04 aprile 2011

Report la banda del buco

Dopo aver letto che Report si sarebbe occupato del business delle cave, mi sono chiesto cosa ci poetesse essere di interessante da scoprire, dietro cave e smistatori.
Invece, l'inchiesta di Bernardo Iovene ha raccontato un'altra volta di un pezzo di Italia che non funziona: le cave sono di propriertà dei comuni e dunque dei cittadini italiani. Le società di estrazione pagano delle concessioni per estrarre marmo (dalle cave a Carrara) o ghiaia e sabbia (nel casertano come nel bresciano): peccato però che gli oneri siano troppo bassi rispetto ai ricavi, spesso le società non pagano nemmeno. La legge che regola il settore è del 1927, ma lascia fuori Carrara, e ogni regione fa di testa sua.
Iovene ha girtato l'Italia per vedere cosa succede.
A Carrara succede che le polveri inquinanti per il trasporto del marmo sui camion sono di tutti, e un arricchimento per pochi.
Camion che dovrebbero girare coperti, per evitare l'inquinamento e che invece girano per le strade dei paesi senza rispettare le ordinanze comunali.
"siamo tutti soccombenti al ricatto del lavoro" risponde il sindaco: le imprese di estrazione hanno rifiutato l'intervista (come in altre regioni) e parlano tramite l'associazione industriali. Che tira fuori gli estensi, le vecchie concessioni perenni: sono le stesse famiglie che da anni si passano le concessioni rinnovate automaticamente ogni 29 anni. Queste guadagano 2000 euro a tonnellata, pagando il comune tra 7 e 13 euro e mezzo a tonnellata.
Basterebbe alzare il canone, per guadagnare qualcosa di più, sono soldi che farebbero comodo in un periodo di tagli.
Senza parlare delle dismissioni delle cave: una volta chiuse, le cave andrebbero sistemate, invece si lascia lo scempio a vista.
"A queste cose sono più sensibili gli ambientalisti" ammette con un sorriso il pres. dell'associazione industriali.

Campania.
In Campania, specie nel casertano, sono state sequestrate 400 cave abusive, parte integrante di un sistema criminale basato sul cemento e sulle costruzioni abusive.
Anche qui, a Giuliano, come in altri comuni, le polveri delle cave, dai cementifici, si posano sugli alberi, sulle case, nei polmoni.
Con dei casi di tumore, che andrebbero monitorati.
Ma chi controlla le cave, chi controlla le imprese di estrazione: il magistrato Donato Ceglie, della procura di S Maria Capua Vetere spiegava che questi reati non solo ambientali sono avvenuti sotto gli occhi complici dei controllori della regione.
Come del genio civile: dal 2006, c'è un piano cave in regione, ma le multe sono irrisorie ripetto alle cifre che girano, e che nemmeno vengono pagate.

Anche qui le cave non sono state dismesse e, alcune, di queste sono pure state riempite con i rifiuti e tramutate in discariche (come del resto èavvenuto a Brescia, in Lombardia).
Succede allora che la Cementir di Caltagirone, dopo aver sventrato una parete della montagna, ora si sia spostata all'altro versante.
Per tenersi buono il comune l'impresa ha pensato ad un "cementir day" nella piazza di Maddaloni.
Del resto, come in altre parti del paese, cosa può fare il comune, se è vittima del ricatto del lavoro?

Caltagirone è finanziatore dell'UDC (ad insaputa del presidente della Cementir), come anche dell'UDC il presidente della provincia. Di Caltagirone è anche il giornale Il mattino che sulla vicenda ha scritto un solo articolo per dire che va tutto bene.
Come per altre cave, la procura sta indagando sul progetto per gli scarichi dai fumaioli.

L'Emilia Romagna si segnala come la regione più virtuosa: si estrae sono ciò che serve, su indicazione del comune. E, a fine vita della discarica, i cavatori sono costretti a pagare di tasca loro il ripristono e per questo, qui i comuni chiedono una fideiussione di 1 milione di euro. Allo stesso modo però, gli oneri pagato sono ancora troppo bassi e il presidente Errani ha potuto solo promettere di rivedere le tariffe.

La Lombardia.
Sorprende la situazione lombarda, perchè mostra come il tanto odiato centralismo romano odiato dalla Lega, qui sia stato sostituito dal centralismo della regione che decide per provincie e comuni che non possono opporsi ai progetto di nuove cave.

EDOARDO CORONGIU ASSESSORE AMBIENTE CASTEGNATO BS
C’è la volontà delle Regione Lombardia, che passa sopra i cittadini di Castegnato e decide alla
faccia del federalismo fiscale, che dovrebbe demandare ai cittadini di scegliere cosa fare del
proprio territorio, decidono di passare sopra la volontà dei cittadini di Castegnato e decida la
Regione Lombardia ovviamente di fare una discarica.

