30 settembre 2010

Mentre a Roma si discute ..


Tutto qui: potremmo aggiungere che aveva moglie e figli e che non prendeva nemmeno l'indennità di disoccupazione da mesi.

Come classifichiamo questa morte? Come effetto collaterale della crisi?
Questo succede nel paese: mentre a Roma si discute se dare la fiducia ad un leader che pensa solo ai suoi processi e ai suoi affari, su un ministro di Roma che chiama "porci" gli abitanti della sua capitale, ci sono interi pezzi di paese che devono affrontare problemi concreti di povertà e lavoro.

Ieri il presidente del Consiglio alla Camera:
Abbiamo evitato i licenziamenti di massa e tutelato i lavoratori maggiormente colpiti.

E come? Con la Cassa integrazione in deroga, che viene data dalle regioni secondo loro criteri di opportunità, quando si poteva pensare di ristrutturare le industrie del paese, andando oltre il modello Fiat?

Per dieci ore tre operai edili, dipendenti della impresa Giesse di Paderno Dugnano, si sono alternati in cima a una gru all’interno di un cantiere in via Senigallia a Bruzzano. In lotta per lo stipendio, che non vedono — dicono — da tre mesi. Alcuni addirittura da sei.
Poco più in là un grande pannello pubblicitario rosso con il marchio del Comune di Milano annuncia festoso ("Ecco che cosa abbiamo in cantiere!") l’arrivo di 118 nuovi alloggi popolari. Fine lavori prevista: 29 marzo 2008

Eppure il comune di Milano i soldi per gli sgomberi dei Rom dai tuguri e lasciarli in mezzo ad una strada li trova. Come i soldi per gli eventi mondani (la festa con Dolce e Gabbana, ad esempio).
Ma non si riesce a trovare un accordo per i terreni dell'Expo, che si rischia addirittura di perdere.

Questo succede in Italia: discariche delle mafie nell'hinterland milanese, cittadini preoccupati per i rifiuti sversati senza controllo nella discarica sotto casa (a Terzigno ci sarebbero pure rifiuti radioattivi). Operai che gridano basta ai politici, che salgono sulle gru, che con un gesto estremo, rinunciano alla vita.

E adesso?

Da oggi la censura preventiva è legge

La puntata di stasera di Annozero dovrebbe riguardare la crisi di governo (o crisi di regime), in un momento in cui il paese avrebbe bisogno di altro, quantomeno di gente seria.
Ho detto dovrebbe perchè Travaglio e Vauro sono ancora senza contratto e sulla trasmissione pende la spada di Damocle del contradditorio alla Masi.
Io dico nero, tu dici bianco e chi ascolta non capisce niente.

L'articolo di Carlo Tecce sul codice Masi (quello delle telefonate con Innocenzi e il cavaliere per chiudere Annozero):
Da oggi la censura preventiva di Masi è legge per viale Mazzini. Il bavaglio stringe sul contraddittorio: “I talk-show devono garantirlo sempre e nella stessa trasmissione”. Tradotto: se un opinionista dice bianco, un secondo opinionista dirà nero. Non importa l’argomento né la discussione. Così vuole Masi. Come vuole, anzi pretende che il “pubblico in studio, selezionato da strutture aziendali, sia parte non attiva”. Niente applausi. E poi, un po’ fuori stagione (o forse preveggente), il direttore generale introduce la par condicio, i cronometri che fanno impazzire i conduttori in campagna elettorale: “Le interviste ai partecipanti devono essere realizzate in sequenza di contraddittorio assicurando tendenzialmente a ciascun ospite lo stesso tempo di parola”. Masi cerca di scrivere le scalette, intervenire sui contenuti delle trasmissioni e, per citare la metafora di Santoro, ordina ai giornalisti di fare un bicchiere-programma come l’azienda comanda. E chi sgarra? Verrà multato. Oppure sanzionato: ogni volta Masi guarderà la Rai con la circolare in mano, ogni volta cercherà di sospendere i “reprobi”. Siccome le mosse del direttore generale servono per ostacolare Annozero, il primo giornalista “contestato” sarà Michele Santoro.
Perché Masi ha aperto un cineforum in Consiglio e proiettato l’introduzione di Santoro: “Ascoltate. L’ha detto in diretta su Raidue”. E oggi ritorna Annozero con Vauro e Travaglio ancora senza contratto e con il Pdl che prepara un esposto all’Agcom per la scorsa puntata.

