19 ottobre 2009

Nomi e cognomi (le mani della mafia)

Perchè Giulio Cavalli è finito sotto scorta?
Perchè a differenza di altri vede e testimonia della presenza della mafia a Milano.
E fa nomi e cognomi.
Un pezzo dell'articolo che Il fatto ha dedicato alla rappresentazione "a 10 passi dal Duomo":
.. dal ritratto di Cavalli viene fuori una Milano prostituita agli interessi della criminalità organizzata, in cui la mafia ha ormai percorso quei cento passi che la separavano dai palazzi del potere, è entrata e si è seduta su comode poltrone di vellutino, ad aspettare ingorda i miliardi di euro che pioveranno in città con l’Expo 2015.

Nomi e cognomi, come quelli che si leggono nel testo scritto a quattro mani con l'esperto Gianni Barbacetto, che forse ne sanno qualcosa, come Vincenzo Giudice, di Forza Italia, consigliere comunale di Milano, presidente della Zincar, società mista partecipata dal Comune, amico, come Paolo Galli, Forza Italia, presidente dell'Aler, di Giovanni Cinque, esponente di spicco della cosca calabrese degli Arena; o come Massimiliano Carioni, Forza Italia, eletto, secondo lo stesso Cinque, con i voti della mafia. Di Alessandro Colucci, consigliere regionale azzurro della Lombardia, invece parlano al telefono due mafiosi intercettati: “Abbiamo un amico in Regione”. E poi ancora Emilio Santomauro, due volte consigliere comunale a Milano ed ex presidente della commissione Urbanistica, sotto processo con l’accusa di aver fatto da prestanome a uomini del clan Guida, e infine Loris Cereda, sindaco di Platì, detta anche Buccinasco, che si scompone quando gli fanno notare che ricevere il figlio del boss Domenico Barbaro nel suo ufficio potrebbe essere sconveniente.

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