22 gennaio 2012

Il caso Genchi a processo


«Sono a rischio le mie libertà», afferma Mastella con grave sprezzo del pericolo, denunciando di essere stato intercettato illegalmente, cioè in barba all'immunità. Forse che de Magistris e Genchi non conoscono l'articolo 68 della Costituzione che proibisce di intercettare i parlamentari e di acquisirne i tabulati telefonici? O forse sono impazziti e hanno deciso di viziare fin dall'inizio un'indagine così delicata per mandarla a catafascio e e salvare il guardasigilli dalle sue eventuali responsabilità? Per comprendere ciò che è accaduto basta leggere la consulenza Genchi depositata a disposizione degli indagati (quella su Mastella e Bisignani). Genchi, esaminando i tabulati di Bisignani trasmessigli dal pm, s'è imbattuto in una serie di utenze telefoniche in contatto con lui. Non tutte le utenze hanno un nome e un cognome. Una è intestata alla Camera dei deputati, ma può essere in uso ad un impiegato, a un usciere, a un segretario. Per sapere di chi è un telefono, bisogna fare accertamenti. E, per farli, bisogna acquisire i tabulati. Solo alla fine si scopre chi è il titolare, che tra l'altro, può pure cederlo ad un terzo. Così si è arrivati a scoprire che il telefono era di Mastella. Lo stesso è avvenuto per le telefonate intercettate tra Saladino e il ministro. «Per l'eventuale utilizzazione processuale» scrive Genchi nella consulenza «dovrà richiedersi la prescritta autorizzazione al competente ramo del Parlamento». Segno evidente che sia lui che il pm conoscono bene la legge. Tant'è, quando è stato scippato del fascicolo di Why Not, de Magistris si apprestava a chiedere al Parlamento l'autorizzazione a usare le telefonate indirettamente intercettate tra Mastella e gli indagati Saladino e Bisignani. L'avocazione dell'inchiesta è arrivata appena in tempo per impedirglielo: Ma anche quell'inesistente violazione dell'immunità verrà contestata in sede disciplinare a de Magistris dal procuratore generale della Cassazione, Mario Delli Priscoli.Siamo in pieno «comma 22»: per essere esonerato dai voli di guerra, il pilota deve essere pazzo; ma se chiede l'esonero dai voli di guerra, il pilota non è pazzo; pazzo è chi fa i voli di guerra; ergo è impossibile essere esonerati dai voli di guerra. L'ok del Parlamento è richiesto nel caso in cui l'indagato parli con un parlamentare: Per sapere se l'indagato parla con un parlamentare, bisogna indagare sulla titolarità dei telefoni in contatto con l'indagato. De Magistris lo fa, scopre che dall'altro capo del filo c'è Mastella, lo iscrive nel registro degli indagati, ma non può chiedere l'ok del Parlamento perchè Mastella chiede il suo trasferimento e il pg gli leva l'inchiesta. E lo accusano di aver acquisito i tabulati prima dell'ok del Parlamento, al quale però non avrebbe mai potuto chiedere l'ok prima di acquisirli e di scoprire che vi compariva pure il telefono di Mastella. Ergo, è vivamente sconsigliabile indagare su chicchessia: s epoi si scopre che parla con Mastella, Mastella è salvo, i suoi amici pure, ma il pm è rovinato.” [..] 
 Ora, anzitutto, non si vede che cosa c’entri la Procura di Roma, e cioè quale competenza territoriale possa accampare su eventuali reati commessi a Catanzaro o a Palermo. Oltre alle denunce dei magistrati di Catanzaro (quelli indagati dalla Procura di Salerno grazie anche al lavoro di Genchi), ci sono a carico del consulente una serie di contestazioni per fatti accaduti a Mazara del Vallo, dove Genchi assiste la Procura di Marsala nelle indagini sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone. Anche di questi, sorprendentemente, si occupa la Procura di Roma. Ma veniamo alle accuse, che rasentano la fantascienza.
Accesso abusivo all’Anagrafe tributaria dell’Agenzia delle entrate: Genchi è accusato di aver usato la password fornitagli dal Comune di Mazara per le indagini su Denise anche per estrarre dati utili ad altre consulenze che aveva in corso per conto di altri uffici giudiziari. Ma di password d’accesso se ne può avere soltanto una alla volta, e comunque l’accesso con la password del Comune di Mazara non può essere abusivo perché autorizzato da vari pm.Abuso d’ufficio per violazione dell’immunità parlamentare: Genchi è accusato di aver acquisito tabulati telefonici «riconducibili a parlamentari» senza la preventiva autorizzazione del Parlamento. Ma, per sapere che un telefono è riconducibile a Tizio o Caio, bisogna prima acquisirlo. E ad acquisirlo non è il consulente, ma il pm. E l’autorizzazione delle Camere è richiesta per usare i tabulati nel processo, non per acquisirli in fase di indagine. E comunque i tabulati in questione non erano riconducibili a parlamentari: quello di Mastella era intestato alla Camera e al Dipartimento amministrazione penitenziaria (Dap); quello di Marco Minniti (Ds) faceva capo a un tizio di Treviso; quello di Beppe Pisanu (Pdl) a tale Stefania I.; quello del governatore calabrese Agazio Loiero non era neppure coperto da immunità perché Loiero non era parlamentare.Abuso d’ufficio per violazione del segreto di Stato: Genchi è accusato di aver acquisito tabulati di agenti segreti e di essere così venuto a conoscenza di segreti di Stato. Ma i tabulati degli 007 non sono coperti da alcun segreto di Stato. E comunque, per sapere se un telefono appartiene a un agente segreto, bisogna prima acquisirlo e identificarne l’utilizzatore.Violazione della privacy: non esiste alcuna privacy quando il soggetto intercettato o controllato nei suoi tabulati telefonici è oggetto di indagine giudiziaria.Queste cose le sanno anche i bambini, ma per Genchi si voltano tutti dall’altra parte. Anzi, peggio. Dopo la perquisizione si mobilita il vertice della polizia di Stato. Per difendere il suo vicequestore attaccato da ogni parte? No, per sospenderlo dal servizio, con tanto di ritiro del tesserino e dell’arma di ordinanza. Motivo: ha rilasciato interviste per difendersi dalle calunnie e ha risposto su Facebook alle critiche di un giornalista, Gianluigi Nuzzi, all’epoca in forza a Panorama. Quella di Genchi viene definita nel provvedimento una «condotta lesiva per il prestigio delle istituzioni» che rende «la sua permanenza in servizio gravemente nociva per l’immagine della polizia». Firmato: il capo della polizia, Antonio Manganelli. Curioso provvedimento, se si pensa che Genchi, a parte le interviste e Facebook, è soltanto indagato.Invece i poliziotti condannati in primo grado per aver massacrato di botte decine di no global al G8 di Genova 2001 sono rimasti tutti ai posti di combattimento e alcuni hanno addirittura fatto carriera (come racconta Massimo Calandri in Bolzaneto, la mattanza della democrazia, DeriveApprodi, 2009). Vincenzo Canterini, condannato a quattro anni in primo grado per le violenze alla scuola Diaz, è stato promosso questore e ufficiale di collegamento Interpol a Bucarest. Michelangelo Fournier, condannato a due anni in primo grado, è al vertice della Direzione centrale antidroga. Alessandro Perugini, celebre per aver preso a calci in faccia un quindicenne, condannato in primo grado a due anni e quattro mesi per le sevizie a Bolzaneto e a due anni e tre mesi per arresti illegali, è divenuto capo del personale alla Questura di Genova e poi dirigente in quella di Alessandria. Le loro condotte non erano «lesive per il prestigio delle istituzioni» e la loro permanenza non è «nociva per l’immagine della polizia»?

Dall'introduzione di Marco Travaglio al libro di Gioacchino Genchi “Il caso Genchi, storia di un uomoin balia dello stato”.


La procura di Roma ha decisodi rinviare a giudizio l'ex pm Luigi de Magistris assieme al suo consulente per l'inchiesta Why Not Gioacchino Genchi.
Proprio per quei reati inesistenti, di cui parla Travaglio sopra. E ora si farà il processo contro il pm che per primo aveva svelato l'intreccio massoneria, politica, imprenditoria (con legami anche col mondo giudiziario e delle forze dell'ordine). Se fosse stato lasciato lavorare (e così non è stato) forse gli scandali P3, P4 sarebbero scoppiati prima, forse i fondi europei per il sud sarebbero stati utilizzati meglio, forse la Calabria sarebbe ora una regione con meno problemi di debiti e lavoro. Forse …


Ma ora c'è il processo che, spero, metta una parola fine a tutta questa storia dove ci si è troppo concentrato sul dito (le intercettazioni, i tabulati, la privacy inesistente per chi è sotto indagine) che sulla luna.


Tra l'altro, nella procura di Roma (lo scrive lo stesso Genchi), lavorava Achille Toro: 

“il procuratore aggiunto di Roma titolare delle inchieste sulle scalate e sul crac Cirio. Il magistrato cui telefona nelle stesse ore in cui sente anche i suoi principali indagati, da Ricucci a Caltagirone. E i politici vicini agli indagati, come Nicola Latorre. E i politici che attaccano la procura di Milano che parallelamente indaga sulle scalate, come Cossiga. E infiniti ufficiali delle fiamme gialle. Il procuratore aggiunto Achille Toro, cui Elia Valori telefona mentre a Roma proprio lui è imputato per il processo UMTS. Il procuratore aggiunto Achille Toro, infine, il magistrato che ha sequestrato l'archivio Genchi”.

Il blog di Gioacchino Genchi, e il link per ordinare il libro su ibs

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