Ritorna il pentapartito


Dopo tutti questi sforzi, siamo ritornati al pentapartito.
Tangentopoli, il referendum, la fine della prima repubblica, la nascita di nuovi (?) partiti (sulle ceneri di partiti finiti in manette, o per diaspora di partiti defunti) .. per tornare ad una coalizione di governo con cinque (o quattro, con Fli e MPA? ) gambe (dopo la fiducia alla camera al governo Berlusconi V di ieri sera)?

Poveri noi. Noi che pensavamo che le emergenze fossero i posti di lavoro, il rilancio delle imprese, la salvaguardia dell'ambiente, la lotta alla criminalità, alla corruzione, all'evasione, la tutela del patrimonio culturale, il rilancio della ricerca ...
In 54 minuti appelli alla "coesione nazionale" e a "mettere da parte l'odio". Tra i risultati in due anni e mezzo di governo e i cinque punti per il futuro. Con i capisaldi del federalismo, della diminuzione delle tasse, della riforma della giustizia (separazione delle carriere, processo breve, lodo Alfano), un piano per il Sud. Poi la mano tesa ai finiani ("Amarezza per le critiche aprioristiche" e "Legittimo il dibattito nella maggioranza") e un tentativo di convergenze con l'Udc (quoziente familiare, richiami alla bioetica e giustizia).[Il giornale]
Consoliamoci: mancano 3 anni e 60 giorni alla conclusione della Salerno Reggio Calabria. Perchè voi che l'avete votato, lui, ci credete, è vero?
A questo punto, nonostante le parole, probabile il voto di marzo.

In merito ai cinque punti di programma e al discorso, leggete qui. molto istruttivo.

29 settembre 2010

Shazzan!

Ora ho capito tutto: useranno la magia (nella foto si vede benissimo l'unione degli anelli invisibili alla Shazzan).
D'altronde solo usando i loro poteri magici
potranno rispettare le promesse fatte alla Camera. Completare la Salerno Reggio Calabria e teneri in ordine i conti.
Far la guerra alla mafia e tenersi in Parlamento Cuffaro e Dell'Utri.

Peccato .. niente barzellette.

Del discorso ne han parlato qui e qui (dove si può anche votare la sparata più grossa .. un bel match!)
Shazzan!!!!





C'è ne per tutti

Sto seguendo il discorso alla Camera: c'è ne per tutti.
Dal federalismo (al buio) per tenersi buona la lega.
Al quoziente familiare per i cattolici (o presunti tali) dell'UDC.
Alla bioetica, per i talebani oltretevere.
Ai temi della giustizia, tanto cari ai berluscones.

Oltre alle solite balle: le tasse giù entro la fine della legislatura, abbiamo fatto bene, maggioranza coesa ...

PS: sono andato in internet, a cercare la frase "berlusconi abbasseremo le tasse " .. visto che lui è uno che mantiene la parola, sarà vero.

Il più amato dagli italiani

Una cucina (o meglio, una sua foto) Scavolini inchioderebbe (secondo i giornalisti de Il giornale) Gianfranco Fini.
Lo slogan della pubblicità diceva "La più amata dagli italiani".

Un pò come B. , il più amato dagli italiani, secondo i berluscones. Soprattutto dai deputati finiti nella compravendita, da quelli che senza lui, col cavolo che finivano nei ministeri ....

Che ci sia una correlazione?
Che dirà ogni alla Camera, il presidente più amato dagli italiani: una barzelletta? Allegria (alla Mike)?


La questione morale (in Liguria)

Ermete Realacci sull'arresto di Franco Bonanini, amministratore del parco della Cinque terre:

«Sono sconcertato dalle notizie che arrivano dalle Cinqueterre relative all’arresto di Franco Bonanini e di altri amministratori e dipendenti pubblici. Il Parco delle Cinqueterre sotto la guida di Franco Bonanini è stato un esempio e un punto di riferimento nelle politiche di sviluppo legate all’ambiente, alla difesa delle regole, alla valorizzazione del territorio....

Così attento alla difesa del territorio, eppure ho letto di una gestione poco trasparente dei bilanci del parco.
Con dirigenti così, come si fa a parlare di questione morale, di battere Berlusconi, di convincere l'elettorato....

A Pollica, il sindaco Vassallo si è fatto ammazzare per difendere l'ambiente dal cemento.

