10 dicembre 2010

La misura del benessere

L’Istat rivede leggermente al rialzo la stima sul pil del terzo trimestre diffusa a novembre. Il prodotto interno è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente (+0,2% la prima stima) e dell’1,1% rispetto al terzo trimestre 2009 (+1% la stima). La crescita acquisita per il 2010 resta invece pari all’1%.[Il giornale]

Si esulta parlando di decimali di rialzo del PIL: ma il PIL misura correttamente il nostro benessere? Domenica Report si occupa proprio di questo:

Un’automobile che viaggia. A bordo c’è solo il tachimetro che segna la velocità, e basta. Niente spie del carburante, dell’olio, nessun indicatore per segnalare una gomma bucata, un guasto del motore, uno sportello chiuso male. I passeggeri a bordo sono soddisfatti quando la velocità aumenta ma nessuno saprà mai che il viaggio finirà perché il carburante sarà esaurito o il motore si sarà fuso senza più olio. La nostra società viaggia allo stesso modo. Il Pil, il prodotto interno lordo, è l’unico indicatore che gli stati utilizzano per la contabilità nazionale. La ricchezza delle nazioni si misura calcolando solo tutte le attività dove c’è scambio di danaro. Tutto il resto non esiste: condivisione di saperi, volontariato, autoproduzione di beni. Se le persone si organizzano e condividono le proprie automobili, coltivano orti, fanno il pane a casa, o utilizzano software liberi per far funzionare i computer che altre persone hanno sviluppato e messo gratuitamente a disposizione, il Pil tutto questo e altro ancora non lo vede. Non fa niente che si sia prodotto benessere sociale, queste persone hanno consumato di meno e tanto basta per il calcolo del Pil. Queste famiglie vivono bene ma per il Pil non sono dei buoni consumatori e se l’indicatore non vede crescita delle merci e passaggi di danaro segnala che si sta diventando più poveri. Che l’attività economica intacchi beni comuni come la qualità dell’aria, delle acque, il territorio, le fonti energetiche non rinnovabili, la salute delle persone, la coesione sociale, non importa perché si misura solo ciò che cresce senza calcolare il magazzino che si esaurisce. E ciò che si esaurisce è il capitale umano e naturale sacrificato in nome dell’economia.
Dopo l'inchiesta sul PIL, per la sezione come è andata a finire, si parla della banca Arner e della convenzione per la fondazione San Raffaele, relativamente alla palazzina affittata ad 1 euro.
Tanto per stare tranquilli.

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