10 agosto 2012

Uscire dalla crisi senza aiuti


Tito Boeri è un economista vero, serio: su Repubblica di oggi commenta a modo suo le ipotesiricorrenti sul taglio del debito pubblico tramite dismissioni.
Anche la più ottimista delle previsioni, 50 miliardi all'anno secondo Grilli, sono solo un settimo di quanto dobbiamo impegnare ogni anno, i 350 miliardi richiesti per coprire i nostri titoli in scadenza. Dunque si alle dismissioni, ma non illudiamoci che sia questa la panacea.
Inoltre Boeri solleva un problema di conflitto di interessi, nel caso la Cassa depositi e prestiti si debba comprare quegli immobili: la Cdp è controllata dal Tesoro, che supervisiona le Fondazioni bancarie con cui dovrebbe fare affari, per la vendita di immobili di Stato tramite la Cdp …

Che fare? Boeri suggerisce di sfruttare meglio i beni che lo stato da in concessione ai privati. Come le spiagge italiane: le concessioni pagate dagli impianti balneari sono coerenti coi guadagni che queste beneficiano da questo bene comune?
E ci sono anche le concessioni per le frequenze TV, le concessioni autostradali.
Forse tutto questo è molto complesso, e dunque è molto più semplice aumetare le accise sulla benzina per trovare qualche milione per i terremotati.
Sempre per il principio per cui la patromoniale non si può fare (perchè è una tassa, perchè poi i soldi scappano all'estero …) mentre si può continuare a fare pagare un po' di più di tasse a tutti (colpendo le fasce deboli). Oltre alla benzina in aumento, Confartigianato ha scoperto che la nostra è bolletta elettrica più cara d'Europa.
Una volta si parlava della questione dell'Ici della Chiesa e , anche, di una revisione del Concordato (come stabilito anche dalla legge del 1984). Data la crisi, potrebbe essere la volta buona. Date a Cesa ciò che è di Cesare ..

Non solo servirebbe far fruttare meglio i beni pubblici, il turismo culturale (e non quello dei casinò e delle barche per vip, come suggeriva ieri sera Briatore su La7), il fatto di essere un museo a cielo aperto, ma servirebbe anche che le tasse fossero pagate da tutti.
E qui però, ci scontriamo col fatto di essere un paese dove si predica bene ma si razzola male.
Corruzione, evasione, elusione, lotta ai capitali nei paradisi fiscali, clientelismo.

Ieri abbiamo scoperto che un sottosegretario del governo (che cura i rapporti con l'università) è indagato per una inchiesta su un concorso truccato.
Un altroministro ex banchiere è indagato per una presunta frode fiscale.
E questo è il governo che ci chiede i sacrifici, che dice che dobbiamo abbandonare il posto fisso, che se siamo in crisi è perchè abbiamo vissuto al di sopra delle possibilità.
Insomma, se il buon esempio deve venir dall'alto...

Le liberalizzazioni dovevano migliorare la concorrenza, togliere di mezzo i monopoli, e invece scopriamo che un'azienda di Stato, come Trenitalia, è stata multata dall'Antitrust perchè ostacolò la concorrente Arenaways.
Ma non possiamo nemmeno dimenticarci della vicenda Alitalia: la privatizzazione dei “patrioti” italiani, tra cui anche il patron dell'Ilva di Taranto, Riva. Tirato nella cordata dal banchiere Passera, allora alla ricerca di investitori per rilevare la good company.

Perchè al Consiglio dei ministri non si rivedono le puntate di Report e Presa diretta, di questa stagione e delle passate, per capire dove mettere le mani, per sprechi e inefficienze?
Sanità, scuola pubblica, le fabbriche, l'agricultura, le spiagge, i musei e la cultura, la macchina della giustizia, le Authority.

Purtroppo Monti ha anche ragione quando dice che “Dobbiamo farcela da soli”, senza aiuti europei (alla faccia del'euforia del 1 luglio, dopo l'accordo con la Germania). La Grecia è lì a spiegarci perchè.


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