28 febbraio 2010

La Rosa Bianca Sophie Scholl

La rosa bianca, Sophie Sholl

Il film del regista tedesco Marc Rothemund racconta dell'arresto e del processo subito dai fratelli Hans e Sophie Scholl, nella germania nazista.
Due giovani patrioti, membri della Rosa bianca, compresero come il regime nazista stesse portando il popolo tedesco alla rovina, con l'oppressione delle libertà, con la guerra.

Furono arrestati in università mentre distribuivano volantini, il 18 febbraio 1943.
Interrogato dalla Gestapo, subirono un processo farsa, di fronte al "giudice del popolo" (quante volte si sente ripetere nelle dittature la parola popolo?) Roland Freisler.
Furono uccisi, perchè nemici del popolo, perchè avevano instillato notizie atte a demoralizzare i soldati, per alto tradimento, il 22 febbraio. 5 giorni dopo.

Loro sono morti: le loro idee, no. Continuano ad essere splendide, eroiche, putroppo attuali.
Libertà, onestà, libera circolazione delle idee, una giustizia uguale per tutti.

Il momento più alto del film è l'interrogatorio di Sophie da parte dell'ufficiale Mohr.
Dopo un iniziale tentativo di negare di essere dietro ai volantini, si lancia in un duello con l'inquirente, sul tema delle leggi e sulla coscienza da rispettare.





Il monito di Hans Sholl, alla lettura della sentenza di morte, riecheggia nell'aula: "oggi impiccate me, domani toccherà a voi".
E la maledizione e l'anatema che tocca ad ogni regime, o democrazia populista: quando si impedisce alle persone di professare le proprie idee e, anzi, proprio per queste si viene ritenuto nemico del popolo, viene impedita una vita in piena libertà, addirittura la prigionia e la morte, ebbene quel sangue ricadrà come un contrappasso, sulle tante marionette del regime.
Come il giudice Freisler, appunto.





Il link per ordinare il DVD.
La scheda del film su imdb.

Un mese con Montalbano di Andrea Camilleri

30 racconti con protagonista il commissario di Vigata, Salvo Montalbano. Un racconto al giorno, per un mese di letture: forse anche meno di un mese, considerando che iniziato col primo, non si riesce facilmente a smettere di leggere.
Una raccolta di racconti in cui emergono tutti gli aspetti caratteriali del commissario Montalbano.
Come la sua capacità di saper giudicare una persona (e indirizzare una indagine), da uno sguardo, da una parola (detta o non detta). Il suo senso personale di giustizia, non sempre in linea con la giustizia ufficiale.

Nel primo anno al commissariato a Vigata, Salvo Montalbano, che non aveva voluto abbracciare la scuola di pinsero del collega che l'aveva preceduto, "lasciali ammazzare tra di loro, non t'intromettere, è tanto di guadagnato per noi e per la gente onesta", sulle indagini per quegli omicidi si era gettato cavallo e carretto, ma ne era uscito con le corna rotte.
Nessuno aveva visto, nessuno aveva sentito, nessuno sospettava, nessuno immaginava, nessuno conoscea nessuno.
'Ecco perchè Ulisse, proprio in terra di Sicilia, disse al Ciclope di chiamarsi nessuno' arrivò un giorno a farneticare il commissario davanti a questa nebbia fitta.
[Par condicio, pagine 42-43]

Come le sue grandi passioni: il buon cibo (non solo della sua cameriera Adelina) e per i libri:

Prima di muoversi verso la cucina, Filippo taliò negli occhi il commissario e questi raccolse il guanto della sfida. Tra lui e Filippo, era chiaro, si era ingaggiato un duello. Uno che di cunina non ne capisce, potrebbe ammaravigliarsi: e che ci vuole a fare du polipetti alla napoletana?
Aglio, oglio, pummadoro, sale, pepe, pinoli, olive nere, di Gaeta, uvetta sultanina, prezzemolo e fettine di pane abbristolito: il gioco è fatto. Già e le proporzioni? E l'istinto che ti deve guidare per far corrispondere a una certa quantità di sale una precisa dose d'aglio?
[Quello che contò Aulo Gellio, pag 179]

E, oltre a queste due, per l'indagine dentro i misteri dell'animo umano:

Non si può confessare a nessuno, forse manco a se stesso, che un'indagine viene avviata solo perchè c'è stata una risata sgradevole, dintra la quale sonavano derisione, disprezzo, trionfo, malvagità.
[Icaro, pag 138]

I suoi proverbiali salti di umore, il suo patire i cangiamenti di tempo:

Perchè in quanto a salti d'umore manco lui scherzava. La prima cosa che la matina faceva, appena susuto, era di andare alla finestra a taliare il cielo e il mare chhe aveva a due passi da casa: se i colori erano vividi e chiari, tale e quale era il suo comportamento di quel giorno; in caso contrario le cose si sarebbero messe male per lui e per tutti quelli che gli venissero a tiro.
[Guardie e ladri, pag 206]

E anche il senso di Montalbano per la sbirritaggine: da cosa può nascere una indagine?

