05 febbraio 2013

Le servitù militari - il lato oscuro della difesa


Nella seconda parte della puntata di Presa diretta ("Spese militari") si è parlato della questione delle servitù militari in Sardegna.
I siti inquinati dall'uso delle bombe, dove si sono registrati casi di morti tra i pastori, i militari che han lavorato nei poligoni i civili che abitano vicino alle basi.
Mostri partoriti dagli animali esposti alle polveri sollevate dai proiettili esplosi.
Un territorio esteso inquinato ed escluso al turismo e alla vita dei sardi.
Bonifiche per le quali non si trovano soldi, se non poche decine di milioni di euro.

Non solo non possiamo rinunciare ai caccia F35, perchè il parlamento ha votato, perché ci sono accordi, perché c'è la ricaduta sui posti di lavoro.
Ma anche per le servitù militari vale lo stesso sillogismo forzato.
Siccome ci sono gli eserciti, servono le armi. Se ci sono le armi servono i poligoni per provarle. E noi non possiamo fare a meno degli eserciti per la nostra difesa personale.
E se poi difesa e spese militari drano miliardi che sono sottratti a istruzione, ricerca, sanità, tutela della cultura e dell'ambiente, fa niente.
Ma da chi dobbiamo difenderci?
Chi dobbiamo bombardare?

Il servizio di domenica si chiudeva con le immagini del Costarica, un paese senza esercito. Pare che lì si viva lo stesso.
I soldi per le armi sono stati usati per creare dei parchi naturali.

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