17 aprile 2013

Il bivio

L'esito del voto grillino per le quirinarie pone il partito non vincente alle elezioni di fronte al bivio.
Fa una parte l'opportunità di votare un presidente della Repubblica di vero cambiamento, viatico poi per un governo di cambiamento (nella politica industriale, sociale, nei temi etici ..). la Gabanelli, ma anche Rodotà o Zagrebelski.

Purtroppo questa strada ha contro non solo una parte del PDL (ma non dei potenziali elettori di centrodestra), che invece auspicano ad un salvacondotto per Berlusconi cui il PD dovrebbe piegarsi.
Anche all'interno del centrosinistra le larghe intese, gli accordi al ribasso, gli inciuci sui professionisti delle poltrone trovano sostenitori.
Fioroni, i renziani, preferirebbero Marini o persino uno come D'Alema.

“Io sono per un candidato condiviso, che passi già nei primi scrutini - spiega Beppe Fioroni - il problema non è Rodotà, ma è la modalità: Grillo non sta cercando una condivisione, ma sta invitando a votare il suo”. Renzi sarebbe pronto a votare Prodi o Amato. Entrambi gli garantirebbero il prossimo futuro: Prodi non piace al Pdl e potrebbe velocizzare la strada verso le elezioni; e Amato, soprattutto, significherebbe un governo di qualche mese con Matteo candidato naturale alle prossime elezioni. Secondo lo stesso ragionamento, potrebbe andar bene anche D’Alema,. “Perché Rodotà?Come facciamo a sapere che non è la Gabanelli”, fanno melina i fedelissimi Lotti e Bonifazi. “I 60 parlamentari di Renzi, Rodotà non lo votano, pure andando contro l’indicazione di Bersani”, va sicuro uno degli uomini vicini al Sindaco. Perché Rodotà è troppo di sinistra, perché vorrebbe dire chiudere con il progetto del Pd. Perché non piace ai cattolici. E perché a Grillo sono già state date le presidenze delle Camere, con un’operazione fallimentare, argomentano
[..]
Se non si trova un accordo interno, dal quarto scrutinio il Pd rischia di andare in ordine sparso. E mentre ieri Sel apriva a Rodotà, contro Amato c’era una rivolta tra i neo eletti democratici alla Camera. Tanto che Enrico Letta andava in giro a dire che l’alternativa non c’è, perché l’accordo col Pdl sarebbe fatto. O l’unica sarebbe D’Alema, meno indigesto ai giovani Pd del Dottor Sottile.

[Wanda Marra  su Il fatto]

Ma tra i papabili (che spero rimangano cardinali) c'è anche l'ex tutto Giuliano Amato.


Di cui oggi i figli di Craxi, Bobo e Stefania, tracciano un bel ritratto in una intervista al Fatto quotidiano:

"Parliamoci chiaro: se mio padre era un criminale lo era anche Giuliano Amato”, dice Bobo Craxi. “Papà a capo di un partito di ladri? E allora Giuliano era il vice ladrone”, rincara Stefania, intervistata separatamente dal fratello. E se il primo continua a negare l’esistenza stessa dei reati (“Prendere soldi per il partito non fa di un uomo un ladro, i veri delinquenti sono quelli che infettano il sangue”), Stefania Craxi è più pragmatica: “Amato estraneo al finanziamento illegale al partito? Abitava forse sulla luna? Non poteva non essere coinvolto. Il punto è, semmai, che lo facevano tutti” ".
E questa è la seconda strada: le larghe intese, tanto sponsorizzate sui giornali, anche a rischio di mettere poi il partito contro i suoi stessi elettori. Quanti nel PD capirebbero la scelta di Amato o D'Alema al colle?
Che scenari si presenterebbero allora di fronte al PD: scissione? Nuova segreteria?

Bersani, fa sapere, ha pronto un nome per mettere in imbarazzo i grillini. Si dice Sabino Cassese o Franco Gallo, giudici della Corte Costituzionale.
Un bivio che potrebbe diventare trivio.
Ma rimane il punto: come si comporteranno i grandi elettori di centrosinistra?

“Già il fatto che Grillo ci chieda di votarlo è un buon motivo per non farlo. Anzi, lui dovrebbe rifiutarsi di farsi candidare dai 5 Stelle”. Il giovane Turco, Matteo Orfini lo dice con veemenza, ma molti nel partito sono sulle sue posizioni. “Come facciamo a fidarci adesso? Come facciamo a credere che davvero Grillo sia pronto a un accordo?”, commenta Andrea Orlando. 
La domanda: come faranno gli elettori del PD a fidarsi poi....

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