03 maggio 2010

Report la prestazione

Dalla piazza di S. Giovanni, il presidente del consiglio ha tessuto le lodi del modello sanitaro lombardo, da esportare nelle altre regioni.
Peccato che la fortuna della sanità lombarda dipenda dalle inefficienze delle regioni del sud, come Calabria e Sicilia. E anche dalla alta disponibilità di posti letti (negati in altre regioni).

I 17 miliardi che la regione stanzia per la sanità vengono destinate a pubblico e privato: in regime di concorrenza, per garantire ai cittadini la massima libertà di scelta, questo è quello che ci dicono.
La realtà, racocntata tramite l'inchiesta di Nerazzini, parla di posti letti persi dal pubblico e passati al privato, di un sistema che avvantaggia il portafoglio dei privati a discapito del servizio dei cittadini.
Un meccanismo, quello dei rimborsi o DRG, che incentiva i medici ad effettuare trattamenti e ricoveri, si cui si viene pagati, anche se inutili.
La sanità lombarda poi è legata strettamente alla volontà politica di chi governa: una sanità lottizzata dove dirigenti e primari appartengono spesso a Comunione e Liberazione, come il presidente di regione.
Peccato che di questi argomenti non se ne possa parlare: Formigoni ha declinato l'intervista; l'assessore Bresciani (Lega Nord) alla domanda del giornalista risponde ".. non parlo di un alleato istituzionale".
Ma chi comanda in regione? Cl è un partito politico?

Nell'inchiesta si è parlato del ospedale S. Giuseppe, dove Multimedica ha cercato di far fuori i medici con contratto pubblico ("personale non all'altezza" si diceva), per far posto a medici privati, liberi profesissionisti, pagati a prestazione.

Il processo Humanitas, al Niguarda, con la condanna del medico Galotti, dopo un esposto in procura su interventi non necessari.
Interventi che diventano necessari quando si applica la logica di "produttività" anche alla salute e allo stipendio dei medici: più produci (ovvero, più ricoveri), più guadagni.

Trattandosi della nostra salute, viene da chiedersi se è veramente questo il modello sanitario che vogliamo.

Nerazzini si è anche occupato del gruppo S. Donato di Giuseppe Rotelli: all'inaugurazione dell'ospedale s. Donato erano tutti lì, i big della politica, ad omaggiare Rotelli.
Nessuno si è accorto della presunta truffa ai danni della regione: rimborsi maggiori del dovuto, che il pubblico pagava al privato.
Una verruca la cui cura costa 40 euro in ambulatorio, veniva pagata 1500 euro in Day Hospital.
La GDF ha sequestrato 6 milioni di euro, dai beni del gruppo, e tutte le strutture del gruppo sono finite sotto indagine.

Chi controlla come vengono erogati i soldi per le prestazioni? Perchè deve sempre intervenire la magistratura a stoppare queste situazioni?

In Lombardia governa da 15 anni la stessa persona (CL): una legge del 2005 impedirebbe più di 2 mandati come governatore.
Eppure, come nel caso dell'Emilia Romagna, attorno a questa vicenda c'è stato un silenzio imbarazzante.
Sotto silenzio sono finiti gli esposti e i tentativi di voler mettere in luce il sistema: per aver parlato dell'assalto al potere di CL (che costituisce il 5% dell'elettorato) in regione, il professor Enrico De Alessandri è stato sospeso.

A chi ha creato danno, De Alessandri, col suo libro?
A CL? Lasciando per un atitmo da parte le questioni che riguardano i rimborsi, c'è un'altra domanda da farsi.
Le persone che vengono nominate dai vertici della regione nelle Asl, negli ospedali, sono persone preparate o no?

Seguendo la campagna elettorale di Formigoni, Nerazzini è arrivato all'ospedale di Esine in Val Camonica.
Il primario dell'uinità di chirurgia, il dottor Colombo (CL), è stato citato in diversi esposti relativi a casi di malasanità.

La Lega e i sindacati avevabo raccolto queste voci (molte rimaste anonime, nemmeno parlassimo di mafie).
Bambini curati male dopo un'appendicite.
Infezioni scambiate per metastasi, per cui l'ammalato rischiava di infettare tutto il reparto.

Le Lega si è tirata indietro, dall'andare avanti con la denuncia, dopo un documento che, a detta di uno dei medici che lo ha stilato (dell'ospedale civico di Brescia), non si può nemmeno considerare una perizia con valore giuridico (non avrebbe potuto consultare tutte le cartelle).

Tira una brutta aria, nelle corsie dell'ospedale. E non solo in quell'ospedale, forse.

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