17 ottobre 2011

Le belve (Savages) di Don Winslow

Abbiamo reinventato noi stessi ogni giorno, rimodellato la nostra cultura, ci siamo chiusi in città recintate, abbiamo mangiato cibi sani, smesso di fumare, abbiamo levato in alto i nostri visi liftati ed esfoliati cercando di evitare il sole, ci siamo fatti spianare le rughe, ci siamo fatti succhiare via i cuscinetti adiposi e i bambini non voluti, abbiamo sfidato la vecchiaia e la morte.
Abbiamo divinizzato ricchezza e potere.
Fatto del narcisismo una religione.
Alla fine, adoravamo solo noi stessi.
Alla fine, non è stato abbastanza.

Ci sono tutti gli ingredienti che hanno fatto Winslow uno dei più grandi autori di crime fiction: la California degli hippies, del sole, del surf (anche se nessuno dei personaggi lo pratica) ; la violenza dei narcos, come bestie sempre più affamate di nuovi territori su cui espandere il loro controllo.
Eppure “Le belve” (cattiva tradizione del titolo originale Savages, molto più efficace), non è all'altezza di altri libri dell'autore (come ad esempio l'epopea della famiglia Barrera raccontata ne Il potere del cane): forse anche per la sua scelta di scrivere più una sceneggiatura che un libro.

Non a caso, Oliver Stone sta girando un film tratto da questa storia: una storia fatta di droga, sesso e violenza. Da una parte il trio composto da Chon, O(phelia) e Ben, piccoli imprenditori nel settore della droga divenuti famosi nel settore per le loro coltivazioni idroponiche di marijuana ; dall'altra i narcotrafficanti messicani, in lotta tra loro, come El Hazul contro la Reina Elena Sanchez Lauter.
Due mondi che si scontrano quando Chon e Ben sono “invitati” a diventare dipendenti del clan della Baja di Elena “Reina” Lauter: dovendo scegliere tra vivere e abbandonare la loro filosofia del del vivi e lascia vivere (e perdere la loro libertà) o morire, scelgono di affrontare con le armi il nemico.
Diventando selvaggi.
Lo sbaglio è di Ben, e ha radici lontane. Lui ha sempre creduto di poter vivere con un piede in due mondi. Una Birkenstock nel sottobosco del traffico della marijuna, l'altra nel mondo della civiltà e della legge.
Ora sa che non può.
Ha tutti e due i piedi intrappolati nella giungla. Chon non ha mai coltivato questa illusione.
Lui ha sempre saputo che ci sono due mondi:
Quello selvaggio.
Quello meno selvaggio.
Il primo è il mondo del potere duro e puro, della sopravvivenza del più forte. Cartelli della droga e squadroni della morte, dittatori e tiranni, attacchi terroristici, guerre tra bande, odi tribali, stragi e stupri di massa.
Il secondo è il mondo del potere civilizzato. Governi ed eserciti, multinazionali e banche, compagnie petrolifere, paura e shock, morte dal cielo, genocidi e stupri economici di massa.
E Chon sa che in realtà i due mondi sono uno solo.
Aspettatevi un finale stile western, un tutti contro tutti, con i due protagonisti nei panni di Butch Cassidy e Sundance Kid.

Il link per ordinare il libro su ibs.
La scheda del libro su Einaudi.it e il primo capitolo.
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