12 giugno 2011

Carta bianca di Jeffery Deaver


Riunione in ufficio da Noah. Conferma incidente di venerdì notte, il20. Previsione migliaia di vittime. Interessi britannici danneggiati. Trasferimento di fondi come prestabilito.

Questo il testo di un sms, intercettato dagli spioni governativi dell'GCHQ, fa scattare nell'intelligence britannica un campanello d'allarme: chi sta organizzando e dove, questo attentato da migliaia di morti? Chi si nasconde dietro il nome di Noah?

Tocca all'agente 007, agente col doppio zero, licenza di uccidere e carta bianca ma solo oltremanica, indagare sull'incidente 20, come viene ribattezzato dagli analisti dell'intelligence.

Jeffery Deaver riprende il personaggio di Ian Fleming James Bond, aggiornandolo ai tempi odierni, senza però stravolgerne la natura.
Amante delle auto sportive (guida una Bentley continental coupè), del buon vino, degli sci e del suo lavoro. Agente col doppio 0 di una costola del MI6 (lo spionaggio inglese): la ODG acronimo di Overseas Development Group, ufficialmente solo una società di consulenza alle aziende del Regno Unito all'estero, in realtà un'azienda i cui membri dovevano difendere il paese dai nemici esterni con mezzi poco convenzionali. D'altronde, i nemici della corona del mondo odierno, usavano mezzi non convenzionali: telefoni cifrati, armi sporche, attentanti, hacker.

"The face of war is changing. The other side doesn't play by the rules much anymore. There's thinking, in some circles, that we need to play by a different set of rules too..." [dal sito di Deaver]

Allora, mentre il grosso dell'MI6 pensa che la minaccia contro la corona provenga dall'Afghanistan (anche per motivi politici), Bond viene invece mandato a seguire la pista serba (per un un altro sms intercettato, con lo stesso cifrario) sulla pista di un terrorista irlandese, che si dimostra fin da subito, spietato e intelligente.
Dalla Serbia, dove per sventare un attentato contro un treno che trasporta rifiuti pericolosi, Bond si mette sulle tracce dell'irlandese, che lo porta nell'ultimo posto dove Bond vorrebbe. Proprio nella sua patria dove l'agente non ha alcun potere.
Altro che carta bianca, in Inghilterra dovrà addirittura collaborare con i cugini dell'MI5 con poteri e possibilità di azione molto limitate: l'obiettivo su cui concentrare l'attenzione è un imprenditore nel settore dei rifiuti a capo di una multinazionale, la Green Way International. Una persona molto nota per i suoi affari, ma anche molto riservata. Il motto dell'impresa è “Ridurre, riutilizzare e riciclare”. Un motto che, scritto sui cancelli delle imprese del gruppo ricordo in modo sinistro la scritta sul cancello di Auschwitz.

Seguendo il suo intuito (e molto meno i regolamenti, almeno nella madre patria), dalla Serbia a Londra, da Dubai al Sudafrica, Bond dove affrontare una gara contro il tempo per evitare la strage delle migliaia di innocenti (
l'incidente 20) contro due nemici : il primo, la mente dietro questo attentato. Il secondo, più difficile da sconfiggere, i vertici della politica nel Regno Unito, che chiedono all'agente risultati immediati.

Nel libro compaiono altri personaggi presi a prestito dalla saga bondiana, come Felix Leiter, agente della Cia a Dubai. Un messaggio tra Bond e un funzionario dell'MI6, Philly Maidenstone, viene classificato come
“solo per i tuoi occhi”, come il film.
M è l'ammiraglio a capo della struttura ODG che lo ha reclutato. Q non è una persona, ma bensì un'unità che inventa per la spia tutta una serie di gadget, come l'Iqphone con cui ascoltare le conversazioni o minitelecamere nascoste dentro macchinette per l'asma.

Ma, al di là della trama piena di colpi di scena (nello stile di Deaver) e che non cala mai di ritmo, fino alla fine, il libro ha il merito di raccontare degli aspetti oscuri dei traffici che interessano i paesi
africani (dove si svolge il frenetico finale) e che sono spesso alla base dei conflitti che insanguinano il continente e della tanta miseria.

Ma c'è spazio anche per raccontare dei pensieri della spia più famosa del mondo, del suo essere sempre in tensione alla ricerca di qualche sguardo sospetto o di qualche minaccia. Indossando false generalità, falsi nomi, da sostenere fino in fondo, nelle sue operazioni.
Ma anche del suo essere solo: Bond e le donne, nell'amaro finale
“Oh, l'idea di una donna in sintonia perfetta con lui, con cui potesse davvero condividere tutti i suoi segreti, la sua vita, piaceva a James Bond, e in passato si era rivelata confortante, gli aveva dato forza. Ma alla fine, se ne rese conto in quel momento, una simile donna, anzi una donna qualsiasi, avrebbe potuto occupare solo una piccola porzione della sua esistenza. Dopotutto, era un uomo costretto a viaggiare di continuo: la sua sopravvivenza – e la sua pace interiore – richiedevano che i trasferimenti fossero veloci, implacabilmente veloci, per catturare la preda e sfuggire ai predatori. E, se ricordava bene i versi che Philly Maidenstone aveva citato con tanto eleganza viaggia più in fretta colui che viaggia solo”.

Qui, l'incipit.

Il link per ordinare il libro su ibs
Il sito dell'autore Jeffery Deaver.
Tecnorati:

Nessun commento: