12 dicembre 2008

Annozero aiuto, la crisi!

Prosegue il viaggio di Annozero nella crisi italiana, dopo la parentesi infelice nel mondo dei reality.

Dai lavoratori della Iveco, ai colleghi della Motorola, della Bertone, della Pininfarina di Torino.Gente che ha perso il lavoro (le persone con contratto a tempo determinato cui non verrà rinnovato il contratto); famiglie che lo perderanno perchè che entreranno in cassa integrazione.In ogni caso persone appartenenti spesso all'ex ceto medio che in pochi mesi si ritrova in una situazione di nuova povertà.Come la famiglia dell'ingegner Lupiero, ex Motorola, che quando guardava gli operai della Bertone che protestavano, passava dritto.
Fino a che la crisi non lo ha coinvolto di persona.

La solita domanda, il solito ritornello di Santoro: come uscirne?

Questa volta ospiti in studio due economisti (Giavazzi e Alesina), un esponente del governo (il sottosegretario Castelli) che ha esposto le manovre del governo e la sindacalista Susanna Camusso.
Ciascuno ha difeso le sue idee e le sue posizioni: Castelli le scelte del governo, con il D.L. 185 a sostegno delle fasce deboli.

I due professori di economia, Alesina e Giavazzi, autori del libro "Crisi - può la politica salvare il mondo", parlavano del rischio che con le manovre del governo si rischia di far scomparire la separazione tra stato ed economia.

La soluzione di dare incentivi per le auto ecologiche (di cui si parla in questi giorni), rischia di diventare una foglia di fico, perchè non darebbe effetti nell'immediato.
Meglio sarebbe togliere l'IVA per un periodo limitato, per stimolare li mercato.
Da veri liberisti sono contrari ad un controllo "politico" dei salari, ad un aumento della spesa pubblica, quando l'economia viaggia (come nel 2001 e il 2005) ma favorevoli ad un suo aumento oggi.

Per diminuire la spesa si è tornato a parlare di riforma delle pensioni (un ritorno dello Scalone Maroni) e di nuovi ammortizzatori sociali per chi è senza lavoro (un sussidio di disoccupazione uguale per tutti).

Da dove prendere i soldi per uscire dalla crisi?
Conviene veramente investire nel settore auto, per stimolare il ricambio del parco macchine?
Come evitiamo che la crisi inghiotta nuove fasce di persone?

Difficile trovare una risposta da dare a persone come Carlo, l'operaio ex Thyssen che si rispondeva a Castelli sulla questione della Cassa integrazione ("prima si deve pensare a chi non ha il lavoro a chi è per strada"): "prima o poi tutti finiranno sulle strade".

Una risposta da dare al para-farmacista che in studio ha tirato fuori la liberalizzazione a metà sulle farmacie, fatta da Bersani.
Col decreto Bersani i farmaci da banco non sono cresciuti in questi mesi.Liberalizzazione cui si vuole tornare indietro, con la proposta del D.D.L. Gasparri.

Una risposta da dare ai lavoratori della Bertoni e della Fiat (da lunedì 58930 lavoratori vanno in CIG), che vorrebbero tornare a lavorare alla catena.
Per quanto riguarda la difesa die salari, si potrebbero detassare gli stipendi, come chiedeva Chiamparino: gli operai hanno già pagato abbastanza in tasse in questi anni.

I soldi potrebbero essere presi dalla lotta all'evasione, dalla lotta agli sprechi in politica, dalle confische alle mafie, ai furbetti del quartierino, a chi froda lo stato e l'Unione Europea con finti investimenti al sud.Ma di tutto questo non se ne può parlare, sia con i politici di turno, nè con i liberisti.

Piacerebbe sapere cosa ne pensano Giavazzi e Alesina delle inchieste Poseidone e Why not.
Dove erano negli anni in cui la spesa dello stato aumentava (la famosa Casta che spende senza rendere conto a nessuno) senza che salisse l'economia, lo sviluppo, nè i salati.

Di queste cose ne parlano solo alcuni giornalisti come Travaglio, nella sua introduzione.

Si parlava del caso De Magistris, dal punto di vista dei soldi. Perchè dietro Poseidone (800 ML euro per depuratori) ci sono soldi nostri.

Dietro Why Not, il consorzio clic (creato per informatizzare la Calabria) ci sono soldi nostri: 800 miliardi di euro per il sud, di cui 4 miliardi di fondi pubblici alla Calabria.
Ne aveva già parlato Report nella puntata "Fondo perduto" sulla legge 488: un consulente, un'azienda che vuole investire al sud (Fiat, Parmalat, Vodafone, Air One), una banca che controlla il progetto e il gioco è fatto.

Dopo la prima tranche di finanziamenti, spesso l'azienda fallisce e così noi dobbiamo pagare due volte. Non è un caso se la Calabria è piena di capannoni dismessi.
Se spesso i nostri finanziamenti sono finiti in mano alla mafia.
Se chi fa le indagini viene trasferito. Come De Magistris e la Forleo (che ha permesso il sequestro di 94 ml di euro dei furnetti, su un totale di 1 miliardi di euro recuperati).
Se chi ne parla, come il giornalista Carlo Vulpio, viene sollevato dall'incarico dal suo stesso giornale, Il corriere.

A Palermo il giudice Scarpinato ha sequestrato 1 miliardo di euro a imprenditori e mafiosi, traci 250 ML di euro ad un certo Aiello che discuteva con l'ex governatore Cuffaro delle tariffe del dispensario.

La corruzione non è mai un tema affrontato nei dibattiti economici: eppure la corruzione, le infiltrazione della mafia nell'economia inquina le imprese e indebita la società e rovina la politica.

Perchè se le opere publbiche costanto sempre troppo (e vengono realizzate con grande ritardo) è un problema per l'economia di tutti.
Un pò di esempi:
Costo ponte di Calatrava 16 ml di euro.
La Salerno Reggio Calabria è passata da 1 miliardo a 9 miliardi di euro
Passante di Mestre 17 ML di euro/KM
Alta velocità costerà 50 ml di euro/km (contro i 9 ml di euro/km per la Parigi Lione).
Il ponte sullo stretto è costato fin'ora 250 ml di euro.


La finanza è in mano a persone come Cesare Geronzi. Gli appalti li conducono costruttori come Salvatore Ligresti che fa affari con giunte di destra (Milano) e sinistra (Firenze).
Travaglio terminava il suo intervento con le parole di Einaudi "rimedio ottimo e massimo è ristabilire l'impero dellla legge".
Oggi passerebbe per un giustizialista: molto meglio parlare di aiuti alle imprese, tagli alle pensioni, protezionismo ..

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