28 marzo 2010

Parole e politica


Passando davanti ai cartelloni elettorali, non ho potuto fare a meno di fermarmi e scattare la foto che vedete (penso che raccolga buona parte dei partiti degli schieramenti, rispettando così la par condicio).

E così, in piedi, fermo davanti ai cartelloni, ho attirato anche l'attenzione di una candidata che temeva fossi lì per strappare il suo.
"C'è qualche problema?"

Come ho cercato di spiegare anche alla candidata, mi colpivano le parole usate dai "pubblicitari" dei partiti (di tutti i partiti, si intende).
Prendete questi slogan, le parole usate, e scambiateli da una faccia all'altra e il risultato non cambia. E non è solo questo: datemi pure dell'ingenuo, del vecchio, ma non riesco ad accettare una politica che si abbassi a usare slogan come se si trattasse di vedere un prodotto qualsiasi.
Futuro, speranza, lavoro, cambiamento, coraggio, onestà.
Ma anche sicurezza, molto usata nelle passate elezioni, difesa dei valori e delle radici.
Tante parole che fanno dimenticare che dietro i cartelloni ci sono persone, che saranno quelle che poi prenderanno scelte anche per noi.
Parole al futuro (che temo sia anche irrealizzabile) che nascondono le parole che invece vorremmo sentire da queste persone: lavoro, fisco, sanità, energie, criminalità.

Segnalazioni:
- il partito dell'amore: lite tra Gabriella Carlucci e Antonella Cusmai, 36 anni, colpita al collo in albergo
- facciamo un pò come ci pare: in Lazio il centrodestra vuole considerate valide le schede con preferenza per nomi che non compaiono nelle liste (come ad esempio Cetto La Qualunque)
- queste si che sono soddisfazioni: mentre Obama firma per il disarmo nucleare, Berlusconi ha l'onore di comparire sui passaporti libici ...

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