... senza rendersene conto, stava per mettere il piede sopra un grosso sorcio morto.
[..].
Qualcosa, che sapeva assolutamente spiegarsene il percome e il perchè, l'aveva sottilmente squietato.
In questo consisteva il suo privilegio e la sua maledizione di sbirro nato: cogliere a pelle, a vento, a naso, l'anomalia, il dettaglio magari impercettibile che non quatrava con l'insieme, lo sfaglio minimo rispetto all'ordine consueto e prevedibile.
[Il topo assassinato, pag 287]

Un libro in cui, oltre al commissario, è protagonista anche tutta l'umanità della comunità di Vigata, le cui storie sono sa spunto per le indagini del commissario: storie di avidità, tradimento, di ambizione, di vendetta, di ira. L'assassino è dentro la grande mafia ma anche il piccolo ladro.


Technorati:
Il link per ordinare il libro su internetbookshop.
Il sito di Vigata.

26 febbraio 2010

Corrotto e corruttore

La cosa più fastidiosa, il giorno dopo la sentenza Mills, è sentir parlare ancora una volta di perseguitato e persecuzione giudiziaria.
Non è vero: il reato c'è stato.
Solo che non è più punibile.

Non solo: Mills risarcirà la presidenza del Consiglio (l'utilizzatore finale).
La ciliegina sulla torta.

Chi paga, si chiede Feltri (dopo l'incontro con l'ordine dei giornalisti per il caso Boffo per cui rischia la radiazione)?
Noi italiani, come al solito.

Adesso scopriamo che in pratica il processo Mills non doveva nemmeno partire perché, se anche un reato ci fosse stato, in ogni caso sarebbe stato prescritto

Eccoli qua, gli anti corruzione all'italiana. Siccome col processo breve (e il legittimo impedimento) non ci sarà più tempo per fare processi ai colletti bianchi, tanto vale indagare su Bertolaso, Anemone, Balducci (e Fitto in Puglia, e Del Turco in Abruzzo ...).

Il tutto in un momento in cui si condanna Google, Facebook è sotto i riflettori per la pagina contro i bambini down, si ipotizzano filtri su you tube col decreto Romani.

Annozero - proibito

Il consumo della droga, il caso Morgan che ha svelato le tante ipocrisie sul "si tira ma non si dice", il cattivo esempio dei parlamentari che "il test non serve", "lo faccia lei", "basta la mia parola" ..
Una puntata fuori dal consueto, che ha messo da parte la politica, per trattare un tema sociale così delicato e complesso come quello del consumo delle droghe.

A cominciare (dopo la parentesi sulle intercettazioni del senatore Di Girolamo - Mokbel) da una intervista del 1967 a Paul Mc Cartney, in cui a domanda, rispondeva che onestamente, di aver fatto uso di LSD: "tu mi hai fatto una domanda e io ho risposto con onestà".

In studio Morgan, il cattivo maestro, colui che ha fatto "apologia della droga" secondo il ministro Giovanardi: non degno di andare a Sanremo, ma degno di apparire sempre in Rai a Porta a Porta a spiegare la sua dichiarazione, per una farsa di dibattito.
"il sistema ci ha mangiato su questo dibattito", commentava Morgan.

Lo scrittore Antonio Scurati ha spiegato come oggi, sia proprio il consumo delle droghe ad essere conformistico e Morgan paga l'errore di aver fatto emergere la normalità del consumo delle droghe.
Consumo di cui non si deve parlare: una rimozione del problema.

La droga fa male, giusto.
Ma condannarla così, senza dare informazione, mettendo assieme tutte le droghe, a cosa serve?

Sul tema della rimozione e dell'ipocrisia è tornato anche Stefano Bonaga.

Ma lo spunto migliore e più divertente è stato fatto da Francesca Fornario, sui crack di oggi: Tanzi, protezione civile, Di Girolamo.
Altro che i vecchi rocker di una volta: oggi i veri ribelli sono i nostri politici.
"Oggi le monetine a Craxi le raccoglierebbero": a 18 anni da Tangentopoli, faranno una festa per i suoi 18 anni cui parteciperrà anche B.

Dopo Marco Travaglio: la politica è rock, canta (ma non in tribunale) gli slogan "via gli inquisiti" (specie quelli degli altri).
Berlusconi è rock, il suo processo è lento, la prescrizione veloce.
"Liste pulite è rock, parlamento pulito è lento".

Un pò lenta anche la telefonata di Adriano Celentano "la tua trasmissione è meglio dei raccomandati".
Il suo timore è che la prossima volta al festival ci andranno solo imbianchini, altri lavoratori, ma non canatanti.
E nemmeno tabaccai, perchè il fumo fa male.

In studio anche la giornalista Barbara Palombelli, e la testimonianza di Giorgia Benusiglio, con la brutta esperienza: dopo una mezza pasticca in discoteca rischiò la vita.

Technorati:

25 febbraio 2010

5 euro per Antonino Monteleone

Facciamoci sentire, e non facciamolo sentire solo.
Ad Antonino Monteleone.

Qui l'iniziativa su facebook.

Gli estremi, a cui fare il bonifico:
IBAN: IT82
E0760116300000001969622
C/C: 1969622 intestato ad Anna Foti, Corso Garibaldi, 611 - 89127 Reggio Calabria.

Quale stato di polizia?

