04 novembre 2012

Qui non si fa politica

Ai tempi del fascismo, negli uffici pubblici capeggiava un cartello: “Qui non si parla di politica, qui si lavora”.

Più di sessant'anni dopo, leggendo certi comunicati di aziende private, sembra che le cose non siano mai cambiate. Il vizio di attaccare il dissenso, di omologare il pensiero, impedire la possibilità di esprimere critiche, giudizi contrari.



Ma Monti, la strana maggioranza, non hanno nulla da dire (a parte le solite frasi di circostanza)? E il presidente? Nulla? Tutto normale?

Oggi l'editoriale domenicale di Scalfari si scaglia contro Grillo e contro le televisioni che ne parlano (Santoro): l'alternativa Grillo è la catastrofe, sostiene l'autore.
Che non si chiede come mai Grillo viene seguito, e non Bersani, Monti o Casini. Quel centro moderato e liberale per cui lui fa il tifo.

Parlando del PD:
"un partito che, nel rispetto degli impegni europei, vuole costruire un Paese più produttivo, più equo e che abbia il lavoro come sua prima priorità. L'alternativa, se questo disegno fosse sconfitto, è chiara: ritorno alla lira, discesa del reddito reale a livelli ancora più bassi, disoccupazione endemica, mafie e lobby onnipotenti, democrazia puramente nominale. La scelta la farà il popolo sovrano e speriamo sia quella giusta."


Più produttiva come? Col modello Pomigliano? Più equa come? Con i soldi tolti ai malati di Sla per comprare i caccia F35 e fare il ponte sullo stretto?
Senza articolo 18 a tutela del lavoro? 

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