13 giugno 2010

Ustica scenari di guerra di Leonora Sartori - Andrea Vivaldo

“Succedono un sacco di cose strane e inspiegabili al mondo. In Italia un po' di più”.
Andrea Purgatori .

La vicenda di Ustica, l'abbattimento di un un aereo civile, in uno scenario di guerra, è uno dei casi in cui la verità giudiziaria diverge dalla verità storica: nessun alto tradimento, nessuna omissione, nessun mancata comunicazione alle autorità politiche.
Così come ha stabilito la sentenza della Cassazione, nel 2007, nei confronti dei generali dell'Aeronautica militari rinviati a giudizio.

Tutto finito, tutto concluso? No: se ai giudici è stato solo chiesto di esprimersi in merito al comportamento dei militari italiani (fecero tutto il possibile per proteggere prima e per aiutare le indagini poi?), noi non possiamo non continuare a farci la domanda, anzi le domande. Perché è successo? Di chi sono le bandierine relative ai plot degli aerei che affiancano il DC in quella discesa sul Tirreno?
Se non per questione di orgoglio nazionale (è pur sempre accaduto nei nostri cieli), per una questione di rispetto per le vittime e per i loro parenti. Parenti riuniti attorno a Daria Bonfietti, sorella di Alberto Bonfietti, una delle 81 vittime.
In questo libro-fumetto, si racconta la storia della vicenda giudiziaria, proprio dal loro punto di vista. Quelli che, a terra, hanno aspettato invano. Quelli che nelle aule, hanno atteso per anni, che una sentenza desse loro giustizia.
I parenti di Francesco, Paolo, Daniela, Andrea e Marianna. I genitori di Giuliana Superchi 11 anni, Rosa De Dominicis, 21 anni, come ricorda nella prefazione Fabrizio Colarieti, curatore del sito stragi80.it.

Loro aspettano una risposta, che non può fermarsi a quel “Gua ...” troncato di netto, come il troncone di coda dell'IH-870.

Eppure la storia, le analisi e i risultati delle commissioni, le evidenze, parlano d'altro. Della guerra nei cieli del Tirreno in quell'estate del 1980, i cui attori dovrebbero essere noti da tempo: la Libia di Gheddafi che era in contrastocon la politica francofona in Africa (e per la storia dei diamanti di Bokassa); la Libia in tensione con gli Stati Uniti (dove a breve si sarebbe votato per le presidenziali). Noi Italia, tra blocco sovietico e blocco atlantico, alleati con gli Stati Uniti, ma con intensi rapporti commerciali e industriali con la Libia. Noi Italia, con rapporti militari, di intelligence, col nemico Gheddafi. La moglie americana e l'amante libica ...
Il mondo è cambiato da quell'estate: nei palazzi del potere a Parigi, Washington, (Tripoli, no è rimasto occupato), Roma si sono seduti politici diversi, nuovi equilibri si stanno instaurando. In quegli archivi c'è sicuramente qualcosa da raccontare.
Altrimenti ci tocca riscrivere il concetto di ragione di stato e sicurezza nazionale: non più un principio alto di salvaguardia del tessuto connettivo della nostra democrazia, ma una bandiera che segue il vento e che copre le meschinità della politiche internazionali delle cosiddette democrazie.

Il libro si chiude con la postfazione di Andrea Purgatori: riporta la frase ascoltata al processo che ha restituito l'onore dei generali.
La frase di un uomo: “Nella mia vita ho fatto un solo errore: non sono salito su quell'aereo. Volevo morire anch'io, con i miei bambini. E' stato durissimo continuare a vivere.”
Cosa gli vogliamo dire adesso a quest'uomo?
Coraggio, è andato tutto bene ...
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Il sito de Il becco giallo

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