Il signor B. sulle intercettazioni:

«Sono un sistema barbaro. Nessun reato emerge con certezza. Viviamo oggi in uno Stato di polizia»

Eppure, a leggersi bene le norme sulle intercettazioni, a me fan più paura le "intercettazioni preventive", che il nuovo DDL non elimina, anzi.
Antonio Ingroia, nella presentazione del suo libro "C'era una volta l'intercettazione":
Giustificate preoccupazioni sorgono, semmai, di fronte a talune prospettate estensioni dell'ambito delle "intercettazioni preventive", e cioè di quelle intercettazioni che dalla scrivania di un giudice non passano mai perché, su richiesta degli organi di polizia, vengono autorizzate direttamente dal pubblico ministero.

E visti i recenti scandali in cui spesso ci sono di mezzo anche loro, i servizi segreti, se permettete io preferisco un giudice terzo, piuttosto che un Pio Pompa, un Pollari o un Marco Mancini.

Scrive Vittorio Grevi sul Il Corriere della Sera (riportato qui):

Più precisamente, secondo questa proposta [la proposta dell'onorevole Ghedini], lo strumento delle tradizionali intercettazioni «giudiziarie» (come tali eseguibili soltanto in presenza di «gravi indizi di reato», e quindi utilizzabili come prova nel processo) dovrebbe essere circoscritto «ai soli reati estremamente gravi», mentre nelle indagini per i reati meno gravi dovrebbe adottarsi lo strumento delle intercettazioni «preventive».

Il riferimento è ad una particolare figura di intercettazioni, eccezionalmente ammesse dal codice, su autorizzazione del pubblico ministero, per finalità di «prevenzione» dei più gravi delitti di terrorismo ovvero di criminalità anche mafiosa, e proprio per questa loro natura non suscettibili di impiego probatorio nel processo. Così, sulla scorta di uno schema analogo, dovrebbe avvenire — secondo Ghedini — anche per le intercettazioni preventive concernenti i reati di minore gravità, le quali quindi costituirebbero «unicamente un mezzo per orientare le indagini, non assumendo alcun valore di prova».

Ce n'è abbastanza per rimanere sconcertati. A parte la stranezza della estensione ad un'ampia serie di reati anche «minori» di uno strumento davvero eccezionale, finora consentito agli organi di polizia con esclusivo riferimento alla «prevenzione» di delitti tipici del crimine organizzato, appare subito manifesto che alla stregua della proposta in questione le suddette intercettazioni sarebbero dirette non a «prevenire» (cioè, ad impedire) la commissione di determinati reati, bensì ad investigare su reati già commessi, proprio movendo dalle notizie acquisite attraverso l'ascolto delle conversazioni così intercettate.

Il che, se da un lato capovolgerebbe la logica di garanzia tipica delle attuali intercettazioni giudiziarie (previste non per propiziare l'avvio delle indagini, bensì solo in quanto indispensabili per il loro sviluppo), dall'altro finirebbe per allargare a dismisura il fenomeno delle corrispondenti intrusioni nell'altrui sfera privata, con l'unica differenza della utilizzabilità dei relativi risultati soltanto per scopi investigativi, e non anche sul terreno probatorio. Occorre inoltre rilevare che, se si accogliesse una proposta del genere, si porrebbe di fatto nella disponibilità degli organi di polizia, sia pure dietro autorizzazione di un organo del pm (ma in base a quali presupposti, diversi dai semplici sospetti?), un inquietante strumento di controllo delle altrui comunicazioni, operante al di fuori delle consuete e rigorose garanzie oggi previste per le intercettazioni aventi destinazione processuale.

Il livello dell'asticella

Senatori in contatto con estremisti di destra e uomini della ndrangheta (come emerge dall'inchiesta sul riciclaggio).
Funzionari dello stato che usando cellulari dei servizi, per parlare con imprenditori con cui stringere quel "rapporto gelatinoso" al centro dell'inchiesta sulla Protezione Civile.

Anche un magistrato coinvolto nel sistema: vien naturale rileggersi le sentenze emesse, le inchieste in cui è stato coinvolto (Parmatour, Vallettopoli, telefonate signor B. con Saccà,....).

Oggi in Cassazione il processo Mills, che coinvolge anche il presidente del Consiglio. Quale che sia la sentenza, avrà ripercussioni in Parlamento.
Mi chiedo fino a che punto si possa abbassare l'asticella.

Imprenditori

Leggo il Rapporto Cnel (Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro) e cosa trovo?
Secondo lo studio, frutto di quattro anni di lavoro, la criminalità organizzata ha sviluppato "radici solide anche al Nord" e sono "necessari provvedimenti urgenti per combatterla".

“La presenza della criminalità organizzata nell'economia della penisola rende necessari e non più rinviabili una serie di provvedimenti", primi tra tutti quelli sugli appalti: per il Cnel servono "un attento controllo e monitoraggio della realizzazione delle grandi opere del Nord Italia", "una griglia molto stretta per l'assegnazione degli appalti", "il monitoraggio della rete dei subappalti con elenchi preventivi delle aziende che si occupano di edilizia" e "il ripristino della tracciabilità dei pagamenti relativi al progetto con pagamento elettronico".

Fastweb: una storia italiana

Il dottor Stefano Parisi, AD di Fastweb si dichiara innocente (per l'inchiesta su riciclaggio):
"e' stato perpetuato un fatto criminoso alle nostre spalle. Fastweb non ha responsabilita' e non ha mai avuto a che fare con organizzazioni criminali".

Nessun reato verrebbe contestato a Fastweb direttamente.

Parisi è l'ex City managager del comune di Milano che seguì la privatizzazione di Metroweb (società che doveva cablare Milano), venduta da Aem (che accumulava debiti) ad una società che che si chiamava Stirling.
Un giro poco trasparente, dunque, col sospetto che dietro la vendita ci fosse la volontà di scaricare sul pubblico il debito e i ricavi al privato.
Ne ha parlato Barbacetto su Il fatto quotidiano di ieri:

Negli anni seguenti, Metroweb nuota nei debiti e alla fine, nel 2006, il comune (intanto come sindaco è arrivata Letizia Moratti) la vende. Sottoprezzo, a una strana società lussemburghese, la Stirling, che poi si scoprirà molto vicina agli uomini Fastweb.
Fastweb invece cresce e guadagna. E si permette qualche generosità: Stefano Parisi (il city manager del comune) nel 2004 diventa amministratore delegato e direttore generale della società. E Scalpelli (l’assessore amico) già dal 2001 passa a Fastweb come direttore delle relazioni esterne. Storie milanesi, così incredibili da essere vere .

Nel 2007, Scaglia annusa che è tempo di mollare: si fa sotto Swisscom, valuta Fastweb 3,7 miliardi di euro e lancia un’opa amichevole sull’azienda, offrendo 47 euro per azione. L’ingegnere cede il suo 19%, incassa e realizza il suo quarto successo.
Diventa ricchissimo e inventa il suo ultimo giocattolo, la web-tv platform Babelgum. Poi, in un paio d’anni, le azioni vendute crolleranno a 20 euro e Fastweb perderà più del 50% del suo valore, ma ormai il colpo è fatto. Ora scopriamo che una bella fetta dei ricavi della società erano realizzati con operazioni illegali, evadendo l’I va per 400 milioni, con strani amici calabresi di Isola di Capo Rizzuto.
Una straordinaria storia italiana di successo si rivela una storia italiana e basta.

Corruzione semplice o susseguente?

Deve decidere cioè se per il reato contestato è corruzione susseguente, per cui vale la corruzione in atti giudiziari (come han stabilito la sentenza di appello).
Oppure se si tratta di corruzione semplice.
Nel primo caso, Mills è ritenuto definitivamente corrotto. E se c'è un corrotto, c'è anche un corruttore.
Nel secondo caso, il reato è prescritto nel 2009. Esiste lo stesso, ma non è più punibile.

A meno che Mills non rinunci alla prescrizione.
Ma voi ci credete?
Attorno a questa sentenza ruota tutta l'agenda politica delle prossime settimane.
E ora via al televoto.

24 febbraio 2010

Lo stato della Corruzione

Sembra di essere tornati al 2006: dopo la vittoria del centrosinistra scoppiarono uno dopo l'altro tutta una serie di scandali e inchieste.
Vallettopoli, Calciopoli, dossieraggio Telecom.
Poi le inchieste di Catanzaro: Poseidone (iniziata nel 2005 e poi avocata dal procuratore capo), e l'anno successivo, Why Not.
Stesso copione: imprese finanziate con fondi europei (per la depurazione, o per la selezione del lavoro), politici amici, giudici che coprivano le indagini.
L'ombra della massoneria.
La presenza di ufficiali dei servizi (all'epoca della Guardia di Finanza).
Le security di aziende delle Telecomunicazioni che spiavano e avvertivano le persone indagate.

Come sono andate a finire? Che risposta ha dato la politica?
Sono mesi che si parla di liste pulite (se ne era parlato anche nelle elezioni del 2008), di questione morale.
Eppure.

Allora perchè soprendersi delle ultime inchieste? Il sistema della Protezione Civile. Il riciclaggio dei soldi della ndrangheta da parte di aziende di Telecomunicazioni (Fastweb e Telecom Sparkle).
Colpa delle mancate riforme (sostiene Montezemolo)?
O colpa delle persone che sono chiamate a dirigere il paese (per il principio del pesce che puzza dalla testa)?

Strano: colpite due aziende di IT, nelle settimane in cui si discute del decreto Romani, della vendita a Telefonica .... Solo dietrologia.

Nemmeno mi soprende la proposta del governo per un DDL anti corruzione. Per due motivi.
Il governo del fare deve dare una risposta mediatica (che funzioni o meno non importa) da dare in pasto agli elettori, prima che sia troppo tardi.
Si rischia di perdere voti alle regionali: senza le poltrone si perde il controllo sulla sanità, sulle infrastrutture ..

Secondo: non si può più permettere questa delocalizzazione nel territorio e liberalizzazione della mazzetta. Il paese non se lo può permettere. Se da una parte si rassicurano gli italiani davanti alle telecamere, dall'altra i numeri non si possono nascondere più di tanto.
Le soluzioni creative tipo lo scudo fiscale non hanno dato i risultati sperati.

Allora, stop al ladrocinio "fai da te", a basso livello, mantenendo però tutte le guarantegie ai signori del palazzo. Che potranno portare avanti i loro comitati di affari, consulenze incrociate e appalti d'oro.
Altrimenti non si spiegherebbe lo sforzo verso il Legittimo impedimento, le norme contro le intercettazioni, il ritorno all'immunità parlamentare.

In questo paese si richia di arrivare ad una situazione paradossale, dove non succederà niente, perchè niente deve succedere.

Alcune segnalazioni: leggo su Il fatto che La banca mondiale sta studiando le tangenti italiane, per difendersi dai corrotti. Almeno in qualcosa riusciamo a primeggiare.
Il blocco del traffico (al nord): di cosa parliamo? Del nulla. Non serve a nulla, se non a lavarsi la coscienza.
I fondi per l'editoria: You dem può continuare a trasmettere. E le trasmissioni di informazione bloccate dalla par condicio.

23 febbraio 2010

La terra dei cachi

In questi giorni frenetici, il festival di Sanremo è stato il culmine di una nuova era, di un nuovo periodo. La rappresentazione di una Italia che sta bene, che si diverte, che canta felice.
"La terra dei cachi", come appunto era stata felicemtente definita da una canzone di Elio.

Il trionfo del Raiset: Maurizio Costanzo, gli Amici di Maria de Filippi, Bonolis, il televoto che pilota le vittoria del festival e il gusto degli italiani.
Il Dio patria e famiglia dei tre pupi e mezzo: proprio il Savoia il cui padre è finito in Vallettopoli e la cui famiglia aveva aperto un contenziono con l'Italia per un risarcimento.
Lo share che legittima qualunque pochezza: regine invitate a parlare di manicaretti e cucina.
Operai in Cassa integrazioni messi davanti alle telecamere come fenomeni del circo, e con i politici in sala a raccontare le solite favolette (e la par condicio?).
La Gasparri doveva regolamentare il sistema televisivo e il regime di concorrenza. Oggi, possiamo dire che tolta la concorrenza, è rimasto il regime.

La terra dei cachi:
"Parcheggi abusivi, applausi abusivi, villette abusive, abusi sessuali abusivi;
tanta voglia di ricominciare abusiva.

Appalti truccati, trapianti truccati, motorini truccati che scippano donne truccate; il visagista delle dive e' truccatissimo.".

Sostiene qualche politico che "non esiste una nuova Tangentopoli".
Quella che c'è basta e avanza.

Ieri il TG1 parlava di "strategia delle tensione " e di "Gladio". Tranquilli: si trattava della Turchia e del colpo di stato.

Le candide vergini: li avete visti la Prestigiacomo e Bertolaso in Calabria davanti alle frane e al paese alluvionato? "Il 70% del paese è a rischio alluvione.." : da dove vengono questi alieni, da marte? E chi deve pensarci?

Le regole anti corruzione: oggi solo qualche pezzente ricorre ancora al metodo della mazzetta cash.
La tangente si è trasformata in "sistema gelatinoso" dove io faccio un favore a te e tu mi fai una consulenza. Oppure mi garantisci un appalto. Appalti pilotati, assunzioni pilotate di figli, amanti, amiche, mogli. Regalini, massaggi o altro.
Tutte cose che oggi, secondo la maggioranza, non costituiscono reato, parlando dell'inchiesta sulla Protezione Civile.
Di cosa stiamo parlando, allora, quando di parla di stretta alla corruzione?
Di Previti e dei giudici di Roma per la sentenza Mondadori?

Giudici come quell'Achille Toro, di cui ne parla ampiamente il super consulente Genchi nel suo libro.
Toro si era occupato delle scalate bancarie, del crac Cirio. Che telefona a Ricucci, a Caltagirone, a Nicola Latorre (vicino agli indagati).

Il sistema gelatinoso, appunto.
A guardare le notizie, si pensa che la crisi sociale sia qualcosa che non ci riguarda da vicino.
Non è così: lunedì, il mio paese passava alle cronache per due storie, diametralmente opposte.
Alla Cigo, una industria grossa di Inverigo, gli operai in Cassa Integrazione protestano perchè non percepiscono nulla da mesi.
Un ragazzo di Inverigo è stato il primo sciatore finito in arresto per un fuori pista a Bormio, che ha causato una slavina (non hanno rispettato il divieto e gli avvisi).

Presadiretta - la ricostruzione

A che punto è la ricostruzione dell'Aquila?
Iacona si è posto la domanda e la risposta data dalla trasmissione la racconta lunga sui presunti miracoli governativi, sulla vicinanza al popolo, sul mantenere le promesse.

Non esistono cantieri aperti nel contro storico; non esistono ordinanze comunali per rimuovere le macerie. Gli unici cantieri servono a puntellare i palazzi (perchè più si aspetta a ricostruire più sarà difficile).
Due architetti che accompagnavano il giornalista spiegavano come per alzune zone, si potrebbe partire subito con la messa in sicurezza e far tornare così la vita e la gente.
Delle 2700 attività commerciali, nessuna è riaperta e non esiste nemmeno qui un piano di aiuto.
Come per le persone, anche alcune imprese si sono trasferite, forse per sempre, in altri posti.

Come a Bazzano, a 15 km dal centro, nelle "case di Berlusconi" dove le persone vivono (lontano dalle luci dei telegionali luce) un doppio trauma: "si percepisce che è tutto risolto, ma per noi è un doppio trauma, perchè siamo lontani dal centro, senza punti di riferimento, senza gli amici". Come in una clinica.