Succede a Brescia, dove il giornalista di Report ha potuto raccogliere le lamentele dei cittadini di Rovato, Montichiari, Castegnato.
Che non solo non vorrebbero tutte queste cave, ma nemmeno accettano che poi, a fine estrazione, siano trasformate in discariche (anzichè fare il ripristino e restituire il territorio alle persone).
Si domandano, poichè questa è zona dove si fa la differenziata, da dove vengano questi rifiuti (anche di amianto)?

STEFANO DOTTI – ASSESSORE ATTIVITA’ ESTRATTIVE PROV. DI BRESCIA
Il problema è questo, in Italia ed in Lombardia. Che i rifiuti vengono prodotti e noi chiaramente
troviamo una soluzione che sia quella più idonea, non possiamo lasciare i rifiuti per strada,
quindi questo è un aspetto che va chiarito, non è che ci dobbiamo scandalizzare.
BERNARDO IOVENE
E avete scelto la provincia di Brescia come discarica?
STEFANO DOTTI – ASSESSORE ATTIVITA’ ESTRATTIVE PROV. DI BRESCIA
No. Noi non abbiamo scelto la provincia di Brescia. La provincia di Brescia…
BERNA RDO I OVENE
Intanto ad ogni cava corrisponde una discarica.
STEFANO DOTTI – ASSESSORE ATTIVITA’ ESTRATTIVE PROV. DI BRESCIA
Beh no, non è esattamente così. Sta citando degli ambiti estrattivi all’interno dei quali sono
state realizzate le discariche. Cioè, ecco io non voglio che questa intervista venga interpretata
come una volontà dell’assessore, o della provincia di Brescia, diciamo così di assentire, in
qualche modo, favorire o agevolare in provincia di Brescia la realizzazioni di discariche. Da
quando mi sono insediato, io ho detto anche qualche no e abbiamo detto qualche no.
ELENA ZANOIA – SINDACO DI MONTICHIARI
C’è chi vuole le discariche e chi le ha ostacolate. Mi scusi lei non ha idea della lotta che
abbiamo fatto, guardi che mi hanno espulso dalla Lega per le discariche… Sì, perché non ho
voluto fare l’accordo con il Pdl perché Forza Italia ha portato tutte le discariche a Montichiari e
io l’accordo con il Pdl non l’ho fatto e… sono fuori dalla Lega.
BERNARDO IOVENE
Ah, lei è stata espulsa dalla Lega?
ELENA ZANOIA – SINDACO DI MONTICHIARI
Sì.
BERNARDO IOVENE FUORI CAMPO
L’assessore competente delle cave in regione è del Pdl. Ci scrive che ha apprezzato il nostro
invito per un’intervista, ma non ritiene di aderire, eppure è in consiglio regionale che
aumentano i metri cubi da scavare.

Forse l'assessore in provincia non era abituato alle domande di un giornalista giornalista, se alla fine sbotta chiedendo "ma lei chi l'ha chiamata?"

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Ci hanno chiamato i cittadini e i sindaci perché non se li fila nessuno, e si chiedono come mai
dopo essersi fatti carico del disagio prodotto da camion, polveri, rumore senza aver avuto in
cambio alcun beneficio, adesso si devono beccare anche il degrado eterno, perché ai cavatori
che non hanno più nulla da tirar su, viene concesso di trasformarsi in gestore di discariche.
E’
vero che ai rifiuti bisogna trovare una soluzione, ma da dove arrivano visto che da quelle parti
si differenzia molto? gli abitanti del posto ci dicono che la provincia di Brescia si fa carico dei
rifiuti normali, speciali e pericolosi che vengono anche da altre parti.
Allora, assessore
Raimondi della regione Lombardia, le domande sono due: perché la provincia stabilisce quanti
volumi servono, e la regione che sta fuori dal territorio, ne autorizza di più, e perché non
vengono rispettate le convenzioni, che prevedono che i buchi non vengano chiusi con i rifiuti
ma vengano tappati con qualche albero o un prato. Non rispondere a noi, vuol dire non
rispondere a centinaia di migliaia di vostri cittadini. Noi possiamo solo pensare che i volumi in
eccesso vengono venduti agli svizzeri, che invece al loro territorio ci tengono e siamo in
provincia di Varese.

A Varese, la stessa impresa che è stata multata per un cava abusiva, oggi ha l'appalto per il suo ripristino: la Italinerti, di proprietà di Nidoli Sara, assessore (con sponsor politico) alla provincia di Varese.

Stessa situazione, per le cave trasformate in discariche, in Piemonte, nelle provincie di Vercelli e Biella.
Alla fine, alla fine del servizio, il titolo "la banda del buco" pare quanto mai azzeccato.

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