In Liguria, sembra che a prevalere sia il partito del cemento:
Le accuse per alcuni sono pesanti: associazione a delinquere finalizzata ai reati di falso, corruzione, concussione, violenza privata e calunnia. Per i pm spezzini, Luca Monteverde e Tiziana Lottini, i dirigenti del Comune e dell’Ente Parco avrebbero costituito un inossidabile gruppo di potere. Una rete capace di ottenere finanziamenti pubblici per opere mai realizzate e di intimidire chiunque cercasse di opporsi. Il “dominus” dell’associazione sarebbe Bonanini, un nome noto nel mondo dell’ambientalismo. Il “Faraone”, come lo chiamano qui. Figura complessa: meriti indubbi nel rilancio delle Cinque Terre, ma metodi da accentratore. Uomo del Pd (candidato alle europee) vicino a politici come Claudio Burlando e a Legambiente. Non solo: Bonanini vantava l’amicizia di esponenti del centrodestra, come Brunetta. Una figura che aveva costruito il suo potere sul carisma e su appoggi a 360 gradi. L’inchiesta ha prodotto 900 pagine di ordinanza: “Per il loro losco tornaconto e cercando di coinvolgerlo in modo subdolo, Bonanini arriva a strumentalizzare l’amicizia e il buon rapporto con Brunetta, al quale sembra intenzionato a rivelare l’esistenza di indagini espletate in maniera irregolare… al fine di ottenere un interessamento e un intervento politico – ispezione presso la procura – che possa interrompere l’iter giudiziario”. [Il fatto quotidiano, l'articolo di F. Sansa]




Il garantista

Lo sgarbi show, a Novecento, me l'ero perso (ma ieri sera Blob, ne ha riproposto un gustoso pezzo).
Di fronte a Pippo, si è lanciato in una una lunga disquisizione su "str...", "capre" e bestialità varie.
Complimenti alla Rai e al servizio pubblico, che censura Santoro e Crozza (che sono stati molto meno offensivi) e che permette ad un personaggio come Sgarbi di continuare ad offendere (Travaglio con cui è in causa, lo stesso Baudo, gli spettatori).

Eh, ma lui è un uomo di cultura.
Incarna lo spirito garantista e dovrebbe presenziare a tutti i talk show politici, secondo Masi.
Ma vaffa ... nbicchiere !


28 settembre 2010

Il mercato

Pare che il mercato dei parlamentari sia agli sgoccioli (tanto lì la prostituzione è lecita, no?), dopo gli acquisti di Massimo Calearo, di Michele Pisacane, di Giuseppe Drago.

Fiducia o non fiducia? Come voteranno i finiani ?
In ogni caso, a prescindere da domani, sappiamo una cosa: in tema di giustizia sono quelli del lodo alfano:

Il tema principale del confronto tra Pdl e Fli resta la riforma della giustizia. I finiani sono disposti a votare una nuova versione del Lodo Alfano inserito in una riforma costituzionale ma continuano a dire no al processo breve o ad altre soluzioni legislative per garantire la non processabilita' del presidente del Consiglio e delle altre alte cariche dello Stato nel periodo in cui esercitano le loro funzioni elettive.

Machiavellici, ma sempre contro il principio della Costituzione per cui tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge.

L'immagine dell'Italia e degli italiani


Secondo gli sviluppatori di Apalon (che hanno realizzato questa app per Iphone), l'Italia è il paese della piazza, mafia, pasta e scooters.

C'è da meravigliarci o da indignarci? E perchè? La nostra Camera dei deputati non ha votato a maggioranza per salvare l'ex sottosegretario Cosentino dalle intercettazioni?
Non siamo il paese del Mangano eroe, il paese in cui un ministro dice che si deve convivere con la mafia e si inaugurano scuole ad un ideologo che teorizzò la macroregione del sud in mano alla mafia?




A proposito di mafia: vi ricordate questa estate, la canzoncina delle quattro stelle "Nur Italien Nicht"?
Sì, ci piace il vostro cibo, ma non il vostro calcio Pizza, Pasta, Mafia – Berlusconi Non ne possiamo più





Poi ci sono gli Svizzeri, antipatici quanto volete, ma bisogna capirli. Sta succedendo a loro quanto è già capitato a noi e non riescono a farsene una ragione: il sito bala i ratt ci rappresenta come topi, che rosicchiano il loro formaggio.
E con Tremonti che con lo scudo, ha "rubato" loro i soldi.

La Svizzera ha subito un aumento di frontalieri che, grazie alla crisi in Italia, hanno strappato salari più bassi rispetto ai ticinesi.
Anzichè prendersela con i loro imprenditori, è molto più facile prendersela con chi è più debole: gli italiani in cerca di un lavoro.

Verrebbe da rispondergli: ma quando voi accoglievate i soldi dei mafiosi, degli evasori italiani (quelli sì, dei ladri), l'oro dei nazisti rubato agli ebrei, dove eravate?

Leggevo poi qui i commenti, su cui ci sarebbe tanto da meditare:
Concordo pienamente con Tiger, e aggiungo inoltre che l'Italia è una delle nazioni che investono meno nell' istruzione e nella ricerca. Inoltre avete un debito pubblico catastrofico (superiore a Grecia e compagnia), una crescita economica tra le più basse d'Europa, clientelismo a balla, ecc. (la lista è ancora lunga). Parassiti !

