10 novembre 2009

La riforma per chi?

Si sente discutere di tante leggi, leggine, emendemanti in finanziaria che riguarderebbero (tutti) i processi del presidente del Consiglio.
Tutti escamotage, nascosti dalle parole "riforma della giustizia" per evitare il processo (non parliamo della eventuale condanna, ma solo del processo) ad una persona che la Consulta ha stabilito essere uguale alle altre.

Perchè non se ne discute in Parlamento?
Perchè si usano le solite scuse per cui l'eletto deve essere messo in condizioni di poter lavorare serenamente?
A TG unificato il direttore Minzolini spiegava le (sue di lui) ragioni:
"l'immunità è stata cancellata dalla nostra Carta costituzionale. Motivo? In quegli anni la classe politica e i partiti per via di Tangentopoli avevano perso la fiducia della gente e l'abolizione dell'immunità fu un modo per dimostrare che i costumi sarebbero cambiati. Quell'operazione mediatica si trasformo però nei fatti in un atto di sottomissione alla magistratura. Da allora i gruppi parlamentari sono affollati di magistrati e ci sono addirittura partiti fondati da magistrati".
E la serenità degli elettori che si devono poter fidare di chi li governa?
E la giustizia per le vittime di mafia (visto che uno dei fondatori di Forza Italia è sotto processo per concorso in mafia)?
La giustizia, come la legge, deve essere per tutti.
Altrimento siamo ancora qui a celebrare la fine del comunismo in Germania, senza chiederci se e come è cambiato il nostro paese in questi venti anni.
Nel 1992, l'Italia era sotto le bombe della mafia, sotto ricatto dai boss, sotto i debiti accumulati da anni di sperperi di quella cattiva politica che oggi viene celebrata (Craxi, Pomicino, Andreotti).
Mica possiamo prenderci in giro così.
Continua Minzo:
"l'abolizione dell'immunità parlamentare ha provocato un vulnus nella Costituzione, si è rotto l'equilibrio tra i poteri e non se ne è creato un altro. Ora c'è da auspicare che quel vulnus, al di là delle dispute nominali su immunità, lodi e riforme del sistema giudiziario, sia sanato"
Il vulnus era quella classe politica, che poi si è evoluta nell'attuale.

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