26 aprile 2009

Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana

Intervistato a Che tempo che fa, in occasione del 25 aprile, il presidente onorario della Corte Costituzionale Gustavo Zagrebelski, ha letto una lettera di un partigiano, condannato a morte.
Una delle tante raccolte nel libro "Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana " ed. Einaudi di cui ha scritto l'introduzione.
Questo libro era considerato una volta "uno dei libri di formazione, che mettevano i giovani di fronte alle grandi questioni etiche. "

"Un libro il cui valore non tramonta: troviamo il significato pieno di parole di cui abbiamo logorato il senso con l'uso".
Parole vere, come libertà, democrazia: parole vere perchè le ultime pronunciate.

Continuava Zagrebelski: "cos'è che ci ha fatto cambiare? Perchè queste parole sembra che arrivino da un mondo tanto distante dal nostro?".
Lettere che sono arrivate a noi in modo avventuroso: grazie alla carità del sacerdote e danno uno spaccato dell'Italia di allora.

La lettera letta durante la trasmissione, era di un ragazzo al padre adottivo:

Caro papà,
benché non sia nato nel tuo stesso letto e non
porti il tuo nome, sono riconoscente di quanto hai fatto per me nella
vita terrena. Sono sull’orlo della vita terrena e mi involo nel più
alto dei cieli. Tu che sei un uomo di alti sentimenti, sappi che tuo
figlio muore per un alto ideale per l’ideale della Patria più libera e più bella.
Di’ al mio vero papà che lo perdono di tutto il male
che ha fatto e che questo lo stimoli ad essere un uomo onesto nella vita.
Caro papà, tutta la mia riconoscenza te la esprimo col
mio cuore. Caro papà, sappi che non ho amato come mio insegnante di vita
laboriosa ed onesta altro che te.
Scusami se ti scrivo in questa maniera ma queste sono
parole che mi escono dal cuore in questo triste e nello stesso tempo
bel momento di morte.
Col cuore straziato ti lascio baciandoti caramente.
tuo per sempre figlio
Renzo


Attenzione a prendere queste testimonianze alla leggera: noi non siamo messi alla prova, non siamo stati messi in quel crogiolo della storia.
"Le Lettere contengono la voce di un altro popolo; di uomini e donne, appartenenti a tutte le età e a ogni classe sociale, consapevoli del dovere della libertà e del prezzo ch'essa, in momenti estremi, comporta. Chiunque anche oggi le leggerà, vi troverà un'altra Italia e non potrà non domandarsi se davvero non ci sia piú bisogno di quella voce o se, al contrario, non si debba fare di tutto per tramandarla e mantenerla viva nella coscienza, come radice da cui ancora attingere forza."
Dalla Nota introduttiva di Gustavo Zagrebelsky

Come la libertà, anche la democrazia non è una conquista definitiva: democrazia è un modo di vivere, in cui si applicano gli ideali espressi dalla Costituzione. Non sono solo le regole che regolano votazioni, liste, elezioni.
Il presidente Zagrebelski è a Torino, in questi giorni, alla Biennale di Democrazia, a parlare proprio di democrazia attiva e identità nazionale.

ll link per ordinare il libro su ibs.

Nessun commento: