17 febbraio 2012

Germania - Italia

In Germania il presidente della Repubblica non ha fatto ricorso all'immunità, per difendersi dalle accuse che gli sono state rivolte (aver accettato un prestito da un amico, mica cosucce come corruzione o evasione).
"Ho fatto degli errori, ma sono stato sempre in buona fede - ha detto Wulff -.  C'è bisogno di un presidente che possa dedicarsi completamente alle sfide europee e abbia fiducia ampia dei cittadini. Gli sviluppi di questa settimana hanno dimostrato che questa fiducia non c'è più e quindi non c'è altra possibilità che abbandonare questa carica: oggi perciò mi dimetto",
Si è dimesso, punto e basta. Nessuna ha accusato magistratura giornali o altro.

La Merkel ha così' commentato:
"Ho ascoltato le dimissioni di Wulff con molto rammarico". Così il cancelliere tedesco in conferenza stampa ha commentato la decisione del presidente al quale ha rivolto un ringraziamento. "Lui si è dedicato con dedizione e grande impulso alla Germania, ha rappresentato sempre degnamente questo Paese, anche all'estero", ha aggiunto la Merkel, ma ora "il presidente riteneva di non potere servire più il popolo". Il cancelliere ha, poi, annunciato: "I partiti si riuniranno per trovare un accordo per un successore. Vogliamo condurre i colloqui in maniera veloce. I partiti che governano la Repubblica federale, la Cdu e la Fdp dopo consultazioni assieme ai socialdemocratici ai Verdi/Bundnis 90 cercheranno di trovare un candidato comune per l'elezione del prossimo presidente della Repubblica federale tedesca". Poi ha concluso: "Il nostro stato di diritto prevede che siamo tutti uguali davanti alla legge''.
In Germania succede così.
Ci si difende nel processo e i partiti non si oppongono alle dimissioni.
Ne si inventano leggi come i vari lodi, i legittimi impedimenti ..


In Italia invece succede che i tre leader dei maggiori partiti, anzichè occuparsi del rilancio del paese, della corruzione, dell'evasione, della legge elettorale, si riscoprono costituzionalisti per accordarsi sulle grandi riforme:

Pier Luigi Bersani, Pier Ferdinando Casini e Angelino Alfano si sono riuniti per discutere di legge elettorale e di riforme.
"C'era un'ampia convergenza sulle riforme costituzionali e l'interesse era parlare di quelle" ha riferito il vicepresidente di Fli Italo Bocchino al termine dell'incontro a cui hanno preso parte anche Gaetano Quagliariello e Luciano Violante.
Stando a quanto è trapelato, entro due al massimo tre settimane si potrebbe giungere a un documento condiviso sulle riforme costituzionali tra i tre schieramenti che sostengono il governo Monti. Nel testo, frutto delle intese raggiunte durante il lavoro preparatorio delle scorse settimane e confermato dal vertice dei tre leader, si prevede la riduzione del numero dei parlamentari (500 deputati e 250 senatori), il superamento del bicameralismo perfetto, la sfiducia costruttiva, il potere di nomina e revoca dei ministri da parte del presidente del Consiglio, la riforma dell'articolo 117 della Costituzione.
C'era ampia convergenza ... potevano non sfruttarla?

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