21 gennaio 2013

Le vostre idee sono già morte


I pugni chiusi.
Lo slogan preso dall'antimafia per ricordare Peppino Impastato ("le nostre idee non moriranno mai").
Esponenti dei centri sociali, No Tav, di rifondazione comunista. 

Che tristezza, quel funerale di Gallinari. Più che celebrare un morto, volevano celebrare delle idee già morte e sepolte.
Idee che hanno portato solo lutti: cosa hanno portato alla classe operaia le loro lotte, i loro colpi di arma da fuoco, i loro sequestri?

Le parole di Giovanni Ricci, figlio dell'autista di Aldo Moro, Domenico Ricci, ucciso dalle Br in via Fani.

Quest’anno ricorre il 35esimo anniversario dell’eccidio della scorta e della morte dello statista democristiano.«Da allora si sono svolti 6 processi sul ‘caso Moro’ e migliaia di processi alle Brigate Rosse. E il dolore per il sacrificio di mio padre resta sempre molto vivo. Ma queste persone hanno perso, non una guerra ma una battaglia. E lo voglio ribadire: si è trattata solo di una battaglia. Verso la quale c’è stata una resistenza forte della società civile, di tutto il popolo italiano».Quale impressione ha avuto nel vedere al funerale di Gallinari i pugni chiusi e alcuni giovani che di quegli anni hanno vissuto poco o niente?«Solo angoscia, lo ripeto. Perché si continua ad usare la falsa bandiera dell’ideologia. Chi non ha conosciuto quella fase storica deve capire che sono ideologie di morte completamente fallite».A Coviolo c’erano nomi di spicco degli Anni di piombo.«In tutto questo ci leggo solo un sentimento di solitudine. Un giorno dovranno per forza comprendere che le loro battaglie sono state inutili e dolorose. L’Italia intera ha reagito in quella fase storica creando un muro invalicabile. Ribadendo innanzitutto che non si trattava di una guerra, nonostante l’ideologia brigatista cercasse in ogni modo di imporre questo pensiero».


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