15 novembre 2013

I conti in ordine

A luglio era tutto un tripudio:
Il premier Enrico Letta lo annuncia con un tweet: «Ce l'abbiamo fatta! La Commissione Ue annuncia ora ok a più flessibilità per prossimi bilanci per paesi come Italia con conti in ordine». Il riferimento è al presidente della Commissione Europea, Manuel Barroso, che mercoledì mattina a Strasburgo ha annunciato una maggiore flessibilità di bilancio nel 2014 per i Paesi usciti dalla procedura di deficit eccessivo, come il nostro. Saranno possibili d’ora in avanti investimenti produttivi e per rilanciare la crescita. Anche il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, ha commentato positivamente quella che definisce un'«ottima notizia»: «Premia il lavoro fatto negli ultimi mesi - ha sottolineato il titolare del dicastero di via XX Settembre -, che ha tolto un pò di scetticismo da parte di alcuni»
Ma tutta questa gioia, questo complimentarsi (grazie ai sacrifici degli italiani, non per i meriti di Letta o Monti)  era buono solo per le prime pagine dei nostri giornali.

La commissione IE boccia la nostra legge di stabilità e non sarà concessa alcuna flessibiiltà sugli investimenti, perché il debito rimane ancora troppo alto:
La mannaia di Bruxelles cala sul governo Letta. Non sarà concessa alcuna flessibilità sugli investimenti, il cosiddetto “bonus Ue” che aveva chiesto l’Italia, perché il debito italiano è troppo alto. La Commissione Ue dopo aver analizzato (e bocciato) la Legge di Stabilità ha infatti deciso che “L’Italia non ha accesso alla clausola per gli investimenti perché il debito non si è evoluto in modo favorevole”.
La notizia ha subito suscitato le reazioni dei mercati con i titoli di Stato italiani che hanno ricominciato a salire portando lo spead con il Bund tedesco a 240 punti base. Del resto le parole della Commissione pesano come macigni. “Per l’Italia c’è un rischio che, con i piani correnti, la regola della riduzione del debito non sarà rispettata nel 2014″, si legge ancora nella comunicazione sulla valutazione delle leggi di stabilità dei paesi dell’Eurozona. Bruxelles, quindi, “invita” le autorità italiane “a prendere le misure necessarie per assicurare che la Legge di Stabilità del 2014 rispetti pienamente il Patto di Stabilità e Crescita"
Ovviamente dal ministero tutti rassicurano:
La Commissione Ue “non tiene conto di importanti provvedimenti annunciati dal governo, anche se non formalmente inseriti nella Legge di stabilità, e già in fase di attuazione per contrastare eventuali rischi su disavanzo e debito 2014″.

Insomma non si sono bevuti le promesse di Letta sulle riforme. E ora? Basteranno le promesse sulla spending review? Sull'esito delle privatizzazioni? Sul rientro dei capitali?
Ma non avevamo i conti in ordine?  

Nessun commento: