28 marzo 2013

Si salvi chi può

La giornata delle due dirette, una in streaming l'altra dalla Camera, hanno mostrato a tutti il grado di disfacimento delle istituzioni.
Alla Camera, l'ex salvatore della patria professor Monti, l'uomo dell'agenda oggi disconosciuta da tutti, ha cercato per l'ultima volta dii difendersi sulla gestione del caso dei due marò.
Fa molta tristezza vedere come sia stato proprio il centrodestra, quel centrodestra berlusconiano che ha portato il paese in questo stato, quello degli attacchi più violenti.
Brunetta, il ministro dei fannulloni, degli attacchi ai precari, delle promesse non mantenute.
C'è proprio una sensazione del si salvi ci può: ministri contro ministri, tecnici che non vedono l'ora di tornare al proprio incarico (dopo essersi lasciati alle spalle blande leggi anticorruzione, la questione degli esodati, l'inquinamento dell'Ilva a Taranto, ...).

E poi la seconda diretta, fatta in streaming perchè al popolo non bisogna nascondere nulla (tranne quello che decidono Casaleggio e Grillo), in cui il M5S ha chiuso la porta in faccia (mai aperta tra l'altro).
Nessuna fiducia, perché voi non siete credibili, avete promesso riforme da anni: "Noi del Pd non ci fidiamo, ma certo, se Napolitano fa un altro nome, cambia tutto". Stiamo aspettando.

Però, quanta superficialità e supponenza da parte dei due portavoce.
"Sembra di stare a Ballarò" (no, è il paese reale che vorrebbe da voi delle risposte, grazie).

Vero, il PD aveva già preparato il matrimonio con Monti e mai si sarebbe sognato di fare leggi serie contro corruzione e conflitti di interesse senza la scoppola delle elezioni di febbraio.
Bersani doveva, come prima cosa, chiedere scusa e prendere atto della non vittoria. E farsi da parte.
Ma la vostra proposta quale è? Il modello bulgaro? Il 51%, il prendere o lasciare? il dateci la fiducia e noi poi vi diciamo i nomi per il governo?
Certo, i partiti sono i padri puttanieri, e anche "lo stato sociale siamo noi" (che suona come "lo stato siamo noi"): non esistono più giornali, più sindacati, più strati intermedi tra il popolo e chi governa. Ma la politica non dovrebbe essere anche dialogo, incontro, convincere le persone della validità delle proprie opinioni?

Io, alla teoria che serva una dose minima di dittatura per salvare il paese, non ci credo.
Anche perché prima di arrivare al governo il M5S deve fare i conti con l'altro partito che non ha vinto le elezioni: Berlusconi è ancora lì a dettare le sue condizioni.

Dove sta andando il Titanic.
Mentre a Roma (o anche in Toscana dove è previsto un incontro segreto tra Grillo e i suoi eletti ) il paese avrebbe bisogno di qualcuno che governi la nave allo sbando.

C'è la vicenda Taranto, dove ora rischiamo una infrazione per l'inquinamento dell'Ilva.
Chi paga? L'azienda che verrà amministrata dal manager dei tagli Bondi?
O più probabilmente nessuno?

"Angelo Bonelli, leader dei Verdi che sull’Ilva ha condotto una battaglia spesso solitaria: “Da sempre chiediamo che l’Ilva paghi per le bonifiche e per questo abbiamo anche chiesto che venissero sequestrati i beni del gruppo Riva. Come denunciamo da mesi, per Taranto, il principio ‘chi inquina paga’ rischia di essere carta straccia: al danno enorme che subisce la città – ‘malattia e morte’, scrive la Procura - ora si somma anche la beffa di una possibile ‘infrazione europea’, ossia una multa che pagherebbero tutti gli italiani, mentre ancora oggi per le bonifiche ai Riva non è stato chiesto nemmeno un euro”" (Marco Palombi su il Fatto).
La questione RCS:
"Rcs che vuole fare fuori 800 dei 5 mila dipendenti per tagliare i costi e non chiedere troppi sacrifici a soci forti come Mediobanca, Fiat, Intesa Sanpaolo. E di Telecom Italia che dichiara 3 mi-la esuberi distribuire ai dipendenti un centinaio di milioni di stipendi in meno, dopo aver annunciato la distribuzione di 450 milioni di dividendi a soci forti come Mediobanca e Intesa Sanpaolo (sì, sono sempre gli stessi, non è un refuso). Le Fs hanno deciso di indebitarsi con le banche per 1,5 miliardi per poter pagare gli stipendi, perché lo Stato non paga i suoi debiti neppure a loro, mica solo alle piccole e media imprese. L’unica cosa certa è che il contribuente dovrà pagare fior di commissioni e interessi alle banche." (Giorgio Meletti su Il fatto)
Gli esuberi Telecom:
"Ma la vicenda di Telecom Italia desta qualche interrogativo. È stato siglato un accordo per cui non si licenzia nessuno, però siccome ci sono 3 mila esuberi, 500 si mandano in prepensionamento, con buona pace del rigore del ministro Elsa Fornero, e gli altri 2.500 esuberi si assorbono con i contratti di solidarietà: lavorare meno e guadagnare meno. Così Telecom Italia risparmierà circa 100 milioni di euro, in parte scaricati sul contribuente grazie al meccanismo dei contratti di solidarietà. Ma una cifra poco inferiore sborserà ai circa 54 mila dipendenti come premio di risultato per il 2012 (mille euro a testa). I sindacati - secondo un’antica tradizione del loro atteggiamento nel gruppo Tele-com - hanno sottoscritto una politica del lavoro opposta a quella che proclamano nei vertici a palazzo Chigi o nei talk-show. Telecom Italia ha terminato nello scorso novembre due anni di contratto di solidarietà, che hanno consentito di risparmiare qualche centinaio di milioni di euro, e negli stessi due anni ha distribuito agli azionisti dividendi per circa 2 miliardi. Adesso i lavoratori tornano in solidarietà mentre l’azienda paga 450 milioni di dividendo e continua a premiare i manager (anche se con bonus calanti)." (Giorgio Meletti su Il fatto)
A breve potrebbe scattare un altro downgrade delle società di rating, lo spread potrebbe tornare a risalire. A luglio scatta l'aumento dell'Iva. Le banche sono in sofferenza, avrebbero bisogno di una ricapitalizzazione, ma dove trovare i soldi?
Dalla Cassa depositi e prestiti (i nostri risparmi)?
Si salvi chi può ...

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