03 novembre 2009

Odia il prossimo tuo di Luca Poldelmengo

Costruito più come sceneggiatura di un probabile film che come libro tout court, questo di Poldelmengo è quasi un piccolo gioiello.
Veloce, feroce, senza un attimo di respiro: i protagonisti di questo romanzo ambientato a Roma si muovono come attori di un film western, magari di Sergio Leone. Tutti vittime di un destino predestinato e contro cui niente si può fare. Niente: specie se si è mossi dall'odio.
Un odio che ha delle origini diverse: per Cristiano nasce dall'educazione in una famiglia borghese, cattolica, ricca (che vive nel quartiere dell'Infernetto), che gli ha dato tutto, ma che specie il padre, non gli ha dato nulla.

Il padre di Cristiano, padre adottivo, non riesce a creare con lui un rapporto che non sia di scontro. Ha dato tutto al figlio, ma ora non riesce più assieme nemmeno il rapporto con la moglie, che affoga un martini dietro l'altro.

Per Andrea, finito a vivere dentro una baracca, l'odio nasce come reazione al suo fallimento. Ex ciclista, che anziché sfondare nel giro dei professionisti è finito attaccato alla bottiglia. Senza soldi, senza casa, solo con un cane. E quando anche questo cane muore per un gioco stupido, inizia la vendetta.

Flavio, odiava una volta. Odiava come brigatista la classe borghese, il sistema da abbattere a pistolettate. Dopo tanti anni di prigione, credeva, una volta uscito per ricercare un figlio perso, e una nuova vita, di non voler odiare più. Ma si sbagliava.

Tegla è una delle poche donne di questo romanzo, sempre sulla scia del Sergio Leone che nei suoi film le uniche donne erano prostitute o semplici comparse. Venuta dall'Africa per una nuova vita, finita a battere davanti ad un bidone, nei quartieri di Roma.

Un intreccio di storie di solitudini, di rancori e delusioni che covano sotto sotto, e che si incontreranno, o meglio scontreranno per motivi assurdi.

Alla rassegna “La passione per il delitto”, l'autore aveva così presentato il romanzo:
Odia il prossimo tuo è un libro che non da molte speranze di salvezza. Tutte le storie che si intrecciano, in questo romanzo corale, finiscono male.
I personaggi vivono nella solitudine: avranno la possibilità di cambiare, di dare una svolta al vivere ma non la sapranno cogliere, o la coglieranno troppo tardi.
Un libro di uomini e donne sole che non vedono l'appartenenza in nulla: alla fine tutto questo porta ad una forte solitudine .


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