12 novembre 2012

Il governo dei tecnici, un anno dopo


Un anno fa iniziava il governo dei tecnici (che poi tanto tecnici non si sono dimostrati), per salvare il paese dal baratro (che fino a pochi mesi prima nemmeno si ammetteva).

Nel primo discorso, il premier Monti esordì col proposito di “Abolire i privilegi”.

Non si riferiva di certo alle pensioni di anzianità e all'articolo 18, tolti di mezzo (l'articolo 18 solo per i licenziamenti economici, ma è un bel cavallo di Troia) in modo bipartisan, senza troppe discussioni.
Quando c'è stato da tagliare le province, da tagliare le pensioni d'oro (di gente come Amato che cumula più pensioni ed è stato pure chiamato come tecnico dei tecnici), gli stipendi d'oro (nella politica nazionale, nelle regioni, nei ministeri, nei manager di stato) il discorso si è fatto più difficile (e non per colpa del governo).

Per non parlare dei privilegi che sono ancora lì: l'Imu sugli immobili della chiesa, i soldi degli evasori in Svizzera, i soldi delle società di slot machine, le concessioni dei signori delle autostrade .. Per non parlare delle spese militari, i caccia F35, l'alta velocità in Val di Susa, il Ponte sullo stretto.

Servivano soldi, per adempiere a quegli obblighi firmati tra l'altro dal precedente governo, e i tecnici li hanno presi da dove era più facile prenderli. La tassa sul macinato.
E se questo comporta un taglio a sanità e scuola (alla faccia della Costituzione) c'è sempre un privato pronto a entrare nel business. 

Tante le ambizioni, tante le riforme abbozzate, presentate, decretate (e che ancora aspettano i decreti attuativi). Salva Italia, il decreto sulle semplificazioni, la riforma delle pensioni (che ha causato il disastro degli esodati, persone senza copertura) e quella del lavoro (che doveva portare benefici per lo sviluppo e attrarre nuovi investimenti, ma non si è visto nulla).
La legge sulle semplificazioni, tra l'altro, col meccanismo del silenzio assenso, abolisce di fatto gli ultimi vincoli sulla cementificazione, permettendo (come se non avessimo già fatto abbastanza) un ulteriore distruzione del nostro ambiente e della nostra cultura. 
Piove, governo ladro …. (riferendosi a quanto è successo in Toscana questo fine settimana).

Le liberalizzazioni? Timide. In compenso i negozi rimarranno aperti tutti i giorni.
E gli ordini professionali?
I monopoli sulle reti: energia, trasporti, telecomunicazioni?

Le tante promesse“tecniche” rilanciate dai titoloni dei giornali: i 100 miliardi per le imprese, la defiscalizzazione per le grandi opere, il taglio delle tasse (peccato che non si può fare .. fase due).
La Fiat se ne sta andando dall'Italia, non mantiene gli impegni presi col piano da 20 miliardi.
In Sicilia l'imprenditore che doveva rilevare l'impianto di Termini Imerese si è rilevato un bluff.
In Sardegna sta per esplodere un problema sociale enorme: l'Alcoa ha iniziato a chiudere gli impianti e nel resto dell'isola è un deserto industriale.
Cosa facciamo, Resort e case da gioco? Come nella Cuba prima di Castro?
Il meccanismo del project financing farà pesare i costi per le grandi opere ancora sul pubblico: ma non si era detto basta agli investimenti che creano debito?
E che dire dell'Ilva di Taranto: “bisogna tutelare l'industria ma anche la salute” hanno ripetuto ministri, tecnici e giornali. Ma cosa vuol dire? Non dovrebbe essere questa la normalità? 
Perché chi non ha vigilato non paga per le sue colpe?

Alla fine si è arrivati all'approvazione della legge anticorruzione. Un bel passo avanti, ha spiegato anche il ministro della giustizianell'intervista a Che tempo che fa ieri. E' un passo in avanti, ma servirà anche altro: sull'incandidabilità, sulla prescrizione, sul falso in bilancio. Inoltre questo  è un passo cui si è arrivati con tanti compromessi tra governo e Parlamento: quello con un bel 11% di onorevoli e senatori con problemi con la giustizia.

Si ripete che si DEVE proseguire con l'agenda Monti, se si è responsabili, come se quell'agenda fosse qualcosa di concreto. Ma gli effetti di questa politica al momento non sono ancora positivi (fiducia nei mercati a parte).
Lo spread rimane a 350-360; la disoccupazione è aumentata al 10%; il calo dei consumi è al -3,2%.
I mercati puntano sul Monti bis, ma è ora di pensare anche agli italiani. A cui non si può porre il solito diktat: o questa minestra, o salti dalla finestra.
Hanno fatto tanto i tecnici, rispetto a quelli che li hanno preceduti: ma il malato ancora non sta bene. Grande è stata l'aspettativa nei confronti del professor Monti: e' ora di cambiare direzione e cura. A cominciare dai privilegi: quelli delle caste, degli evasori, della criminalità, delle lobby improduttive.

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