16 dicembre 2010

Lo stesso fatto, due visioni

Gli scontri e la guerriglia a Roma.
Due visioni distinte, da due giornalisti diversi, Bonini su Repubblica e un post su un blog de Il giornale (uno sfogo presunto di un poliziotto ).

Scrive Bonini sul processo e sul lavoro che dovrà fare il giudice

.. Ieri, il procuratore aggiunto Pietro Saviotti ha voluto che il processo si celebrasse dopo ventiquattro ore di studio dei verbali di arresto. "Per non procedere in modo sommario". "Per valutare attentamente l'incensuratezza e l'età degli imputati". "Per circoscrivere con precisione le condotte di cui ciascuno deve rispondere". Per non sommare, insomma, enfasi ad enfasi. Per non trasformare un processo per direttissima in un'ordalia. E magari provare a capire cosa davvero tenga insieme tre studenti di Genova tra i 18 e i 20 anni, con il ventunenne di Firenze, studente universitario di matematica, figlio di un artigiano, un ragazzo che il suo avvocato, Federica Falconi, racconta "schivo e riservato". O cosa condividano due ragazzi di Pisa che insieme non fanno quarant'anni con due "solitari" di Trento e Forlì, con un paio di universitari torinesi, con sette romani che non arrivano a un'età media di ventuno anni.

Dal blog de Il giornale, lo sfogo dell'agente:
Certo in qualche caso si riesce a fare della prevenzione ma mai in modo esaustivo. Comunque vorrei ribadire il concetto che il lavoro del poliziotto o carabiniere è reso efficace se coordinato con quello della magistratura. Ma vi assicuro che 9 volte su 10 (e ne ho le prove inconfutabili dato che ho subito aggressioni con lesioni) al processo l’imputato a piede libero o in stato di arresto subisce pene irrisorie o viene scarcerato subito! Allora dove sta il cancro? Se non siamo supportati dal magistrato il nostro lavoro non è efficace. Anche in presenza di prove evidenti e inconfutabili i magistrati danno (spessissimo) un buffetto sulla guancia e mandano a casa il violento! Per quanto riguarda i black bloc: per favore non fatemi ridere. Non sono i miei colleghi. Non lo erano nemmeno quei tifosi del Livorno che alla partita ad Arezzo-Livorno prima del G8 di Genova ci minacciavano e ci dicevano che ci avrebbero fatto il culo a Genova! E poi se per caso uno sbirro parla con un black bloc. Qual è il problema? È un infiltrato? O magari lo sta mandando affan... perché non può rompergli la testa allontanandosi dalla propria squadra o dall’obiettivo che deve presidiare.

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