E i soldi per la ricostruzione?
Legati alla lotta all'evasione, alle lotterie. Possiamo mettere il futuro di una intera popolazione nelle mani della fortuna?
Il Cipe ha stanziato un miliardo, ma 750 milioni sono stati spesi per il progetto delle 19 "new town".
Per le case dei privati, i rimanenti 300 milioni.

Le C.A.S.E. di Berlusconi.
Dovevano essere 19, ne sono pronte 14 e i lavori (il servizio era di fine ottobre) sono indietro (1300 case consegnate su 4500).
Ospiteranno 17000 persone: al momento del servizio, 1499 erano ancora in tenda e gli altri terremotati sono ospiti in alberghi o si sono arrangiati con altri mezzi.
La scelta di quel progetto era la migliore?
Col senno di poi, forse no.
Il costo delle costruzioni è stato di 2500 euro/m quadro, costi aumentati per l'emergenza.
Parola del dottor Dino D'Antonio della Imar (società esclusa dagli appalti), che aveva proposto una soluzione alternativa alle piattaforme antisismiche.
Soluzione che aveva un -40% di spese.

Col progetto delle new town, si è data la risposta senza tenere in considerazione tutte le esigenze dei comuni e delle persone: le new town sono costruite in deroga ai piani regolatori, ai vincoli paesaggistici, lontano dai comuni, spesso senza servizi e strade.
I costi di gestione, ancora non sono stati messi a bilanzio.
Se si fosse puntato veramente a far ricostruire l'Aquila, si poteva puntare su una soluzione più economica, come le case prefabbricate in legno.
Ma forse, l'effetto scenico e i guadagni di tutte le imprese dietro gli appalti, sarebbe venuto meno.

21 febbraio 2010

Cosa sta succedendo all'Aquila?

Cosa sta succedendo all'Aquila? Che fine hanno fatto gli sfollati? Sono tutti nelle case (provvisorie) costruite dalla Protezione Civile e inaugurate in pompa magna dal presidente del Consiglioin settembre?
Cosa c'è di serio dietro l'inchiesta di Firenze riguardante la Protezione Civile, il sottosegretario Bertolaso e gli alti dirigenti che gli stavano attorno?
A tutto questo ha cercato di rispondere la tramissione Annozero, da titolo "Gelatina", come gli stessi imprenditori intercettati dagli inquirenti definivano la loro situazione.
Gelatina, perchè si è creato un ambiente così torbido e dove è difficile capire chi si comporta bene o chi si comporta male.

Tentativo che è andato monco: questo succede quando si invita in studio (frutto dei regolamenti della Par condicio) giornalisti del tipo di Maurizio Belpietro e Nicola Porro.
Di fronte alle intercettazione, ai dati su appalti e costi, alle relazioni pericolose che le carte delle indagini mostrano, le han provate di tutte.
E' una trappola per Bertolaso.
Non c'è nessun reato dietro i fatti conosciuti.
Poi han tirato in ballo la vecchia storia di Travaglio (la vacanza con un sottufficiale dell'antimafia, poi condannato per favoreggiamento).

Il tentativo di sviare la discussione dai fatti, parlando d'altro o parlando sopra gli altri giornalisti in studio è in parte riuscito.
Belpietro era ben ferrato sul palazzo dei marescialli a Firenze, meno sulle amicizie di Bertolaso, almeno all'apparenza.
E' normale che si faccia un massaggio in un centro di proprietà di un imprenditore in società col presidente del Consiglio delle Grandi opere? E quale è il massaggio che si fà col preservativo?
Ma ci prendete per scemi?

L'inchiesta che coinvolge la Protezione Civile non è la prima e non sarà l'ultima che racconta di un sistema di corruzione dove alla mazzetta si è sostituito qualcosa d'altro.
Gli imprenditori che regalavano auto o assumevano il figlio del funzionario pubblico (un bamboccione?), ricevevano appalti, direttamente o indirettamente.
Turbativa del mercato, professionisti che non lavorano perchè non hanno conoscenze col palazzo, enti di controllo che non controllano (e mettiamoci di mezzo anche i magistrati infedeli).
Costi degli appalti che si gonfiano (come a Roma per i mondiali di nuoto).
Impianti stessi che non solo non sono realizzati in tempo, ma non sono nemmeno a norma.

Colpa dei giudici comunisti? O della Spectre che avrebbe incastrato Bertolaso?
Norma Rangeri, Peter Gomez, Marco Travaglio in studio e con i loro servizi, Stefano Bianchi, Bertazzoni, Corrado Formigli han cercato di raccontare cosa non funziona, in Italia, del sistema degli appalti.
Con tanto di imprenditori sciacalli che ridevano a macerie fumanti (altro che le vignette di Vauro!!!!). E non importa che non abbiano lavorato in Abruzzo, solo perchè la magistratura e l'inchiesta è intervenuta prima.

Non basta per le 307 morti dell'Aquila. Per i 25 studenti morti sotto l'infame casa dello Studente. Il governo, col progetto delle New Town, ha scelto la strada più semplice, quella che avrebbe garantito il risultato mediaticamente più veloce.
Le macerie nel centro storico sono ancora lì.
L'Aquila rischia di diventare città morta.
13000 persone sono ora ospitate nelle case antisismiche, ma 30000 sono ancora in alberghi o hanno altre situazioni.

