13 maggio 2012

I professionisti delle tasse (e le conclusioni delle inchieste di Report della stagione 2012)

Come si può combattere l'evasione se ad aiutarli c'è un esercito di professionisti che mette le proprie capacità a disposizione di quanti (e non sono pochi) proprio non vogliono pagare le tasse allo Stato?

L'inchiesta di Alberto Nerazzini, “I professionisti” parla proprio di loro: banchieri, fiscalisti, avvocati, contabili che si mettono al servizio dei loro clienti , per far si che lo Stato riceva da costui meno soldi possibili. Tutto lecito? Non sempre: questioni penali a parte legate al riciclaggio di denaro poco pulito (di cui pure il servizio di Nerazzini si occupa) che una questione sociale da prendere in considerazione. La Costituzione parla chiaro: ogni cittadino deve contribuire al pagamento delle tasse (con cui si pagano i servizi dello stato di cui tutti usufuiscono, evasori e contrabbandieri compresi), in proporzione allla propria capacità contributiva.
È l'articolo 53 della Costituzione, già ricordato da Bruno Tinti nel suo ultimo saggio “La rivoluzione delle tasse”. Come a dire che, quello che avviene in modo quasi palese sotto i nostri occhi, questo esercito di professionisti, questo network di commercialisti e avvocati esperti in tributi, permette un abuso sociale, una ingiustizia sociale. Perchè alla fine sono proprio coloro che dovrebbero contribuire di più alle spese dello stato, quelli che possono permettersi di evadere al loro dovere di cittadini di uno stato democratico.
Se pagare le tasse è doveroso (e dunque ingiustificati sono gli attacchi e le minacce ad Equitalia), lo è di più per questi altri italiani che si ricordano di essere cittadini dello stesso stato dei lavoratori dipendenti e dei pensionati (quelli che non possono evadere), solo quando fa comodo.
Avvocati, notai, direttori di banca, commercialisti, esperti contabili, sono i professionisti che ogni giorno maneggiano tantissimo denaro – attraverso atti e “dichiarazioni” – e i vari servizi offerti ai cittadini. Dovrebbero svolgere anche funzioni di controllo perché oltre al fatto che i loro studi sono osservatori privilegiati, proprio in quanto professionisti che maneggiano milioni di euro, sono sottoposti agli obblighi di verifica e di contrasto al riciclaggio previsti dalle legge. 
L’inchiesta di Alberto Nerazzini racconta, attraverso la storia di società, fondazioni, banche, in Italia e a San Marino, quella che sembra essere una vera e propria rete di commercialisti e avvocati. In particolare l’inchiesta narra le vicende di un istituto di credito chiuso per riciclaggio, quelle di professionisti in odore di mafia che in Lombardia decidono chi candidare alle elezioni, e quelle di altri che assistono i boss della ‘ndrangheta e contemporaneamente ex calciatori di serie A, dediti alle scommesse illegali. Poi c’è anche la testimonianza del fondatore della prima radio privata che – dopo sei anni di carcere – per la prima volta racconta come ha fatto a sottrarre circa 60 milioni di euro dai conti correnti del tribunale fallimentare di Milano: grazie ai «servizi» di una nota commercialista.
Di San Marino e del riciclaggio, Report se ne era occupata già nella puntata “Il re è nero”.Notizia di questi giorni, invece, è l'assedio al segreto bancario, per la Svizzera. Era ora: fino a quando potevamo permettere che uno stato a noi vicino ci facesse questa guerra finanziaria?

Come è andata a finire: Monte dei fiaschi
Non ha fatto in tempo a spegnersi l'eco dell'inchiesta di Biondani, che la Finanza si è presentata negliuffici della banca di Siena.
In attesa di reazioni della Banca d'Italia, della politica, seguiamo gli sviluppi dell'inchiesta per aggiottaggio
Nell'inchiesta del 6 maggio abbiamo raccontato come Mps, comprando Antonveneta, pagò 10 quel che due mesi prima valeva 6. Pochi giorno dopo la trasmissione scattano 64 perquisizioni: fiamme gialle nelle stanze di banca, fondazione, comune, provincia.
Come è andata a finire? L'Intesa
Il super ministro Passera (che ad onor del vero deve ancora dimostrare di valere il titolo di super qualcosa) e il suo problema del conflitto di interesse. Quello che già all'inizio aveva suscitato in qualcuno qualche dubbio, che il ministro ha cercato di minimizzare per poi doverlo ammettere, alla fine.
Il suo passato in Intesa, le sue azioni della banca. Ma non solo:

Corrado Passera a novembre, quando è diventato Ministro dello Sviluppo Infrastrutture e Trasporti, aveva 7 milioni e mezzo di azioni di Intesa San Paolo e deteneva partecipazioni in diverse società. Senza averne obbligo, come ha scritto sul Corriere della Sera a fine dicembre, ha venduto le azioni di Intesa per 8,8 milioni, invece quelle delle altra società partecipate le ha regalate. Quelle che valevano di più, vale a dire la sua quota nell’editoriale Em Publishers, per un valore di 1 milione 25 mila euro, le ha donate a moglie e figli e le immobiliari di famiglia invece se le è tenute, valore 6 milioni e 600 mila euro.
Com'è andata a finire? Spazzatour 2
La gestione del rifiuti, gli appalti di Finmeccanica (e la sua controllata Selex), l'incapacità in Italia di fare per una volta le cose come andavano fatte. Parli del fallimento del Sistri e viene fuori, ancora una volta, un altro pezzo d'Italia.

Il SISTRI è il sistema di tracciabilità dei rifiuti voluto dal Ministero dell'Ambiente e affidato a SELEX, azienda di Finmeccanica. Per l'adesione (obbligatoria) le aziende hanno pagato 118 milioni di euro contro un servizio che ancora non c'è. Ma il valore complessivo dell'appalto è molto più alto, dovuto soprattutto al costo delle black box che devono essere installate sui mezzi e alle penne usb che servono per l'identificazione degli utenti. Ed è sui costi per la lavorazione di quest'ultime che l'inchiesta si concentra, documentando le strane trasferte dei tecnici costretti a lavorare lontano dalle proprie sedi, in aule universitarie di vecchi conventi, spesso restando senza fare nulla per mesi interi. Lavorazioni commissionate ad aziende senza il Nulla Osta di Sicurezza come invece avrebbe previsto il contratto d'appalto siglato con SELEX e misteriosamente posto sotto segreto, motivo per cui l'azienda ha ottenuto la commessa senza alcuna gara pubblica.
C'è chi dice no: Clarbruno Vedruccio
Clarbruno Vedruccio è l'inventore del Bioscanner, un apparecchio che sembra in grado di individuare i tumori in modo rapido e indolore. Un'invenzione tutta italiana, che però da 4 anni è scomparsa nel niente.

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