We CR cala le arie che arrivi dalla repubblica delle banane. Una repubblica dove ogni giorno muore una persona per malasanità, con un governo che sta in piedi solo per i soldi. Dove la gente crede che in Svizzera si parli lo svizzero e l'analfabetismo ha livelli da record! Come dico sempre...vi facciamo schifo? La penisola finisce tra Chiasso e Como. Restate di la invece di fare le prostitute a basso costo! Se volete lavorare qui da noi ed essere rispettati fatevi pagare il giusto! Perchè noi siamo stufi di farci il c..o nelle scuole per poi vederci soffiare il posto di lavoro da voi perchè vi fate pagare la metà! E visto che siete tanto colti cercate di far rispettare gli accordi bilaterali, perchè se io voglio venire in italia per un lavoro devo attendere 2-3mesi prima di avere il consenso! Bella popolazione che siete!

Mi fa sorridere sentire gridare al cielo \"razzisti\" da chi fino a ieri urlava a gran voce ed espelleva allegramente \"gli extracomunitari\" ed i \"rom\". La terra é rotonda, c\'é sempre uno piu a meridione ed uno più a settentrione di noi !

Me la rido a pensare che i leghisti hanno trovato il loro giusto castigo. C'è sempre qualcuno più a nord di te e per fortuna qualcuno più imbecille.

A tutti i lavoratori comunitari: la colpa è certamente vostra, che venite in CH per lavorare e vi accontentate di un salario misero, così ci fregate 2 volte, a voi il lavoro, a noi solo salari da fame ( per noi ) e disoccupazione, ecco perchè hanno votato a favore della nuova legge sulla disoccupazione. Föö di ball i taglian deem da laurà ai noss.

Il trionfo dell'ipocrisia

Maroni nega le case del comune di Milano ai Rom sgombrati da via Troboniano.
Dove andranno? Non si sa. Le case, prima ai milanesi: tanto si tratta di 25 casi.
Questo è "il trionfo dell'ipocrisia", spiega Don Colmegna.

Il ministro vuole anche proporre al Governo e al Parlamento una legge che preveda l'espulsione di cittadini comunitari senza i requisiti previsti da una direttiva europea del 2004, ovvero senza lavoro, con reddito insufficiente per potersi mantenere e senza un'abitazione, con chiaro riferimento ai cittadini rom.

Lo sa il ministro che, grazie alla crisi che il suo governo ha prima negato, poi ci ha detto che era alle spalle, molti italiani si ritroverrano nelle stesse condizioni? Senza lavoro, reddito e magari sbattuti fuori dalle case, perchè non si riesce a pagare il mutuo?

Tolleranza zero, allora: ma anche contro le "centinaia di migliaia di italiani che evadono il fisco, che impiegano personale in nero, che incassano pensioni di invalidità alle quali non avrebbero diritto, che ottengono sconti sui servizi pubblici perché risultano artificiosamente nullatenenti, che non pagano i fornitori e poi campa cavallo che l'erba cresce e i tribunali sono lenti, che affittano appartamenti senza contratto, che intascano i soldi dalle compagnie assicurative inventandosi un sinistro, che non pagano il biglietto sui mezzi pubblici, che che urtano le macchine parcheggiate senza lasciare un biglietto con i propri dati, oltre a qualche altro centinaio di edificanti attività che non elenco perché diventerei pedante, quelli che ce l'hanno a morte con i rom perché tanto rubano tutti."
[grazie a Metilparaben]

E che, so' Pasquale io?

Ospite di Gad Lernerd, Luciano Gaucci fa la parte di quello che non vede non sente non sa.
Io latitante a Santo Domingo? Mi reco spesso a Santo Domingo per un periodo di riposo.
"Ma almeno sapeva che i suoi figli erano stati arrestati?"

Della casa di Montecarlo che dice? "di queste cose non mi interesso".
Come mai questa querelle con la Tulliani, dopo tanti anni dalla separazione? “Perché lei si è permessa di dire che la schedina l’aveva vinta lei (in realtà la Tulliani rispose attraverso i suoi legali ad un articolo del Giornale del 2 agosto scorso. ndr), invece non è così, e allora io ho pensato di richiedergli indietro tutto: non erano regali, glieli avevo dati sotto forma di prestito. Quando si sta con una persona che gli si vuole bene, io gli ho intestato questi beni qua. Non li rivoglio io, diamoli al fisco”.

Ad un certo punto, Peter Gomez gli chiede se pensa di essere stato usato come pedina contro il presidente della Camera? "no, assolutamente no".


Giudici contro giudici

Oggi a Milano l'Associazione nazionale magistrati si riunisce a porte chiuse per discutere di P3 e questione morale: l'elezione di Marra alla corte d'appello, le telefonate sul lodo Alfano, su Cosentino e il ricorso in Cassazione ..
Giudici che discutono su altri giudici politicizzati. Dove però la politicizzazzione è a senso unico. In favore dei potenti, altro che toghe rosse e di persecuzione contro Berlusconi.

Una fonte ha rivelato al Fatto quotidiano che dentro la Corte Costituzionale ci fu chi pensò di espellere i due giudici della corte, Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano, che "a maggio dell’anno scorso, a pochi mesi dalla sentenza sul lodo Alfano, cenarono con Berlusconi, premier e parte in causa, il ministro della Giustizia, Angeli-no Alfano, il sottosegretario Gianni Letta e il presidente della Commissione affari costituzionali del Senato, Carlo Vizzini. " [dall'articolo di Antonella Mascali su Il fatto]
Decisione che non fu portata avanti, pare per non indebolire la Corte stessa.
Prima di quel comunicato, dentro al palazzo della Consulta, racconta un giudice,“sono giorni di grande amarezza per la compromissione del prestigio dell’istituzione . Quella cena è inaccettabile non perché ci fossero tra gli invitati dei politici, ma perché uno di loro era il soggetto di una nostra imminente decisione. È stata una ferita per molti di noi, a cominciare dal presidente Amirante”. Poi fa una rivelazione sul mancato avvio dell’iter per le dimissioni dei due colleghi, prevista nel caso di ‘gravi mancanze nell’esercizio delle loro funzioni’: “Alcuni di noi avremmo voluto, ma ci siamo resi conto che non ci sarebbero stati i 10 voti necessari, cioè i due terzi, obbligatori, dei componenti.”. I giudici hanno così rinunciato alla richiesta, altrimenti avrebbero ottenuto l’effetto contrario: la difesa di Mazzella e Napolitano da parte della Corte. Quindi la maggioranza dei giudici era dalla parte dei colleghi a braccetto con Berlusconi? “Qualcuno sì – ammette la fonte – altri invece hanno desistito perché convinti di poter dimostrare la nostra indipendenza”. La Corte l’anno scorso boccia la legge salva premier dopo oltre 8 ore di camera di consiglio. Segreta, naturalmente. Pertanto – senza entrare nel dettaglio della votazione e tanto meno dei nomi dei giudici – possiamo raccontare che fra i sei pro lodo Alfano, un solo giudice è di nomina presidenziale, mentre altri due provengono dalla magistratura e appartengono a organismi diversi. L’eventuale processo accerterà se tra quei sei giudici costituzionali ve ne siano contigui alla P3. Ma sulle manovre tentate, e fallite, dagli uomini con il “grembiulino”,le intercettazioni non lasciano dubbi. Da oltre due mesi sono in carcere il faccendiere Flavio Carboni, l’ imprenditore Arcangelo Martino e Pasquale Lombardi, geometra e giudice tributarista. “L’ambasciatore” dei nuovi piduisti al Csm e, a quanto pare,alla Consulta. Secondo la procura e il Riesame di Roma (sulla base di intercettazioni), Lombardi ha avvicinato diversi giudici costituzionali che avrebbero garantito il voto a favore di Berlusconi. “Cesare”, per gli amici della P3. Scrive il presidente del Tribunale del Riesame, Guglielmo Muntoni, quando, nel luglio scorso, respinge le richieste di scarcerazione: “Lombardi era riuscito a ottenere l’assicurazione del voto, nel senso voluto dai sodali, di sette dei 15 giudici”. Andò male, “ma resta il fatto che tale ingerenza ci fu,che essa venne esercitata su almeno 6 dei giudici costituzionali (proprio il numero dei giudici che hanno votato a favore del lodo, ndr) che anticiparono a un soggetto come il Lombardi la loro decisione”.
Ci si rende conto, allora, di quanto sia profonda l'infezione del virus piduista, dentro le istituzioni. E di come il tema della questione morale, non sia più procrastinabile. Almeno nella magistratura: per quanto riguarda la politica, non si può chiedere ad un cappone di infilarsi nel forno.

A proposito di P3, logge e corruzione:
il ministro delle finanze tedesco ha proposto la linea dura contro i membri UE che sforano i limiti sul debito pubblico, come l'Italia:

I Paesi caratterizzati da un rapporto debito/Pil superiore al 60% dovranno infatti tagliare l’eccesso del proprio debito di almeno un ventesimo all’anno se vorranno evitare di incorrere nelle sanzioni di Bruxelles. Per una Paese come la Francia, che secondo le previsioni dovrebbe chiudere il 2010 con debito pari all’83% del prodotto nazionale si tratterebbe di tagliare 4 punti percentuali all’anno per i prossimi tre anni. Per l’Italia, che con il suo 116% detiene il peggior quoziente d’Europa, sarebbe necessario tagliarne ben otto. Per un totale di circa 130 miliardi.

In questo quadro, sembrano molto rigide anche le ‘punizioni’ per chi trasgredirà i limiti. Multemilionarie per chi non riuscirà a ridurre sufficientemente il proprio debito, tagli ai fondi per lo sviluppo e ai sussidi agricoli, sospensione del diritto di voto nel Consiglio dei ministri dell’Unione per quegli Stati membri incapaci di adeguarsi alle direttive.

27 settembre 2010

L'antipolitica che non ha capito ancora nulla

Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire oppure, parlando di politica, non c'è peggior politico di chi si ostina a far politica per gli affaracci suoi.

A Terzigno la gente occupa le strade in protesta con la seconda discarica, in pieno parco. Protesta in difesa della propria salute, altro che camorra. E viene caricata dalla polizia (e cosa succederà col nucleare????).
A Castelammare gli operai in collegamento durante la trasmissione Annozero, l'hanno cantata chiara a Bocchino, Di Pietro e Castelli "la dovete finire!!!!"

Eppure, nonostante questo, non l'hanno capito.

"Riforme senza più trattative"
Alfano: "Siamo stati eletti per cambiare, altrimenti torniamo al voto".
Ghedini: "Prima stop ai processi di Berlusconi"

Bossi contro Roma e i romani
"Sono porci. F1? Corrano con le bighe"

Pd, passa la linea di Bersani
«Adesso pensiamo al Paese»

Il ritornello che le riforme le hanno chieste gli elettori non funziona più.
In Inghilterra il nuovo leader dei labour ha 40 anni ed è pure di sinistra.

Presadiretta – senza donne


Quanto è dura essere donne, nel mondo di lavoro italiano: a sentire le storie che Iacona e si suoi collaboratori hanno raccolto, sembra che avere un figlio (o persino pensare di averne uno), costituisca una colpa.
Stefania Boleso era una manager della Bull, ha contribuito al lancio della bibita in Italia, con le sue capacità, il suo impegno: al ritorno dalla maternità, l'azienda le ha proposto una buonuscita per andarsene perchè, per motivi di budget, il suo posto era stato tagliato. In realtà, l'azienda, dopo la maternità, la considerava non più disponibile a fare straordinari e altri sacrifici: allora ha preferito rinunciare alle sue competenze, dopo 10 anni di carriera, relegandola in un ufficietto al primo piano. Da sola.
Dove ha resistito per pochi mesi: ha accettato l'accordo dell'azienda per andarsene. Ha scritto una lettera al corriere, il 23 febbraio 2010, ricevendo molte risposte da altre donne in situazioni analoghe: “essere donna significa essere figli di un Dio minore”. Se per la Red Bull non c'è stata discriminazione (in questo caso), i dati dell'Istat, sull'occupazione femminile parlano chiaro: il 27% delle donne abbandona il lavoro dopo il primo figlio.

Lea Grippo, cacciatrice di test, la discriminazione la vede tutti i giorni: quando si compila un profilo per una posizione, si pensa giocoforza ad un uomo. Perchè si chiede disponibilità a viaggiare, a fare straordinari: la donna deve scegliere se fare carriera o meno, l'uomo questo problema non ce l'ha. Tutta qua la questione: questo comporta che ci sono tanti talenti femminili sprecati, donne che rinunciano al posto, per poter avere un figlio.

Ma fare i figlio è una colpa? Per Emanuela, barista licenziata dal capo dopo avergli detto della maternità, sembrerebbe di sì.
“Vergognati, non ci dovevi fare proprio questo” le ha detto il capo. Frase ripetuta anche dopo la nascita prematura del bambino: la legge prevede che per due anni possa stare accanto al bambino, mantenendo lo stipendio, pagato dall'Inps. Ma ancora, la risposta è stata “per noi sei un costo”.
Ha fatto causa al tribunale di Como, contro il datore, è l'ha vinta.
Ma quante altre non arrivano nemmeno alla causa?