Il sottosegretario si sente sommerso dal fango? Gli riponde la Rangeri "siamo noi italiani che ci sentiamo alluvionati da questo malaffare della Protezione civile di Bertolaso".
Con la norma sul processo breve (fortemente voluta da questo governo), i responsabili delle morti potrebbero farla franca.
Con le norme che limitano l'uso delle intercettazioni, di questo scandalo (e dello sperpero di nostri soldi a favori di imprese magari in affari con la criminalità organizzata), non ne sapremmo nulla.

Forse è vero: siamo un pò tutti sommersi da questo fango.
Stasera, anche Presadiretta torna a l'Aquila (dopo la prima inchiesta in cui si era parlato degli allarmi inascoltati).
Riccardo Iacona torna a quella sera, all'ultima scossa delle 3.32, (l'ultima di precedenti scosse il cui allarme lanciato da geologi è rimasto inascoltato), quando alcuni studenti morivano e altri sciacalli si fregavano le mani.

Nessuno, nemmeno tu di Lucia Tilde Ingrosso

Un giallo, ambientato nel mondo della musica, in una Milano scintillante, popolata da vip, coppie borghesi, pierre e adolescenti cresciuti male e in fretta.
Tutti personaggi con un proprio doppio o con qualcosa (nel presente o nel passato da nascondere).
Una giallo, con un vestito elegante addosso: per intenderci non siamo nella Milano di Scerbanenco e del dottor Duca Lamberti, dell'ispettore Ferraro a Quarto Oggiaro di Gianni Biondillo, o in quella del fu ispettore Bagni di Piero Colaprico.
Qui i toni in cui si racconta la storia ricordano le atmosfere malinconiche di un Simenon.

Siamo a Milano, dunque: Viola Alberici è una discografica della casa produttrice Pepper. Vedova del dottor Ignazio Alberici, morto a Sanremo per infarto. Morte che ha lasciato alcuni dubbi, specie nella cognata, Augusta Alberici.
Viola vive un momento particolare della vita: i contrasti con la cognata, la corte di Leonardi, un rapporto che non decolla con l'attuale fidanzato.
Davide Leonardi è un agente di cantanti: qualche guaio con gli usurai, per pagarsi uno stile di vita al di sopra delle possibilità.
Per Stefania Dionisi il canto è tutto: per questo è arrivata a Milano dal sud, con tanti sacrifici. Per cercare l'occasione.
Occasione che si presenta una sera, con una telefonata di Leonardi, che ha gradito il demo inviatogli. Una cena a casa della promessa cantante, un contratto da firmare, un'avances finita a male ..
Si ritroveranno tutti una sera in un locale notturno per una festa organizzata Radio Stella, con tutti i cantanti della casa discografica di Viola.

Il morto, direte voi? Arriva, dopo che l'autrice ha ben introdotto i personaggi e il "contesto".
Qualcuno colpisce a morte Davide Leonardi, con una pietra, in uno stanzino del locale in cui si celebra la festa. Chi è stato?
Indaga sul caso l'ispettore Sebastiano Rizzo e il suo vice Maurizio De Carlo: per lui è un viaggio nel passato. Era stato fidanzato con Viola (Violetta) e poi lasciato da un giorno all'altro.
Difficile essere imparziali, difficile non pensare al vuoto, di 17 anni.
Difficile anche trovare un colpevole e un movente.
La Dionisi, trovata vicino al cadavere?
La giovane promessa del pop, Max Valente?
Il giovane Teo, nipote di Viola, o magari la ninfetta Arianna, figlia dell'amica Lucrezia?

Tutti colpevoli, nessun colpevole, antico proverbio.
Un giallo ben costruito, che porta al lettore ad arrivare alla soluzione solo nelle ultime pagine, dopo che ciascuno dei protagonisti avrà fatto i conti col proprio passato:

"Sulle note ideali di “Angelo”, la canzone che vinse quell’anno, Rizzo conduce due indagini parallele. E fa i conti con una ferita sempre aperta, una pagina mai dimenticata del proprio passato.
Davvero Viola, l’amore della sua vita, è una spietata assassina? E se non è stata lei a uccidere, chi può essere stato? Max, l’idolo delle ragazzine? Stefania, l’aspirante cantante? Claudio, l’ambiguo autista? Luca, il fidanzato insoddisfatto? Little Moon, la spigolosa starlette italo cinese? O ancora Teo, il giovane introverso e alternativo?
In una Milano che rincorre se stessa e il suo sogno di celebrità, Rizzo dovrà affrontare una doppia verità. Non piacevole, ma necessaria. Al poliziotto e, ancor più, all’uomo."

Il link per ordinare il libro su internetbookshop.
Il sito dell'autrice: www.luciatildeingrosso.it

18 febbraio 2010

Una questione pubblica

Il livello di corruzione, di malapolitica, gli sprechi, i comitati di affari dove politici e imprenditori si spartiscono soldi pubblici (senza poi provarne vergogna), è una questione pubblica, che riguarda tutti.

