12 ottobre 2011

Il trojan di stato

Dopo le rivelazioni dei giorni scorsi da parte del Chaos Computer Club sull'esistenza di un virus trojan finalizzato a un vero e proprio spionaggio degli utenti da parte delle istituzioni, i commenti di queste ultime non si sono fatti attendere.
Oltre al Ministro degli Interni della Baviera, Joachim Herrmann, i Ministri degli Interni di altri quattro stati, Baden-Württemberg, Brandenburg, Schleswig-Holstein e Bassa Sassonia, hanno ammesso che la polizia regionale ha effettivamente utilizzato questo software negli ultimi due anni: agendo, però, sempre nei limiti della legge.
Il Ministro della Giustizia tedesco, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, ha invitato sia il governo federale sia i governi regionali a portare avanti un'indagine sulla questione: "Non si minimizzerà né banalizzerà l'accaduto. I cittadini, sia nella loro sfera privata sia in quella pubblica, devono essere protetti da intrusioni attraverso rigidi meccanismi di controllo statali". (E.P.)  [Punto informatico]

A parte la facile battuta sul trojan di stato (anche qui da noi, ma con altri fini), vorrei fare una riflessione se un caso del genere fosse avvenuto in Italia. Dopo la rivelazione da parte di qualche giornale, ci sarebbe stata una fase di indignazione, poi magari qualche battuta parlamentare, e poi il nulla. L'oblio.
Forse i casi dei dossieraggi Telecom, l'archivio del sismi di via Nazionale di Pio Pompa ha portato a dichiarazioni ufficiali da parte di ministri , scuse, indagini o commissioni parlamentari?
Da una parte la democrazia dal basso, dall'altra la democrazia (vogliamo dire) opaca, basata su ricatti, dove tutto scorre e nessuno ricorda.. 

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