Vicino Arzignano lavorava Chiara Ronzan, nell'amministrazione di un'impresa del settore conceria. Al secondo figlio ha chiesto il part time e la risposta è stata “o rinunci al part time o ti licenzi”.
È stata costretta a rimanere a casa: il suo padrone non ha voluto concederle nulla, per non creare un precedente con le altre lavoratrici.
Ma una donna “funziona” meno bene dopo un bambino? Secondo molti uomini, pare di sì. Eppure, a buon senso, se si lavora fino a 60 anni, la maternità è solo un breve periodo della propria vita lavorativa. Bisogna essere culturalmente limitati per rinunciare alle neo mamme nel lavoro.

Eppure, nel mondo “civilizzato” le cose non funzionano diversamente.
Oslo, Norvegia: il paradiso delle mamme, dei bambini e delle famiglie.
In Norvegia la politica ha spinto molto per le pari opportunità, stimolando le imprese (con delle sanzioni), incentivando le nascite, aiutando le mamme e i papà con congedi parentali obbligatori e asili pubblici per tutti. Succede in Norvegia, dove non c'è bisogno di “family day” per mostrare la cattiva ipocrisia familistica italiota.

In Norvegia ci sono 10 donne su 19 ministri. 29% di donne parlamentari. Un deputato della destra (all'opposizione) diceva a Iacona “noi vogliamo rappresentare tutta la gente e anche le donne”. E un deputato progressista “qui da noi vogliamo più donne nei partiti”.
Perchè, in Norvegia pensano che i problema debbano essere affrontati anche con gli occhi delle donne, la metà della popolazione: qui i partiti perderebbero le elezioni se si presentassero con soli uomini.
Esiste una bellissima legge, dell'ex ministro conservatore Gabrielson, che impone alle aziende quotate in borsa il 40% di donne nei Cda. Altrimenti, sei cacciato dalla borsa: il ragionamento è che i CDA devono rappresentare il 100% della popolazione, non solo la metà maschile.
Dal 2001 ad oggi, l'obiettivo è stato raggiunto.
Tramite il progetto “Futuro donna”, si incentivano i percorsi di carriera dei dirigenti donna, nelle aziende pubbliche e private. Perchè si è capito che sarebbero state più competitive se ci fossero state sia donne che uomini nei posti di comando.
Qui, nessun primo ministro si sarebbe sognato di dare della velina al presidente di Confindustria.

Significa che qui le donne pensano solo alla carriera e non fanno figli? No. I numeri dicono che con queste vere pari opportunità, è aumentata la natalità: il tasso è salito al 1,98%: ci si è arrivati grazie a delle leggi mirate.
I congedi parentali obbligatori anche per i papà, di 10 settimane.
Gli asili nido che coprono tutta la domanda. Si è usata la legge, per forzare i cambiamenti nella società e dopo 10 anni ci sono riusciti: confesso di aver ammirati i papà norvegesi che, per far lavorare le mogli, rimaneva a casa ad accudire ai neonati, portandoli a spasso, cambiando i pannolini, preparando le pappe.
Non è vero, come si dice in Italia, che non importa quante ore stati con i figli, l'importante è la qualità del rapporto: i padri norvegesi instaurano un rapporti profondo con i propri figli, che rafforzerà la tenuta delle famiglie e li renderà uomini più consapevoli e maturi.

Altra testimonianza di come la società qui sia emancipata è la televisione di stato: niente donne spogliate. Qui la giornalista del principale telegiornale ti racconta che le donne occupano quei posti solo perchè competenti, non solo perchè belle bamboline.

La (triste) situazione italiana.
5 ministri donna su 23 (3 senza portafoglio).
21% di donne alla Camera, 18% al senato. 4 donne nelle Commissioni parlamentari. Non esistono donne segretario di partito, 2 sole donne sono presidenti di regione (nel Lazio e n Umbria).
I donna in corte Costituzionale (Maria Rita Saulle) e pochissime nelle posizioni di comando nella magistratura.
Nelle banche, stessa situazione, e lo stesso nelle industrie. 9,2% di donne ai comandi di un'azienda e 2,36% la quota rosa nei CDA.
Come mai? Forse perchè in Italia non esistono leggi che obbligano a avere una pari rappresentanza e perchè, negli uomini vale il principio (espresso da due imprenditori intervistati) “non si può fare niente [per aumentare la rappresentanza ], altrimenti è un disastro anche per le famiglie”.
Se questa è la mentalità vigente (molto ristretta), si basa su presupposti sbagliati. Basta vedere cosa succede in Norvegia.

Nei TG 1 sola conduttrice donna, Bianca Berlinguer. Nei quotidiani 3 donne direttrici: Flavia Perina, Conchita De Gregorio (una vota chiamata conchitina da La Russa) e Norma Rangeri.
Il paradosso si registra nelle scuole: insegnanti donne e presidi uomini. Nemmeno qui si riesce ad affermare un minimo di pari opportunità.

