07 settembre 2011

La preghiera del razzista

Ci sono momenti in cui, di fronte a pagine come queste, prese e copiate dall'ultimo libro di Gianni Biondillo "Il materiali del killer" (link su ibs), non puoi che essere grato all'autore per averle pensate e scritte.
E' una preghiera immaginaria, del politico ipocrita, razzista e inetto: quello che, per intenderci proprio qui, nella Milano ex città col cuore in mano, fa campagna politica sui rom e sugli extracomunitari.
Leggetevela voi, che magari siete proprio quelli che avete bisogno del nemico che viene da fuori, per non vedere il marcio dentro.
Dio padre onnipotente, padrone delle anime e protettore dell'Occidente, grazie per aver inventato gli zingari. Popolo inutile, inetto, nazione di servi, paria dell'umanità. Non ci hanno mai tradito, i nomadi, non ci hanno mai deluso. I terroni puzzolenti e sfaccendati erano buoni per la bisogna, all'inizio, ma poi pure loro vollero uscire dalla fame e far studiare i figli. Terroni del cazzo, orda comunista, bacino di voti. Poi vennero gli albanesi, comunisti di merda, a frotte, a palate, e per un pò avevamo un nemico comune da odiare....

Ti ringrazio Altissimo, benedico il tuo nome, che hai esaudito le nostre preghiere di politicanti inetti. Gli ebrei ormai erano intoccabili - belli i tempi in cui si potevano bruciare le loro sinagoghe, che nostalgia, che vergogna non poter rispettare le nostre antiche tradizioni nel nome del moderno mondialismo -, ma ci hai ascoltati, ci hai visto soffrire, e per questo ti accendo un cero ogni 11 settembre, per il dono generoso del conflitto di civiltà, degli arabi terroristi, dei magrebini fanatici.
I nostri nemici islamici sembravano perfetti ma anche loro non hanno retto, con le rivendicazioni, la cultura millenaria, gli affari internazionali, il petrolio.
Infine, i rumeni, i bulgari, gli ucraini, cristiani come noi, certo, anche se sappiamo che sono solo stupratori e ubriaconi. Perchè hanno insistito a badare ai nostri vecchi, a cadere dalle impalcature dei nostri cantieri? E i cinesi, piccoli sgorbietti a mandorla, come si sono permessi, zitti zitti, di comprare i nostri bar di lavorare come matti, peggio dei brianzoli, qui, nella terra dell'etica della sudditanza capitalista?

Ma tu, onnisciente, onniveggente, lo sapevi, e avevi fatto emigrare qui, sulle nostre terre, per noi, più di quattrocento anni fa, loro, gli zingari di merda, i topi di fogna, incapaci di cercare un'emancipazione, inabili a sognare un futuro di affrancamento. Un popolo eunuco, debole, inadeguato a combattere, schiavizzato, bruciato nei forni, emarginato, e mai una reazione, mai una battaglia, mai una guerra.
Perfetti per noi. Grazie padre eterno per avermeli concessi lerci, accattoni, sgorbi, per averli resi ladri di pollame, topi d'appartamento.
Se ho uno scolmatore del Seveso da costruire che esonda ogni anno e non lo faccio, se ho un collega di partito che ha intascato le mazzette, se da decenni non edifico case popolari, se le periferie cadono a pezzi, se ho l'aria più inquinata d'Europa e non creo piste ciclabili e cementifico il poco verde residuo, se non realizzo nuovi asili nido, distruggo la scuola pubblica, mortifico i talenti, se mi dimostro totalmente incapace di governare, retorico e inefficace, se sono un uomo pieno di difetti - chi non ne ha signore dei cieli e della terra? - non posso che ringraziarti per avermi indicato la via maestra: appena ho un problema, appena il polso dell'indignazione televisiva batte un pò meno a morto, mostro il pugno d'acciaio, il volto truce, sgombero a casaccio campi di zingari, sterco dell'umanità, demolisco il loro ciarpame pulcioso, li disperdo come scarafaggi, che tanto lo so che si troveranno di nuovo, da un'altra parte, odiati da tutti, attorno ad un fuoco, a costruire baracche precarie, a mostrare la loro povertà nuda e scandalosa. Pronti per la prossima campagna elettorale dove diremo che è tutta colpa loro, che sono il male, che rubano i nostri figli, che sono sporchi, sudici, corrotti, immorali, depravati.

Adoro gli zingari e più sono antisociali, più sono ladri, più sono pulciosi, più sono esclusi e più ci servono. Mettiamoli al muro, nelle camere a gas, nei forni, i vecchi e le donne, i bambini, ma non tutti. Lasciamone un pò a fottere come bestie, a riprodursi come conigli. Abbiamo bisogno di loro più che dell'acqua, più che del cibo. Siamo d'accordo tutti su questo. Sono il male necessario, il cemento della nostra Europa. da nord a sud, da destra e sinistra. il fastidio della loro presenza - blatte dell'Occidente, piattole della civiltà - ci rende uniti, solidali, partecipi, ci rende popolo, stirpe, nazione. Loro sono il concime, e noi siamo il fango.
Il materiali del killer pagine 67 - 71

Ovviamente il libro non è solo questo, ma, c'è molto altro. Il giallo, la caccia ad un carcerato di nome Haile, fuggito (con una carneficina alle spalle) mentre veniva trasferito in ospedale. Un caso di rapina in villa finito con la morte del ladro (rom) e del padrone di casa.
E l'ispettore Ferraro, tornato a Milano (ma quando se n'era andato?) che si ritrova padre di un'adolescente e a dover collaborare con un commissario dello Sco con cui aveva avuto una relazione.
Buona lettura.

Il link sul sito di Guanda, e per ordinarlo su ibs.

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