Se la sanità non funziona, se le scuole pubbliche non sono a norma, non hanno riscaldamento, sono senza soldi, se l'Aquila è ancora una città fantasma, riguarda tutti noi.

La cosa più triste è vedere queste trasmissioni politiche o di informazione, in cui a discutere di mafia, corruzione, tangenti, sono le solite facce. Bonaiuti, Latorre, Rutelli, Gasparri, D'Alema, Casini....
("ma se sono tutti socialisti, chi rubano?")
Chiedete ai cittadini di Onna cosa ne pensano?
O agli studenti del liceo Darwin (dove è morto Vito Scafidi).

Diceva Einstein che un problema non può essere risolto con la stessa mentalità che l'ha creato.
Non è questione di poche mele marce, insomma: la relazione della Corte dei Conti parla chiaro. Le regioni a più alto tasso di corruzione sono quelle con più alti flussi di denaro.
La Lombardia è in testa.

"Nel 2009 c'è stato un boom di denunce per i reati di corruzione e concussione" (dalla relazione del presidente della Corte dei Conti Tullio Lazzaro): ecco, forse è questa la ripresa che lorsignori intendevano. La ripresa per i fondelli.

17 febbraio 2010

Le regole della par condicio

(ANSA) - ROMA, 16 FEB - La Rai non puo' 'in alcun modo interpretare le norme' del regolamento sulla par condicio, ma solo applicarle', ribadisce il Cda. Nonostante, sottolinea il cda, questo incida 'negativamente sui palinsesti' e rischi di creare una disparita' con l'informazione delle tv private''.

In sostanza si auspica una modifica del testo. Domani l'ufficio di presidenza della commissione di Vigilanza si riunira' per esaminare il regolamento e una reinterpretazione delle norme piu' contestate.

Premesso che nemmeno a me piacciono i pollai e certe trasmissioni di informazione Rai, avevano ragione i giornalisti Rai a preoccuparsi. Specie se si permetterà a Mediaset il non rispetto delle regole, perchè questo significherebbe che il regime di concorrenza non esiste.


Spezzeremo le reni .. alla Svizzera?

Mi chiedo veramente cosa ci sia da guadagnare nell'appoggiare la linea del dittatore libico, anche ora che ha intenzione di aprire una crisi con la Svizzera.

Viene il sospetto che anche Gheddafi abbia aspettato Sanremo per far passare la notizia in sordina.

Chiediamoci chi ci aiuterà, a noi, quando ne avremo bisogno.
Con parte del paese a rischio sismico e alluvioni (come a Maierato), con le scuole nello stato impietoso mostrato a Presa Diretta.
Dove metteremo gli sfollati, in attesa di un miracolo di Bertolaso? Risposta facile: alla Camera, dove l'affito delle stanze costa 54 milioni di euro (e anche di questo ne aveva parlato Report, "I Re di Roma").

Montecitorio spende per gli affitti 54 milioni. La ristorazione costa 7 milioni e mezzo. La prevenzione dagli incendi 2 milioni e 800. Acquistare nuove tappezzerie (e restaurare le vecchie), arredi, targhe, cartelli, casseforti e armadi blindati costa un milione. Dieci milioni si spendono per gli atti parlamentari, dalla stampa alla pubblicazione online.

E poi scopri che nelle scuole italiane i bambini devono stare col cappotto perchè manca il riscaldamento e le famiglie sono costrette a dare un contributo alla scuola per andare avanti....
"Noi siamo quelli che non hanno messo le mani nelle tasche degli italiani".
E per fortuna .. rispondiamo noi.
Come avrebbe detto Totò : in Galera vi mando.

Buon compleanno, mariuoli

Tanti auguri, Tangentopoli!
Sono passati 18 anni, e anche la corruzione endemica nel paese è giunta alla maggiore età.
Una volta almeno si veniva chiamati "mariuoli".
Oggi, si ricevono attestati di stima e solidarietà.
Perchè "le intercettazioni mentono .." si sa.
Perchè è un complotto politico delle toghe rosse, si sa.
Perchè così fan tutti, si sa.

Nell'intervista a
Marco Travaglio, il consigliere Pier Camillo Davigo racconta:
"Nel 1992 uno dei fattori decisivi fu che erano finiti i soldi e gli imprenditori non potevano più pagare un sistema politico che non dava più nulla in cambio. I vincoli europei di Maastricht erano strettissimi e impedivano allo Stato di fare altri debiti per mantenere la spesa pubblica con acquisti di beni e servizi. All’inizio i partiti scaricavano i soggetti che venivano via via arrestati, descrivendoli come mariuoli isolati, singole mele marce. E quelli, sentendosi mollati, ci dissero: 'Ah sì, mela marcia io? Allora vi racconto il resto del cestino'. E venne giù tutto. Oggi mi pare che i partiti continuino a difendere i propri uomini che finiscono nei guai, o almeno il sistema nel suo complesso. La casta fa ancora quadrato, nessuno viene scaricato".

Dalla copertina di Crozza: "basta fango, diceva Bertolaso ... eppure poco prima un imprenditore sul fango ci rideva".
E nel fango sprofondano interi paesi, mentre la protezione civile è impegnata a salvare il paese dal 150 esimo dell'Unità, dai mondiali di nuoto, dal G8 alla Maddalena, dall'Expo, per gli appalti ...