Cosa significa, in termini di competitività, di valore, rinunciare alla presenza delle donne?
Hanno risposto Daniela Del Boca e Paola Profeta: in Giappone uno studio di JP Morgan ha mostrato la correlazione tra stagnazione dell'economia e scarsa partecipazione delle donne.
Dunque, più donne significa maggiore convenienza per tutti.

Ma come fanno le donne a lavorare e a tenere i figli (visto che i maschietti italiani non fanno i papà)? Sarebbe più semplice se ci fossero sufficienti asilo.
Presadiretta andata in provincia di Como, dove la situazione è semplicemente scandalosa.
1 nido comunale ogni 4 comuni.
Per i 21400 bambini (dati del 2009), la copertura era meno dello 0% (in totale 1800 posti disponibili). Mentre la regione Lombardia dice di essere all'avanguardia, l'unica possibilità concreta per molte famiglie sono gli asili privati, o i nonni.
A Como città va un po' meglio (30% di copertura), ma con code anche di 6 mesi. E come fanno nel frattempo le neo mamme?

A sentire Alessandra Mangiavalori, dirigente del ministero del lavoro, non c'è bisogno di più asili nido, perchè ci sono molte soluzioni “fai da tè”: associazioni private, asili condominiali, asili privati. Va sponsorizzata la rete familiare: come dire, mandateli dai nonni.
E chi non può? I dati parlano chiaro: a Milano ci sono state 20000 donne licenziate l'anno scorso, dopo il primo bambino.
Le prime cause sono mancanza di parenti a supporto, assenza di posti negli asili, l'azienda non ha dato il part time.

Non sono quindi dimissioni volontarie e in Lombardia si perde perciò questa forza lavoro.
Eppure esiste un articolo di una legge, l'articolo 9 della legge 53 del 2000, che stanzia a fondo perduto dei soldi per aiutare le donne che vogliono andare in part time.
Dopo 10 anni, metà dei fondi non è stato speso e ci sono ancora realtà (direi medioevali) come la Golden Lady, dove il padrone non concede nulla alle mamme.
Eppure, laddove è applicata, da buoni risultati: vicino alla Golden lady, un'impresa di vestiti da sposa ha usato 400000 euro del fondo per dare part time, baby sitter a casa, orari flessibili, un centro ricreativo per i bambini.
Lucia Zanotti, una proprietaria, racconta come si debbano rispettare le lavoratrici, per far funzionare l'impresa: per fare un buon prodotto servono lavoratori felici.

Al contrario di quanto sta succedendo in Cai/Alitalia.
Alle hostess è stato fatto firmare un documento di rinuncia all'esenzione dei turni notturni. In violazione alla legge 53.
Un brutto precedente per le lavoratrici italiane: molte delle hostess han dovuto rinunciare al lavoro e alle proprie ambizioni, per i figli.
Come capitato a Daniela Palombo.
O Silvia, che raccontava del suo caso a viso coperto, per timore di licenziamenti. Sembra di essere tornati ai padroni delle ferriere.
Dopo un anno di proteste, oggi Alitalia concede l'esenzione, ma non come diritto garantito, ma come concessione “padronale”.
E purtroppo non è un problema delle sole donne che lavorano in Alitalia: spiegava Alida Castelli che l'atteggiamento di Cai è stato come un sondaggio, per vedere se le donne fossero state disposte a rinunciare ai diritti per il lavoro e per rimarcare che qui, comandiamo noi.
In Cai comandano solo uomini: una situazione del genere non sarebbe mai successa in Norvegia, dove nel CDA ci deve essere il 40% di donne.

Dove invece esiste , per motivi diversi, un'alta rappresentanza femminile, è nella televisione: nelle trasmissioni, nella pubblicità, è tutto un mostrarsi di corpi di donne sorridenti e felici.
Persino le bambine, negli spot, si comportano come neo mamme o neo veline.
Queste cose, ovviamente, succedono solo da noi.

Al termine della trasmissione pensavo a tutti gli scandali grossi e piccoli, di cui si legge su (alcuni) giornali: la P3, la cricca, le grandi opere e la Protezione civile, gli scandali della sanità in Abruzzo, in Puglia e in altre regioni.
Protagonisti sono, sempre o quasi, solo maschi.
Pensate ai casi di corruzione nella politica (sempre o quasi maschi), i grandi evasori …
Forse se stiamo nella situazione in cui siamo, è anche colpa di una società leggermente maschilista e anche retrograda che considera le donne solo come mogli felici (ma a casa ad crescere i bambini) o come escort per il “riposo del guerriero”.

Chissà se, dopo questa trasmissione, le donne potranno alzare la testa.