09 marzo 2009

La proposta Carlucci su internet

Come per altre leggi targate PDL, si vara una legge che dice che si vuole colpire un reato, ma in realtà dietro si nasconde ben altro.
Mi vien in mente la Ex Cirielli, che voleva colpire i criminali recidivi e invece ha garantito prescrizioni facili per gli incensurati.O l'attuale riforma della giustizia che dovrebbe garantire tempi certi per i processi e che invece li allungherà.
Oggi parliamo della proposta di legge dell'onorevole Carlucci (capisci e internet, direbbe Paolantoni) sulla rete internet.Dovrebbe mettere fine all'anarchia che impera in rete e combattere il fenomeno della pedofilia.
Commentiamo qualche articolo:
Art. 1
"È fatto divieto di effettuare o agevolare l'immissione nella Rete di contenuti in qualsiasi forma (testuale, sonora, audiovisiva e informatica, ivi comprese le banche dati) in maniera anonima".

La privacy per i colletti bianchi.
Nome e cognome per tutti gli altri.

Art 2
"I soggetti che, anche in concorso con altri operatori non presenti sul territorio italiano, ovvero non identificati o identificabili, rendano possibili i comportamenti di cui al comma 1 sono da ritenersi responsabili - in solido con coloro che hanno effettuato le pubblicazioni anonime - di ogni e qualsiasi reato, danno o violazione amministrativa cagionati ai danni di terzi o dello Stato".

I providere che diventano cani da guardia per il governo.
Il comma 3 dell'art. 2
"Per quanto riguarda i reati di diffamazione si applicano, senza alcuna eccezione, tutte le norme relative alla Stampa. Qualora insormontabili problemi tecnici rendano impossibile l'applicazione di determinate misure, in particolare relativamente al diritto di replica, il Comitato per la tutela della legalità nella rete Internet (di cui al successivo articolo 3 della presente legge) potrà essere incaricato dalla Magistratura competente di valutare caso per caso quali misure possano essere attuate per dare comunque attuazione a quanto previsto dalle norme vigenti".

Dunque il blogger che scrive gratis, assogettato a tutti gli editori dei giornali di partito (finanziati dai soldi pubblici).
Dunque una stretta a Internet da una parte, e il lodo Alfano, la legge Boato (che ha salvato Latorre e le sue intercettazioni) dall'altra.
Il re non deve essere mostrato nudo.

1 commento:

Daniele dangp ha detto...

Stanno marciando verso Roma.