28 aprile 2013

Il gesto disperato

Voleva colpire i politici ma ha sparato ai carabinieri.
Era senza lavoro in crisi, era disperato, ma non è uno squilibrato. Anche se avrebbe gridato sparatemi sparatemi.
Il PDL non ha perso l'occasione, alla faccia della pacificazione, per prendersela con Grillo. L'unica opposizione rimasta al governissimo.
Sale la tensione nelle piazze, titola "Il giornale" e ora mi è chiaro perché questa scelta per il Viminale.
Il resto ancora lo dobbiamo capire.
Qualche mese fa un signore si diede fuoco davanti Palazzo Chigi, preso dalla disperazione.
Mesi fa un signore si barricò dentro una sede dell'Agenzia delle entrate.

L'Huffington post ha raccolto lo sfogo di alcuni colleghi dei due carabinieri feriti: 
“E’ il gesto di un disperato. I politici non lo sanno che vuol dire prendere 800 euro al mese, entrare in un negozio e non poter comprare nulla a tuo figlio… Ecco cosa succede se non lo sanno”. “Si capiva che era un gesto di rabbia, ma loro non lo sanno, vivono in un mondo loro, non capiscono che poi la gente se la prende con noi che facciamo servizio in strada…”
Anche quei carabinieri, come i ministri, come i partiti, come il M5S, fanno parte delle istituzioni.
A proposito di fomentatori d'odio, mi vengono in mente gli onorevoli PDL che davanti palazzo della Giustizia a Milano che volevano entrare nell'aula del processo.

Di un ex ministro che ogni tanto, davanti il suo popolo, tirava fuori fucili e proiettili.

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