18 settembre 2011

Il golpe inglese, di Mario Cereghino e Giovanni Fasanella


Il golpe inglese. Da Matteotti a Moro: le prove della guerra segreta per il controllo del petrolio e dell'Italia.
Viene da chiedersi che paese sarebbe stato il nostro, se avesse potuto crescere, svilupparsi senza alcuna ingerenza esterna. Questa la domanda che rimane, al termine della lettura di “Il golpe inglese”, dei giornalisti-storici Mario Cereghino e Giovanni Fasanella.
Un paese con una sua classe politica, conservatori e democratici, centrodestra e centrosinistra, con la possibilità di alternare governo dei due schieramenti.
Con una sua industria privata, capace di crescere e svilupparsi (magari senza finanziamenti e aiuti di stato), dare ricchezza al paese e quella solidità industriale che oggi abbiamo ahinoi perso.
Saremmo stati sicuramente un paese con meno zone oscure nella nostra storia, con forse meno scandali, una classe dirigente più matura, che avrebbe una volta per sempre messo alle spalle gli spettri del comunismo e del neo fascismo.

Per molti storici, la storia dell'Italia si spiega solo con i fatti succedutisi nel nostro paese: nessuna ingerenza esterna, nessun complotto contro di noi, niente guerra di spie, nessuna “sovranità limitata”.
Tutti i misteri d'Italia, le morti eccellenti, le zone oscure (i perchè dell'omicidio dell'onorevole Matteotti, i misteri dietro il rapimentodi Aldo Moro, perchè il terrorismo in Italia ha avuto una così lunga durata, le bombe i neofascisti e il ruolo dei servizi di intelligence...), si spiegano solo se comprendiamo che l'Italia non è mai stato un paese isolato dal resto dell'Europa, ma un paese crocevia di forti interessi: il controllo degli scambi commerciali nel Mediterraneo, con i paesi produttori di petrolio.
Un paese a metà tra est e ovest; un paese con uno stato al suo interno: lo stato del Vaticano, entro cui si sono spesso incontrate spie, doppiogiochisti, agenti doppi …
"I principi e le regole della democrazia sono estranei alla natura del popolo italiano, che non si interessa di politica ... la gran massa degli italiani è individualista ... Mussolini aveva ragione a dire che gli italiani sono sempre stati povera gente."
D'Arcy Osborne, ambasciatore britannico presso la Santa sede, novembre 1943.

Un paese con la moglie americana e l'amante libica, con il più forte partito comunista d'Europa, dove è nato il partito fascista di Benito Mussolini, dove quest'ultimo ebbe lunghi contatti con il premier britannico Winston Churchill.

Invece. Il lungo lavoro negli archivi dell'intelligence britannica dei due giornalisti racconta una verità chiara: siamo sempre stati una nazione sotto osservazione da parte delle nazioni presunte alleate, in special modo gli Stati Uniti, dopo la seconda guerra mondiale (per gli equilibri est-ovest), ma anche, e questa è la vera novità che emerge, da parte della Gran Bretagna.

Dai cablogrammi, dalle lettere, le relazioni, i verbali degli incontri tra esponenti del Foreign Office, del governo britannico, dei servizi di intelligence, emerge una vera ossessione per il nostro paese.
Per due essenziali motivi: la nostra politica tra i paesi nel Mediterraneo (e il ruolo del petrolio), e l'apertura verso il partito comunista, da parte della Democrazia Cristiana di Aldo Moro a partire dagli anni '70.

Il primo motivo è semplice. La nascita di un nuovo stato nel Mediterraneo, che aveva ambizioni di stabilire relazioni commerciali con altri paesi del Nordafrica e del Medio Oriente, in special modo nel settore petrolifero, metteva in difficoltà l'allora impero di Sua Maestà.
Una nazione che spingeva per il consolidarsi di una sua industria petrolifera nazionale, che poteva fare concorrenza alle imprese private britanniche (e americane), che poteva strappare accordi commerciali più favorevoli con le altre nazioni (l'Egitto, ma anche l'Iraq e la ex Persia) che gli inglesi consideravano a tutti gli effetti delle colonie di loro proprietà, non poteva essere tollerata.
Ecco spiegate le tensioni con l'Italia per le sue ambizioni coloniali in Abissinia (che ci sono costate l'uscita dei nostri impianti dall'Iraq inglese): secondi i due giornalisti, il posto al sole (poi subito perso con la guerra) l'avremmo ottenuto attraverso un gioco doppio di diplomazia in cambio della rinuncia a fare concorrenza col petrolio iraqeno.

Matteotti sarebbe statoucciso per impedirgli di rivelare al Parlamento le tangenti che le imprese private americane stavano pagando per poter lavorare in Italia: tangenti che avrebbero messo in difficoltà in modo riflesso le imprese inglesi.

