01 aprile 2010

Il nipote del negus di Andrea Camilleri

Un tuffo nel passato, tra La scomparsa di Patò e La concessione del telefono: partendo da una storia vera (è esistito veramente il principe etiopico che studiò in Sicilia) Camilleri racconta del mondo, a volte grottesco, a volte feroce, in cui era sprofondata l'Italia del fascismo negli anni 30.
Gli anni ruggenti, appena precedenti a quelli raccontato dall'omonimo film di Luigi Zampa, con Nino Manfredi.
Siamo nel 1929, poco dopo il concordato tra Stato e Chiesa che pose fine al contenzioso col Vaticano, al prezzo del riconoscimento da parte dei cattolici oltretevere dell'autorità fascista.
Il nipote del negus Ailé Selassié, Grhane Sollassié Mbassa, arriva a Vigata con l'intenzione di iscriversi al regio istituto minerario: questo scatena da una parte la reazione del popolino, non uso ad avere a che fare con una persona di colore. Ma anche del regime, per il timore di attenatati, usati in modo strumentale per screditare il regime e l'Italia agli occhi del Negus.
Ma anche Mussolini ha intenzione di usarlo, per suoi fini di politica estera.
Tutti si adoperano per soddisfare i suoi desideri, per non contrariarlo e, di riflesso, per non contrariare il duce e i suoi servitori.
E' tutto un mondo che si mette in moto, allontanando compagni sgraditi, baroni che poco gradiscono la pelle nera, pagando di tasca propria abiti, sfarzi e persino consumazioni sessuali al "casino".
Ma il ragazzo si dimostrerà di ben altra pasta: credevano di poterlo usare, e invece ... accadrà il contrario.

Un racconto delizioso in cui si ride, ma che fa anche riflettere sul carattere della dittatura che è stata il Fascismo mussoliniano. Ma anche del carattere di noi italiani: "Un clima tra farsa e tragedia che segnò, purtroppo un'epoca" commenta giustamente Camilleri nelle sue note finali.
Facili ad usare una retorica pomposa e celbrativa, come il carteggio che prefetti, segretari del fascio, questori e altri funzionari dello stato si scambiano.
"Credere obbedire e combattere", che è l'esordio di tutte le lettere, che immancabilmente si chiudono con un "Saluti fascisti" ....
Ne riporto un pezzo:


REGIO MINISTERO DEGLI ESTERI
IL MINISTRO

Al Cavalier Carmelo Porrino
Direttore Regia Scuola Mineraria
Vigàta

Prot. n. 234/675/B
Oggetto: Principe Grhane Sollassié
Roma, 20 agosto 1929

Camerata!
Ci è giunta richiesta urgentissima da parte di S. E. il Ministro Plenipotenziario dell’Etiopia in Italia affinché il nipote del Negus Neghesti Ailé Sellassié, Re dei Re e Imperatore, possa iscriversi a cotesta Regia Scuola Mineraria per frequentarne il corso triennale e ottenerne il diploma.
Il giovane, che chiamasi Grhane Sollassié Mbssa e ha il titolo di Principe, è nato ad Addis Abeba il 5 marzo 1910, e disporrebbe quindi dell’età giusta e dei requisiti necessarii, essendosi diplomato presso il Regio Convitto Nazionale «Vittorio Emanuele» di Palermo che ha frequentato dal 1927. Parla l’italiano perfettamente. Questo Ministero sarebbe in linea di massima favorevole alla accoglienza della domanda, rilasciando la concessione dei nullaosta per l’iscrizione, ma ritiene dirimente che voi, in qualità di Direttore della Regia Scuola, svolgiate una previa e discreta indagine presso gli allievi, ed eventualmente anche presso i loro genitori, circa l’accoglienza che il giovane potrebbe ricevere dai suoi compagni di studio.
Trattasi, come può bene apparire alla sensibilità vostra, di situazione da maneggiare con abilità somma, inquantoché il giovane, malgrado sia un negro, è comunque un Principe etiopico e per di più nipote diretto del Negus, il quale pare che lo tenga in grande considerazione.
Capirete quindi come un qualsiasi sgarbo, un malaugurato equivoco, una involontaria mancanza, un infelice giovanile dileggio, possano far nascere con estrema facilità un incidente diplomatico che, al momento attuale, assai nuocerebbe all’illuminata politica estera che il nostro Duce guida con romana e preveggente determinazione.
Naturalmente, nello sciagurato caso dovesse capitare all’interno della Scuola uno qualsiasi dei suddetti malaugurati eventi, questo Ministero non potrebbe che darne segnalazione al Ministero dell’Educazione Nazionale affinché valuti la responsabilità della Direzione della Regia Scuola Mineraria di Vigàta e prenda gli opportuni provvedimenti disciplinari.
Data l’imminenza dell’apertura dell’anno scolastico, attendiamo una vostra sollecita risposta.
Saluti fascisti

per il MINISTRO
il Capo di Gabinetto
Corrado Perciavalle

P. S.
La retta prevista per la frequenza della Regia Scuola, consistente in lire 350 mensili, sarà a carico di questo Ministero degli Esteri.



REGIO MINISTERO DELL’INTERNO
IL MINISTRO

Numero protocollo 21340098/B/112
Oggetto: Principe Etiopico
Al Commendatore Felice Matarazzo
Prefetto di Montelusa
Roma, 21 agosto 1929

Camerata!
Una comunicazione testé giuntami dal nostro Ministero degli Esteri mi informa che, all’apertura del prossimo anno scolastico, è assai probabile che presso la Regia Scuola Mineraria di Vigàta si iscriva, come allievo, un giovane etiopico (quindi negro) di nome Grhane Sollassié Mbssa, di anni 19.
Il suddetto è un Principe, nipote del Negus Neghesti Ailé Sellassié, Re dei Re e Imperatore d’Etiopia.
Il caso in oggetto presenta alcuni problemi che desidero sottoporvi e che vanno tutti risolti con oculata e fascistica fermezza.
Ove il Ministero degli Esteri concedesse il placet all’iscrizione, mi corre obbligo di richiamare nuovamente alla vostra attenzione che il giovane etiope, benché Principe, è pur sempre un negro.
(...)
Ebbene, non è possibile ipotizzare che qualche losco sovversivo comunista, purtroppo ancora in libertà grazie alla generosità del Duce, approfitti della presenza del giovane negro in paese per insultarlo e aggredirlo a bella posta, sì da far nascere uno scandalo internazionale che la stampa estera, al Fascismo ostile, sarebbe ben lieta di ingigantire a dismisura?
In tale deprecabile caso l’incidente internazionale sarebbe purtroppo inevitabile. E avrebbe di conseguenza delle sgradevoli ripercussioni sulla geniale politica estera del Duce.
Buon senso vuole allora che tutti i comunisti, i socialisti, gli anarchici, i sovversivi, ancora presenti in Vigàta, ancorché già schedati, siano sottoposti a più oculata sorveglianza da parte delle Forze dell’ordine e anche, ove lo si ritenga opportuno nei casi di eccessiva e ingovernabile faziosità, che siano adottate misure restrittive e detentive.
Attendo vostro celere riscontro.
Saluti fascisti

per il MINISTRO
il Capo di Gabinetto
Antonio Fortuna

Technorati:
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