone Luciani), previsti da Bernabè.
Confindustria stima 600000 posti di lavoro persi nel 2009.
Tutte persone che hanno poco da festeggiare.

Le proposte della politica?
Il Ponte sullo Stretto? Quando poco più in la crolla il soffito di una scuola ad Agrigento?
La candidatura della Parietti? E perchè non Luxuria?
L'austerità e i tagli di Tremonti? Lo stesso ministro dei condoni, del rientro dei capitali all'estero, dell'aumento della spesa pubblica (tra il 2001 e il 2006)?