12 marzo 2013

Gli aeroporti italiani e i comuni in rosso

I comuni italiani sono in rosso anche per la questione aeroporti: ne ha parlato la seconda parte dell'inchiesta di Presa diretta di domenica scorsa.
Aeroporti che sono considerati dalla politica locale una sorta di poltronificio per piazzare amici e trombati e se poi la società di gestione va in rosso c'è sempre il comune e la provincia che sistemano le cose. Finchè i soldi (pubblici) ci sono ..

A Comiso l'aeroporto è stato inaugurato da D'Alema nel 2006: doveva essere strumento di progresso, sviluppo e lavoro. Costò 46 ml di euro, in totale e ora è un monumento allo spreco. Di quei soldi, 5 ml venivano dal comune di Comiso ora in dissesto.

A Messina la società che gestisce l'aeroporto ha 16 ml di euro di disavanzo e 13 ml di euro di debiti: il 14% delle quote sono del comune che, assieme a provincia e comune di Reggio Calabria deve sobbarcarsi i costi.

A Lamezia hanno messo a capo del Cda il senatore Speziali del PDL. A votarlo è stato il figlio, senza che nessuno notasse il problema.
La gestione Speziali ha portato l'aeroporto in perdita (nel 2009 era faceva utili): 2ml di euro di perdite a carico di comune e provincia.

A Crotone c'è un aeroporto fantasma: nessuna compagnia ci lavora: anche qui le perdite sono state ripianate dal comune per 2 ml di euro.
Ma nonostante questo, Scopelliti vorrebbe fare un aeroporto nuovo, seguendo il suo istinto, a Cosenza.

L'aeroporto di Pontecagnano, dice il sindaco PD De Luca, è stato quello più inaugurato. Nel 2007, dopo una spesa di 47 ml presi dai fondi europei.
Ora l'aeroporto è semiabbandonato è ha debiti per 4 ml di euro l'anno.
La politica e la camera di commercio locale hanno qui piazzato i suoi uomini: tutte persone senza esperienza nel campo: un ex fotografo, uno con la passione per il calcio.
E' un aeroporto aperto solo per le star, in estate, accolte da un comitato di politici.

De Luca, nell'intervista, ha tuonato contro la gestione clientelare che sta gestendolo e si è rifiutato, come comune, di pagare la sua parte di debiti: "se li paghino loro".

In Emilia Romagna ne abbiamo 4 : Bologna, in attivo, Parma (il comune ne possiede delle quote), Rimini e Forlì.
Il comune ha speso in cinque anni 18 ml di euro per tenerlo aperto (anche pagando la pubblicità alle compagnie low cost): è circa la metà del budget per il welfare cittadino, che ora è in liquidazione.

Tra Albenga e Trieste ce ne sono altri 17, al nord, tra cui Treviso, Verona, Brescia, Bergamo, Linate, Malpensa. Verona e Brescia appartengono anche alla stessa società di gestione, e dovrebbero farsi concorrenza.

Infine Bolzano: la società di gestione è in perdita per 20 ml di euro, ripianati dalla provincia ogni l'anno.

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