13 febbraio 2009

Una domanda sulle intercettazioni

Per indorare la pillola sul ddl che regola le intercettazioni si dice che costano, che violano la privacy, che con le intercettazioni si fa la pesca a strascico.
Poi sempre dall'utile lettura dei libri scritti da chi le leggi e i meccanismi della giustizia li conosce, scopri che esitono anche le intercettazioni "preventive" fatte dai servizi, da polizia e carabinieri, senza autorizzazione di nessun giudice, in base al solo sospetto di reato. Solo il procuratore capo viene avvisato, ma non è tenuto a sapere nulla dell'indagine in corso. Si usano solo per reati di mafia e terrorismo, e sono intercettazioni che non si possono usare in processo.

Primo problema: chi controlla il controllore? Perchè io dell'ex sismi (e delle sue deviazioni dell'era Pollari, Pompa, Mancini), mi fido poco.
Secondo problema: che fine fanno queste intercettazioni. Altro che archivio di Genchi ("Caso Genchi, contenuti dirompenti", pure la rima ci fanno): chi mi assicura che non vengano usate per crearsi un dossier con cui fare ricatti?
Terzo problema: lo dicono in pochi, ma queste intercettazioni preventive verrebbero estese per i reati "meno gravi" (mentre quelle regolamentate dalla magistratura sono limitate).

Scrive Vittorio Grevi:
Più precisamente, secondo questa proposta, lo strumento delle tradizionali intercettazioni «giudiziarie» (come tali eseguibili soltanto in presenza di «gravi indizi di reato», e quindi utilizzabili come prova nel processo) dovrebbe essere circoscritto «ai soli reati estremamente gravi», mentre nelle indagini per i reati meno gravi dovrebbe adottarsi lo strumento delle intercettazioni «preventive».
Il riferimento è ad una particolare figura di intercettazioni, eccezionalmente ammesse dal codice, su autorizzazione del pubblico ministero, per finalità di «prevenzione» dei più gravi delitti di terrorismo ovvero di criminalità anche mafiosa, e proprio per questa loro natura non suscettibili di impiego probatorio nel processo. Così, sulla scorta di uno schema analogo, dovrebbe avvenire — secondo Ghedini — anche per le intercettazioni preventive concernenti i reati di minore gravità, le quali quindi costituirebbero «unicamente un mezzo per orientare le indagini, non assumendo alcun valore di prova».

Posso fare la domanda, porre il quesito, oppure è già reato?

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