Enrico Mattei era considerato un industriale da tenere sotto controllo per la sua politica di apertura verso le ex colonie in Africa e in Medio Oriente (che comunque l'Inghilterra considerava zone di sua competenza): Mattei aveva violato l'accordo del fifty-fifty sui compensi da riconoscere, poiché pagava a questi paesi percentuali maggiori.
Mattei, anziché chiudere l'industria di stato petrolifera italiana, la Agip, l'aveva rinforzata, voleva andare a fare concorrenza alle sette sorelle (e alla BP) trattando i paesi africani e orientali alla pari, puntando proprio sulle loro intenzioni indipendentiste, dal giogo dei paesi occidentali.

"L'Eni sta diventando una crescente minaccia per gli interessi britannici."
Documento del ministero dell'Energia britannico, 15 agosto 1962.
Mattei andava fermato.

Così come andava fermata l'ascesa del maggior partito comunista europeo: ad ogni costo. Per raggiungere questo obiettivo, l'Inghilterra portò avanti diverse operazioni.
La costituzione, a guerra ancora in corso, di gruppi di partigiani con al loro interno ex repubblichini o partigiani non comunisti: gruppi legati direttamente a ufficiali del Soe (Special Operation Executive) come sir Alan Campbell, come la brigata Franchi di Edgardo Sogno (ma anche il principe Junio Valerio Borghese), che avrebbero dovuto poi infiltrarsi dentro altreformazioni. Per controllarle, per controllarle, per spingerle a compiere operazioni particolarmente feroci, tali da metterle in cattiva luce.

"È di primaria importanza evitare il processo e l'esecuzione di Borghese da parte degli italiani... Il soggetto è di grande interesse per le nostre attività di lungo periodo."
Il capitano Angleton (Office of Strategic Services) circa il trattamento da riservare a Junio Valerio Borghese dopo la Liberazione, 6 novembre 1945.

La creazione di una rete di intellettuali, giornalisti, sindacalisti, politici, a libro paga di un'unità chiamata Ird
(InformationResearch Department), che con i loro articoli dovevano mettere in cattiva luce la Russia comunista e elogiare invece l'occidente democratico. Per orientare l'opinione pubblica e il voto degli italiani. Tra i clienti dell'Ird, in questa campagna anticomunista figurano parecchi giornalisti importanti: da Renato Mieli, a Luigi Barzini jr, Paolo Brichetto (padre dell'ex sindaco di Milano).

"I russi e i comunisti italiani sono probabilmente al corrente della propaganda che promuoviamo, ma ciò non significa che sappiano che esista un dipartimento al Foreign Office che si occupa di queste attività."
Informativa dell'Information Research Department (Ird) del Foreign Office di Londra relativa alla produzione e pubblicazione di saggi, articoli e attività culturali per orientare l'opinione pubblica italiana, 1° aprile 1952.

Le carte e i documenti si fermano al 1976: l'anno in cui gli inglesi devono decidere come fermare la probabile ascesa al governo del PCI di Enrico Berlinguer (con le elezioni del 30 giugno), verso cui il presidente della DC ha aperto la politica del “compromesso storico”.
Scartata la soluzione del golpe (e sono le carte ufficiali a dirlo!) perchè troppo controproducente (gli italiani avrebbero avuto chiara l'ingerenza dell'Inghilterra e degli Stati Uniti nel loro paese), non rimane che una seconda soluzione: un'altra "azione sovversiva", che avrebbe portato il caos nel paese, con le azioni terroristiche delle Brigate Rosse e delle altre formazioni militari di estrema sinistra. Formazioni, è anche questo è riportato nel libro, con legami con gli stessi personaggi di cui abbiamo parlato prima a proposito dei partigiani anticomunisti ed ex repubblichini. Edgardo Sogno, RobertoDotti (cui Mara Cagol consegnava i questionari degli aspiranti BR), Luigi Cavallo .. Tutti clienti dell'Ird, tutti in contatto col Soe.

Il rapimento e la morte di Aldo Moro hanno cambiato tutto il corso della nostra storia politica e anche industriale. Ritorna la domanda di prima: come sarebbero andate le cose?
Con la morte di Moro, è iniziata a morire la Prima Repubblica, sono morti i partiti di massa, e l'industria italiana di stato, che aveva raggiunto punte di eccellenza nei decenni precedenti, è stata smembrata ed è diventata preda di comitati d'affari, lobby e oligarchi. L'Italia perse per sempre la possibilità di emanciparsi agli occhi dei partner europei, perdendo tutte le sue posizioni di influenza.

Influenza che in questi anni abbiamo cercato di riconquistare intrecciando relazioni pericolose con dittatori e oligarchi.

La scheda del libro sul sito di Chiarelettere.
Il link per ordinare il libro su internetbookshop.
Technorati: ,

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ci avevo scritto un romanzo sulla Pista Inglese nella fine di Mussolini, e' un romanzo storico basato su ricerche fatte anche a Kew Garden, a Londra, due anni di ricerche, ma se ne sono accorti in pochi...
Angelo Paratico "BEN" Mursia, 2010.

alduccio ha detto...

Il link al libro credo sia questo

http://www.ibs.it/code/9788842544814/paratico-angelo/ben.html

Grazie per la segnalazione

Aldo