06 febbraio 2012

Senti chi parla sul posto fisso

Per fortuna che questo governo doveva essere sobrio, anche nelle dichiarazioni. Sempre sul posto fisso e l'articolo 18, parla il ministro Fornero:
«Bisogna spalmare le tutele su tutti, non promettere il posto fisso che non si può dare. Questo vuol dire fare promesse facili, dare illusioni»

E il ministro dell'interno "Noi italiani siamo fermi al posto fisso nella stessa città di fianco a mamma e papà".
Ma se anche fosse così (e non è così, vista la moltitudine dei giovani che si spostano dal sud al nord)?
Siamo sicuri che siano questi i problemi?

O forse i problemi sono altri?
Quando si fanno uscite così sferzanti, poi bisogna essere senza peccato.
Thomas Mackinson sul Fatto Quotidiano:
Il posto fisso per Monti è monotono
Ma la figlia del ministro Fornero ne ha due
Silvia Deaglio, 37 anni, risulta professore associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino. Il secondo impiego è quello di responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione attiva nel campo della genetica
Il ministro del Lavoro che ha un figlia con doppio lavoro e per giunta nella stessa università torinese di mamma e papà.  Silvia Deaglio, 37 anni, risulta così ricercatrice in oncologia e professore associato alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino. Il secondo impiego è quello di responsabile della ricerca presso la HuGeF, una fondazione attiva nel campo della genetica, genomica e proteomica umana.

La figlia del ministro ha preso a insegnare medicina, a soli 30 anni, proprio nella stessa università in cui insegnano economia il padre Mario e la madre neoministro.

Ma anche l’altro posto fisso che affligge Silvia è sotto tiro. Dietro l’incarico presso la “Human Genetics Foundation” ci sarebbe ancora lo zampino di mamma. Solo perché la fondazione è stata creata dalla Compagnia di San Paolo di cui la Fornero era vicepresidente, dall’università di Torino in cui insegnano i genitori e dal Politecnico di Torino il cui rettore era nel consiglio direttivo della Fondazione, fino a che non è diventato ministro dell’Istruzione con il nome di Francesco Profumo. Sarà che Torino è piccola. E che – come scrive Dagospia – la figlia del ministro è “l’incarnazione del ceto accademico-bancario della sinistra liberale sabauda” (e lei, per non smentire l’alto lignaggio, ha sposato un alto dirigente di banca, Giovanni Ronca, già responsabile dell’area Nord–ovest di Unicredit). Ma queste son chiacchiere da bar, gossip, tutto fumo.
Consiglierei una maggiore cautela.
Che ne pensano i ministri dei servizi andati in onda durante Servizio Pubblico, sulle minacce ad un lavoratore nello stabilimento di Melfi? Sui tesserati Fiom che sarebbero esclusi dallo stabilimento della nuova Panda?

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